30/03/13
In 4mila per riabbracciare mamma Aldro
Piazza gremita per il contro sit in di solidarietà a Patrizia Moretti e in risposta alle polemiche innescate dalla manifestazione Coisp
Piazza gremita per il contro sit in di solidarietà a Patrizia Moretti e in risposta alle polemiche innescate dalla manifestazione Coisp
Più di mille persone in piazza davanti al Castello, oggi pomeriggio, dove mercoledì scorso c’era la “delegazione delle discordie” del Coisp. In tantissimi hanno risposto all’appello lanciato dall’associazione Federico Aldrovandi di solidarietà a Patrizia Moretti, dopo le note polemiche innescate dalla manifestazione e dalle dichiarazioni del sindacato indipendente di polizia.
Patrizia Moretti è arrivata puntuale alle 18 e si è fermata davanti al cancello del Castello. “Vengo dalla Prefettura dove il ‘prefetto Provvidenza Raimondo mi ha manifestato ancora una volta la vicinanza e l’affetto delle istituzioni”.
Dopo di lei ha parlato il padre di Federico, Lino Aldrovandi, che ha lanciato un accorato appello a tutti i presenti: “Vogliate bene ai vostri figli, sono la cosa più importante del mondo e non è giusto perderli senza motivo”.
Successivamente ai maifestanti già presenti in piazza Savonarola si sono uniti due cortei, uno dei circoli e associazioni della sinistra, l’altro organizzato presumibilmente dai tifosi della Curva Ovest estense, il pruimo partito da corso Giovecca e il secondo dal Duomo.
Molti anche i politici presenti, tra i quali era atteso anche il sindaco Tiziano Tagliani. Presenti anche Ilaria Cucchi, Lucia Uva e Domenica Ferrulli, le altre donne coraggio che, seguendo l’esempio di Patrizia Moretti, stanno lottando per ottenere verità e giustizia per la morte dei propri familiari.
Piazza gremita per il contro sit in di solidarietà a Patrizia Moretti e in risposta alle polemiche innescate dalla manifestazione Coisp
Più di mille persone in piazza davanti al Castello, oggi pomeriggio, dove mercoledì scorso c’era la “delegazione delle discordie” del Coisp. In tantissimi hanno risposto all’appello lanciato dall’associazione Federico Aldrovandi di solidarietà a Patrizia Moretti, dopo le note polemiche innescate dalla manifestazione e dalle dichiarazioni del sindacato indipendente di polizia.
Patrizia Moretti è arrivata puntuale alle 18 e si è fermata davanti al cancello del Castello. “Vengo dalla Prefettura dove il ‘prefetto Provvidenza Raimondo mi ha manifestato ancora una volta la vicinanza e l’affetto delle istituzioni”.
Dopo di lei ha parlato il padre di Federico, Lino Aldrovandi, che ha lanciato un accorato appello a tutti i presenti: “Vogliate bene ai vostri figli, sono la cosa più importante del mondo e non è giusto perderli senza motivo”.
Successivamente ai maifestanti già presenti in piazza Savonarola si sono uniti due cortei, uno dei circoli e associazioni della sinistra, l’altro organizzato presumibilmente dai tifosi della Curva Ovest estense, il pruimo partito da corso Giovecca e il secondo dal Duomo.
Molti anche i politici presenti, tra i quali era atteso anche il sindaco Tiziano Tagliani. Presenti anche Ilaria Cucchi, Lucia Uva e Domenica Ferrulli, le altre donne coraggio che, seguendo l’esempio di Patrizia Moretti, stanno lottando per ottenere verità e giustizia per la morte dei propri familiari.
29/03/13
Giornate ER efficienza energetica
Aldrovandi: PD, verificare azioni disciplinari agenti che hanno manifestato
Sulla vicenda della manifestazione ferrarese degli agenti del Coisp dieci parlamentari del Pd Stella Bianchi, Dario Franceschini, Roberta Agostini, Alessandro Bratti, Gianclaudio Bressa, Emanuele Fiano, Andrea Martella, Alessandro Naccarato, Ettore Rosato e Walter Verini rinnovano solidarietà e vicinanza alla madre di Federico Aldrovandi, la signora Patrizia Moretti e, nell'esprimere apprezzamento per le parole del ministro Cancellieri, chiedono "che siano adottate con immediatezza tutte le misure volte a verificare se esistano o meno i presupposti per una azione disciplinare nei confronti dei poliziotti protagonisti del sit in che si è svolto ieri di fronte al Comune di Ferrara". "La manifestazione - aggiungono i democratici - ha suscitato grande sdegno.
A rendere questo sit in ancor più vergognoso ha contribuito la presenza dell'on. Potito Salatto, europarlamentare di Fli".
AGENPARL Roma, 29 mar
A rendere questo sit in ancor più vergognoso ha contribuito la presenza dell'on. Potito Salatto, europarlamentare di Fli".
AGENPARL Roma, 29 mar
Caso Aldrovandi: Grasso, manifestazione COISP inaccettabile in paese civile
"Abbiamo affrontato la vicenda Aldrovandi nell'aula del Senato. Una senatrice ha espresso la sua riprovazione e tutto il Senato ha applaudito in piedi. Sotto questo profilo non possiamo che ribadire il nostro segno di solidarietà perchè questo tipo di manifestazioni non sono assolutamente accettabili in un paese civile dove le vittime e i familiari delle vittime devono essere rispettati". Lo ha detto il Presidente del Senato Pietro Grasso parlando della manifestazione del Coisp a Ferrara.
Adnkronos
Ambiente: Cina lancia satellite per osservazione terra ad alta risoluzione il primo ad aprile, altri 5 entro il 2015
Prevenire e contrastare le calamità naturali, tutelare le risorse del pianeta, l'ambiente e la sicurezza nazionale, realizzare indagini di supporto geografiche e oceaniche e, in ambito urbano, dedicate alla gestione dei trasporti. Questi gli obiettivi del sistema di osservazione ad alta risoluzione cinese che prenderà il via con il lancio, ad aprile, del primo satellite dedicato.
La Cina prevede di lanciare in tutto tra i 5 e i 6 satelliti entro la fine del 2015, con l'obiettivo di realizzare un sistema di osservazione ad alta risoluzione che fornirà servizi principalmente al ministero della Terra e delle Risorse, al ministero delle Politiche agricole e al ministero della Protezione ambientale. Il sistema consentirà inoltre di migliorare la capacità di ottenere dati ad alta risoluzione e accelerare lo sviluppo delle tecnologie applicative satellitari.
Roma, 29 mar.Adnkronos/Xinhua
La Cina prevede di lanciare in tutto tra i 5 e i 6 satelliti entro la fine del 2015, con l'obiettivo di realizzare un sistema di osservazione ad alta risoluzione che fornirà servizi principalmente al ministero della Terra e delle Risorse, al ministero delle Politiche agricole e al ministero della Protezione ambientale. Il sistema consentirà inoltre di migliorare la capacità di ottenere dati ad alta risoluzione e accelerare lo sviluppo delle tecnologie applicative satellitari.
Roma, 29 mar.Adnkronos/Xinhua
Ogm. fondazione diritti genetici: loro coltivazione e' illegale in mancanza di specifica autorizzazione da ministero ambiente.
"Ricordiamo al ministro delle Politiche agricole Mario Catania che, in mancanza di una specifica autorizzazione da parte dell'autorità competente, cioè il ministero dell'Ambiente, la coltivazione di ogm nel nostro Paese resta illegale". Così la Fondazione diritti genetici commenta la nota divulgata dal ministero delle Politiche agricole sull'incontro avvenuto stamattina tra Catania e una delegazione di parlamentari del Movimento 5 Stelle sul tema degli ogm. "Come ricordato dalla recente sentenza della Corte di giustizia europea- segnala la Fdg- l'Italia può uscire dallo stallo che ormai da anni la caratterizza sulla questione degli organismi geneticamente modificati, soltanto ricorrendo alla clausola di salvaguardia prevista dalla direttiva europea 2001/18". Alla luce di tutto ciò "chiediamo all'autorità competente in materia, cioè il ministero dell'ambiente nella persona del ministro Corrado Clini- conclude la nota di richiedere immediatamente l'applicazione di tale clausola, come atto di responsabilità verso il sistema agroalimentare italiano che ha investito con successo nel sistema ogm-free, verso le Regioni italiane che in più occasioni si sono dichiarate contrarie all'unanimità ai prodotti transgenici, e di fronte a tutti i cittadini che si sono più volte espressi in favore di una agricoltura libera da ogm".
DIRE
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Agricoltura,
smaltimento dei pesticidi
Fisco: sale protesta contro Tares, rinviarla al 2014 anche imprese in campo. Confcommercio, rincari fino al 600%
Sale la protesta contro la Tares, la nuova tassa sui rifiuti e servizi,
che in assenza di rinvii farà il suo esordio a luglio, con il pagamento
della prima rata. Un ulteriore salasso per le tasche dei cittadini ma
anche per i conti delle imprese e dei negozi. I rincari dei costi sui
rifiuti, calcola infatti Conf commercio, saranno in media del 290% per le
varie attività commerciali, ma per alcune saranno alle stelle:
raggiungeranno il 400%, per esempio per ristoranti e pizzerie, e
addirittura il 600%, nei casi dei rivenditori di ortofrutta e dei banchi
di generi alimentari al mercato ma anche delle discoteche, come emerge
da una elaborazione della stessa associazione.
Per questo, Conf commercio chiede la sospensione 'immediata' della sua operatività con la proroga dell'entrata in vigore 'almeno' fino al primo gennaio 2014. Anche Conf edilizia preme sul rinvio al 2014.
Richieste che si aggiungono a quelle già in campo dei sindacati, preoccupati per la tenuta dei redditi familiari considerando la somma delle scadenze in arrivo tra giugno e luglio, che comprendono, oltre alla Tares, l'Irpef, l'Imu e l'ulteriore aumento di un punto previsto per l'Iva ordinaria.
Per questo, Conf commercio chiede la sospensione 'immediata' della sua operatività con la proroga dell'entrata in vigore 'almeno' fino al primo gennaio 2014. Anche Conf edilizia preme sul rinvio al 2014.
Richieste che si aggiungono a quelle già in campo dei sindacati, preoccupati per la tenuta dei redditi familiari considerando la somma delle scadenze in arrivo tra giugno e luglio, che comprendono, oltre alla Tares, l'Irpef, l'Imu e l'ulteriore aumento di un punto previsto per l'Iva ordinaria.
Accordo Telecom, ma Ferrara chiude
Intesa raggiunta con i sindacati ma la Flc Cgil non si arrende e cerca di evitare il 'sacrificio' del call center di via Cairoli
Nella notte del 26 marzo dopo 2 giorni di trattativa a oltranza, Telecom e le organizzazioni sindacali nazionali hanno raggiunto un accordo sulle linee guida del piano industriale triennale. Ma per Ferrara difficilmente si potrà scongiurare la chiusura del call center di via Cairoli.
Della situazione dei lavoratori del call center estense si sta occupando Glauco Melandri della Slc Cgil di Ferrara, che proprio oggi ha rappresentato la situazione ai parlamentari ferraresi Bertuzzi e Bratti, che si sono resi disponibili ad intervenire presso Telecom per provare a rendere inefficace la chiusura del call center di Ferrara, in base alla legge n° 122 del 1 agosto 2012, che ha inserito il nostro comune fra quelli terremotati.
Melandri non nasconde che la trattativa sia stata conservativa, anche perché l’azienda annunciava ben 2.750 esuberi non più assorbibili con i normali ammortizzatori sociali. L’accordo per scongiurare i licenziamenti prevede fra le altre cose ad esempio il ricorso a contratti di solidarietà coinvolgendo 32400 lavoratori e inoltre una riorganizzazione del customer (call center), per ridurre i costi di gestione. “L’azienda dice Melandri sostenendo che la divisione customer perde 200 milioni l’anno e che il costo complessivo è superiore del 30% rispetto ai competitori, ha avanzato l’intenzione di societarizzare il settore e che per scongiurarla occorreva intervenire operando sulla chiusura delle sedi periferiche con meno di 46 dipendenti (47 sedi) oltre alla necessità di modificare orari di lavoro ed ottenere maggiori flessibilità, per avere più produttività”. La Telecom ha motivato che con le chiusure delle sedi avrebbe risparmiato sui costi degli affitti, “ma a Ferrara replica Melandri come in molte altre realtà territoriali, la sede di via Cairoli, dove è il 187, è anche sede di una centrale e del permutatore per cui per lo stabile in ogni ogni caso l’azienda continuerebbe a pagare l’affitto (contratto stipulato fino al 2022) come Rete; in sostanza si sposterebbe solo il centro di costo comunque in capo sempre a Telecom. Non c’è nessuna razionalizzazione di risparmio ed efficientamento, se non una visione molto più ampia, ma di parte aziendale, e cioè di svuotare di ogni contenuto questa azienda”.
La chiusura di Ferrara porterebbe il personale (prevalentemente femminile) a trasferirsi a Bologna con conseguenti gravi disagi, ma i sindacati ritengono non accettabile nemmeno la proposta dell’azienda che ha indicato come alternativa il telelavoro, giudicandola discriminante e non valida per tutti. “Per il 187 di Ferrara annuncia quindi Melandri non intendiamo arrenderci, ci stiamo battendo affinchè venga riconosciuta la condizione di zona terremotata, ma questo sarebbe solo transitorio per cui la nostra proposta è la possibilità di trasformare queste piccole realtà ma così preziose per le persone che le compongono e anche per il tessuto sociale che le circonda, in risposta al servizio guasti come è già avvenuto a Modena in Emilia, per cui il 187 risparmia e la rete ha un ritorno positivo degli affitti che comunque deve pagare”.
ESTENSE
Nella notte del 26 marzo dopo 2 giorni di trattativa a oltranza, Telecom e le organizzazioni sindacali nazionali hanno raggiunto un accordo sulle linee guida del piano industriale triennale. Ma per Ferrara difficilmente si potrà scongiurare la chiusura del call center di via Cairoli.
Della situazione dei lavoratori del call center estense si sta occupando Glauco Melandri della Slc Cgil di Ferrara, che proprio oggi ha rappresentato la situazione ai parlamentari ferraresi Bertuzzi e Bratti, che si sono resi disponibili ad intervenire presso Telecom per provare a rendere inefficace la chiusura del call center di Ferrara, in base alla legge n° 122 del 1 agosto 2012, che ha inserito il nostro comune fra quelli terremotati.
Melandri non nasconde che la trattativa sia stata conservativa, anche perché l’azienda annunciava ben 2.750 esuberi non più assorbibili con i normali ammortizzatori sociali. L’accordo per scongiurare i licenziamenti prevede fra le altre cose ad esempio il ricorso a contratti di solidarietà coinvolgendo 32400 lavoratori e inoltre una riorganizzazione del customer (call center), per ridurre i costi di gestione. “L’azienda dice Melandri sostenendo che la divisione customer perde 200 milioni l’anno e che il costo complessivo è superiore del 30% rispetto ai competitori, ha avanzato l’intenzione di societarizzare il settore e che per scongiurarla occorreva intervenire operando sulla chiusura delle sedi periferiche con meno di 46 dipendenti (47 sedi) oltre alla necessità di modificare orari di lavoro ed ottenere maggiori flessibilità, per avere più produttività”. La Telecom ha motivato che con le chiusure delle sedi avrebbe risparmiato sui costi degli affitti, “ma a Ferrara replica Melandri come in molte altre realtà territoriali, la sede di via Cairoli, dove è il 187, è anche sede di una centrale e del permutatore per cui per lo stabile in ogni ogni caso l’azienda continuerebbe a pagare l’affitto (contratto stipulato fino al 2022) come Rete; in sostanza si sposterebbe solo il centro di costo comunque in capo sempre a Telecom. Non c’è nessuna razionalizzazione di risparmio ed efficientamento, se non una visione molto più ampia, ma di parte aziendale, e cioè di svuotare di ogni contenuto questa azienda”.
La chiusura di Ferrara porterebbe il personale (prevalentemente femminile) a trasferirsi a Bologna con conseguenti gravi disagi, ma i sindacati ritengono non accettabile nemmeno la proposta dell’azienda che ha indicato come alternativa il telelavoro, giudicandola discriminante e non valida per tutti. “Per il 187 di Ferrara annuncia quindi Melandri non intendiamo arrenderci, ci stiamo battendo affinchè venga riconosciuta la condizione di zona terremotata, ma questo sarebbe solo transitorio per cui la nostra proposta è la possibilità di trasformare queste piccole realtà ma così preziose per le persone che le compongono e anche per il tessuto sociale che le circonda, in risposta al servizio guasti come è già avvenuto a Modena in Emilia, per cui il 187 risparmia e la rete ha un ritorno positivo degli affitti che comunque deve pagare”.
ESTENSE
28/03/13
Emilia Romagna. Patto di stabilità territoriale: oltre 62 milioni di euro per gli Enti locali.
Patto di Stabilità. Immagine di repertorio.
Emilia Romagna. Oltre 62 milioni di potenzialità di spesa sbloccati grazie al lavoro della Regione Emilia Romagna, di cui 47 milioni ai Comuni e 15 milioni alle Province.
La Giunta regionale ha approvato i criteri con cui, grazie alla legge regionale in materia, si libereranno quote di potenzialità di spesa del patto di stabilità, mettendo gli Enti in condizione di usare le risorse che hanno in cassa per pagare fornitori e aziende che hanno già fatto opere sul territorio.
La distribuzione delle disponibilità tra i diversi Enti locali avverrà sulla base di necessità certe di bilancio e con un’attenzione particolare ai Comuni con meno di 5.000 abitanti che per la prima volta devono rispettare le regole del patto di stabilità interno.
Entro il 30 aprile gli Enti interessati ad accedere al riparto potranno presentare domande mentre la Giunta regionale dovrà deliberare entro il 31 maggio.
“La Regione ha sempre avuto ben chiara la drammaticità degli effetti dei vincoli del patto di stabilità nazionale sui nostri territori e per questo – spiega Simonetta Saliera, vicepresidente e assessore al Bilancio della Regione Emilia-Romagna anche quando questo è stato reso difficile dalle resistenze dei vari Governi, la Regione ha sempre agito per aiutare i Comuni e le Province. Grazie alla nostra legge del 2010, solo nell’ultimo biennio abbiamo sbloccato risorse pari a 300 milioni di euro. Con la delibera odierna ci inseriamo in questo solco”.
Emilia Romagna. Oltre 62 milioni di potenzialità di spesa sbloccati grazie al lavoro della Regione Emilia Romagna, di cui 47 milioni ai Comuni e 15 milioni alle Province.
La Giunta regionale ha approvato i criteri con cui, grazie alla legge regionale in materia, si libereranno quote di potenzialità di spesa del patto di stabilità, mettendo gli Enti in condizione di usare le risorse che hanno in cassa per pagare fornitori e aziende che hanno già fatto opere sul territorio.
La distribuzione delle disponibilità tra i diversi Enti locali avverrà sulla base di necessità certe di bilancio e con un’attenzione particolare ai Comuni con meno di 5.000 abitanti che per la prima volta devono rispettare le regole del patto di stabilità interno.
Entro il 30 aprile gli Enti interessati ad accedere al riparto potranno presentare domande mentre la Giunta regionale dovrà deliberare entro il 31 maggio.
“La Regione ha sempre avuto ben chiara la drammaticità degli effetti dei vincoli del patto di stabilità nazionale sui nostri territori e per questo – spiega Simonetta Saliera, vicepresidente e assessore al Bilancio della Regione Emilia-Romagna anche quando questo è stato reso difficile dalle resistenze dei vari Governi, la Regione ha sempre agito per aiutare i Comuni e le Province. Grazie alla nostra legge del 2010, solo nell’ultimo biennio abbiamo sbloccato risorse pari a 300 milioni di euro. Con la delibera odierna ci inseriamo in questo solco”.
27/03/13
Coisp-Aldrovandi, Franceschini: “Si è riaperta una ferita”
I sindaci della provincia chiedono al prefetto di Ferrara di intervenire
“Piena solidarietà e vicinanza a Tagliani e Moretti per l’aggressione verbale subita oggi da esponenti del Coisp e dall’europarlamentare Potito Salatto” arrivano anche da Dario Franceschini. Il parlamentare ferrarese del Pd stigmatizza il “carattere provocatorio dell’iniziativa e il suo epilogo” che “non hanno determinato altro che la riapertura di una ferita per la famiglia Aldrovandi e per l’intera comunità ferrarese, una ferita che il lavoro delle istituzioni, da quelle locali a quelle nazionali, ha tentato faticosamente in questi anni di sanare”.
Sul caso interviene in aula a Palazzo Madama anche la senatrice ferrarese Tersa Bertuzzi, che si ritiene “ferita, come madre e donna delle Istituzioni. La manifestazione odierna ha detto la parlamentare, applaudita anche dall’opposizione con cui si è voluta umiliare Patrizia, rivela la volontà di mantenere un clima di contrapposizione e diffidenza, che non trova alcuna giustificazione nel diritto di esprimere la propria contrarietà. Fare rappresentanza non significa difendere chiunque, anche coloro verso cui sono state definitivamente accertate gravissime responsabilità. Ciò non può comunque mai avvenire offendendo e opprimendo le vittime e chi ne ha istituzionalmente e civilmente sostenuto la tutela”.
“Piena solidarietà e vicinanza a Tagliani e Moretti per l’aggressione verbale subita oggi da esponenti del Coisp e dall’europarlamentare Potito Salatto” arrivano anche da Dario Franceschini. Il parlamentare ferrarese del Pd stigmatizza il “carattere provocatorio dell’iniziativa e il suo epilogo” che “non hanno determinato altro che la riapertura di una ferita per la famiglia Aldrovandi e per l’intera comunità ferrarese, una ferita che il lavoro delle istituzioni, da quelle locali a quelle nazionali, ha tentato faticosamente in questi anni di sanare”.
Sul caso interviene in aula a Palazzo Madama anche la senatrice ferrarese Tersa Bertuzzi, che si ritiene “ferita, come madre e donna delle Istituzioni. La manifestazione odierna ha detto la parlamentare, applaudita anche dall’opposizione con cui si è voluta umiliare Patrizia, rivela la volontà di mantenere un clima di contrapposizione e diffidenza, che non trova alcuna giustificazione nel diritto di esprimere la propria contrarietà. Fare rappresentanza non significa difendere chiunque, anche coloro verso cui sono state definitivamente accertate gravissime responsabilità. Ciò non può comunque mai avvenire offendendo e opprimendo le vittime e chi ne ha istituzionalmente e civilmente sostenuto la tutela”.
Crotone: concluso il sit-in di protesta del Coisp
Di seguito la nota del Coisp Crotone: Dopo 53 ore di manifestazione
ininterrotta ed a oltranza, dopo tre conferenze stampa, si è concluso il
sit-in di protesta del Coisp tenutosi sul lungomare di Crotone, nel
corso del quale sono state rappresentate tutte le problematiche di
carattere igienico sanitario in cui versa lo stabile della questura di
Crotone, nonché quelle inerenti l’inquinamento ambientale presente nel
sottosuolo dello stesso sito, come emergente dalla relazione
territoriale sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella
regione Calabria (relatori on. Gaetano Pecorella e on. Alessandro
Bratti) redatta dalla Commissione parlamentare di inchiesta istituita
con la legge 6/2009 e approvata nella seduta della commissione del 19
maggio 2011.
Dalla lettura di questo documento pubblico, ufficialmente emanato dal Parlamento, si evince inequivocabilmente e con certezza assoluta, che l’inquinamento da scorie cubilot non è solo presente nel sito della questura, ma che il problema dell’inquinamento da tali scorie nocive interessa tutto il territorio.
Dalla lettura di questo documento pubblico, ufficialmente emanato dal Parlamento, si evince inequivocabilmente e con certezza assoluta, che l’inquinamento da scorie cubilot non è solo presente nel sito della questura, ma che il problema dell’inquinamento da tali scorie nocive interessa tutto il territorio.
Ogm. Cenni (PD) a Catania: attivare clausola di salvaguardia non dimentichiamo atti XVI legislatura. presenteremo risoluzione.
"Bene che anche altri gruppi parlamentari si stiano impegnando sulla
questione della clausola di salvaguardia per tutelare il settore
agricolo. Si tratta di un tema importante e delicatissimo, caro a molti
deputati e a una larga quantità di sigle rappresentative del mondo
agricolo, ambientale e civico". Cosi' Susanna Cenni, in una lettera che
la deputata toscana del Partito democratico ha inviato al ministro delle
Politiche agricole, Mario Catania, ricordandogli "i numerosi atti
presentati durante la XVI legislatura" e anticipando al ministro i
contenuti di una risoluzione di prossima presentazione, sottoscritta da
numerosi deputati Pd (Raffaella Mariani, Massimo Fiorio, Colomba
Mongiello, Luca Sani, Maria Antezza, Franca Biondelli, Stella Bianchi,
Elvira Berlingieri, Chiara Braga, Giovanna Martelli, Alessandro Bratti,
Ermete Realacci).
Oettinger, no a blocco retroattivo incentivi rinnovabili Su strada giusta per obiettivi 2020, ma fare ancora sforzi
No agli ostacoli agli investimenti nelle rinnovabili, e soprattutto no al blocco retroattivo degli incentivi. E' il monito lanciato dal commissario Ue all'energia Guenther Oettinger, che ha indicato come, rispetto ai dati 2011, i paesi Ue siano ''sulla strada giusta'' per raggiungere gli obiettivi prefissati. L'Italia nel 2010 era al 10,4% rispetto al 17% previsto per il 2020. E' pero' ancora necessario, evidenzia la Commissione, fare ''sforzi ulteriori'', in quanto dal 2010 la crisi e le lentezze nella trasposizione della direttiva Ue hanno fatto rallentare il passo. E soprattutto, ha sottolineato Oettinger, ''riteniamo che ci siano ancora stati membri che hanno ostacoli amministrativi enormi che tendono a bloccare gli investimenti'' nelle rinnovabili, perchè ''in alcuni paesi e' possibile bloccare gli incentivi in modo retroattivo''. E questo ''blocca gli investitori''.
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Energia,
Energie rinnovabili
Ue, entro anno proposta obiettivi energia 2030 vincolanti Oettinger, potrebbe essere adottata nel 2015
La Commissione Ue intende presentare per fine anno una proposta sui nuovi obiettivi vincolanti su clima ed energia per il 2030. Dopo il lancio odierno del Libro Verde, che apre le consultazioni pubbliche che saranno poi valutate in autunno, ''la nostra ambizione - ha affermato il commissario Ue all'energia Guenther Oettinger è che a fine anno si possano fare proposte legislative'' dove si elaborino ''obiettivi vincolanti'' su riduzione delle emissioni, rinnovabili ed efficienza energetica. Questa, ha ipotizzato Oettinger, dopo il vaglio nel 2014 di Parlamento e Consiglio Ue, potrebbe essere quindi adottata nel 2015. Con il Libro verde presentato dalla Commissione ''facciamo un'offerta a tutti quelli che vogliono partecipare al dibattito nei prossimi mesi'' per definire la strategia Ue in vista del 2030, perchè, ha sottolineato Oettinger, ''non c'è settore come quello energetico dove per investire c'è bisogno di un piano'' e ormai ''il 2020 era ieri, mentre il 2030 e' domani''.
L'obiettivo è quindi quello di ''portare chiarezza'' nel settore: ''Dobbiamo essere realisti e pragmatici ha messo in chiaro il commissario - ma avere comunque obiettivi ambiziosi''.
Niente cifre, per ora, ma solo l'invito a tutte le parti coinvolte a collaborare perche' ''quel che conta e' che partecipino tutti al processo'', da cui dovranno uscire obiettivi vincolanti per il 2030 perche' ''solo quelli hanno senso e sono efficaci''. Il Libro verde, in attesa della proposta legislativa di Bruxelles che mira a presentarla per fine anno, e' ''il primo passo'', ha sottolineato la commissaria Ue al cambiamento climatico Connie Hedegaard, ricordando che quei paesi che in questi anni si sono impegnati più di altri nel raggiungimento degli obiettivi su taglio delle emissioni, efficienza energetica e rinnovabili, hanno avuto ''benefici economici'' nonostante la crisi.
ANSA
L'obiettivo è quindi quello di ''portare chiarezza'' nel settore: ''Dobbiamo essere realisti e pragmatici ha messo in chiaro il commissario - ma avere comunque obiettivi ambiziosi''.
Niente cifre, per ora, ma solo l'invito a tutte le parti coinvolte a collaborare perche' ''quel che conta e' che partecipino tutti al processo'', da cui dovranno uscire obiettivi vincolanti per il 2030 perche' ''solo quelli hanno senso e sono efficaci''. Il Libro verde, in attesa della proposta legislativa di Bruxelles che mira a presentarla per fine anno, e' ''il primo passo'', ha sottolineato la commissaria Ue al cambiamento climatico Connie Hedegaard, ricordando che quei paesi che in questi anni si sono impegnati più di altri nel raggiungimento degli obiettivi su taglio delle emissioni, efficienza energetica e rinnovabili, hanno avuto ''benefici economici'' nonostante la crisi.
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Energie rinnovabili
Potenziale Italia supera 485 terawattora l'anno Fondazione de Gasperi, troppe importazioni, sviluppare risorse
"L'Italia presenta una forte dipendenza energetica dall'estero'', pari a ''circa l'84%'', eppure le fonti rinnovabili con ''potenziali interessanti'' in Italia ci sono, come ''idroelettrico, solare, eolico, geotermia e biomasse''. Il ''potenziale tecnico per il settore elettrico e' stato stimato in quasi 485 Terawattora (Twh) all'anno, superiore agli attuali consumi''. Questo quanto emerge da una ricerca, 'Studio sulla sicurezza energetica in Italia e in Europa', presentata dalla Fondazione De Gasperi in collaborazione con il Centre for european studies (Ces).
Per ''migliorare la sicurezza di approvvigionamento e ridurre la fattura energetica estera - spiega lo studio - e' necessario ridurre drasticamente tale dipendenza''. E per farlo serve ridurre la ''quantità di energia importata''. Le azioni possono essere di due tipi, spiega lo studio: il contenimento dei consumi (efficienza energetica negli usi finali di energia e nei processi di trasporto e stoccaggio) e l'incremento dell'uso delle risorse locali (rinnovabili e produzione sostenibile di idrocarburi). Elemento fondamentale per raggiungere gli obiettivi e' ''la diversificazione delle fonti e lo sviluppo di tecnologie''. Sul fronte dell'efficienza e del risparmio energetico, in Italia c'e' ''un elevato potenziale di risparmio energetico'', soprattutto nell'edilizia dove un edificio che rispetta eco-standard consente una riduzione dei consumi fino al 70%.
Roma
Per ''migliorare la sicurezza di approvvigionamento e ridurre la fattura energetica estera - spiega lo studio - e' necessario ridurre drasticamente tale dipendenza''. E per farlo serve ridurre la ''quantità di energia importata''. Le azioni possono essere di due tipi, spiega lo studio: il contenimento dei consumi (efficienza energetica negli usi finali di energia e nei processi di trasporto e stoccaggio) e l'incremento dell'uso delle risorse locali (rinnovabili e produzione sostenibile di idrocarburi). Elemento fondamentale per raggiungere gli obiettivi e' ''la diversificazione delle fonti e lo sviluppo di tecnologie''. Sul fronte dell'efficienza e del risparmio energetico, in Italia c'e' ''un elevato potenziale di risparmio energetico'', soprattutto nell'edilizia dove un edificio che rispetta eco-standard consente una riduzione dei consumi fino al 70%.
Roma
Terremoto, la burocrazia rallenta i lavori Errani: stato d'emergenza fino a dicembre Comuni e architetti in difficoltà. Ora la Regione chiede una proroga al governo
Bologna- Ordinanze commissariali che cambiano continuamente.
Termini di consegna che slittano. Ritardi nella consegna delle schede di
sopralluogo. Soprintendenze che ancora devono fare le verifiche sugli
edifici vincolati. Insomma: a dieci mesi di distanza la «matassa»
dell’iter che dovrebbe portare alla ricostruzione nei territori colpiti
da sisma si deve ancora sbrogliare un bel po’, denunciano gli
architetti. Nel Bolognese così come a Ferrara e Modena. Non ci sono
differenze sostanziali da una provincia all’altra.
Le ordinanze- «La proliferazione delle ordinanze ammette il presidente dell’Ordine degli architetti di Bologna, Piergiorgio Giannelli è esagerata e alla fine volendo normare tutto si crea solo confusione. Insieme agli Ordini di Modena, Ferrara, Reggio Emilia la settimana scorsa abbiamo chiesto alla Regione una proroga per i termini di consegna dei moduli per il rimborso, perché molte famiglie che hanno avuto dei danni rischiano di restare fuori dai contributi». Ma c’è di più. Massimo Nicoletti, presidente del comitato «Finale Emilia terremotato», lo stesso che circa un mese fa era riuscito a portare duecento persone colpite dal terremoto sotto la Regione per protestare contro le lungaggini della burocrazia, ieri ha lanciato un ulteriore allarme.
Le ordinanze- «La proliferazione delle ordinanze ammette il presidente dell’Ordine degli architetti di Bologna, Piergiorgio Giannelli è esagerata e alla fine volendo normare tutto si crea solo confusione. Insieme agli Ordini di Modena, Ferrara, Reggio Emilia la settimana scorsa abbiamo chiesto alla Regione una proroga per i termini di consegna dei moduli per il rimborso, perché molte famiglie che hanno avuto dei danni rischiano di restare fuori dai contributi». Ma c’è di più. Massimo Nicoletti, presidente del comitato «Finale Emilia terremotato», lo stesso che circa un mese fa era riuscito a portare duecento persone colpite dal terremoto sotto la Regione per protestare contro le lungaggini della burocrazia, ieri ha lanciato un ulteriore allarme.
Pubblicato da
Alessandro Bratti
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15:23
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sisma
Caso Aldrovandi: tribunale Mantova, madre Federico non diffamò pm Guerra = Patrizia Moretti, giustizia è fatta e ora spero ci lasci in pace
"Giustizia è fatta, mi sento sollevata perchè non se ne poteva più'". Cosi' Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi il giovane di 18 anni morto a Ferrara nel 2005 durante un controllo di Polizia, ha commentato con l'Adnkronos la sentenza del Tribunale di Mantova che l'ha assolta dall'accusa di diffamazione sollevata contro di lei e contro alcuni giornalisti della 'Nuova Ferrara' dalla Pm Maria Emanuela Guerra, prima titolare dell'inchiesta sulla morte del giovane per i quale sono già stati condannati in via definitiva i 4 agenti che lo fermarono. "La decisione di Guerra di sporgere querela ci aveva molto sorpresi e amareggiati - ha ricordato Moretti - anche perchè giunse dopo la sentenza principale. Ora speriamo che Guerra ci lasci in pace".
Nello specifico, erano due le frasi pronunciate da Patrizia Moretti e riportate in due diversi articoli di giornale, che avevano fatto scattare la querela da parte del Pm. Per uno dei due il giudice ha stabilito che il fatto non sussiste, per l'altro che il fatto non costituisce reato. Si tratta, infatti, di affermazioni che Moretti ripete' ai giornali ma che aveva appena sentito in aula. Non a caso tra i documenti presentati al giudice dall'avvocato Fabio Anselmo, difensore della madre di Federico, c'erano gli stessi verbali delle sedute processuali con le frasi pronunciate dai giudici stessi nell'inchiesta principale e in quella bis sui depistaggi.
"Sono molto soddisfatto ha aggiunto lo stesso Anselmo perchè con questa querela si era creata una situazione ingiusta e insopportabile: ogni giorno in piu' di processo era una tortura per Patrizia Moretti". Insomma, per il legale degli Aldrovandi, il pronunciamento di oggi del giudice di Mantova e' stato "un atto di giustizia e di civiltà". Il giudice ha assolto anche due dei 4 giornalisti ferraresi querelati da Guerra, sempre per diffamazione.
Adnkronos
26/03/13
Rifiuti, nuovo decreto di Clini: linea dura del ministro I siti del Lazio dovranno lavorare anche l'immondizia di Roma
Non ci saranno proroghe. Malagrotta rispetterà i tempi di chiusura (10 aprile per i non trattati, il 30 giugno per ogni tipo di rifiuto). E il Lazio eviterà almeno questo è l’obiettivo - la maxi sanzione della Corte di giustizia europea. Il decreto è stato emanato ieri dal ministro dell’Ambiente, Corrado Clini. Uno dei suoi ultimi provvedimenti da ministro riguarda, dunque, l’emergenza rifiuti nella Capitale. «Sono tra coloro che non lasciano a metà i lavori che fanno osserva Clini e comunque spero davvero che sia uno dei miei ultimi interventi da ministro e che l’Italia abbia presto un nuovo governo».
Cosa prevede il decreto? «Applichiamo quanto avevamo deciso il 20 marzo nella riunione con tutte le aziende che si occupano di rifiuti nel Lazio». Primo problema: a Malagrotta ogni giorno arrivano 775 tonnellate di rifiuti non trattati (ultimi dati Ama). Dall’11 aprile non si potrà fare. Il decreto Clini fa diventare legge l’obbligo dell’impianto di trattamento meccanico biologico di Colfelice (Frosinone) a lavorare anche i rifiuti di Roma. La Saf, la società pubblica proprietaria dell’impianto, non può più dire no, altrimenti il prefetto Goffredo Sottile (commissario per l’emergenza rifiuti) può commissariarlo. Qui dovrebbero essere trattati ogni giorno poco più di 400 tonnellate di rifiuti romani. E il resto? Il decreto impone alla Colari di avviare entro il 10 aprile il trito tagliatore autorizzato a Rocca Cencia. Ma non basta: la società dovrà comunicare, in modo dettagliato, dove finiscono la parte secca e la parte umida, al termine della lavorazione, per evitare che poi tutto finisca comunque in discarica.
Gli Impianti Romani
Altro tassello: i quattro Tmb di Roma (due di Ama e due di Colari) ora devono viaggiare a pieno regime, altrimenti interviene il commissario. «Gli ultimi dati dei Noe ci dicono che vanno solo al 50-60 per cento», attacca Clini, anche se l’Ama sostiene che siano già al 90 per cento. Comunque sia c’è un altro elemento importante: il cdr e il css (le due sigle che sintetizzano il combustibile di rifiuti) prodotti dai rifiuti che passano nei tmb ora avranno una destinazione alternativa ai termovalorizzatori. In sintesi: nel Lazio solo i termovalorizzatori di Colleferro e San Vittore bruciano solo una parte del cdr prodotto. Il resto per mancanza di impianti va in discarica. Bene, un altro decreto del ministero dell’Ambiente consente di bruciare quel materiale anche negli impianti industriali e nei cementifici. «Se pure in questo modo non si riesce a bruciare tutto il cdr o il css precisa Clini Ama dovrà comunque siglare accordi con impianti di altre regioni». Sarà anche incrementata la capacità di produzione della fos (frazione organica stabilizzata). Spiega la nota del Ministero dell’Ambiente parlando dei rifiuti trattati nei Tmb: «In particolare il decreto prevede che la produzione di cdr (o di css) deve essere portata a un livello minimo tra il 35% e il 40%; la produzione di fos deve essere portata a un livello minimo compreso tra il 30% e il 35%; il livello degli scarti non compostabili (compreso il vetro) non deve superare il 25%; il recupero dei metalli deve essere assicurato almeno nella misura del 3%».
Si diceva dei poteri ancora più forti conferiti a Sottile. Spiegano al ministero dell’Ambiente: «Il provvedimento inoltre conferisce più poteri al commissario per la crisi rifiuti di Roma, il quale dovrà sbloccare le autorizzazioni e adeguare ai nuovi standard gli impianti di trattamento dei rifiuti. Il commissario dovrà anche controllare la destinazione dei combustibili Cdr e Css prodotti dagli impianti. Se gli impianti del Lazio non sapranno dove destinare i materiali selezionati per il riciclo o per il riutilizzo energetico, il commissario disporrà che provveda l'Ama, anche facendo ricorso a impianti di altre regioni». Resta la domanda. Il primo luglio, quando chiuderà Malagrotta, servirà una discarica? Clini aveva sempre detto no, ma il significato vero di quella risposta è che non servirà una nuova Malagrotta. Ieri hanno spiegato dal Ministero: «Con questo intervento sarà possibile ridurre in maniera decisiva il conferimento in discarica: l'obiettivo è arrivare a giugno in condizioni diverse e migliori. Si potrà valutare a quel punto se (e a quali condizioni) possa servire a Roma una discarica di servizio».
ROMA
Cosa prevede il decreto? «Applichiamo quanto avevamo deciso il 20 marzo nella riunione con tutte le aziende che si occupano di rifiuti nel Lazio». Primo problema: a Malagrotta ogni giorno arrivano 775 tonnellate di rifiuti non trattati (ultimi dati Ama). Dall’11 aprile non si potrà fare. Il decreto Clini fa diventare legge l’obbligo dell’impianto di trattamento meccanico biologico di Colfelice (Frosinone) a lavorare anche i rifiuti di Roma. La Saf, la società pubblica proprietaria dell’impianto, non può più dire no, altrimenti il prefetto Goffredo Sottile (commissario per l’emergenza rifiuti) può commissariarlo. Qui dovrebbero essere trattati ogni giorno poco più di 400 tonnellate di rifiuti romani. E il resto? Il decreto impone alla Colari di avviare entro il 10 aprile il trito tagliatore autorizzato a Rocca Cencia. Ma non basta: la società dovrà comunicare, in modo dettagliato, dove finiscono la parte secca e la parte umida, al termine della lavorazione, per evitare che poi tutto finisca comunque in discarica.
Gli Impianti Romani
Altro tassello: i quattro Tmb di Roma (due di Ama e due di Colari) ora devono viaggiare a pieno regime, altrimenti interviene il commissario. «Gli ultimi dati dei Noe ci dicono che vanno solo al 50-60 per cento», attacca Clini, anche se l’Ama sostiene che siano già al 90 per cento. Comunque sia c’è un altro elemento importante: il cdr e il css (le due sigle che sintetizzano il combustibile di rifiuti) prodotti dai rifiuti che passano nei tmb ora avranno una destinazione alternativa ai termovalorizzatori. In sintesi: nel Lazio solo i termovalorizzatori di Colleferro e San Vittore bruciano solo una parte del cdr prodotto. Il resto per mancanza di impianti va in discarica. Bene, un altro decreto del ministero dell’Ambiente consente di bruciare quel materiale anche negli impianti industriali e nei cementifici. «Se pure in questo modo non si riesce a bruciare tutto il cdr o il css precisa Clini Ama dovrà comunque siglare accordi con impianti di altre regioni». Sarà anche incrementata la capacità di produzione della fos (frazione organica stabilizzata). Spiega la nota del Ministero dell’Ambiente parlando dei rifiuti trattati nei Tmb: «In particolare il decreto prevede che la produzione di cdr (o di css) deve essere portata a un livello minimo tra il 35% e il 40%; la produzione di fos deve essere portata a un livello minimo compreso tra il 30% e il 35%; il livello degli scarti non compostabili (compreso il vetro) non deve superare il 25%; il recupero dei metalli deve essere assicurato almeno nella misura del 3%».
Si diceva dei poteri ancora più forti conferiti a Sottile. Spiegano al ministero dell’Ambiente: «Il provvedimento inoltre conferisce più poteri al commissario per la crisi rifiuti di Roma, il quale dovrà sbloccare le autorizzazioni e adeguare ai nuovi standard gli impianti di trattamento dei rifiuti. Il commissario dovrà anche controllare la destinazione dei combustibili Cdr e Css prodotti dagli impianti. Se gli impianti del Lazio non sapranno dove destinare i materiali selezionati per il riciclo o per il riutilizzo energetico, il commissario disporrà che provveda l'Ama, anche facendo ricorso a impianti di altre regioni». Resta la domanda. Il primo luglio, quando chiuderà Malagrotta, servirà una discarica? Clini aveva sempre detto no, ma il significato vero di quella risposta è che non servirà una nuova Malagrotta. Ieri hanno spiegato dal Ministero: «Con questo intervento sarà possibile ridurre in maniera decisiva il conferimento in discarica: l'obiettivo è arrivare a giugno in condizioni diverse e migliori. Si potrà valutare a quel punto se (e a quali condizioni) possa servire a Roma una discarica di servizio».
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Alessandro Bratti
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Rifiuti
Elettricità, grazie alle rinnovabili autosufficiente quasi un municipio su tre
Presentato da Legambiente il Rapporto Comuni Rinnovabili 2013. Le
fonti pulite soddisfano ormai il 100% del fabbisogno di 2400 centri
urbani e coprono il 28% dei consumi elettrici nazionali. Ora la nuova
sfida è riformare la rete e i regolamenti per completare la rivoluzione
Da almanacco di curiosità e isolati esempi virtuosi a canovaccio di una compiuta Strategia energetica nazionale alternativa a quella discutibile e confusa lanciata due settimane fa dai ministri Passera e Clini . E' questo il salto di qualità compiuto dal rapporto di Legambiente "Comuni rinnovabili", giunto quest'anno alla sua undicesima edizione ( vai al dossier 2012 ). Il tempo delle nicchie e degli audaci pionieri è ormai alle spalle. L'idea di un Paese alimentato in buona parte grazie a piccoli impianti di energia pulita, distribuiti sul territorio, non è più un'utopia da visionari, ma una concreta possibilità che sta nel novero delle cose possibili e che sta alla politica saper cogliere.
Modelli ribaltati. I numeri dello studio realizzato dall'associazione ambientalista in collaborazione con il Gse e Sorgenia sono impressionanti e, come si legge nella premessa del dossier, "ribaltano completamente il modello energetico costruito negli ultimi secoli intorno alle fonti fossili, ai grandi impianti, agli oligopoli". "La portata di questi processi - avverte il curatore del rapporto e vicepresidente di Legambiente Edorardo Zanchini - è tale che in molti faticano a capirla, ed è tale la loro diffusione da risultare difficilissima da monitorare".
Da almanacco di curiosità e isolati esempi virtuosi a canovaccio di una compiuta Strategia energetica nazionale alternativa a quella discutibile e confusa lanciata due settimane fa dai ministri Passera e Clini . E' questo il salto di qualità compiuto dal rapporto di Legambiente "Comuni rinnovabili", giunto quest'anno alla sua undicesima edizione ( vai al dossier 2012 ). Il tempo delle nicchie e degli audaci pionieri è ormai alle spalle. L'idea di un Paese alimentato in buona parte grazie a piccoli impianti di energia pulita, distribuiti sul territorio, non è più un'utopia da visionari, ma una concreta possibilità che sta nel novero delle cose possibili e che sta alla politica saper cogliere.
Modelli ribaltati. I numeri dello studio realizzato dall'associazione ambientalista in collaborazione con il Gse e Sorgenia sono impressionanti e, come si legge nella premessa del dossier, "ribaltano completamente il modello energetico costruito negli ultimi secoli intorno alle fonti fossili, ai grandi impianti, agli oligopoli". "La portata di questi processi - avverte il curatore del rapporto e vicepresidente di Legambiente Edorardo Zanchini - è tale che in molti faticano a capirla, ed è tale la loro diffusione da risultare difficilissima da monitorare".
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Alessandro Bratti
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Ilva: Bratti (PD), Clini chiarisca contraddizioni con Ispra e Arpa su Aia
'Chiediamo al ministro Clini di chiarire i motivi che lo hanno portato a una presa di posizione opposta a quella espressa, dopo il recente controllo presso l'Ilva di Taranto, dall'Ispra e dall'Arpa Puglia; secondo un comunicato del ministero dell'Ambiente del 14 marzo scorso, infatti, 'non risultano inadempienze dell'Ilva' rispetto agli obblighi dell'Aia. Alla luce dello scarso coordinamento messo in luce da questi episodi, si rende necessario favorire al piu' presto una riforma del Sistema delle Agenzie ambientali per poter dare al Paese un sistema di controlli più moderno ed efficace e un maggior coordinamento tra l'Arpa Puglia e Ispra'. Ad affermarlo in uan nota è Alessandro Bratti deputato Pd che, insieme ai colleghi Donatella Ferranti e Raffaella Mariani, ha presentato una interrogazione al ministro dell'Ambiente Clini.
'Poichè il garante prosegue Bratti ritiene di non avere compiti di vigilanza sulle prescrizioni ambientali imposte all'Ilva ma solo di controllo amministrativo, ci sembra opportuno che lo stesso garante chiarisca quali siano i suoi compiti che giustifichino il 'lauto' compenso che riceve e, poi, indirizzare queste risorse per potenziare l'attività di controllo'.
Adnkronos
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Reati ambientali
Tre parlamentari Pd, Alessandro Bratti, Raffaella Mariani e Donatella Ferranti presentano un'interrogazione su ILVA di Taranto e i controlli ambientali
Brindisi, sepolte 15mila tonnellate di fanghi tossici provenienti dal porto di Taranto
Il Nucleo operativo dei carabinieri ha sequestrato 30mila metri
quadrati situati lungo l'ex strada statale che collega il capoluogo
messapico con San Vito dei Normanni. Secondo le indagini, altre 70mila
tonnellate di rifiuti erano pronte per essere sversate. Il reato
ipotizzato è gestione illecita di rifiuti e discarica abusiva
È tra gli ulivi brindisini che sono stati sepolti i fanghi tossici, risultato delle operazioni di dragaggio nel porto ionico. Contengono cromo e piombo. Hanno infarcito vecchie cave dismesse da anni.Quindicimila tonnellate sono già state tombate. Altre 70mila erano in arrivo e sono state bloccate in tempo. Ha portato a questo la maxi-operazione condotta nella tarda mattinata dai carabinieri delNucleo operativo ecologico di Lecce, al comando del maggiore Nicola Candido. I sigilli sono scattati su tre aree per complessivi 30mila metri quadrati, situate lungo l’ex strada statale 16, che collega il capoluogo messapico con San Vito dei Normanni. Il sequestro preventivo, eseguito d’iniziativa dai militari, è già stato convalidato dal pubblico ministero presso la Procura di BrindisiGiuseppe De Nozza. Il reato ipotizzato è di gestione illecita di rifiuti e realizzazione di discarica abusiva. Nel registro degli indagati sono state iscritte quattro persone, tutte di San Vito dei Normanni. Si tratta dei due proprietari dei terreni, del titolare di una ditta locale di autotrasporti e di un autista colto in flagranza, mentre era intento a scaricare illecitamente il carico lungo il ciglio di cava.
È tra gli ulivi brindisini che sono stati sepolti i fanghi tossici, risultato delle operazioni di dragaggio nel porto ionico. Contengono cromo e piombo. Hanno infarcito vecchie cave dismesse da anni.Quindicimila tonnellate sono già state tombate. Altre 70mila erano in arrivo e sono state bloccate in tempo. Ha portato a questo la maxi-operazione condotta nella tarda mattinata dai carabinieri delNucleo operativo ecologico di Lecce, al comando del maggiore Nicola Candido. I sigilli sono scattati su tre aree per complessivi 30mila metri quadrati, situate lungo l’ex strada statale 16, che collega il capoluogo messapico con San Vito dei Normanni. Il sequestro preventivo, eseguito d’iniziativa dai militari, è già stato convalidato dal pubblico ministero presso la Procura di BrindisiGiuseppe De Nozza. Il reato ipotizzato è di gestione illecita di rifiuti e realizzazione di discarica abusiva. Nel registro degli indagati sono state iscritte quattro persone, tutte di San Vito dei Normanni. Si tratta dei due proprietari dei terreni, del titolare di una ditta locale di autotrasporti e di un autista colto in flagranza, mentre era intento a scaricare illecitamente il carico lungo il ciglio di cava.
Emilia Romagna: in arrivo 8,8 mln di euro per la difesa del suolo
"Daremo il via ad un piano straordinario per la manutenzione e la sicurezza del territorio dell'Emilia Romagna". Lo spiega l'assessore regionale alla Difesa del suolo e della costa Paola Gazzolo dopo che il presidente del consiglio uscente Mario Monti ha firmato, il 23 marzo scorso in base alla proposta della Protezione civile, il decreto che ripartisce i 250 milioni di euro stanziati dalla legge di stabilita' 2013 tra le regioni colpite dagli eventi alluvionali del novembre 2012.
Nel dettaglio il piano di riparto, concordato dalle Regioni interessate ed esaminato dalla Conferenza delle Regioni, assegna 8,8 milioni di euro all'Emilia Romagna che saranno destinati alle zone dell'Appennino emiliano e della costa.
"Questi fondi si vanno ad aggiungere sottolinea Gazzolo agli oltre 24 milioni di euro che sono stati recentemente sbloccati dal ministero dell'Ambiente per l'attuazione dell'accordo di programma". Ora, conclude l'assessore, "ci attendiamo oltre 12 milioni da destinare all'Appennino romagnolo gravemente colpito dalle nevicate del febbraio 2012".
(Adnkronos)
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Suolo
Il mais danneggiato dalla siccità alimenterà gli impianti a biogas Lo prevede un accordo promosso da Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, che permetterà l'utilizzo di 350mila tonnellate di questo cereale inutilizzabili per l'alimentazione
Il mais danneggiato dalla siccità alimenterà gli impianti a biogas Lo prevede un accordo promosso da Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, che permetterà l'utilizzo di 350mila tonnellate di questo cereale inutilizzabili per l'alimentazione.
Il mais gravemente danneggiato dalla siccità del 2012 sarà utilizzato per produrre energia rinnovabile negli oltre 500 impianti a biogas della pianura padana. È quanto prevede un accordo di filiera promosso dagli assessori regionali all'agricoltura della Lombardia Giuseppe Elias, dell'Emilia-Romagna, Tiberio Rabboni, e del Veneto, Franco Manzato. Il protocollo è indirizzato alle principali organizzazioni agricole e ai consorzi di biodigestori, con l'obiettivo di risolvere un problema che rischia di avere pesanti ripercussioni per l'agricoltura e la zootecnia del nord Italia: quello delle ingenti quantità di mais che, a causa delle pessime condizioni meteo climatiche della scorsa estate, presentano caratteristiche inidonee all'alimentazione umana e animale.
L'accordo messo a punto dalle tre Regioni prevede una precisa procedura di tracciabilità del prodotto definita dalle tre Regioni e approvata dal ministero della Salute che ne assicura un corretto utilizzo, evitando così il rischio di frodi e garantendo maggior sicurezza al consumatore. L'accordo, valido per tutto il 2013, punta ad agevolare l'incontro tra domanda e offerta, impegnando le parti a precise garanzie contrattuali, di prezzo e di programmazione del flusso di questo cereale, che si stima pari a circa 350mila tonnellate. Ogni azienda interessata (sia per la parte agricola che per la parte dei biodigestori) per aderire deve sottoscrivere un modulo disponibile sul sito Internet delle tre Regioni. Sui tre siti regionali sarà anche mantenuto l'aggiornamento delle adesioni e il monitoraggio dell'iniziativa.
INTESE 25 marzo 2013
25/03/13
Ambientalisti a Bersani, svolta verde per rilancio Italia Eco-riconversione in 10 punti, partire da decarbonizzazione
"C'è bisogno di una svolta verde per rilanciare l'Italia. Si deve
puntare decisamente sul Green deal'', avendo come punto di partenza la
''decarbonizzazione dell'economia''.
Questo quanto emerge dall'incontro, oggi a Montecitorio, tra il premier incaricato Pier Luigi Bersani e le maggiori associazioni ambientaliste (Club alpino italiano, Fai, Federazione pro natura, Greenpeace Italia, Legambiente, Touring club italiano, Wwf) che hanno presentato un documento contenente i 10 punti per una 'riconversione' ecologica del Paese.
Ecco quali sono:
Energia e Cima: La conferma dell'eco-bonus (55% sgravi fiscali) per l'efficienza energetica degli edifici; convocazione di una Conferenza energetica nazionale con l'obiettivo della revisione della Strategia energetica nazionale (100% rinnovabili al 2050, stop a carbone e olio combustibile, stop a trivelle off shore).
Trasporti e Infrastrutture: Liquidazione della Stretto di Messina Spa e eliminazione dei rapporti con il General contractor Eurolink; alternative alla trasversale ad Alta velocità a cominciare dalla Torino-Lione.
Consumo del Suolo: Elaborare una nuova legge di governo del territorio per contenere il consumo di suolo; tassare il consumo di nuovo suolo e sui beni paesaggistici.
Questo quanto emerge dall'incontro, oggi a Montecitorio, tra il premier incaricato Pier Luigi Bersani e le maggiori associazioni ambientaliste (Club alpino italiano, Fai, Federazione pro natura, Greenpeace Italia, Legambiente, Touring club italiano, Wwf) che hanno presentato un documento contenente i 10 punti per una 'riconversione' ecologica del Paese.
Ecco quali sono:
Energia e Cima: La conferma dell'eco-bonus (55% sgravi fiscali) per l'efficienza energetica degli edifici; convocazione di una Conferenza energetica nazionale con l'obiettivo della revisione della Strategia energetica nazionale (100% rinnovabili al 2050, stop a carbone e olio combustibile, stop a trivelle off shore).
Trasporti e Infrastrutture: Liquidazione della Stretto di Messina Spa e eliminazione dei rapporti con il General contractor Eurolink; alternative alla trasversale ad Alta velocità a cominciare dalla Torino-Lione.
Consumo del Suolo: Elaborare una nuova legge di governo del territorio per contenere il consumo di suolo; tassare il consumo di nuovo suolo e sui beni paesaggistici.
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Wwf a Bersani, tutela natura sia fulcro sviluppo sostenibile Presidente associazione, ridare forza a Ministero Ambiente
''La tutela della natura deve essere al centro dello sviluppo sostenibile''. Lo dice il presidente del Wwf, Dante Caserta, dopo l'incontro di oggi con il premier incaricato Pier Luigi Bersani, a cui ha chiesto di ''ridare ruolo e forza ai ministeri dell'Ambiente e dei Beni Culturali falcidiati dai tagli nella precedente Legislatura''.
''Occorre riconoscere un ruolo istituzionale e risorse adeguate al ministero dei Beni Culturali e al ministero dell'Ambiente spiega Caserta che negli scorsi anni hanno avuto i bilanci falcidiati''.
''Abbiamo scelto di orientare l'incontro su argomenti chiave e non sulle mille situazioni puntuali pur importanti che caratterizzano l'agenda ambientale del nostro Paese continua Caserta Abbiamo ribadito con forza che l'ambiente deve esser considerato come una caratterizzazione trasversale a tutte le politiche, in particolare quelle economiche''.
ROMA
''Occorre riconoscere un ruolo istituzionale e risorse adeguate al ministero dei Beni Culturali e al ministero dell'Ambiente spiega Caserta che negli scorsi anni hanno avuto i bilanci falcidiati''.
''Abbiamo scelto di orientare l'incontro su argomenti chiave e non sulle mille situazioni puntuali pur importanti che caratterizzano l'agenda ambientale del nostro Paese continua Caserta Abbiamo ribadito con forza che l'ambiente deve esser considerato come una caratterizzazione trasversale a tutte le politiche, in particolare quelle economiche''.
ROMA
Jeremy Irons, voce narrante del disastro dei rifiuti
È stato presentato nei giorni scorsi presso la Commissione Europea Trashed, il film diretto da Candida Brady e interpretato e prodotto da Jeremy Irons, entrambi presenti alla conferenza stampa a Bruxelles insieme a Janez Potočnik, il Commissario Europeo per l’Ambiente. La pellicola è un documentario sul problema dello smaltimento dei rifiuti, con l’obiettivo di denunciare una situazione grave a livello internazionale, da risolvere con urgenza.
L'affascinante attore britannico, voce narrante, fa da guida e accompagnatore in un viaggio che tocca diversi Paesi del mondo, portando a conoscere le realtà più tragiche. Racconta Irons con modestia: “Io sono un narratore di storie e volevo usare la poca celebrità che ho per raccontare una storia vera e importante, perché c'è la possibilità di cambiare il mondo in cui viviamo”. “Viviamo in un’epoca prosegue l’attore in cui l’economia ci sta mostrando che il consumismo rampante non è la soluzione per il futuro e riutilizzare le risorse è un modo di ripensarla. Se mostriamo che ha senso economicamente, anche nazioni come Cina e India ci seguiranno molto presto”.
Le storie narrate nel film insegnano che la situazione di disagio legata a una cattiva gestione dei rifiuti è generalizzata: a Sidon, in Libano, una montagna di rifiuti mostra qual è la conseguenza di non curarsi affatto del problema. Ma anche l’Islanda, il Regno Unito, la Francia presentano situazioni critiche. Trashed evidenzia quanto il problema sia intimamente legato anche ad altri ambiti come la salute pubblica o l’inquinamento dell’acqua. Una condizione complessa che può essere risolta solo se l’impegno è comune, dai singoli cittadini alle istituzioni. Esempi positivi cui ispirarsi ce ne sono, come il caso di San Francisco, per esempio, che è riuscita a differenziare e ridurre i propri rifiuti fino all’80%.
Presentando il film a Bruxelles, Candida Brady e Jeremy Irons hanno mostrato di voler puntare sul ruolo dell’Europa come modello ispiratore per gli altri Paesi in termini di politica ambientale e sulla sua perseveranza nella direzione che ha già intrapreso contro la produzione dei rifiuti. La quantità del riciclo è aumentata, ma secondo Eurostat l’Unione Europea incenerisce ancora il 60% dei suoi rifiuti urbani. Solo il 25% del non decomponibile in plastica viene riciclato e rappresenta l’80% dei rifiuti marini. C’è ancora molto da fare e la speranza sta proprio nell’educazione al riuso e alla riduzione.
In un’intervista rilasciata al The Guardian, Irons ha dichiarato che “se questo documentario verrà mostrato ai bambini di tutto il mondo, sono certo che se non saremo capaci noi di risolvere il problema, loro saranno in grado di farlo”. Non a caso è stata realizzata una versione più breve del film pensata per essere distribuita nelle scuole europee, Italia inclusa. Regista e attore sono profondamente convinti, infatti, che comunicare questi concetti attraverso un film sia un modo efficace per portare le persone a osservare la propria quotidianità con occhi diversi. Porsi domande su come vengono gestiti i rifiuti nella propria città, ridurre l’uso del packaging il più possibile, eliminare l’uso delle borse in plastica: queste sono le azioni che il cast di Trashed si augura di provocare nei propri spettatori.
Il documentario è stato proiettato al Festival di Cannes 2012 nella sezione Special Screenings, e tra il 2012 e il 2013 ha partecipato a numerosi festival, ma incredibilmente non è stata ancora prevista una distribuzione in Italia. Il 22 aprile è tuttavia annunciata l’uscita su DVD mentre ad aprile/maggio parteciperà al Documentary Edge Festival in Nuova Zelanda.
Daniela Falchero
L'affascinante attore britannico, voce narrante, fa da guida e accompagnatore in un viaggio che tocca diversi Paesi del mondo, portando a conoscere le realtà più tragiche. Racconta Irons con modestia: “Io sono un narratore di storie e volevo usare la poca celebrità che ho per raccontare una storia vera e importante, perché c'è la possibilità di cambiare il mondo in cui viviamo”. “Viviamo in un’epoca prosegue l’attore in cui l’economia ci sta mostrando che il consumismo rampante non è la soluzione per il futuro e riutilizzare le risorse è un modo di ripensarla. Se mostriamo che ha senso economicamente, anche nazioni come Cina e India ci seguiranno molto presto”.
Le storie narrate nel film insegnano che la situazione di disagio legata a una cattiva gestione dei rifiuti è generalizzata: a Sidon, in Libano, una montagna di rifiuti mostra qual è la conseguenza di non curarsi affatto del problema. Ma anche l’Islanda, il Regno Unito, la Francia presentano situazioni critiche. Trashed evidenzia quanto il problema sia intimamente legato anche ad altri ambiti come la salute pubblica o l’inquinamento dell’acqua. Una condizione complessa che può essere risolta solo se l’impegno è comune, dai singoli cittadini alle istituzioni. Esempi positivi cui ispirarsi ce ne sono, come il caso di San Francisco, per esempio, che è riuscita a differenziare e ridurre i propri rifiuti fino all’80%.
Presentando il film a Bruxelles, Candida Brady e Jeremy Irons hanno mostrato di voler puntare sul ruolo dell’Europa come modello ispiratore per gli altri Paesi in termini di politica ambientale e sulla sua perseveranza nella direzione che ha già intrapreso contro la produzione dei rifiuti. La quantità del riciclo è aumentata, ma secondo Eurostat l’Unione Europea incenerisce ancora il 60% dei suoi rifiuti urbani. Solo il 25% del non decomponibile in plastica viene riciclato e rappresenta l’80% dei rifiuti marini. C’è ancora molto da fare e la speranza sta proprio nell’educazione al riuso e alla riduzione.
In un’intervista rilasciata al The Guardian, Irons ha dichiarato che “se questo documentario verrà mostrato ai bambini di tutto il mondo, sono certo che se non saremo capaci noi di risolvere il problema, loro saranno in grado di farlo”. Non a caso è stata realizzata una versione più breve del film pensata per essere distribuita nelle scuole europee, Italia inclusa. Regista e attore sono profondamente convinti, infatti, che comunicare questi concetti attraverso un film sia un modo efficace per portare le persone a osservare la propria quotidianità con occhi diversi. Porsi domande su come vengono gestiti i rifiuti nella propria città, ridurre l’uso del packaging il più possibile, eliminare l’uso delle borse in plastica: queste sono le azioni che il cast di Trashed si augura di provocare nei propri spettatori.
Il documentario è stato proiettato al Festival di Cannes 2012 nella sezione Special Screenings, e tra il 2012 e il 2013 ha partecipato a numerosi festival, ma incredibilmente non è stata ancora prevista una distribuzione in Italia. Il 22 aprile è tuttavia annunciata l’uscita su DVD mentre ad aprile/maggio parteciperà al Documentary Edge Festival in Nuova Zelanda.
Daniela Falchero
Interrogazione presentata su deposito Rivara
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Reati ambientali
Emilia Romagna. Terremoto: stanziati 15 milioni e 107mila euro
Terremoto in Emilia tra Modena e Ferrara
Emilia Romagna. Stanziati ulteriori 15 milioni e 107mila euro per realizzare 105 nuovi interventi provvisionali indifferibili ed urgenti di messa in sicurezza per mitigare le conseguenze degli eventi sismici del 20 e del 29 maggio 2012. Questo è quanto stabilisce l’ordinanza (la numero 36 del 21 marzo 2013) emanata dal Commissario delegato alla ricostruzione e presidente della Regione Vasco Errani.
Con questa ordinanza salgono a 1393 gli interventi provvisionali complessivi realizzati dopo gli eventi sismici mentre le risorse stanziate ammontano complessivamente a oltre 155,5 milioni di euro.
Il provvedimento è consultabile sul sito www.regione.emilia-romagna.it/terremoto nella sezione ‘Atti per la ricostruzione’.
Il provvedimento elenca ciascuno degli interventi, la relativa, l’ente attuatore e la previsione di spesa le cui risorse provengono dal Fondo per la ricostruzione (l’art. 2, comma 1, del D.L. 74/2012 convertito nella legge n. 122/2012).
Tra gli interventi finanziati: 157 mila euro per sede e fabbricati Consorzio di Bonifica Burana; 372 mila euro per la chiesa di S.Martino di Tours a Cento; 361 mila euro per Ex Monastero di S. Bartolo sede centro diurno e residenza psichiatrica a Ferrara; 216 mila euro per cimitero in via IV Novembre a Bastiglia; 418 mila euro per il Torrione degli Spagnoli del Castello dei Pio di Carpi; 200 mila euro Ex scuola elementare di Fossili a Carpi; 366 mila euro per la chiesa di S.Martino (località Ponticelli di Carpi); 156 mila euro per impianto sportivo di via Allende a Cavezzo; 511 mila euro per chiesa della Conversione di S.Paolo di Concordia; 581 mila euro chiesa di S. Luca Evangelista di Camura di Medolla; 1 milione e 222 mila euro per impianti e strutture idrauliche del Consorzio di Bonifica Burana a Mirandola; 347 mila euro per il Castello Pio in località Antonio in Mercadello di Novi; Chiesa di S.Michele Arcangelo a Novi; 612 mila euro per Santuario e campanile del Santuario Beata Vergine delle Grazie a Ravarino; circa 1,1 milioni di euro per cimitero e 221 per tetto scuole medie di di S.Felice sul Panaro; 150 mila euro per impianto idrovoro di Pratizzolo a Soliera; 453 mila euro per Rocca di piazza Martiri e 411 per la chiesa S.Maria Assunta a Reggiolo; 348 mila euro per Teatro Comunale di Rolo; circa 2 milioni e 323 mila euro per interventi a impianti e strutture idrauliche del Consorzio Bonifica Emilia Centrale a Moglia e 480 mila euro a Carpi.
L’ordinanza e i suoi allegati saranno pubblicati sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Emilia Romagna.
Emilia Romagna. Stanziati ulteriori 15 milioni e 107mila euro per realizzare 105 nuovi interventi provvisionali indifferibili ed urgenti di messa in sicurezza per mitigare le conseguenze degli eventi sismici del 20 e del 29 maggio 2012. Questo è quanto stabilisce l’ordinanza (la numero 36 del 21 marzo 2013) emanata dal Commissario delegato alla ricostruzione e presidente della Regione Vasco Errani.
Con questa ordinanza salgono a 1393 gli interventi provvisionali complessivi realizzati dopo gli eventi sismici mentre le risorse stanziate ammontano complessivamente a oltre 155,5 milioni di euro.
Il provvedimento è consultabile sul sito www.regione.emilia-romagna.it/terremoto nella sezione ‘Atti per la ricostruzione’.
Il provvedimento elenca ciascuno degli interventi, la relativa, l’ente attuatore e la previsione di spesa le cui risorse provengono dal Fondo per la ricostruzione (l’art. 2, comma 1, del D.L. 74/2012 convertito nella legge n. 122/2012).
Tra gli interventi finanziati: 157 mila euro per sede e fabbricati Consorzio di Bonifica Burana; 372 mila euro per la chiesa di S.Martino di Tours a Cento; 361 mila euro per Ex Monastero di S. Bartolo sede centro diurno e residenza psichiatrica a Ferrara; 216 mila euro per cimitero in via IV Novembre a Bastiglia; 418 mila euro per il Torrione degli Spagnoli del Castello dei Pio di Carpi; 200 mila euro Ex scuola elementare di Fossili a Carpi; 366 mila euro per la chiesa di S.Martino (località Ponticelli di Carpi); 156 mila euro per impianto sportivo di via Allende a Cavezzo; 511 mila euro per chiesa della Conversione di S.Paolo di Concordia; 581 mila euro chiesa di S. Luca Evangelista di Camura di Medolla; 1 milione e 222 mila euro per impianti e strutture idrauliche del Consorzio di Bonifica Burana a Mirandola; 347 mila euro per il Castello Pio in località Antonio in Mercadello di Novi; Chiesa di S.Michele Arcangelo a Novi; 612 mila euro per Santuario e campanile del Santuario Beata Vergine delle Grazie a Ravarino; circa 1,1 milioni di euro per cimitero e 221 per tetto scuole medie di di S.Felice sul Panaro; 150 mila euro per impianto idrovoro di Pratizzolo a Soliera; 453 mila euro per Rocca di piazza Martiri e 411 per la chiesa S.Maria Assunta a Reggiolo; 348 mila euro per Teatro Comunale di Rolo; circa 2 milioni e 323 mila euro per interventi a impianti e strutture idrauliche del Consorzio Bonifica Emilia Centrale a Moglia e 480 mila euro a Carpi.
L’ordinanza e i suoi allegati saranno pubblicati sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Emilia Romagna.
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sisma,
Vasco Errani
Partita la rincorsa delle rinnovabili il prossimo obiettivo è l'efficienza energetica
Il punto di partenza è il primato italiano di impianti fotovoltaici con le nuove regole ad essere premiata non è più tutta la produzione ma solo la quota effettivamente immessa in rete, o utilizzata per l'autoconsumo.
Clicca qui per leggere l'articolo |
24/03/13
A proposito di chimica...
Il mio Professore all’Università di Bologna quando gli presentavo i
lavori da pubblicare mi diceva sempre scorrendo la Bibliografia e
notando gli errori minimi “Vedi se hai fatto degli errori nelle piccole
cose chissà in quelle importanti” e mi rigettava l’elaborato. Ora
leggendo sul Carlino il comunicato riportato del M5s riguardo alla
Basell credo che ci si trovi in situazione analoghe. E partiamo
dall’errore: il Presidente della Commissione dell’Università per
verificare l’impatto sulla qualità dell’aria della centrale turbogas era
Franco Prodi Fisico esperto di Fisica dell’atmosfera e non Vittorio
attuale Europarlamentare ed esperto anche lui di energia ma con una
professionalità diversa.
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Alessandro Bratti
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Camera dei Deputati,
Inquinamento
Acqua: Boldrini: Acqua pubblica ritorni diritto umano universale
Numeri crisi idrica parlano chiaro, non si può voltare la testa Roma
"L'acqua pubblica torni ad essere un diritto umano universale e fondamentale, come stabilisce una risoluzione dell'Onu di tre anni fa. Impegnarsi a promuovere attività concrete in sua difesa è un dovere. Per la politica italiana è un dovere doppio, lo hanno chiesto espressamente i cittadini con i referendum del 2011. Lo ha affermato la presidente della Camera Laura Boldrini, in occasione della giornata mondiale dell'acqua."Non ci possiamo voltare dall'altra parte ha ammonito Boldrini perché i numeri parlano chiaro: secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e della FAO, nel mondo più di una persona su sei, circa 894 milioni di esseri umani, non ha accesso a fonti di acqua potabile. Entro il 2025 quasi due miliardi di abitanti del pianeta vivranno in regioni ad alto rischio di crisi idrica. E mentre un cittadino europeo consuma in media tra i 200 e i 250 litri di acqua al giorno, uno dell'Africa Sub-Sahariana arriva a stento a 20 litri".
TMNews
"L'acqua pubblica torni ad essere un diritto umano universale e fondamentale, come stabilisce una risoluzione dell'Onu di tre anni fa. Impegnarsi a promuovere attività concrete in sua difesa è un dovere. Per la politica italiana è un dovere doppio, lo hanno chiesto espressamente i cittadini con i referendum del 2011. Lo ha affermato la presidente della Camera Laura Boldrini, in occasione della giornata mondiale dell'acqua."Non ci possiamo voltare dall'altra parte ha ammonito Boldrini perché i numeri parlano chiaro: secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e della FAO, nel mondo più di una persona su sei, circa 894 milioni di esseri umani, non ha accesso a fonti di acqua potabile. Entro il 2025 quasi due miliardi di abitanti del pianeta vivranno in regioni ad alto rischio di crisi idrica. E mentre un cittadino europeo consuma in media tra i 200 e i 250 litri di acqua al giorno, uno dell'Africa Sub-Sahariana arriva a stento a 20 litri".
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A Lugo di Romagna il primo edificio certificato Gbc Home
L’edificio è stato progettato e costruito adottando la metodologia costruttiva Easy Building System
È l’edificio Cogefrin il primo a ottenere la certificazione secondo il nuovo protocollo “GBC Home” dedicato all’edilizia residenziale. Un primato basato sul nuovo sistema di rating, GBC HOME che prende spunto da LEED® FOR HOMES, ma che è stato sviluppato specificamente considerando le caratteristiche abitative e le diversità nel modello costruttivo proprie della realtà italiana. L'edificio ha ottenuto la certificazione SILVER – GBC Home 2012 - con 50 punti su 110. L’intervento residenziale con carattere di eco sostenibilità ed edilizia sociale è stato realizzato a Lugo di Romagna. L’area d'intervento a basso impatto è preclusa al traffico veicolare, si affaccia su un grande parco delimitato dall'argine dell’antico canale dei Mulini, caratterizzato da una fascia di vegetazione spontanea e dall’interessante manufatto storico del Ponte delle Lavandaie e consente una forte integrazione tra il parco pubblico e il verde privato.
“L’edificio è stato progettato e costruito adottando la metodologia costruttiva Easy Building System, un nostro brevetto chiarisce Salvatore Costanzo CEO di Cogefrin SpA che definisce tipologie abitative diversificate in funzione delle diverse esigenze degli utenti finali (famiglie numerose, single, anziani/coppie giovani) con totale abbattimento delle barriere architettoniche e spazi di fruibilità sociale”.
Questo nuovo approccio costruttivo è finalizzato ad ottenere edifici ad alta efficienza energetica, costruiti con tecnologia costruttiva eminentemente a secco, permettendo tempi di realizzazione più veloci rispetto a tecnologie costruttive tradizionali, concepiti con soluzioni tecniche per l’elevato isolamento termico ed acustico con utilizzo di materiali sostenibili e riciclabili senza modificarne le caratteristiche di durabilità e conservazione, infine permette spazi abitativi maggiormente confortevoli e sani.
È l’edificio Cogefrin il primo a ottenere la certificazione secondo il nuovo protocollo “GBC Home” dedicato all’edilizia residenziale. Un primato basato sul nuovo sistema di rating, GBC HOME che prende spunto da LEED® FOR HOMES, ma che è stato sviluppato specificamente considerando le caratteristiche abitative e le diversità nel modello costruttivo proprie della realtà italiana. L'edificio ha ottenuto la certificazione SILVER – GBC Home 2012 - con 50 punti su 110. L’intervento residenziale con carattere di eco sostenibilità ed edilizia sociale è stato realizzato a Lugo di Romagna. L’area d'intervento a basso impatto è preclusa al traffico veicolare, si affaccia su un grande parco delimitato dall'argine dell’antico canale dei Mulini, caratterizzato da una fascia di vegetazione spontanea e dall’interessante manufatto storico del Ponte delle Lavandaie e consente una forte integrazione tra il parco pubblico e il verde privato.
“L’edificio è stato progettato e costruito adottando la metodologia costruttiva Easy Building System, un nostro brevetto chiarisce Salvatore Costanzo CEO di Cogefrin SpA che definisce tipologie abitative diversificate in funzione delle diverse esigenze degli utenti finali (famiglie numerose, single, anziani/coppie giovani) con totale abbattimento delle barriere architettoniche e spazi di fruibilità sociale”.
Questo nuovo approccio costruttivo è finalizzato ad ottenere edifici ad alta efficienza energetica, costruiti con tecnologia costruttiva eminentemente a secco, permettendo tempi di realizzazione più veloci rispetto a tecnologie costruttive tradizionali, concepiti con soluzioni tecniche per l’elevato isolamento termico ed acustico con utilizzo di materiali sostenibili e riciclabili senza modificarne le caratteristiche di durabilità e conservazione, infine permette spazi abitativi maggiormente confortevoli e sani.
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22/03/13
Ambiente: 60% delle farfalle scomparso in venti anni
Molte specie di insetti a rischio. Negli ultimi anni si è assistito ad una moria delle api
L’Agenzia Ambientale Europea riferisce che, negli ultimi 20 anni, è scomparso il 60% delle farfalle, mentre un quarto degli insetti è a rischio estinzione. Se ne è parlato durante un convegno organizzato a Como dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra). La Commissione europea - ricorda una nota - ha così proposto al Comitato permanente Ue per la catena alimentare di sospendere l’uso dei neonicotinoidi (clothianidin, imidacloprid e thiametoxam) come concianti e granulari su mais, colza, girasole e cotone, per due anni a partire dal 2013.
L’utilizzo di queste sostanze è però consentito per le altre colture, per cui si teme la persistenza nel terreno di queste molecole. Si spiegherebbero così la moria delle api e i pericoli per un settore economico importante, quello dell’apicoltura, che in Italia vanta un patrimonio di 1.150.000 alveari (di cui il 10% allevati con metodo biologico) che rendono il nostro uno dei Paesi più importanti per la produzione di miele. È stato calcolato che l’apporto economico annuale di questa attività al solo comparto agricolo è di circa 1.600 milioni di euro, con un contributo da parte di ogni singolo alveare di circa 1.240 euro. Una sezione dei lavori è stata dedicata proprio al miele, alle api, all’inquinamento ambientale e alla sicurezza alimentare. Focus sulla melissopalinologia, che si occupa dello studio dei pollini che si trovano nel miele: riconoscendo questi pollini si può risalire al tipo di miele ed è così possibile individuare eventuali sofisticazioni del prodotto. I mieli contengono infatti diverse quantità di pollini che provengono dalle piante presenti nel luogo di produzione; in un certo senso, dunque, il miele porta con sè il proprio certificato d’origine. Attraverso l’analisi microscopica si può quindi stabilire l’origine geografica o botanica di un miele e controllare quindi la veridicità delle dichiarazioni presenti in etichetta.
L’Agenzia Ambientale Europea riferisce che, negli ultimi 20 anni, è scomparso il 60% delle farfalle, mentre un quarto degli insetti è a rischio estinzione. Se ne è parlato durante un convegno organizzato a Como dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra). La Commissione europea - ricorda una nota - ha così proposto al Comitato permanente Ue per la catena alimentare di sospendere l’uso dei neonicotinoidi (clothianidin, imidacloprid e thiametoxam) come concianti e granulari su mais, colza, girasole e cotone, per due anni a partire dal 2013.
L’utilizzo di queste sostanze è però consentito per le altre colture, per cui si teme la persistenza nel terreno di queste molecole. Si spiegherebbero così la moria delle api e i pericoli per un settore economico importante, quello dell’apicoltura, che in Italia vanta un patrimonio di 1.150.000 alveari (di cui il 10% allevati con metodo biologico) che rendono il nostro uno dei Paesi più importanti per la produzione di miele. È stato calcolato che l’apporto economico annuale di questa attività al solo comparto agricolo è di circa 1.600 milioni di euro, con un contributo da parte di ogni singolo alveare di circa 1.240 euro. Una sezione dei lavori è stata dedicata proprio al miele, alle api, all’inquinamento ambientale e alla sicurezza alimentare. Focus sulla melissopalinologia, che si occupa dello studio dei pollini che si trovano nel miele: riconoscendo questi pollini si può risalire al tipo di miele ed è così possibile individuare eventuali sofisticazioni del prodotto. I mieli contengono infatti diverse quantità di pollini che provengono dalle piante presenti nel luogo di produzione; in un certo senso, dunque, il miele porta con sè il proprio certificato d’origine. Attraverso l’analisi microscopica si può quindi stabilire l’origine geografica o botanica di un miele e controllare quindi la veridicità delle dichiarazioni presenti in etichetta.
Ue, considerare rifiuti come opportunita' Stime Bruxelles, inadempienza Lazio potrebbe durare fino a 2015
''L'Italia deve smettere di guardare ai rifiuti come ad un problema e considerarli piuttosto un'opportunità economica'', spiega Joe Hennon, portavoce del commissario all'Ambiente Ue Janez Potocnik, commentando la decisione di deferire l'Italia alla corte di Giustizia per il trattamento dei rifiuti nella Regione Lazio.
''Si deve abbandonare la politica delle discariche ed investire nelle infrastrutture che occorrono per il riciclo'', aggiunge Hennon che parlando della discarica di Malagrotta osserva: ''L'Italia si deve svegliare e si deve rendere conto dei danni alla salute e all'ambiente. Non ci possiamo permettere di interrare e bruciare l'immondizia''.
La Commissione, sulla ''base delle risposte fornite dalle autorità italiane'' stima che ''gli inadempimenti'' nel trattamento dei rifiuti del Lazio ''continueranno probabilmente fino al 2015''. Per le discariche della regione la Commissione aveva inviato una lettera di costituzione in mora nel giugno 2011, ed un parere motivato a giugno 2012. Un'eventuale condanna per il primo deferimento non prevede una multa, che interviene invece in caso di recidiva.
''Si deve abbandonare la politica delle discariche ed investire nelle infrastrutture che occorrono per il riciclo'', aggiunge Hennon che parlando della discarica di Malagrotta osserva: ''L'Italia si deve svegliare e si deve rendere conto dei danni alla salute e all'ambiente. Non ci possiamo permettere di interrare e bruciare l'immondizia''.
La Commissione, sulla ''base delle risposte fornite dalle autorità italiane'' stima che ''gli inadempimenti'' nel trattamento dei rifiuti del Lazio ''continueranno probabilmente fino al 2015''. Per le discariche della regione la Commissione aveva inviato una lettera di costituzione in mora nel giugno 2011, ed un parere motivato a giugno 2012. Un'eventuale condanna per il primo deferimento non prevede una multa, che interviene invece in caso di recidiva.
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Ambiente, Clini: “nei parchi nazionali c’è il petrolio d’Italia”
Le risorse naturali sono il ‘petrolio’ di un Paese, e come tale possono essere contabilizzate perchè forniscono servizi veri e propri che vanno dalla regimazione delle acque alla prevenzione del dissesto idrogeologico fino all’influenza sulla circolazione atmosferica. “La crisi economica ci impone di adottare nuovi modelli basati sulla conservazione e la valorizzazione efficiente delle risorse naturali che sono il nostro ‘petrolio’”, spiega il ministro dell’Ambiente Corrado Clini nella sua introduzione a ‘Parchi nazionali: dal capitale naturale alla contabilità ambientale’, pubblicazione che raccoglie e classifica i dati sul patrimonio naturale dei parchi. Il rapporto e’ un contributo alla Strategia nazionale della biodiversità (2011-2020). Nel contesto della strategia, “e’ stato definito un sistema di ‘contabilità ambientale’ nelle aree protette a partire da una ricognizione integrata e coordinata del patrimonio naturalistico noto e presente nei nostri parchi nazionali – aggiunge il ministro – Il risultato e’ di rilievo: i parchi nazionali sono rappresentativi delle peculiari ricchezze naturalistiche del nostro paese e il livello di conservazione e salvaguardia naturale nei nostri parchi e’ concreto ed effettivo, maggiore rispetto alle aree non tutelate”. La contabilità ambientale e’ un sistema che permette di rilevare, organizzare, gestire e comunicare informazioni e dati ambientali che possono essere espressi in unita’ fisiche e monetarie. Quello applicato ai parchi nazionali e’ il primo passo verso l’attuazione della Strategia Nazionale per la biodiversità con cui l’Italia si impegna ad integrare, entro il 2020, la conservazione della biodiversità nelle politiche economiche. Ruolo fondamentale viene attribuito alle aree protette per le quali l’obiettivo e’ di costruire un sistema di contabilità ambientale ad hoc: la legge quadro sulel aree protette affida ai parchi nazionali, in via prioritaria, il compito di garantire e promuovere la conbservazione della biodiversità e la valorizzazione del patrimonio naturale del Paese. Il progetto ha preso il via con la costituzione di un gruppo di lavoro formato da rappresentanti del mondo accademico e scientifico, Federparchi, Corpo Forestale dello Stato e del ministero dell’Ambiente allo scopo di offrire una prima ‘contabilizzazione’ del capitale naturale custodito nei parchi nazionali. Questo rapporto, afferma il ministro durante la presentazione, “e’ il pezzo di un lavoro in corso a livello europeo e anche dell’Ocse. nel merito la contabilità mette in evidenza anche quante risorse sono disponibili ricavando cosi’ un valore di tipo economico”. Anche perchè “la ricchezza del paese non si basa solo su valori industriali ma anche sull’uso delle risorse naturali ed energetiche”. Per la prima volta in Italia, con ‘Parchi nazionali: dal capitale naturale alla contabilità ambientale’, viene censita la ricchezza di piante, animali, ecosistemi, paesaggi contenuti nei 23 territori presi in esame. Ne emerge che nei parchi nazionali si trova la maggior parte degli habitat importanti per la vita delle 56 mila specie di animali presenti in Italia, il Paese europeo con la maggiore varietàdi specie viventi. Il 98% sono insetti e altri invertebrati; i mammiferi sono rappresentati da ben 118 specie diverse. Tra le piante, le foreste piu’ significative dei parchi nazionali sono faggete e querceti, che danno un valido contributo alla lotta contro l’effetto serra.
Venerdì 22 marzo 2013 di Peppe Caridi
Venerdì 22 marzo 2013 di Peppe Caridi
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Stallo Imu, interviene Bratti
Interrogazione al ministero per gli immobili ad uso produttivo
Interviene anche il deputato Alessandro Bratti sullo stallo dell’Imu imposto dalla nuova legge di stabilità, in vigore dal primo gennaio 2013. In considerazione della nuova disciplina viene impedito ai Comuni di ridurre l’aliquota per gli immobili ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale D al di sotto dello 0,76 per cento. Un accorgimento che vanifica lo sforzo da parte del Comune di Ferrara di disporre agevolazioni per i fabbricati commerciali di nuova costruzione o acquistati da un fallimento. Bratti presenta una interrogazione diretta al Ministero dell’Economia e delle Finanze rilevando il paradosso di una situazione che vede “i Comuni che negli ultimi anni avevano in essere riduzioni di aliquota per tali immobili – di cui il mancato gettito veniva sopportato dal bilancio comunale e non scaricato sulla finanza statale – subire richiami da parte del Ministero dell’Economia e Finanze in cui si sottolinea la necessità di eliminare l’aliquota agevolata e ripristinare il livello minimo dello 0,76 per cento (come avvenuto al Comune di Ferrara, che in data 4 febbraio ha ricevuto la nota del ministero)”. Una situazione che “limita considerevolmente e ingiustificatamente l’autonomia dei Comuni nella manovra di un tributo comunale”. E questo nonostante il fatto che i Comuni che vogliano porre in essere agevolazioni di questo tipo “ne sopportano le conseguenze con risorse proprie”. Ecco allora che il deputato Pd chiede al Mef di intervenire “affinché la nuova disciplina in materia di Imu preveda per i Comuni la possibilità di riduzione dell’aliquota per gli immobili ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale D e che il risultante mancato gettito venga scaricato interamente sulle entrate proprie comunali senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica”.
21/03/13
Rifiuti/ Rete Imprese: Sistri va riprogettato, Clini chiarisca Preoccupano dichiarazioni di volontà di riattivarlo
Per Rete Imprese Italia il Sistri va integralmente ri progettato e sostituito con un nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti pericolosi che risponda a criteri di efficienza, trasparenza, economicità e semplicità.
"Il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, con un comunicato apparso su alcuni giornali e sul sito del suo dicastero scrive Rete imprese ha dichiarato l'intenzione di riattivare in termini rapidi il Sistri, ritenendo, quindi, implicitamente superate le criticità che avevano determinato la sua sospensione.
Sorprende e preoccupa la decisione del ministro che appare in netto contrasto con quanto riscontrato dalle imprese fino ad oggi e ben evidenziato nella relazione della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti".
"Senza considerare aggiunge Rete imprese che l'aver disposto un'entrata in operatività graduale tra rifiuti pericolosi e non pericolosi, in assenza di un congruo periodo di sperimentazione, rischia di generare un blocco operativo per chi, come i trasportatori, si troverà costretto a operare seguendo diverse procedure e diverse tecnologie informatiche. L'ultima cosa di cui hanno bisogno gli operatori e le imprese coinvolte nella gestione dei rifiuti è di alimentare ulteriore confusione su questa delicata e complessa materia. Chiediamo, pertanto, al Ministro Clini di chiarire l'effettiva portata delle intenzioni manifestate, affinché non si producano, su questa vicenda, ulteriori danni economici per le imprese".
Roma 21 mar TMNews
"Il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, con un comunicato apparso su alcuni giornali e sul sito del suo dicastero scrive Rete imprese ha dichiarato l'intenzione di riattivare in termini rapidi il Sistri, ritenendo, quindi, implicitamente superate le criticità che avevano determinato la sua sospensione.
Sorprende e preoccupa la decisione del ministro che appare in netto contrasto con quanto riscontrato dalle imprese fino ad oggi e ben evidenziato nella relazione della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti".
"Senza considerare aggiunge Rete imprese che l'aver disposto un'entrata in operatività graduale tra rifiuti pericolosi e non pericolosi, in assenza di un congruo periodo di sperimentazione, rischia di generare un blocco operativo per chi, come i trasportatori, si troverà costretto a operare seguendo diverse procedure e diverse tecnologie informatiche. L'ultima cosa di cui hanno bisogno gli operatori e le imprese coinvolte nella gestione dei rifiuti è di alimentare ulteriore confusione su questa delicata e complessa materia. Chiediamo, pertanto, al Ministro Clini di chiarire l'effettiva portata delle intenzioni manifestate, affinché non si producano, su questa vicenda, ulteriori danni economici per le imprese".
Roma 21 mar TMNews
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Rifiuti
Green economy
Carissime, carissimi,
in preparazione della Conferenza regionale programmatica vi invito ad un incontro preparatorio per impostare i lavori che riguardano la nostra iniziativa sui temi "Green economy, ambiente e dintorni".
L'incontro è fissato per lunedì 25 marzo 2013 alle ore 17.30 presso la sede regionale del PD in via Rivani, 35 - Bologna.
Vi allego a questo proposito il documento che alcuni di noi avevano condiviso in occasione delle primarie. Solo come traccia di lavoro.
Dato il momento particolarmente confuso ...e i numerosi cambiamenti in atto vi attendo numerosi.
in preparazione della Conferenza regionale programmatica vi invito ad un incontro preparatorio per impostare i lavori che riguardano la nostra iniziativa sui temi "Green economy, ambiente e dintorni".
L'incontro è fissato per lunedì 25 marzo 2013 alle ore 17.30 presso la sede regionale del PD in via Rivani, 35 - Bologna.
Vi allego a questo proposito il documento che alcuni di noi avevano condiviso in occasione delle primarie. Solo come traccia di lavoro.
Clicca qui per leggere il documento |
Dato il momento particolarmente confuso ...e i numerosi cambiamenti in atto vi attendo numerosi.
Acqua: un miliardo ha sete minacciate le risorse idriche
Domani è la «Giornata mondiale dell’acqua», una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992, per sensibilizzare Stati membri e popolazioni alla tutela e salvaguardia delle risorse idriche minacciate da inquinamento e sprechi .
Una preoccupazione più che fondata visto secondo i dati diffusi dal Worldwatch Institute, circa 1.2 miliardi di persone, quasi un quinto del mondo vive in aree di scarsità fisica di acqua , mentre un altro 1,6 miliardi deve confrontarsi con la difficoltà di approvvigionarsi di acqua a costi flessibili.
Una situazione destinata ad aggravarsi , a causa della crescita della popolazione, il riscaldamento del clima, le carenze di investimenti e di gestione delle risorse. La stima è che entro il 2025 la popolazione in regioni con assoluta scarsità d’acqua sarà di 1,8 miliardi di persone, mentre vivrà in una situazione di stress idrico quasi la metà della popolazione mondiale. Popolazione mondiale che nel 2050 dovrebbe arrivare dai 7 miliardi di oggi ai 9,1 miliardi, mettendo a dura prova risorse idriche, alimentari, energetiche ed industriali.
A livello globale, il 70% dei prelievi d’acqua usati nel settore agricolo , l’11% sono per le esigenze civili ed il 19% per quelle industriali. Numeri standard che non tengono però conto dei consumi reali nei Paesi densamente popolati e con forte industrailizzazione come la Cina, Stati Uniti ed India, dove il consumo d’acqua effettivo è molto più elevato delle medie indicate. I prelievi d’acqua per l’agricoltura arrivano ad una media del 44% tra i paesi OCSE ma questa percentuale sale ad oltre il 60 se vengono considerati gli otto Paesi con maggiore vocazione agricola. In Brasile, Russia, India e Cina, l’agricoltura rappresenta il 74 per cento dei prelievi d’acqua, ma questo varia da 20 per cento in Russia per l’87 per cento in India.
La stampa
Una preoccupazione più che fondata visto secondo i dati diffusi dal Worldwatch Institute, circa 1.2 miliardi di persone, quasi un quinto del mondo vive in aree di scarsità fisica di acqua , mentre un altro 1,6 miliardi deve confrontarsi con la difficoltà di approvvigionarsi di acqua a costi flessibili.
Una situazione destinata ad aggravarsi , a causa della crescita della popolazione, il riscaldamento del clima, le carenze di investimenti e di gestione delle risorse. La stima è che entro il 2025 la popolazione in regioni con assoluta scarsità d’acqua sarà di 1,8 miliardi di persone, mentre vivrà in una situazione di stress idrico quasi la metà della popolazione mondiale. Popolazione mondiale che nel 2050 dovrebbe arrivare dai 7 miliardi di oggi ai 9,1 miliardi, mettendo a dura prova risorse idriche, alimentari, energetiche ed industriali.
A livello globale, il 70% dei prelievi d’acqua usati nel settore agricolo , l’11% sono per le esigenze civili ed il 19% per quelle industriali. Numeri standard che non tengono però conto dei consumi reali nei Paesi densamente popolati e con forte industrailizzazione come la Cina, Stati Uniti ed India, dove il consumo d’acqua effettivo è molto più elevato delle medie indicate. I prelievi d’acqua per l’agricoltura arrivano ad una media del 44% tra i paesi OCSE ma questa percentuale sale ad oltre il 60 se vengono considerati gli otto Paesi con maggiore vocazione agricola. In Brasile, Russia, India e Cina, l’agricoltura rappresenta il 74 per cento dei prelievi d’acqua, ma questo varia da 20 per cento in Russia per l’87 per cento in India.
La stampa
Ue deferisce Italia a Corte Giustizia per rifiuti Lazio Immondizia non trattata secondo regole
La Commissione Ue deferisce l'Italia alla Corte di giustizia per il mancato rispetto delle prescrizioni della legislazione in materia di rifiuti nel Lazio.
Secondo Bruxelles le autorità italiane hanno ''dato un'interpretazione restrittiva del concetto di 'sufficiente trattamento dei rifiuti' riempiendo la discarica di Malagrotta a Roma e altre nel Lazio con rifiuti che non hanno subito il trattamento prescritto''. L'iniziativa era stata preannunciata dal ministro dell'Ambiente Corrado Clini.
Un'inchiesta europea ha rivelato che alcuni dei rifiuti urbani prodotti nel Lazio non sono trattati in impianti di trattamento meccanico-biologico (Mbt) prima della loro collocazione in discarica, perché il Lazio non dispone di una capacità sufficiente in questo settore. Di conseguenza, una parte dei rifiuti urbani interrati nella discarica di Malagrotta e in altre discariche della regione non é sottoposta al processo appropriato, che dovrebbe includere un'adeguata cernita dei rifiuti in flussi di rifiuti, e la stabilizzazione della loro parte organica.
Secondo le ultime informazioni fornite a Bruxelles dalle autorità italiane, circa 735mila tonnellate di immondizia non subisce il trattamento previsto dalla normativa Ue in provincia di Roma ogni anno, e 120mila tonnellate in provincia di Latina. L'Italia ritiene che i rifiuti collocati nelle discariche nelle province di Latina e Roma possano essere considerati trattati, perché frantumati prima di essere interrati. Ma, osserva l'Ue, il fatto di frantumare o sminuzzare rifiuti indifferenziati prima di interrarli non è sufficiente per ridurre gli effetti negativi su ambiente e salute.
Per il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, "era una decisione prevedibile e giusta. Peccato che sia arrivata troppo tardi. Per troppo tempo Roma ha immaginato di poter continuare a vivere in uno schema di gestione dei rifiuti non all'altezza delle capitali Ue. Dove non siamo riusciti con piani, decreti e norme, come spesso accade in Italia forse riusciremo con input esterni".
BRUXELLES
Secondo Bruxelles le autorità italiane hanno ''dato un'interpretazione restrittiva del concetto di 'sufficiente trattamento dei rifiuti' riempiendo la discarica di Malagrotta a Roma e altre nel Lazio con rifiuti che non hanno subito il trattamento prescritto''. L'iniziativa era stata preannunciata dal ministro dell'Ambiente Corrado Clini.
Un'inchiesta europea ha rivelato che alcuni dei rifiuti urbani prodotti nel Lazio non sono trattati in impianti di trattamento meccanico-biologico (Mbt) prima della loro collocazione in discarica, perché il Lazio non dispone di una capacità sufficiente in questo settore. Di conseguenza, una parte dei rifiuti urbani interrati nella discarica di Malagrotta e in altre discariche della regione non é sottoposta al processo appropriato, che dovrebbe includere un'adeguata cernita dei rifiuti in flussi di rifiuti, e la stabilizzazione della loro parte organica.
Secondo le ultime informazioni fornite a Bruxelles dalle autorità italiane, circa 735mila tonnellate di immondizia non subisce il trattamento previsto dalla normativa Ue in provincia di Roma ogni anno, e 120mila tonnellate in provincia di Latina. L'Italia ritiene che i rifiuti collocati nelle discariche nelle province di Latina e Roma possano essere considerati trattati, perché frantumati prima di essere interrati. Ma, osserva l'Ue, il fatto di frantumare o sminuzzare rifiuti indifferenziati prima di interrarli non è sufficiente per ridurre gli effetti negativi su ambiente e salute.
Per il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, "era una decisione prevedibile e giusta. Peccato che sia arrivata troppo tardi. Per troppo tempo Roma ha immaginato di poter continuare a vivere in uno schema di gestione dei rifiuti non all'altezza delle capitali Ue. Dove non siamo riusciti con piani, decreti e norme, come spesso accade in Italia forse riusciremo con input esterni".
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Alessandro Bratti
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Città scienza: confronto europeo su riciclo dei rifiuti progetto 'voices', coinvolti rappresentanti di 27 paesi
ANSA Napoli 21 mar
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Alessandro Bratti
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21:13
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