27/12/09

Dobbiamo riuscirci....

(AGI) - Cosenza, 27 dic. - Qualche centinaio di persone, soprattutto tifosi e simpatizzanti del Cosenza Calcio, hanno partecipato questa mattina a Cosenza alla manifestazione che ha voluto sensibilizzare l'opinione pubblica e la magistratura per la riapertura dell'inchiesta sulla morte di Donato "Denis" Bergamini, centrocampista che ha militato nella squadra della citta' bruzia fino alla sua morte, avvenuta per un presunto suicidio il 18 novembre del 1989, lungo la Strada Statale 106, nei pressi di Roseto Capo Spulico.
Il calciatore, secondo l'inchiesta dell'epoca, si sarebbe lanciato tra le ruote di un pesante camion in transito. Alcune rivelazioni recenti farebbero pero' propendere per ipotesi diverse. Il giovane, che aveva 27 anni, potrebbe essere stato vittima di un omicidio passionale. Secondo alcune testimonianze, la sera dell'incidente Denis sarebbe stato prelevato al cinema da due persone, rimaste al momento sconosciute. Alla manifestazione di oggi erano presenti anche il padre, la sorella e una cugina di Bergamini, oltre a diversi rappresentati del mondo sportivo locale e della sua citta', Ferrara.
"Ci sono fatti nuovi, che non combaciano con quanto detto allora dalla Procura di Castrovillari", ha detto Domizio Bergamini, padre del calciatore. "Hanno detto che un camion che andava a 35 all'ora, secondo il tachigrafo, ha fatto una frenata di 64 metri. E il corpo di mio figlio era integro, dopo che un camion gli era passato sopra. Tutte cose che non convingono. I nostri legali lavorano anche di notte, per studiare tutte le carte". "Sono sicurissimo che l'hanno ucciso", ha concluso il padre di Denis Bergamini. "Oggi abbiamo una speranza in piu' che si possa arrivare alla risoluzione di questa vicenda", ha detto invece Donata Bergamini, la sorella del calciatore scomparso. "Per fortuna, oltre agli avvocati, abbiamo anche le istituzioni che collaborano con noi, le forze politiche, e anche le forze dell'ordine, quelle sane. E ci sono nuove testimonianze".
La manifestazione si e' potuta organizzare grazie ai diversi gruppi di sostenitori che sono nati su Facebook, uno dei quali vede anche la partecipazione di un nipote di Denis Bergamini, che porta il suo stesso nome. Dopo il corteo, che si e' fermato anche sulle scale del Tribunale di Cosenza, si e' tenuto un incontro con i tifosi nello stadio. Qui sono state diverse le attestazioni di stima e di affetto verso la figura del calciatore scomparso. "Questi ragazzi hanno smosso la nostra speranza e oggi hanno fatto vedere che non hanno paura", ha detto ancora la sorella di Denis, parlando degli ultra' cosentini. "Raccontero' anche a mia madre che oggi Denis ha finalmente l'aiuto della citta' di Cosenza", ha aggiunto Donata Bergamini. (AGI) Cli/Cz/Ila 271617 DIC 09

25/12/09

Natale 2009


Sakamoto Ryuichi - Merry Christmas Mr. Lawrence (Live)

22/12/09

Oerlikon Graziano: un caso difficile

Signor Presidente, sarò molto veloce. Il mio intervento riguarda una situazione che si è determinata nel centese; riguarda, in particolar modo, modo, la chiusura di una fabbrica, la Oerlikon Graziano, che ha deciso, entro marzo 2010, di interrompere definitivamente la produzione in questo stabilimento di Cento. Nell'ambito del proprio piano industriale, che ha presentato a Roma il 10 dicembre, sono previsti negli otto stabilimenti italiani 994 esuberi su un totale di poco superiore a 2.700 dipendenti. Lo stesso piano prevede la chiusura, appunto a partire dal 2011, dello stabilimento di Cento. Le amministrazioni locali e le organizzazioni sindacali ritengono poco convincente il progetto presentato e ritengono ingiustificabile che si chiuda uno stabilimento che poi viene spostato da altre parti fuori dall'Italia.
Le chiedo, signor Presidente, in questa situazione, di farsi parte attiva nei confronti del Governo al fine di un impegno. Infatti, ci sarà il 19 gennaio 2010 (quindi tra poco) un ulteriore incontro a Roma tra le organizzazioni sindacali e il Ministero dello sviluppo economico; dunque, le chiedo un impegno nei confronti del Governo perché si faccia carico di garantire che non venga effettuata alcuna azione unilaterale da parte dell'azienda fino al prossimo incontro (che si terrà - lo ripeto - il prossimo gennaio). Quindi, le chiederei d'intercedere presso il Ministero dello sviluppo economico perché il Ministro si faccia parte diligente nei confronti dei vertice dell'azienda.

PRESIDENTE. Onorevole Bratti, la Presidenza sarà investita della sua richiesta.

20/12/09

Da Copenaghen piccoli passi avanti

Su PartitoDemocratico.it trovate il commento sull'accordo, scaricabile qui.
Lunedì mattina ci sarà la conferenza stampa del PD con Bersani, Bianchi, Puppato, Della Seta, Mariani, il pomeriggio il question time per rispondere alle vostre domande sul tema.

19/12/09

Mal trattato



Il vertice si chiude con un accordo che delude le speranze del mondo. Impegni volontari e su base nazionale, senza verifica né scadenze. Il processo per il trattato continua.

17/12/09

Informativa urgente

Qui e di seguito il mio intervento (con botta e risposta) di oggi sulla richiesta di informativa urgente del Governo al Parlamento per conoscere come l'Esecutivo intende procedere per arginare la emergenza rifiuti.

ALESSANDRO BRATTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, per motivare la richiesta di informativa urgente, vorrei dare, molto velocemente, alcuni dati.
Gli ecoreati accertati sono quasi venticinquemila: quasi settantuno al giorno, tre ogni ora, circa metà dei quali (50 per cento) si consumano in Campania, in Calabria, in Sicilia e in Puglia, quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa. Il resto si spalma abbastanza democraticamente su tutto il territorio nazionale. Questi sono i dati dell'ultimo rapporto sull'ecomafia curato da Legambiente nel 2009.
Il 2008 è stato l'anno dei record per le inchieste contro i trafficanti di rifiuti pericolosi: ben venticinque, con un fatturato Pag. 131 che ha superato i 7 miliardi di euro, tanti soldi accumulati, avvelenando l'ambiente, i cittadini e frodando lo Stato. Vi sono una produzione di rifiuti urbani che non tende a calare e un sistema di gestione industriale che non si sviluppa: un'Italia, ormai, a tre velocità, dove, purtroppo, al sud non si va oltre il 7-8 per cento di raccolta differenziata.
Signor Presidente, il 31 dicembre termina ufficialmente l'emergenza campana, anche se noi sappiamo che l'emergenza non è assolutamente risolta. Il sottosegretario Bertolaso, proprio in questi giorni, ha chiesto ufficialmente lo scioglimento di nove comuni, così come secondo il cosiddetto decreto rifiuti, con riferimento ad un articolo fortemente voluto anche dalla Lega. Questa richiesta è stata motivata e presentata al Ministro Maroni, il quale afferma che, entro il 31 dicembre, provvederà, probabilmente, a sciogliere alcuni di questi comuni.
Il tema delle ecoballe non è stato risolto, sono state rimaste dov'erano. Siamo in attesa di capire se l'inceneritore di Acerra funzioni davvero o meno, perché ha avuto molti di problemi rispetto alle emissioni. Non abbiamo ancora capito dove gli altri tre inceneritori previsti dal relativo piano debbano essere realizzati. È una situazione veramente complicata.
La situazione calabrese non è da meno. Anche in questo caso, il 31 dicembre termina lo stato di emergenza e anche in questo caso non si ha una prospettiva certa. L'unica cosa che si continua a chiedere è l'allargamento di discariche ormai fuori norma. Non vengono avviati nuovi impianti e quelli che vi sono - faccio riferimento agli impianti di selezione - sono incriminati per malfunzionamento.
Queste società miste di gestione, come la famosa Vallecrati di Cosenza, sono in stato di fallimento. L'inceneritore che doveva essere previsto a Cosenza non è stato realizzato; poi è stato spostato teoricamente nel crotonese, mentre adesso si richiede di ricostruirlo nel cosentino. Pertanto, siamo in presenza di una situazione molto complicata, dove le infiltrazioni della malavita, più o meno organizzata, sono presenti. Ricordo, inoltre, le circa 300 discariche abusive che si sono trasformate poi in siti da bonificare e, che allo stato attuale, sono stati censiti ma non bonificati.
Per finire vengo a illustrare la situazione siciliana. Già ricordava ieri l'onorevole Burtone la grave situazione di Pag. 132carattere ambientale e sanitario che si sta determinando e che ormai va avanti da parecchio tempo, soprattutto a Palermo, ma che ora ha interessato anche altri comuni limitrofi e altri comuni siciliani mentre anche Catania ha delle difficoltà. Quindi, non solo Palermo ma anche le altre province siciliane stanno vivendo una situazione drammatica, che deriva da una progettazione, da un sistema e da un assetto organizzativo completamente sbagliato, un progetto che ha visto nella costituzione dei famosi ATO, gli ambiti territoriali ottimali, il fulcro del dissesto finanziario della malamministrazione, condito dal fallimento totale della paventata costruzione dei quattro inceneritori che mai sono stati costruiti e su cui eravamo assolutamente contrari, in quanto era un piano - quello previsto dal commissario straordinario - completamente basato sull'incenerimento e pochissimo sulla raccolta differenziata. In questa situazione di sfascio e in numerosi casi, così come accertato dalla Commissione bicamerale, si è inserita la mafia, determinando situazioni di palese illegalità.

PRESIDENTE. La prego di concludere.



ALESSANDRO BRATTI. Aggiungiamo, inoltre, questa situazione che riguarda, in particolar modo, il comune di Palermo e l'azienda da esso controllata, in deficit da ormai parecchio tempo e a cui il Governo ha portato questo soccorso attraverso alcuni provvedimenti e alcuni finanziamenti ad hoc che non sono serviti, comunque, a sanare questa malamministrazione. Inoltre, ad oggi risulta che anche una parte di quegli amministratori sono interessati da inchieste giudiziarie.
Anche il Lazio sta attraversando un momento complicato nella sua programmazione e nell'attuazione di un piano commissariale che ha obiettivi ambiziosi e forse poco raggiungibili. Che dire poi della Lombardia...

PRESIDENTE. Onorevole Bratti, le chiedo scusa ma deve concludere!

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, ho quasi terminato il mio intervento, ma credo che ne valga la pena.

PRESIDENTE. Sono già trascorsi sei minuti. Normalmente si parla per cinque minuti.


ALESSANDRO BRATTI. Il tema delle bonifiche dei siti contaminati dove è stata aperta un'imponente inchiesta giudiziaria a carico degli amministratori regionali. È chiara la responsabilità del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ALESSANDRO BRATTI. Ricordo che oltre 100 mila euro complessivi sono stati forniti dal Ministro per risolvere la bancarotta del comune di Palermo e ricordo anche che il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha una funzione specifica in tema di coordinamento e di svolgimento organizzativo nei confronti delle regioni rispetto all'applicazione...

PRESIDENTE. Onorevole Bratti, mi spiace toglierle la parola, ma deve concludere.

ALESSANDRO BRATTI. Sto per concludere, signor Presidente. Solo due righe. Chiediamo a questo proposito - questo era il motivo di una lunga, ma credo necessaria, premessa - un'informativa urgente del Governo al Parlamento al fine di conoscere come l'Esecutivo intende procedere per non fare sprofondare il Paese in una situazione di emergenza perenne riguardo al tema dei rifiuti e dei siti contaminati.

PRESIDENTE. Sta bene. La Presidenza rivolgerà tale richiesta al Governo.

15/12/09

Una Conferenza mal organizzata.....

Sono a Copenaghen ! L'entusiasmo è crollato quando questa mattina per poter accedere alla Conferenza abbiamo dovuto stare 7 ore in coda sotto la neve! Controlli eccessivamente burocratici, gente esasperata.
Forse la peggior Conferenza delle Nazioni Unite come organizzazione. Speriamo che invece i risultati dei negoziati diano segnali di speranza. La conciliazione fra Paesi in via di sviluppo e gli altri è complessa ma non impossibile. I negoziatori lavorano giorno e notte. Vediamo che succede. Ho viaggiato con l'a
Assessore regionale Zanichelli anche lui qua a presentare il lavoro fatto in regione: un lavoro ricco che necessita probabilmente di una visione che vada oltre alle tematiche ambientali. sarà questa la sfida del futuro anche per l'Emilia Romagna.
Domani rientro per votare la fiducia. Un tour de force forse inutile, ma credo che a Copenaghen ci si dovesse essere...

Update: anche la nostra Ministra Prestigiacomo in coda al Bella Center (foto P. Bianconi)

14/12/09

Gli Enti locali a Copenhagen

Di seguito trovate la sistesi di lavori della prima settimana a COP 15 per quanto riguarda gli Enti Locali. Ci si aspetta anche un testo che faccia riferimento al ruolo che possono avere nella lotta contro i cambiamenti climatici (The latest developments regarding the proposed inclusion of text referring to local governments and sub-national levels of government look more positive than a week ago. However, next week only there will be clarity on this, with the world waiting with bated breath for the release of the expected Copenhagen Outcome document (http://en.cop15.dk).


Review of week one at the COP 15 – a focus on European cities and networks

Copenhagen, Saturday, December 12, 2009 – The challenges in obtaining a fair,
comprehensive and ambitious agreement remain headlines in the international news, but no real movement can as yet be seen at the negotiation tables. Considering recent scientific updates pointing to the need for far more ambitious targets than those under discussion, the role of cities and local governments is exponentially gaining importance. There is a growing appreciation of their responsibility to engage as key actors tackling climate change. Yet, national governments are now, more than ever, needed to improve enabling framework conditions and empower cities to act.

Considering the daunting findings of The Copenhagen Diagnosis - Updating the World on the Latest Climate Science (http://www.copenhagendiagnosis.org), which synthesizes the most policy-relevant climate science published since the close-off of material for the last IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) report, the need for fast and effective action remains a central issue. The fundamental message is that the annual per capita emissions need to shrink to well under one metric ton carbon dioxide (CO2) by 2050. This means 80- 95% below the per-capita emissions in developed nations in 2000 – also in Europe. As half the world’s population now lives in cities, this is where emissions need to be drastically reduced – by saving energy, using energy more efficiently and switching to renewables.

On 7 December 2009, the first day of the 15th Conference of the Parties (COP 15) United Nations Climate Change Conference in Copenhagen, a morning briefing was held for local government representatives in the Local Government Climate LOUNGE
(www.iclei.org/cop15/lounge), starting the intensive COP 15 city programme. During this daily briefing relevant developments are shared, pointing participants to city-relevant side- events throughout the COP 15. An outstanding programme was sustained throughout the 1st week of the Local Government Climate LOUNGE, where many inspiring city and network activities from around the globe were presented, with a few European highlights shared below.

A group of 15 mayors, deputy mayors and senior local government network representatives from Central and Eastern Europe joined the LG Action project (www.lg-acton.eu) session in the LOUNGE and shared how their cities are engaging in sustainable energy activities. They had a unique opportunity to also present their views on challenges and needs regarding the more extensive roll-out of sustainable energy solutions in their communities. Their key messages highlighted the need for enabling framework conditions at EU and national level, which includes up-to-date information, enhanced staff capacity, easier access to finances and practical technical assistance. Most of the representatives were part of the Major Group
of Local Governments and Municipal Local Authorities (LGMA) Constituency (a few were
also in their national delegations), and their participation at the COP 15 was made possible by the LG Action project, co-funded by the Intelligent Energy Europe programme of the European Commission.

The Norwegian Association of Local and Regional Authorities (KS) presented their new
financial mechanism for local action, focusing on an integrated approach with planning financing. The City of Copenhagen’s famous bicycle programme was presented on 11
December, and the Italian Local Agenda 21 Coordination focused on Italian communities in action, also highlighting the Charter feeding into the Local Government Climate Roadmap.
Several local-national delegation meetings were also held in the LOUNGE, bringing together cities and their nation’s chief climate negotiator or responsible minister. Here strong support was generally shown for local governments, in particular by the European, Swedish and Norwegian delegations but also many other nations. The latest developments regarding the proposed inclusion of text referring to local governments and sub-national levels of government look more positive than a week ago. However, next week only there will be clarity on this, with the world waiting with bated breath for the release of the expected Copenhagen Outcome document (http://en.cop15.dk).

Cities and networks have been active in many COP 15 side events, showing how they
already engaging in local climate action. The example of the Province of Rome, working with numerous municipalities, shared by Nicola Zingaretti, President of the Province of Rome during the Climate Alliance side event on 11 December, was one such an inspiring example illustrating how other levels of government are actively engaging to help smaller communities. Different tools have been presented, such as The City Climate Catalogue, showing nearly 3,000 communities committed to local climate action (www.climate- catalogue.org) – aimed at inspiring national leaders and negotiators to follow suit.

With the impact of the current financial crises becoming visible at local level, due to reduced revenues from taxes, there is growing concern among municipalities on how to deliver mandatory services, let alone additional voluntary activities such as climate protection.
However, there is also recognition that improved efficiency can be a good starting point.
There is a huge interest in effective, immediately available financial support mechanisms to support the roll-out of mitigation actions, as well as tools such as greenhouse gas inventories, sustainable energy action plan templates and monitoring processes. “The interest is there, but the practical support tools are in many cases still lacking. Capacity development is urgently needed to provide motivation, develop knowledge and augment skills”, says Maryke van Staden, coordinator of the LG Action project and ICLEI’s Cities for Climate Protection Campaign in Europe. “Furthermore, people, technology and policy must be properly directed to optimise local climate action, supported by concise up-to-date information that will allow informed decisions to be taken. Without such an enabling framework condition, action will be effectively blocked.”

A number of study tours to interesting and thought-provoking city climate actions in
Copenhagen, Växjö and Malmö have helped to motivate politicians and inspire technical
staff. They are going home with the message “yes, we can” and, even more appropriate,
“yes, we will” with a call on their national governments to support them with their new vision.
Knowing that there are many experienced cities – small, medium and large – already
engaged, and prepared to share and motivate them, those local governments starting up with climate protection are increasingly eager to join the global movement of climate active cities and take on their responsibility towards their communities. Together with the city associations and networks that actively support their members, this powerful combination will help to pick up the pace in rolling out local climate and sustainable energy action across Europe and the globe.



12/12/09

Il clima a Copenhagen dopo il quinto giorno di negoziati

I negoziati di Copenhagen sono entrati nel vivo. Tra moltissime iniziative laterali, incontri, seminari i 34000 delegati stanno seguendo quello che è considerato il summit del secolo.
Il mio sito preferito per seguire i negoziati di COP15 è twitter, ma segnalo anche l’ottimo Guardian
Ecologiae riporta il riassunto del quinto giorno che trovate anche di seguito, per avere una idea di come stanno procedendo i negoziati..
Ed oggi è stato il giorno dei black bloc. 400 arresti. Finora le proteste, tra Greenpeace, diverse associazioni ambientaliste e animaliste e privati cittadini, si erano svolte tutte nel massimo della civiltà.



Il summit di Copenaghen comincia a decollare. Grazie alla collaborazione del Parlamento di Bruxelles che ha fornito un grosso aiuto al vertice, si può dire che il congresso è finalmente incanalato verso la strada giusta dell’accordo. Anche se ancora bisognerà lavorarci su.

La mano è venuta prima di tutto sull’accordo sul taglio delle emissioni. Il Parlamento Europeo ha per ora bocciato l’ipotesi del “ritorno al vecchio”, e cioè il taglio del 20% entro il 2020, e ha lasciato come unico obiettivo il 30%, come voluto dalla Francia. E’ ancora poco per i Paesi poveri che chiedono almeno il 40%, ma vista la situazione attuale crediamo sia sufficiente. Il secondo spunto arriva dal lato economico: i Paesi europei hanno deciso volontariamente quanto stanziare per il fondo comune da destinare ai Paesi in via di sviluppo. Ieri la Francia chiedeva di raccogliere almeno 1,8 miliardi di euro all’anno fino al 2012. La Svezia 2 miliardi. Alla fine la generosità dei Paesi europei è arrivata a contare ben 2,4 miliardi di euro, meglio del previsto.

L’Italia farà la sua parte, e ha promesso 200 milioni all’anno. Un contributo “generoso” ha dichiarato il Premier Silvio Berlusconi. Peccato che Francia e Gran Bretagna abbiano promesso insieme di stanziare 1,66 miliardi di euro, 4 volte a testa rispetto all’Italia, ed il nostro contributo sarà leggermente superiore a quello degli Stati dell’Est come Lettonia, Bulgaria ed Ungheria, e persino la disastrata Grecia sull’orlo del fallimento
Unica voce fuori dal coro è stata quella della Russia, che attraverso Aleksandr Bedritski, consigliere presidenziale responsabile dei cambiamenti climatici, ha fatto sapere che il suo Paese non ha intenzione di danneggiare la propria economia per tagliare le emissioni. Per fortuna finora non sembra seguirlo nessuno, visto che gli Stati Uniti sembrano orientati verso un nuovo aumento del limite del taglio di emissioni, e la Cina ha effettuato una nuova apertura.

Stavolta si parla del taglio al 2050, il taglio “finale” che dovrebbe chiudere definitivamente ogni problematica sugli stravolgimenti climatici. L’Onu, dopo diversi dibattiti che hanno visto i Paesi ricchi e poveri letteralmente “accapigliarsi” tra chi voleva il taglio delle emissioni al 50% e chi lo voleva al 95%, ha chiesto che i Paesi ricchi taglino le proprie emissioni tra il 75 ed il 95% rispetto ai livelli del 1990, mentre i Paesi poveri potranno fermarsi al 50%.
Un punto su cui tutti concordano però c’è, e cioè che l’innalzamento delle temperature non dovrà superare i due gradi, ma ora il nuovo obiettivo sarà far alzare la colonnina di mercurio fino ad 1,5, come chiedono i Paesi insulari, i quali sarebbero i primi ad essere danneggiati perché, con l’innalzamento dei livelli dei mari, rischierebbero di scomparire.

11/12/09

Verità per Denis Bergamini


Come direbbe il grande giallista Carlo Lucarelli: questa è la storia più incredibile che si possa raccontare.
Penso che nel Cile di Pinochet avrebbero avuto piu rispetto per la famiglia Bergamini. Raccontare che il figlio si suicidò buttandosi sotto il camion e poi guardi il corpo e vedi solo un segno sulla tempia, ci vuole un bel coraggio.
da IL CALCIATORE SUICIDATO, di Carlo Petrini (Kaos)


La sera di sabato 18 novembre 1989,qualche minuto prima di mezzanotte,l'agenzia Ansa diede la notizia che il centrocampista del Cosenza calcio Donato Bergamini si era suicidato "facendosi volutamente investire da un autotreno".L'agenzia precisava che la notizia del suicidio del giocatore era basata su "una prima ricostruzione dei fatti fornita dai carabinieri"

"Bergamini si è suicidato stasera a Roseto Capo Spulico,un centro dell'alto Jonio cosentino,facendosi volutamente investire-secondo una prima ricostruzione dei fatti fornita dai carabinieri-da un autotreno in transito lungo la Statale 106 Jonica.
Il suicidio di Bergamini sarebbe avvenuto intorno alle ore 21 (in realtà verso le 19:30).Secondo quanto si è appreso,insieme con Bergamini si sarebbe trovata una giovane-Isabelli I,di 20 anni,una studentesse di Rende (Cosenza)-legata da tempo sentimentalmente al giocatore.I due,a quanto pare,si trovavano sull'auto di Bergamini,una Maserati,ferma su un lato della strada.Il giocatore sarebbe sceso precipitosamente dall'automobile e si sarebbe fatto travolgere volutamente,sempre secondo gli inquirenti,da un autotreno,restando ucciso sul colpo.
Secondo quanto ha riferito un sanitario del Pronto Soccorso dell'ospedale di Trebisacce,la morte di Bergamini è soppravvenuta per sfondamento toracico e per un gravissimo trauma addominale.Bergamini già da stamani si sarebbe dovuto trovare in ritiro con la squadra del Cosenza in vista dell'incontro casalingo di domani col Messina,ma il giocatore non si era presentato al raduno fissato in un albergo cittadino (la notizia era inesatta.Come si vedrà,Bergamini fin dalla mattina era stato regolarmente presente nel ritiro con la squadra.Se ne era allontanato improvvisamente nel pomeriggio,pochi minuti dopo le ore 16).
Alla guida dell'autotreno che ha investito il giocatore si trovava un autotrasportatore di Rosarno (Reggio Calabria),Raffaele Pisano,di 50 anni.L'episodio è avvenuto in località Jonica,a qualche km da Roseto Capo Spulico.E' in corso,comunque,tutta una serie di accertamenti per ricostruire nei dettagli la dinamica della morte di Bergamini.
Donato Bergamini era nato 27 anni fa in provincia di Ferrara e da cinque stagioni militava nel Cosenza ,del quale costituiva un punto di forza."Era un ottimo giocatore" ,ha detto all'Ansa l'allenatore della squadra rossoblù,Gigi Simoni,"sia sul piano tecnico,sia per la serenità e la maturità che sapeva esprimere in campo e fuori.Era anche dotato di estrema generosità e aveva uno splendido rapporto con tutti i suoi compagni.Siamo costernati"

La notizia fece scalpore:nella storia del calcio era la prima volta che un giocatore professionista in piena attività arrivava a togliersi la vita.Ma la dinamica del gesto,cosi estremo e drammatico,risultò subito piena di stranezze e ambiguità.

Secondo la giovane,in pratica il suo "ex fidanzato quasi ufficiale" Bergamini,abbandonato improvvisamente il ritiro della squadra,stava per fuggire all'estero perchè si "era stancato di stare in Italia", e tutto a un tratto si sarebbe suicidato facendosi investire da un camion di passaggio.
Le testimonianze del camionista e della ragazza concordavano sul fatto che il giocatore si fosse buttato all'improvviso sotto le ruote del camion,e che Isabella I fosse ancora sul posto di arresto del mezzo a bordo della Maserati,ma divergevano su un punto.Mentre la ragazza affermava che dopo l'investimento,avvenuto a pochi metri di distanza della Maserati parcheggiata nella piazzuola, "il camionista ha bloccato il mezzo immediatamente",il Pisano sosteneva di avere "trascinato in avanti per quasi una cinquantina di metri prima di fermare il mezzo".Mentivano entrambi:Isabella I perchè l'investimento non era avvenuto nei pressi della Maserati (parcheggiata nella piazzuola a pochi metri di distanza),ma una sessantina di metri più avanti,dopo l'inizio del guard-rail ;il camionista,perchè verrà accertato dalle perizie che non c'era stato nessun trascinamento del corpo di Bergamini.
Al momento dell'arrivo dei carabinieri sul posto,il Pisano aveva giustificato l'assenza di Isabella I,dichiarando che la giovane si era recata a Roseto "con un auto di passaggio" per telefonare.Anche questo era falso:Isabella I, a Roseto ,ci era andata a bordo della Maserati.

Al termine del sopralluogo sul posto della tragedia,i carabinieri confermarono in pieno la testimonianza del camionista:scrissero nel verbale che effettivamente sul manto stradale "è stata rilevata una traccia di strisciamento del cadavere misurata in 59 metri"; e confermarono le parole della ragazza scrivendo che Bergamini Donato,alle ore 19.15 odierne... è stato investito dall'autocarro in oggetto indicato ,sotto il quale si era buttato a scopo suicida decedendo all'istante"
Nel loro rapporto all'Autorità giudiziaria,i carabinieri confermarono inoltre che alle ore 17.30 (cioè circa due ore prima del dramma) ,a un posto di blocco situato a Roseto Marina sud (cioè a poca distanza dal luogo della tragedia),avevano fermato l'auto Maserati di Bergamini "con a bordo due giovani di ambo i sessi", i quali avevano proseguito in direzione di Taranto.Quindi i militi precisavano che poco dopo le ore 19:30 il brigadiere Francesco Barbuscio,arrivato sul "luogo del sinistro",aveva rilevato che L'autocarro (del Pisano) era preceduto dall'auto Maserati controllata a Roseto Marina (alle 17.30) ,e nel riconoscere il conducente (della Maserati ndr) nella vittima che giaceva per terra,domandava subito al Raffaele Pisano dove fosse andata la ragazza,e veniva appreso che con un automobilista di passaggio si era recata a Roseto,forse per avvertire del fatto i suoi congiunti.A quel punto... ci siamo portati in Roseto Marina ove,nel locale pubblico (bar-ristorante ,ndr) gestito dal sig Infantino Mario abbiamo trovato la ragazza che prendeva posto sulla Maserati di cui sopra.
Ma come poteva la Maserati essere contemporaneamente sul luogo della tragedia davanti al camion ,e al bar-ristorante di Roseto Marina? C'erano forse nella zona due Maserati bianche? E per quale ragione Bergamini e Isabella I ,fermati dai carabinieri alle 17.30 e diretti a Taranto,erano poi rimasti in quella stessa zona di Roseto per quasi due ore?

ECCO IL TESTO DEL RAPPORTO INVIATO DAI CARABINIERI ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI CASTROVILLARI,DATATO 19 NOVEMBRE:

"Alle ore 19:30 del 18 novembre 1989 lo scrivente (il brigadiere Francesco Barbuscio della locale Stazione dei carabinieri,ndr) veniva informato telefonicamente dall'app Bagnato Iconio della limitrofa Stazione di Rocca §Imperiale Scalo,che ai confini con Montegiordano,sulla Statale 106,vi era un morto in mezzo alla strada.
A ricezione di ciò,senza alcun indugio,coadiuvato dai dipendenti militari,iniziava a perlustrare la Statale 106,quando giunti alla località "Monica" ,progressiva Km 401,direzione Nord, si imbatteva in una autocolonna in sosta che veniva subito superata e al termine della quale vi era in sosta con il motore accesso un autocarro Fiat 180 NC a quattro assi,targato RC-307921,con i fari accesi.Davanti la cabina,sul margine destro,giaceva il corpo di una persona di sesso maschile,in posizione bocconi,con gli arti inferiori verso il guard-rally (guard-rail nds) e il tronco parallelo all'autocarro.Il cadavere,dalla visione di una patente di guida e dalla testimonianza della sua ragazza,risultava essere appartenuto a Bergamini Donato.Lo stesso,visitato dal sanitario toracico,schiacciamento dell'addome con emorragia e perdita di sostanze organiche.
Si permette che alle ore 17:30 del 18 novembre 1989 noi brigadiere Barbuscio e dipendenti militari,in Roseto Marina,periferia Sud,mentre stavamo eseguendo servizio di posto di blocco,sulla corsia RC-TS,abbiamo intimato l'alt all'autovettura Maserati colore bianco targata FE-457412 con a bordo due giovani di ambo i sessi,i quali,non interessati al nostro servizio,venivano fatti proseguire in direzione di Taranto.Sul luogo del sinistro,l'autocarro era preceduto dall'auto Maserati controllata in Roseto Marina,pertanto lo scrivente,nel riconoscere il conducente nella vittima che giaceva per terra,domandava subito al conducente dell'autocarro,successivamente identificato in Pisano Raffaele,dove fosse andata la ragazza,e veniva appreso che con un automobilista di passaggio si era recato a Roseto,forse per avvertire del fatto i suoi congiunti.
A quel punto,dopo aver constatato la causa della morte tramite l'intervento del sanitoria della locale guardia medica,e avere predisposto idonei servizi di viabilità,ci siamo portati in Roseto Marina ove,nel locale pubblico gestito dal sig Infantino Mario,abbiamo trovato la ragazza che prendeva posto sulla Maserati di cui sopra.La giovane,successivamente identificata in I.Isabella,veniva condotta in questa Caserma,ove riferiva di essere la ragazza di Bergamini Donato,calciatore presso il Cosenza calcio.Precisava che dal 1985 al novembre 1988 era stata fidanzata quasi ufficialmente con il Bergamini,per poi lasciarsi e riprendersi.Che alle ore 16 del 18 novembre 1989 il Bergamini,che stava in ritiro dovendo disputare l'incontro con il Messina,gli aveva telefonato chiedendole di uscire perchè doveva dirle delle cose importanti.La telefonata era intercorsa alle ore 16 e subito dopo il Bergamini con la sua auto,avendo la ragazza acconsentito,stava sotto la sua abitazione di Rende (Cosenza).Quivi,dopo essere salita in auto,gli veniva chiesto di essere accompagnato a Taranto perchè doveva imbarcarsi dovendo lasciare l'Italia.Infatti percorsero l'autostrada e successivamente la Statale 106 Jonica.Alle ore 17:30 venivano fermati al posto di blocco,capeggiato dallo scrivente ,per poi proseguire e fermarsi a circa 4 km da Roseto,esattamente al Km 401, in uno spiazzo posto sulla destra.Quivi hanno conversato sino alle ore 19,15 circa,e l'oggetto della conversazione,secondo l'assunto reso dalla I Isabella,aveva come oggetto la sua partenza dall'Italia,tanto che ebbe a dirgli di tornarsene a Cosenza con la sua auto,mentre egli avrebbe chiesto l'autostop fino a Taranto.La ragazza gli raccomandava di desistere,anche in considerazione che pioveva e era buio,ma il Bergamini usciva dall'auto senza indossare il giubbotto,nonostante la pioggia,e portandosi sul ciglio della strada accennava l'autostop e due vetture in transito,che non si fermavano.La ragazza,a quel punto,richiamava il Bergamini convincendolo a desistere e tornare a Cosenza,quando in quella circostanza la Statale 106,con direzione Taranto,veniva percorsa dall'autocarro Fiat 180 condotto da Pisano Raffaele,il quale aveva visto l'auto parcata fuori strada e una persona che vi stava davanti.Appena il pesante autocarro era giunto in corrispondenza della Maserati,il surripetuto Bergamini repentinamente si è lanciato buttandosi sotto la ruota anteriore del mezzo trascinandolo in avanti.
Mentre il conducente del camion arrestava la marcia,la ragazza I Isabella metteva in moto la Maserati e raggiungeva il mezzo credendo di trovare in vita il Bergamini e prestargli soccorso;la stessa cosa veniva pensata dal conducente Pisano Raffaele,che arrestato il mezzo manovrava in retromarcia per circa 50 cm,ma entrambi non hanno potuto fare altro che constatare la morte per schiacciamento del bacino.
Escusso a spontanee dichiarazioni testimoniali,Piano Raffaele,appena uscito da una curva a destra con dosso in salita direzione Taranto,aveva notato sulla destra del piazzale un'auto in sosta e una persona di sesso maschile che stava davanti al mezzo;appena in corrispondenza della vettura,la persona da egli notata come un fulmine si è lanciata contro il suo camion finendo sotto la ruota anteriore destra,venendo trascinato in avanti per circa 50 metri.Appena arrestato il camion,manovrava in retromarcia credendo di poterlo salvare,quando veniva raggiunto dalla ragazza,la quale ebbe a dirgli:"E' il mio ragazzo.Si è voluto suicidare".Dopo di ciò la ragazza con un mezzo di passaggio si era portata a Roseto C.S Marina (mentre) il conducente ha atteso l'arrivo dei carabinieri,mettendosi completamente a disposizione della Giustizia"

Il 19 settembre 1990 la Procura della Repubblica di Castrovillari rinviò a giudizio l'autotrasportatore Raffaele Pisano,imputato di omicidio colposo per avere ,per colpa,e cioè per imprudenza,negligenza ed imperizia nella guida,cagionato la morte di Donato Bergamini investendolo,mentre era fermo nella carreggiata,con l'automezzo da lui condotto a velocità non prudenziale avuto riguardo all'ora notturna, alle condizioni atmosferiche inclementi (pioggia in atto) e della strada (umida e sdrucciolevole) ,nonchè alla presenza sulla sede stradale di un pedone visibile a notevole distanza>>.
Secondo la Procura,insomma,Bergamini non si era affatto suicidato,ma sarebbe stato ucciso da un camionista imprudente.

Il 4 luglio 1991 il pretore di Trebisacce,Antonino Mirabile,mandò assolto Raffaele Pisano dall'imputazione di omicidio colposo "per non aver commesso il fatto".Il pretore,in sostanza,ritenne del tutto credibile la testimonianza di Isabella I in base a un singolare ragionamnto espresso cosi nella sentenza:

"Infatti ,subito dopo l'incidente stradale,invece di avvisare i carabinieri come sarebbe stato logico,si fece accompagnare da un occasionale automobilista,sopraggiunto dopo il sinistro, a un vicino bar e telefonò alla propria madre,all'allenatore del Cosenza calcio Simoni,e al capitano della squadra Marino,ai quali,quasi nella immediatezza del fatto,riferì che il giovane si era suicidato "buttandosi" volutamente sotto le ruote di un camion".Non solo:la stessa ragazza quando aveva avuto tutto il tempo per riflettere ,pur conscia e consapevole di poter essere ritenuta in qualche modo moralmente responsabile (a cagione della pregressa relazione sentimentale ormai interrotta)della morte del giovane calciatore benvoluto dalla tifoseria cosentina e corteggiato dalle ragazze,ha ancora sostenuto convincentemente la tesi del suicidio,mentre invece,attese la evidente e pregiudizievle pubblicità negativa e la risonanza che il fatto ha avuto,per cosi dire,interesse a sostenere comodamente la tesi dell'omicidio colposo,di un sinistro stradale si verificano quotidianamente sulle strade".

La procura generale di Catanzaro presentò appello contro la sentenza di assoluzione decisa dal pretore.Il sostituto procuratore generale Aldo Fiale,nel ricorso,scrisse fra l'altro:

"Il perito dott Coscarella ha accertato che...per l'imputato l'avvistabilità del pedone con il solo ausilio dei fari anabbaglianti,era di 50-60 metri e,con l'ausilio dei fari abbaglianti,decisamente superiore.Lo stesso imputato,del resto,ha confermato,senza possibilità di equivoco,che il Bergamini,al momento dell'impatto con l'autocarro da lui guidato,si trovava in piedi,in posizione eretta,sulla platea stradale.Se il Pisano,pertanto,fosse appena attento,avrebbe avvistato la vittima e non meno di 60 metri di distanza,e fin dal momento di tale avvistamento avrebbe potuto porre in essere tutti quegli elementari comportamenti di prudenza che sono doverosi in una situazione siffatta:adeguamento della condotta di marcia della circostanza particolare;uso reiterato a prolungato del segnale acustico,spostamento a sinistra nella propria corsia di marcia;arresto del veicolo di fronte alla persistenza del pedone nell'occupare la sede stradale.
La teste Isabelle I frastornata dall'improvviso accaduto,stravolta e angosciata-ebbe la sensazione che (Bergamini) si fosse tuffato sotto le ruote di un grosso automezzo,con lo stesso atteggiamento che si assume quando si fanno i tuffi in piscina,avrebbe impattato con il capo e con le braccia contro una parte di fiancata del camion e ne avremmo trovato le tracce sul suo cadavere.Nessuna lesione,invece,è stata fornita dall'imputato-nel tentativo di ricalcare quella della ragazza-appare ingenuamente non veritiera.Anche la versione fornita dall'imputato-nel tentativo di ricalcare quella della ragazza-appare ingenuamente non veritiera ed è contraddetta dalla perizia medica.
Il primo giudice ha aderito acriticamente alla ipotesi del suicidio prospettata dalla Isabella I e non ha colto tutte le contraddizioni e le imprecisioni che si rinvengono nella deposizione di lei,assunta a elemento decisivo della vicenda.La ragazza ha riferito frasi pronunziate dal Bergamini e subito dopo le ha smentite,non ha mai detto però,che il giovane le abbia espresso il proposito di suicidarsi.
Ma perchè poi Bergamini avrebbe desiderato suicidarsi? Era giovane,aveva successo,ragazze e denaro.Parenti,amici e compagni di squadra hanno concordemente riferito la sua grande volontà di vivere e della sua voglia di giocare una grande partita il giorno successivo.Dov'è allora quel "mal di vivere" che conduce al suicidio?"

Il 10 giugno 1992 la Corte d'appello di Catanzaro confermò l'assoluzione del camionista Pisano.Nella motivazione,i giudici affermarono che la testimonianza della Isabella I,su questo deliberato suicidio è chiara e completamente affidabile,perchè nessun ragionevole motivo indica un interesse a mentire...La genuinità delle parole (della ragazza) trova riscontro,oltre che nella versione subito data dall'esterefatto camionista,nell'immediato e disperato racconto da lei fatto telefonicamente al maresciallo dei carabinieri Barbuscio Francesco.
Secondo la Corte d'Appello,insomma,il giocatore Donato Bergamini si era "deliberatamente suicidato",anche se non se ne conosceva il perchè.Una conclusione basata sulla testimonianza di Isabella I,definita "completamente affidabile" in quanto non aveva "nessun ragionevole motivo o interesse a mentire" anche se la giovane aveva certamente mentito:raccontando di un "tuffo da piscina" di Bergmini sotto il camion e nascondendo la telefonata al giocatore Marino.

UNA FERITA SEMPRE APERTA

Il padre di Donato Bergamini,Domizio, vive con la moglie in un paesino del ferrarese e lavora nell'agricoltura.Ha sessant'anni e una faccia solare da tipico romagnolo,schietto e affabile.E' un uomo che non ha paura di ammettere: "Io non sono un tipo coraggioso". Di certo,però, è un uomo forte,perchè nonostante quello che gli è capitato non ha perso la cordialità.
Dal 18 novembre 1989 la vita di Domizio e dei suoi familiari è stata sconvolta da un dramma che sembra non finire mai.Non solo Donato è morto a ventisette anni,ma non si sa come e neanche perchè.Cosi il dolore per i Bergamini è un tormento senza pace,una ferita che resta sempre aperta.
"Solo due cose sono sicuro",mi dice Domizio quando lo vado a trovare,un giorno di maggio del 2001: "La prima è che Denis non si è suicidato,ma è stato ammazzato.La seconda è che la verità sulla morte di mio figlio non la sapremo mai".

CHI VI DIEDE LA NOTIZIA,LA SERA DEL 18 NOVEMBRE? E COME ANDARONO LE COSE QUANDO ARRIVASTE A COSENZA?

ci hanno chiamato i carabinieri di qua,al telefono ha risposto mia moglie,io non ero ancora ritornato dal lavoro:hanno detto che Denis era grave all'ospedale perchè aveva avuto un incidente.Appena l'ho saputo ho pensato che avesse avuto un incidente in macchina insieme a Padovano:ma quando mi è venuto in mente che era sabato e che dovevano essere in ritiro con la squadra,ho ripensato alla telefonata che Denis aveva ricevuto lunedi sera e ho detto a mia moglie:"Me lo sentivo:lo hanno ammazzato".Siamo partiti subito,abbiamo viaggiato tutta la notte,ogni tanto ci dovevamo fermare perchè mia moglie si sentiva male.
La mattina dopo siamo arrivati all'ospedale di Trebisacce,ma Denis non ce l'hanno lasciato vedere.Allora siamo andati dai carabinieri,c'era quel maresciallo Barbuscio che mi ha voluto parlare a quattr'occhi ,senza mia moglie e mio genero.Mi ha spiegato che sabato sera Denis aveva deciso di scappare dall'Italia e aveva chiesto alla sua fidanzata di accompagnarlo a Taranto;ma siccome lei non voleva lasciarlo andare all'estero,lui aveva parcheggiato la macchina in uno spiazzo vicino alla Statale Jonica e all'improvviso si era suicidato buttandosi sotto un camion,e il camion l'aveva trascinato per sessanta metri...Dentro di me ero di marmo:mio figlio era morto davvero,ma quello che mi stava dicendo quel carabiniere era completamente assurdo.
Il maresciallo aveva sulla scrivania due o tre foto dell'incidente,le ho guardate e gli ho domandato perchè il suo corpo di Denis era mezzo metro davanti al camion;lui mi ha risposto che il camionista aveva fatto marcia indietro per vedere se era ancora vivo.Ho guardato ancora le foto,e gli ho domandato perchè la Maserati di Denis era dietro il camion e non era parcheggiata nella piazzuola al lato della strada;mi ha risposto che la ragazza aveva preso la macchina per soccorrere mio figlio nel punto in cui era fermato il camion,cioè dopo sessanta metri...Una storia assurda,non ho creduto a una sola parola.Ho chiesto al maresciallo di accompagnarmi subito sul posto dell'incidente,perchè volevo rendermi conto cos'era successo su quella strada ,di come era morto mio figlio.Lui è uscito dalla stanza,ha parlato con altri carabinieri,poi ci hanno accompagnato là.Oltre a mia moglie,con me c'era anche mio genero.
La piazzuola era un grande spiazzo non asfaltato,un terreno pieno di sassi e buche circondato da cespugli,e a camminarci-siccome pioveva-le scarpe sprofondavano nel fango,un fango argilloso che si attaccava alle suole.Come aveva fatto la Maserati,che è alta da terra pochi centimetri,a arrivare in un posto del genere senza impantanarsi? E perchè non c'erano i segni delle ruote?Quando,dopo il funerale,i carabinieri ci hanno consegnato la Maserati,la macchina di mio figlio era perfettamente pulita,le ruote non avevano neanche una briciola di fango.
Circa un mese dopo uno dei magazzinieri del Cosenza -uno di quei due che poi sono finiti morti su quella stessa Statale Jonica,investiti anche loro da un camion-ci ha fatto avere di nascosto le scarpe che Denis aveva indosso quella sera:le scarpe di mio figlio,che erano di camoscio,non avevano neanche un velo di fango,neanche un graffio,erano come nuove.Perchè secondo me Denis in quella piazzuola quella sera non c'è stato proprio.

AVETE GUARDATO ANCHE NEL POSTO PRECISO DOVE ERA STATO TROVATO IL CORPO DI DONATO SOTTO IL CAMION?

Ho chiesto al maresciallo quale fosse il punto preciso dell'incidente,lui mi ha indicato un punto della strada all'altezza di metà della piazzuola,ma sull'asfalto non c'era nessun segno.Il punto l'abbiamo visto dieci giorni dopo,quando siamo tornati laggiù per essere interrogati dal giudice,e sono voluto tornare sul posto.Più avanti della piazzuola di una cinquantina di metri,subito dopo l'inizio del guard rail,sull'asfalto c'era una macchia di sangue grande come un piattino.Di sangue ce n'era molto di più sul guard-rail e subito sotto,infatti a quel punto abbiamo capito che il corpo di Denis era stato appoggiato sul guard rail.Ho detto a mio genero: "Vuoi vedere che in mezzo a quei cespugli c'è un sentiero che collega questo punto con la piazzuola? Infatti il sentiero c'era.Allora ho detto:"Andiamocene via,tanto è chiaro che Denis lo hanno ammazzato da un'altra parte e poi,camminando per quel sentiero,lo hanno portato fino a qui per abbandonarlo in mezzo alla strada.

DOPO IL PRIMO SOPRALLUOGO,I CARABINIERI VI ACCOMPAGNARONO ALL'OBITORIO DELL'OSPEDALE,PER IL RICONOSCIMENTO DELLA SALMA...

Esatto.Mi aspettavo di vedere il corpo di Denis distrutto,figurarsi:investito da un camion enorme e trascinato per sessanta metri...Invece no:il corpo di mio figlio,che era coperto da un lenzuolo,sembrava intatto.Ci hanno mostrato solo la faccia:Denis era quasi sorridente,aveva solo un segnetto alla tempia,ma per il resto era perfetta.Come può uno che è stato schiacciato da un camion e trascinato per sessanta metri avere la faccia intatta? Mi sembrava di diventare matto dalla disperazione e dalla rabbia:non solo mio figlio era morto,ma ci stavano prendendo per il culo...
Finito il riconoscimento,li all'ospedale è arrivato il presidente Serra:ci ha detto che secondo lui non era proprio il caso di fare l'autospia ,e che se fosse stata fatta avremmo dovuto fermarci a Cosenza per tutta la settimana.Gli ho risposto che ci stava bene non farla,perchè l'unica cosa che volevamo in quel momento era di riprenderci Denis e riportarlo subito a casa.Allora Serra ci ha chiesto se si poteva fare prima il funerale a Cosenza,l'indomani gli abbiamo detto di si,perchè forse Denis l'avrebbe voluto dopo cinque anni passati là.

COSI NIENTE AUTOPSIA,E LA MASERATI DI DONATO VE L'HANNO CONSEGNATA SUBITO SENZA AVERCI FATTO SOPRA NESSUN TIPO DIESAME DI IMPRONTE O ALTRO...

Certo,perchè avevano già deciso che Denis si era suicidato come raccontava quella tizia.Quando i carabinieri ci hanno consegnato la Maserati io sono restato li senza parole:ma come,non dovevano fare gli accertamenti,prendere le impronte digitali,cercare se c'erano prove...Niente,la macchina ce l'hanno consegnata subito,e era tutta bella pulita:il pomeriggio di sabato aveva fatto piu di cento km e dicevano che era stata parcheggiata per quasi due ore nella piazzuola piena di fango,ma la macchina era pulitissima,le ruote erano belle lucide...Ci hanno ridato anche il portafoglio di Denis,pulito e in ordine,e l'orologio che funzionava perfettamente e non aveva neanche un graffio...Allora ho capito che non c'era nessuna speranza di sapere la verità.

PERO' NON VI HANNO CONSEGNATO I VESTITI CHE DONATO AVEVA INDOSSO QUELLA SERA...

La storia dei vestiti è ancora più incredibile.Il lunedi,dopo il funerale,siamo partiti verso casa,avevamo lasciato Cosenza da un'ora.In macchina con me c'era il frate,padre Fedele che a un certo punto mi fa: "I vestiti di Denis ve li hanno dati? "No" ,gli rispondo.E lui:"Bisogna farseli ridare,perchè tuo figlio è stato ucciso,e in quei vestiti c'è la prova! Ci siamo fermati al primo autogrill e lui ha cercato di telefonare al presidente Serra per farci dare il numero dell'ospedale di Trebisacce e il nome dell'infermiere,ma il presidente non c'era.Durante il viaggio abbiamo ritelefonato tre o quattro volte,ma senza risultato.La sera,da casa,ci siamo riusciti,e finalmente trovo l'infermiere:gli dico chi sono e chiedo dei vestiti di mio figlio:lui mi risponde che sono chiusi in un sacco,pronti per essere portati all'inceneritore.Gli dico di tenerli li, che parto subito per andarli a prendere:allora lui mi risponde che s'è sbagliato,che è inutile che io faccia un altro viaggio perchè i vestiti sono già andati all'inceneritore;alzo la voce,gli dico che andrò là con i carabinieri, e lui mi risponde:"Può venire con chi vuole,ma i vestiti sono già stati bruciati".
Tre o quattro settimane dopo un magazziniere del Cosenza,Domenico Corrente,ci ha fatto avere di nascosto le scarpe che Denis aveva indosso quella sera,scarpe di camoscio che nella suola di gomma avevano delle piccole ventose.Ce le ha portate a casa il direttore Ranzani,che ci ha pregato di non dire a nessuno che le avevamo avute.Non erano le scarpe di uno che aveva camminato nel fango sotto la pioggia e che era stato trascinato da un camion per sessanta ,metri:erano pulite.
Poi un altro magazziniere del Cosenza,Alfredo Rende,mi ha fatto sapere che alla fine del campionato sarebbe venuto a trovarmi per parlarmi della morte di Denis.Ma non ha potuto farlo,perchè dopo l'ultima giornata di campionato è morto anche lui, su quella stessa Statale Jonica.Dopo la tragedia sua moglie mi ha telefonato:mi ha confermato che il marito voleva venirmi a trovare per parlarmi della morte di mio figlio,ma purtroppo lei non sapeva nient'altro.

DOMIZIO:PROVI A RIASSUMERE LE ASSURDITA' DELLA VERSIONE UFFICIALE SULLA MORTE DI SUO FIGLIO.

"Ma è tutta una storia che non sta in piedi! Come si fa a credere che Denis,un sabato pomeriggio,cosi,all'improvviso,decida di scappare dall'Italia? E che scappi con in tasca 700 mila lire e senza un bagaglio? E perchè avrebbe dovuto farsi accompagnare da quella tizia dopo tre mesi che non si vedevano più?! Perchè hanno raccontato che si era buttato con un tuffo in piscina sotto un camion e che era stato trascinato per cinquanta metri,se non aveva neanche un graffio in faccia al torace e alle gambe? E perchè,se era stato quasi due ore in quella piazzuola sterrata sotto la pioggia,non c'era fango sulle ruote della Maserati e neanche sulle sue scarpe? Se il camion lo aveva trascinato per cinquanta metri,perchè le scarpe di camoscio che aveva indosso non avevano neanche un graffio? E com'è possibile che un camion da più di cento quintali in marcia non superi un corpo che ha buttato per terra,ma gli schiacci solo una parte del bacino? E perchè gli ha schiacciato la parte destra del bacino,e non quella sinistra,se mio figlio è stato trovato a faccia in giù? E che senso ha la storia della retromarcia:se uno mi finisce sotto le ruote,per vedere se è ancora vivo faccio retromarcia,cosi gli passo sopra due volte? Perchè quando sono arrivati i carabinieri quella tizia non c'era? Perchè quella tizia ha telefonato a tutti meno che ai carabinieri? Perchè la Maserati non è stata trovata ferma nella piazzuola,ma dietro al camion? Dietro o davanti?
Perchè i carabinieri hanno scritto nel verbale che la Maserati era sul posto,ma che era anche al bar-ristorante di Roseto Marina? E perchè hanno scritto che sulla strada c'era il segno del trascinamento del corpo per cinquanta metri,e invece non era vero? Perchè c'era il sangue sul guard-rail?
Tutte queste domande hanno un'unica risposta logica:le cose non sono andate cosi! Neanche si sa con precisione l'orario della morte di mio figlio,perchè l'autopsia è stata fatta due mesi dopo"

SECONDO LEI PERCHE' L'INCHIESTA DELLA MAGISTRATURA E' ANDATA COME E' ANDATA? VI ERAVATE ACCORTI CHE ANCHE SE AVESSERO CONDANNATO IL CAMIONISTA PISANO PER OMICIDIO COLPOSO,COMUNQUE LA VERITA' NON SAREBBE VENUTA FUORI?

L'inchiesta sulla morte di mio figlio è stata una vergogna fin dall'inizio,un vero scandalo.E la chiamano ancora giustizia! Si è visto subito da che parte tirava il vento:mio figlio era già stato condannato a essersi suicidato,fin dal primo momento ,punto e basta.Il resto è stata una perdita di tempo.
Abbiamo dovuto prendere due avvocati,uno a Ferrara e uno a Cosenza,ma non è servito a niente.Abbiamo dovuto insistere per fare l'autopsia,se no non facevano neanche quella...Ma io non ho mai avuto fiducia,non ho mai creduto che sarebbe stata cercata la verità,e cosi è andata.Perchè laggiù è tutto un altro mondo,là si parla anche quando si tace...
A un certo punto l'avvocato di qua mi ha detto che gli avvocati del Cosenza consigliavano di insistere sul fatto di accusare il camionista di omicidio colposo.Perchè? Perchè solo cosi si poteva incassare il miliardo dall'assicurazione sulla vita di Denis,e dividerlo fra noi familiari e il Cosenza,mentre se restava la tesi del suicidio l'assicurazione non avrebbe pagato.Gli ho risposto che di quei soldi non me ne fregava niente,che preferivo zappare la terra per tutta la vita che mi resta.E' stata una continua umiliazione!
Al processo in certi momenti sembrava di essere al cinema.C'era la ragazza che tremava come una foglia e non riusciva neanche a parlare,ripeteva le stesse cose come una macchinetta,si vedeva lontano un km che aveva una gran paura...A me uno dei miei avvocati mi ha detto:"Non esageri nel descrivere le reazioni di suo figlio dopo quella telefonata ,sennò rischiamo di tirare in ballo il Totonero.
Durante l'arringa il nostro avvocato di Cosenza ha detto:
"Vorrei tanto sapere come può essersi suicidato un ragazzo di 27 anni che giocava a calcio, che guadagnava centinaia di milioni,e che aveva una famiglia alle spalle, e com'è possibile che si sia fatto accompagnare sul posto del suicidio dalla ex fidanzata...Ho saputo che un anno dopo questo avvocato è stato ferito in un agguato.

VOI FAMILIARI,PRIMA O DOPO IL PROCESSO,AVETE MAI RICEVUTO INTIMIDAZIONI O MINACCE?

Mi ricordo che dopo il primo anniversario della morte di Denis sono tornato a Cosenza per un giorno,e per tutto il giorno sono stato pedinato da una macchina.E poi, qui a casa,i primi tempi arrivavano telefonate,tante telefonate mute.
A un certo punto ha cominciato a telefonarci una tizia che si qualificava come Dammatiana De Santis e diceva di chiamare da Cosenza.Parlava di cocaina nascosta dentro scatole di cioccolatini che quella tizia di Rende avrebbe dato a Denis quando il Cosenza andava in trasferta...Può darsi che quella Dammatiana fosse solo una mitomane,so solo che dopo un pò non ha più chiamato.

DOMIZIO:DOPO TANTI ANNI DALLA MORTE DI SUO FIGLIO,LEI CHE IDEA SI E' FATTO? PERCHE' DONATO NON C'E' PIU'?

Penso che mio figlio è scivolato dentro un giro sporco,e ho pagato lo sbaglio rimettendoci la vita...Di sicuro non era da solo,cioè c'erano altri della squadra insieme a lui,anzi penso che sia stato qualcuno di loro a tirarcelo dentro.Certo,Denis avrebbero potuto ammazzarlo con due colpi di pistola in mezzo alla strada,ma in questo caso ci sarebbe stata una inchiesta per omicidio che sarebbe arrivata anche all'interno del Cosenza,per cui penso che la messinscena del suicidio è stata fatto proprio per evitare questo.
Sono convinto che mio figlio è stato ammazzato,e non per una faccenda sua personale o di donne,ma per qualche brutta storia che aveva a che fare,poco o tanto,con la società del Cosenza,con la squadra,con il calcio.Saranno state le partite "vendute" e il Totonero,sarà stato l'ambiente del calcio a Cosenza gli ha tolto la vita a 27 anni.
Non sono convinto di questo perchè voglio fare di mio figlio un martire,o perchè per noi familiari sarebbe insopportabile l'idea che Denis si sia veramente suicidato.Lui non era un santo,era un ragazzo come tutti gli altri.Cosi uò anche darsi che Denis sia caduto nel giro della droga,può darsi che abbia fatto qualche "sgarro" (come si dice là) a qualche boss,o che abbia visto cose che non doveva vedere.Di una cosa però sono sicuro,anzi sicurissimo: che lui non avrebbe mai "venduto" una partita,e che non lo ha mai fatto.Denis può avere combinato i peggiori casini, ma sono certo che non ha mai,dico mai,truccato il risultato di una partita.E mi piace pensare che mio figlio possa essere stato ucciso proprio per questo"

DAL LIBRO:SENZA MAGLIA E SENZA BANDIERA-CARLO PETRINI (KAOS)

Dopo la pubblicazione del libro mi è arrivata una lettera anonima molto "informata" sulla morte di Donato.L'ignoto mittente conferma che Bergamini fu eliminato dalla malavita organizzata:quella ndragheta locale-scrive l'anonimo- che all'ombra del Cosenza calcio trafficava stupefacenti (cocaina),e "combinava" le partite per il Totonero con la complicità di 5 giocatori cosentini.Bergamini è stato "insaponato",scrive ancora l'anonimo,e conclude affermando che tutta la verità sul delitto la conoscono coloro che all'epoca erano addetti dello stadio San Vito.Peccato che le lettere anonime non servano a niente.
E pensare che basterebbe la campagna di un giornale,per far riaprire il "caso Bergamini" ,per indurre la magistratura a riesaminare la vicenda,per rimettersi a cercare la verità e fare giustizia.
VIA FACEBOOK

Una vergogna

(ANSA) - ROMA, 10 DIC - 'E' un'ulteriore pagina nera della vita del Parlamento italiano. Che senso ha costituire una Bicamerale su le ecomafie se poi dopo aver accertato responsabilita' importanti della politica nel malaffare che riguarda il traffico illecito dei rifiuti in Italia, in nome di un'aberrazione della politica stessa si nega alla magistratura l'autorizzazione a procedere nei confronti dell'On Cosentino'.
Lo ha detto dopo il voto di oggi Alessandro Bratti, capogruppo del Pd in commissione Bicamerale sui rifiuti.
'Le relazioni fra camorra e politica - prosegue Bratti - sono fortemente comprovate da indagini puntuali, non si tratta di essere giustizialisti; il tema e' complesso ma e' una grande contraddizione l'esistenza di una proposta di scioglimento di undici comuni campani per non aver rispettato il decreto rifiuti della Campania e - conclude - la negazione dell'autorizzazione a procedere nei confronti di un parlamentare.

Bertolaso: da eroe a "traditore"

(DIRE) Roma, 10 dic. - "Il sottosegretario Bertolaso e' stato scaricato dal Pdl in commissione bicamerale sulle ecomafie". Lo dice Alessandro Bratti, capogruppo del Pd nella stessa Commissione. "Non capisco la posizione del Pdl- commenta Bratti- da salvatore della Patria, da uomo che ha risolto l'emergenza rifuti, Bertolaso e' stato accusato da vari esponenti del Pdl di aver ecceduto nella richiesta di destituzione dei Sindaci di nove comuni, sette nel casertano e due nel napoletano per non aver ottemperato alla gestione corretta dei rifiuti cosi come previsto dal decreto 'Campania'". Eccesso "dettato, dicono gli esponenti della maggioranza- aggiunge il democratico- da protagonismo e non conoscenza dei problemi reali che hanno le amministrazioni sotto inchiesta".
Cio' detto, "ci sembra- prosegue Bratti- che le ragioni per cui si e' proceduto alla richiesta di commissariamento possano essere applicati anche ad altri comuni campani". La questione "vera e' che l'emergenza non e' finita e che dal primo gennaio non si sa cosa succedera'- dice il deputato Pd- stessa situazione in Calabria, dove lo stato di emergenza termina a fine anno".
Al ministro dell'Interno Roberto Maroni, presente in audizione, "abbiamo fatto presente che il legame fra amministrazioni inadempienti, rispetto alla gestione del ciclo integrato dei rifiuti, e malavita piu' o meno organizzata e' molto presente e in espansione nel Paese- conclude Bratti- il governo, al solito, dopo la propaganda ha fallito completamente l'obiettivo di riportare all'ordinarieta' la gestione dei rifiuti in Italia".

06/12/09

Arrivano i nostri

La Cina comunista può salvarci dall’apocalisse ambientale. Questa potrebbe essere la vera sorpresa del vertice di Copenaghen.
"A Copenaghen Barack Obama rischia di fare la figura del ministro senza portafoglio. Chi, invece, ha il portafoglio bello gonfio è il premier cinese Wen Jiabao, che a Copenaghen arriva con un programma concreto e un pedigree eccellente. La Cina ormai è il maggior produttore di energia rinnovabile del mondo, visto che ne produce quasi il doppio degli Stati Uniti."
Loretta Napoleoni su Internazionale.
Via Politica in Rete Forum

No B day




Roma, 5 dicembre 2009
(foto da Fb di E.Pasini)

03/12/09

Le iniziative per COP15


Tra le tante iniziative in corso in questi giorni ce n’è anche una “ufficiale” lanciata dall’Onu per chiedere attraverso una petizione popolare che a Copenaghen venga firmato un patto “equo, equilibrato, ed efficace” affinché “venga data forza alla crescita verde, proteggendo il Pianeta costruendo un’economia mondiale prospera e sostenibile, in grado di beneficiare tutte le nazioni e i popoli”.
Per aderire alla iniziativa Onu Seal The Deal! cliccate Onu qui
Via Repubblica.it

WikiProgress

Oltre il Pil, nasce WikiProgress la piattaforma per la misurazione del progresso, della felicità e del benessere.
"a global platform for sharing, measuring and evaluating social, economic and environmental progress."

La Carta dei Cento per il libero WI-FI

Il 31 dicembre 2009 sono in scadenza alcune disposizioni del cosiddetto Decreto Pisanu (”Misure urgenti per il contrasto del terrorismo internazionale”) che assoggettano la concessione dell’accesso a Internet nei pubblici esercizi a una serie di obblighi quali la richiesta di una speciale licenza al questore.
Nel mondo la Rete si apre sempre di più, grazie alle tecnologie wireless e ai tanti punti di accesso condivisi liberamente da privati, da istituzioni e da locali pubblici: in Italia invece abbiamo imposto lucchetti e procedure artificiali, contrarie alla sua immediatezza ed efficacia e onerose anche da un punto di vista economico.
Questa politica rappresenta una limitazione nei fatti al diritto dei cittadini all’accesso alla Rete e un ostacolo per la crescita civile, democratica, scientifica ed economica del nostro Paese.
Per questo, in vista della nuova scadenza del 31 dicembre, chiediamo al governo e al parlamento di non prorogare l’efficacia delle disposizioni del Decreto Pisanu in scadenza e di abrogare la previsione relativa all’obbligo di identificazione degli utenti contribuendo così a promuovere la diffusione della Rete senza fili per tutti.
Via PartitoDemocratico.it

Act Now


La campagna Greenpeace a COP15
Via Liquida

02/12/09

Bicamerale rifiuti: la Calabria in grande sofferenza

(ANSA) - REGGIO CALABRIA, 1 DIC - La situazione dello smaltimento dei rifiuti in Calabria e' 'abbastanza problematica e in un contesto come questo, di scarsa programmazione e di mancanza di infrastrutture, alla fine si infiltrano anche fenomeni malavitosi'. Lo ha detto Alessandro Bratti, capogruppo del Pd nella Commissione bicamerale d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, al termine della prima giornata di audizioni in Calabria.
'La Calabria - ha aggiunto - e' una regione in grande sofferenza, anche perche' questo commissariamento che dura ormai da 11 anni non sembra abbia portato alcun tipo di risultato se non quello di deresponsabilizzare ulteriormente gli amministratori locali nel predisporre un piano realizzabile, con investimenti in infrastrutture reali. Adesso si e' di fronte ad un tentativo affannoso di allargare le discariche esistenti per evitare di avere rifiuti per strada. All'orizzonte non pare ci sia una situazione tranquillizzante'.
'Quello dei rifiuti - ha poi sostenuto Bratti parlando delle infiltrazioni della criminalita' - e' un settore che economicamente porta un certo interesse e questo si riverbera anche nelle infiltrazioni della malavita organizzata. Ci sono inchieste chiuse ed altre aperte che evidenziano un interesse del crimine organizzato su pezzi della filiera dei rifiuti'.
'Poi - ha proseguito l'esponente del Pd - ci sono altre situazioni di mala gestione amministrativa. Personalmente, ad esempio, mi lasciano molto perplesso le societa' miste. E' vero che introducendo i privati ci doveva essere un miglioramento dell'efficienza nella gestione, ma e' anche vero che se non c'e' un'autorita' pubblica forte di controllo il meccanismo non sta in piedi. Mi sembra piuttosto che in queste societa' miste si mettano insieme i difetti delle due strutture'.

01/12/09

Cosa significa progresso?

Giovannini, presidente di Istat, ha presentato oggi a Bologna (vedi post precedente) il Rapporto Stiglitz.
Che dice?
1.il progresso non coincide con il denaro (che sempre di più serve non è a soddisfare le condizioni materiali, ma per compensare mancanze sociali e ambientali), ma dalle condizioni dell'ambiente che ci circonda, dalla qualità delle relazioni che abbiamo.
2.di fatto il rapporto rappresenta una sorta di sdoganamento dell'accountability ambientale. In particolare le raccomandazioni finali del rapporto suggeriscono la elaborazione per ogni paese dei propri indicatori chiave, attraverso quello che viene chiamato una sorta di "tavolo del progresso".
Giovannini (unico italiano nella commissione voluta da Sarkosy) ha raccontato il rapporto, attraverso i suoi messaggi chiave:
Primo messaggio: è necessario passare da una concezione di progresso basata sul un concetto di produzione ad una basata sul concetto di benessere
Secondo messaggio: non esiste o non è stata trovata una misura che sintetizzi il benessere perché serve una metrica comune e non si può valutare il benessere con un prezzo cosi come avviene con un prodotto
Terzo messaggio: ma allora come fare per misurare questo progresso?
Il rapporto indica SETTE categorie:
- sanità e salute,
- conoscenza
- lavoro
- condizioni materiali
- ambiente
- relazioni interpersonali
- relazioni civiche
Ma oltre alle sette categorie, è necessaria anche una lettura trasversale su almeno due dimensioni: l’equità e sostenibilità intergenerazionale
Quarto messaggio: contano i dati quantitativi ma anche quelli qualitativi, misurare il dato oggettivo ma considerare anche la componente soggettiva delle condizioni che si analizzano
Quinto messaggio: la sostenibilità, che non è solo ambientale, si può misurare considerando gli stock di capitale prodotto, gli stock di capitale ambientale, gli stock di capitale sociale
Da queste informazioni bisogna generare dei modelli interpretativi, le informazioni da sole non sono sufficienti
Due messaggi finali:
- agli statistici: siate coraggiosi, misurate anche quello che è difficile misurare. Passate da un concetto di statistica per lo stato a statistica per la società, per i cittadini (da statistique”to “sociestique)
- ai politici: misurare aiuta a creare una visione del futuro, significa riequilibrare le visioni di progresso, cogliere le aree di rischio e le vulnerabilità della nostra società, create la vostra, comunicatela e rendicontate i risultati alla vostra comunità di riferimento.
Nel XIX secolo essere grandi significava avere territori, nel XX produrre. E nel XXI?

Oggi, quaggiù

(ANSA) - REGGIO CALABRIA, 1 DIC - La capacita' di ricezione delle discariche pubbliche calabresi terminera' entro gennaio o febbraio del prossimo anno. E' quanto emerso nel corso delle audizioni fatte stamani, a Reggio Calabria, dai componenti della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle ecomafie, presieduta da Gaetano Pecorella, che resteranno in regione per tre giorni.
E' stato il commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Calabria, Goffredo Sottile, a riferire la circostanza ai componenti la Commissione, spiegando che sino a quando non potranno entrare in funzione le nuove discariche in fase di costruzione, occorrera' trovare una soluzione transitoria.
Nel corso delle audizioni, sono emerse anche le difficolta' per la realizzazione della seconda linea del termovalorizzatore di Gioia Tauro. In particolare, secondo quanto riferito ai commissari, si sta aprendo una fase di contenzioso che va ad aggiungersi a quella gia' esistente sulla prima linea. E' stato calcolato che il contenzioso attuale sul pregresso e' gia' pari a due volte e mezzo al costo originario dell'impianto.
Alla commissione, vista la situazione attuale, e' stato prospettato come sia improbabile che il regime commissariale possa terminare al 31 dicembre 2009.
Pecorella, al termine della prima fase di audizioni, incontrando i giornalisti, ha sottolineato 'il quadro allarmante che e' emerso. Un allarme dovuto sia rispetto alla capacita' residua di discarica, sia per il contenzioso in atto sull'impianto di Gioia Tauro e sulla sorte del raddoppio della linea del termovalorizzatore'.
La Commissione ha sentito stamani, oltre a Sottile, il prefetto di Reggio Francesco Antonio Musolino, il questore Carmelo Casabona, l'assessore regionale all'ambiente Silvio Greco, il sindaco di Reggio, Giuseppe Scopelliti. Nel pomeriggio saranno sentiti i rappresentanti delle associazioni degli ambientalisti, degli industriali e dell'Arpacal e i magistrati del distretto di Reggio Calabria. (ANSA).

In missione

In Calabria per conto della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attivita' illecite connesse al ciclo dei rifiuti.

Oltre il Pil: un nuovo indice del benessere?

Ne avevamo parlato qui tempo fa, se interessa domani
Impronta Etica , Fondazione Barberini e Fondazione Unipolis organizzano il Convegno 'Oltre il PIL, per un nuovo indice del benessere'. Durante la conferenza verrà presentato e discusso il rapporto della Commissione Misurazione della Performance Economica e del Progresso Sociale, promossa dal Presidente francese Sarkozy e guidata da Joseph Stiglitz, Amartya Sen e Jean-Paul Fitoussi. La commissione ha sviluppato innovativi paradigmi di interpretazione del mercato e del modello socio-economico, con l’obiettivo di elaborare un nuovo indice del benessere, più adeguato del PIL. Il rapporto 'Stiglitz-Sen-Fituossi' verrà illustrato dal Prof. Giovannini, presidente dell'Istat ed unico componente italiano della Commissione. L'incontro avrà luogo dalle 10 alle 13 presso la Cappella Farnese di Palazzo D'Accursio, a Bologna.