Molte specie di insetti a rischio. Negli ultimi anni si è assistito ad una moria delle api
L’Agenzia
Ambientale Europea riferisce che, negli ultimi 20 anni, è scomparso il
60% delle farfalle, mentre un quarto degli insetti è a rischio
estinzione. Se ne è parlato durante un convegno organizzato a Como
dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale
(Ispra). La Commissione europea - ricorda una nota - ha così proposto al
Comitato permanente Ue per la catena alimentare di sospendere l’uso dei
neonicotinoidi (clothianidin, imidacloprid e thiametoxam) come
concianti e granulari su mais, colza, girasole e cotone, per due anni a
partire dal 2013.
L’utilizzo di queste sostanze è però consentito
per le altre colture, per cui si teme la persistenza nel terreno di
queste molecole. Si spiegherebbero così la moria delle api e i pericoli
per un settore economico importante, quello dell’apicoltura, che in
Italia vanta un patrimonio di 1.150.000 alveari (di cui il 10% allevati
con metodo biologico) che rendono il nostro uno dei Paesi più importanti
per la produzione di miele. È stato calcolato che l’apporto economico
annuale di questa attività al solo comparto agricolo è di circa 1.600
milioni di euro, con un contributo da parte di ogni singolo alveare di
circa 1.240 euro. Una sezione dei lavori è stata dedicata proprio
al miele, alle api, all’inquinamento ambientale e alla sicurezza
alimentare. Focus sulla melissopalinologia, che si occupa dello studio
dei pollini che si trovano nel miele: riconoscendo questi pollini si può
risalire al tipo di miele ed è così possibile individuare eventuali
sofisticazioni del prodotto. I mieli contengono infatti diverse quantità
di pollini che provengono dalle piante presenti nel luogo di
produzione; in un certo senso, dunque, il miele porta con sè il proprio
certificato d’origine. Attraverso l’analisi microscopica si può quindi
stabilire l’origine geografica o botanica di un miele e controllare
quindi la veridicità delle dichiarazioni presenti in etichetta.
Infine, l’importante ruolo delle api: attraverso fenomeni di bio-accumulo, scomparsa e mortalità , l’ape consente di effettuare valutazioni sulla qualità dell’ambiente in cui vive. Una sentinella ambientale, quindi, nel cui corpo, se pur in concentrazioni che non fanno temere per la salute umana, sono spesso rinvenuti contaminanti ambientali quali metalli pesanti (piombo, cadmio, cromo, mercurio, nichel, rame e zinco), radionuclidi gamma emittenti, microinquinanti organici (diossine, furani), idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), policlorobifenili (Pcb), pesticidi (insetticidi, fungicidi, erbicidi e battericidi), microrganismi patogeni (batteri, funghi e virus).
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