Leggete la discussione avuta ieri in occasione della risposta all'interpellanza urgente sulla situazione dei "precari" in ISPRA. Nessuna certezza nonostante qualche apertura (?) del Ministro Prestigiacomo (ascolta l'audio su RadioRadicale.it ). Ancora una volta politica degli annunci e, per il momento, nessun fatto concreto. Si continua a giocare sulla pelle delle persone....
Iniziative per garantire la regolare prosecuzione
delle attività dell’Istituto superiore
per la protezione e la ricerca ambientale
con riferimento alla dotazione
organica – n. 2-00155)
PRESIDENTE. L’onorevole Bratti ha
facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00155, concernente iniziative per garantire la regolare prosecuzione delle attività dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale con riferimentoalla dotazione organica (vedi l’allegato
A – Interpellanze urgenti).
ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente,
vorrei brevemente illustrare la mia
interpellanza, anche perché nel momento
in cui è stata presentata lo si è fatto
mettendo sotto la lente di ingrandimento il
provvedimento che era allora in discussione
in Aula, il disegno di legge n. 1441-
quater che abbiamo già approvato.
Nel frattempo, è successo che ieri si è
svolta un’audizione con il Ministro dell’ambiente
e della tutela del territorio e del
mare dove si è parlato dell’ISPRA, cioè
dell’Istituto superiore per la protezione e
la ricerca ambientale, e quindi rispetto ad
un mese fa disponiamo di qualche elemento
in più per ragionare.
Vorrei rivolgere alcune domande al
sottosegretario, che ovviamente ringrazio
per la sua presenza.
Rileggendo la relazione che ha svolto
ieri il Ministro, mi è venuta qualche perplessità
rispetto alla sistemazione e al
percorso di stabilizzazione dei numerosi
precari che sono presenti all’interno di
ISPRA. Apro una breve parentesi relativa
ad ISPRA: non siamo stati d’accordo sul
percorso di costituzione di questo istituto
superiore che deriva dalla fusione di altri
tre istituti. Lo abbiamo detto e speriamo
che ci sia la possibilità di arrivare ad un
confronto. Però, è curioso che oggi ci
troviamo a discutere di pianta organica
quando non è ancora stata focalizzata e
delineata la funzione di questo istituto
superiore. Al momento attuale, vi è qualche
idea che ieri è emersa dalle parole del
Ministro, ma in realtà, vi è ancora, a mio
avviso, qualche elemento di confusione su
cosa deve essere questo istituto.
Comunque, prendiamo i dati per quello
che sono: vi sono circa 700 dipendenti
atipici, chiamiamoli così, perché, tra l’altro,
non sono neanche collocati nell’ambito
di un analogo inquadramento giuridico,
Infatti, abbiamo dipendenti a tempo
determinato, Co.co.co. e Co.co.pro; vi è
tutta una tipologia che, in questi anni,
purtroppo, è venuta a crearsi. Il numero è
imponente all’interno di questo ente. Ad
oggi, esso riesce ad espletare una serie di
funzioni assolutamente fondamentali e basilari
per la sicurezza ambientale di questo
Paese grazie anche e soprattutto a questo
personale che oggi è in agitazione. Infatti,
– fra l’altro, ieri lo avevo sottolineato – il
percorso che è stato delineato o quanto
meno presentato dai commissari straordinari
non è così chiaro. Ieri l’ho detto, ma
ovviamente non avevo occasione di rispondere
alla replica del Ministro.
Da un lato, si dice di annullare una
parte dei concorsi, dall’altro, dall’ultima
dichiarazione del 23 e 24 ottobre del
commissario Grimaldi – e la voglio leggere
perché ritengo debba rimanere agli atti –
emerge che egli prenderà le seguenti iniziative:
in primo luogo, apertura del procedimento
di verifica della graduatoria di
stabilizzazione ai sensi della legge finanziaria
2007 ed eventuale rettifica della
graduatoria in esito ai rilievi formulati dal
Ministero della funzione pubblica al Ministero
dell’ambiente. Ciò si riferisce ad un
concorso che, probabilmente, è stato eseguito
in maniera non corretta. Però, qui
non si parla di annullamento, bensì di
verifiche, che è cosa diversa.
In secondo luogo, si parla di contestuale
apertura di una procedura di inte-
Atti Parlamentari — 110 — Camera dei Deputati
XVI LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 30 OTTOBRE 2008 — N. 75
grazione della graduatoria per la stabilizzazione,
ai sensi della legge finanziaria
2008, sulle disponibilità derivanti dal turn
over, nonché di proroga iniziale al 31
dicembre 2008 del personale con contratto
a tempo determinato e dei Co.co.co. in
scadenza.
Inoltre, si parla di redazione della dotazione
organica provvisoria (questo, a
onor del vero, c’è stato confermato anche
ieri da parte del Ministro), di redazione
del documento di programmazione del
fabbisogno triennale e, infine, di attivazione
delle procedure concorsuali entro
dicembre 2008.
Dalle parole che, invece, ieri ha pronunciato
il Ministro in replica e che non
si trovano nella relazione, pare che, rispetto
alla graduatoria provvisoria, dall’attuale
numero delle unità (che, se non
sbaglio, sono circa 1492, forse mi sbaglio
di qualche unità), la pianta organica provvisoria
dovrebbe diventare di circa 1326
persone. Il Ministro ci ha, peraltro, assicurato
che per circa 400 unità è stato
definito comunque un percorso di stabilizzazione
(vorrei, tuttavia, esserne certo).
Rimarrebbero, alla fine, 170 posizioni indeterminate,
nel senso che non si sa se
verranno riconfermate o meno.
Quindi, con questa interpellanza, si
cercava di chiedere semplicemente – mi
rendo conto anche delle difficoltà – cosa
sarà di questo personale e come questo
ente potrà mai funzionare se questo personale
o una parte di esso non verrà in
qualche modo stabilizzato.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di
Stato per l’ambiente e la tutela del territorio
e del mare, Roberto Menia, ha facoltà
di rispondere.
ROBERTO MENIA, Sottosegretario di
Stato per l’ambiente e la tutela del territorio
e del mare. Signor Presidente, come peraltro
diceva l’onorevole Bratti, molte delle
questioni che vengono poste in questa
interpellanza hanno, di fatto, trovato risposta
nell’intervento di ieri del Ministro
Prestigiacomo in un’audizione presso la
Commissione ambiente. Per tale motivo mi
auguro che gli ulteriori elementi che fornirò
rispondendo questa sera possano essere
considerati integrativi e migliorativi di
un quadro che, comunque, mi pare sia
stato sufficientemente delineato anche ieri
in sede di audizione.
Partiamo dalla situazione del personale.
L’attuale situazione di personale all’interno
dell’Ispra, ottenuta, come si ricordava,
dalla sommatoria delle tre realtà
preesistenti, l’APAT, l’Icram e l’Infs, fa
registrare un organico di 1.494 ed una
presenza di 1.544 unità lavorative, di cui,
è opportuno specificare, solo 926 a tempo
indeterminato. In vista della realizzazione
del nuovo Istituto superiore, la legge 25
agosto 2008, n. 133, impone, inoltre, ai
sensi dell’articolo 74, un ridimensionamento
degli organici di tutte le pubbliche
amministrazioni, secondo i parametri prestabiliti
per le qualifiche dirigenziali di
prima e seconda fascia e per il personale
non dirigenziale.
L’Ispra evidentemente non potrà che
attenersi a tutte le disposizioni di legge
vigenti in materia di personale e, ove
previsto, ad avvalersi ai sensi dell’articolo
28, comma 4 della legge 133 del 2008,
delle disposizioni di favore esistenti per
l’APAT, l’Icram e l’Infs. In questo quadro
l’istituto, da un lato, si accinge a porre
in essere iniziative volte a ristabilire una
corretta interpretazione delle disposizioni
di legge in materia di personale, anche
suffragate da autorevoli indicazioni del
Dipartimento della funzione pubblica;
dall’altro lato, porrà in essere tutti gli
adempimenti previsti per poter disporre
delle disposizioni di favore prescritte in
materia concorsuale per l’ex APAT, nonché
per individuare percorsi di trasformazione
dei rapporti di lavoro a tempo
determinato in tempo indeterminato, nel
rispetto, come è ovvio, del principio costituzionale
di cui all’articolo 97 della
Costituzione.
A tale ultimo scopo, la prima misura
che si impone è la definizione, ai sensi
dell’articolo 74, della dotazione organica
del nuovo organismo, ferme restando le
successive indicazioni che scaturiranno
Atti Parlamentari — 111 — Camera dei Deputati
XVI LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 30 OTTOBRE 2008 — N. 75
dall’adozione dei provvedimenti previsti
dall’articolo 28, comma 3, della legge
n. 133 del 2008, le eventuali nuove disposizioni
di legge e, comunque, in coerenza
con gli obiettivi ivi contenuti.
Nella consapevolezza della necessità
di non privarsi di professionalità di elevato
livello formatesi all’interno dell’istituto,
le operazioni sul personale non
potranno, tuttavia, non tenere in considerazione
il fabbisogno finanziario che
per Ispra, per il 2009, è stato fissato in
circa 90 milioni di euro. Ciò imporrà una
razionalizzazione nell’utilizzo del personale
all’interno dell’istituto facendo in
modo che la stipula di accordi o convenzioni
sia realmente finalizzata ad attività
di studio e ricerca e non finisca per
diventare un modo surrettizio di finanziamento
delle spese di personale, con
conseguente lievitazione del numero del
personale precario impiegato.
Su ogni operazione si intende comunque
comunicare ai sindacati le strategie
poste in essere per assicurare il funzionamento
dell’istituto e per garantire i diritti
dei lavoratori precari che scaturiscono da
disposizioni normative.
PRESIDENTE. L’onorevole Bratti ha
facoltà di replicare.
ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente,
ringrazio il sottosegretario Menia
perché so che segue con particolare attenzione
la situazione, ma non mi posso
definire soddisfatto. Infatti, sia dalle dichiarazioni
del Ministro, ma anche dalle
precisazioni, oltre ad aver capito che c’è
un ridimensionamento dell’ente, che c’è un
taglio di quasi il 15, 20 per cento del
bilancio dell’ente, che sono bravi, però ci
sono delle situazioni più generali che non
consentiranno – forse, o meglio non si sa
come – di procedere ad una stabilizzazione,
credo che non ci siano degli elementi
di certezza.
Ieri mi sembrava di aver capito – forse
ho compreso male ma ho chiesto una
copia del resoconto stenografico relativo
alla replica del Ministro – che su questo
monte di settecento precari vi fosse, per
almeno quattrocento di loro, la possibilità
di addivenire ad un futuro certo. Lo spero.
Mi piacerebbe, tuttavia, che ciò venisse
dichiarato in qualche modo dal Governo,
perché altrimenti questo stato di agitazione
all’interno dell’ente permarrà e non
avrà fine, anzi tenderà ad avere qualche
recrudescenza. Una tale recrudescenza sicuramente
avverrà nei prossimi giorni, e
probabilmente accadrà comunque, perché
è chiaro ed evidente che tutti chiederanno,
in qualche modo, il riconoscimento del
lavoro che hanno svolto in passato.
Tuttavia, se almeno vi fosse una prima
indicazione certa, per una parte consistente
di questo personale vi sarebbe la
possibilità di vedere, in un certo senso, la
fine di un tunnel. Ciò sarebbe, a mio
avviso, un fatto estremamente positivo, in
un momento in cui anche, lo ricordo, si
parla del controllo ambientale. Sebbene
non abbiamo ancora iniziato a discutere
il tema dell’Agenzia per la sicurezza nucleare,
sappiamo, tuttavia, che una parte
consistente di questo personale che oggi
è in Ispra costituirà il nocciolo intorno a
cui verrà costruita la nuova Agenzia per
la sicurezza nucleare. Ricordo, tra l’altro,
che gran parte di questo personale è
precario, perché i dipendenti a tempo
indeterminato sono molto vicini alla pensione,
come potete ben capire, in quanto
si occupavano di energia nucleare
vent’anni fa. Pertanto, è evidente che
siamo di fronte, a mio avviso, ad una
sorta di corto circuito, da un punto di
vista politico.
Dunque, i dubbi rimangono tutti. Come
ho già detto, non mi dichiaro soddisfatto
ma, comunque, ringrazio e spero che, pur
con tutte le difficoltà che abbiamo, potremo
continuare insieme a cercare anche
di capire come costituire, in maniera più
razionale ed efficiente, questo nuovo istituto,
cercando anche di salvaguardare
questi giovani e queste professionalità che
sono un patrimonio da non perdere. Li
abbiamo formati, sono anni che lavorano,
sono competenti, e mi sembrerebbe veramente
un peccato perdere queste professionalità.
Atti Parlamentari — 112 — Camera dei Deputati
XVI LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 30 OTTOBRE 2008 — N. 75
31/10/08
La risposta in "burocratese" di Menia su ISPRA
30/10/08
Aspettando Poznań, le regioni scendono in campo
Da leggere l'articolo di Claudio Martini su greenreport
Investire sulla difesa del pianeta conviene e il protocollo di Kyoto va applicato. E’ questo quanto emerge dal vertice di Saint-Malo "Climate change: regions in action" a cui partecipano 600 rappresentati da 140 regioni di 60 Paesi del mondo. Le regioni vogliono contribuire ai grandi dibattiti europei e mondiali, nel momento in cui viene negoziato l´accordo finale sul pacchetto "energia-clima" dell´Unione Europea e in cui le discussioni internazionali subiscono un´accelerazione in vista della Conferenza di Copenaghen del 2009 che porrà le basi del dopo-Kyoto. Le regioni hanno competenze sul governo del territorio, sulla programmazione, sulla difesa dell’aria, acqua, uso e smaltimento dei rifiuti, produzione di energia da fonti rinnovabili.
Possono quindi attivare azioni importanti per realizzare gli obbiettivi della direttiva 20 – 20 - 20: quella per cui per cui l’Europa entro il 2020 deve giungere all’abbattimento delle emissioni di gas serra del 20%, alla riduzione dei consumi energetici del 20% e all’incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili di un altro 20%. In Spagna le regioni lavorano insieme al governo e contribuiscono al rispetto di questo impegno con loro iniziative. In Francia hanno scelto di destinare i finanziamenti comunitari solo ai progetti che prevedono una riduzione delle emissioni. Le regioni italiane presenti al summit condividono l’obiettivo dell’Ue e sono pronte a fare la loro parte. Siamo in sintonia con l’Europa e in controtendenza con il governo nazionale. Abbandonare il pacchetto dell´Unione Europea è irresponsabile. Il governo sostiene che il pacchetto europeo su energia e ambiente sarebbe troppo gravoso, addirittura insostenibile per le industrie italiane. Secondo il governo adempiere agli obiettivi previsti costerebbe all´Italia una cifra compresa tra i 18 e i 25 miliardi l´anno, pari a circa l´1,14% del Pil, mentre i numeri forniti dalla commissione Ue sono assolutamente diversi. I calcoli del Governo non tengono in considerazione che se l’Italia imbocca la strada di una maggiore efficienza energetica e di una maggiore autonomia dal petrolio avremo un risparmio di 7,6 miliardi l´anno nel taglio delle importazioni di idrocarburi e di 0,9 miliardi di euro nei costi per contrastare l´inquinamento. I costi effettivi pertanto scenderanno fino a trasformarsi in un guadagno netto di 600 milioni di euro l´anno. Puntare a una politica di efficienza per edifici, fabbriche, mezzi di trasporto ed elettrodomestici e crescere sul versante delle rinnovabili significherà sviluppo sostenibile e occupazione.
http://www.worldsummitofregions.org/pub/presse/3_dp_st_malo_complet_en.pdf
Investire sulla difesa del pianeta conviene e il protocollo di Kyoto va applicato. E’ questo quanto emerge dal vertice di Saint-Malo "Climate change: regions in action" a cui partecipano 600 rappresentati da 140 regioni di 60 Paesi del mondo. Le regioni vogliono contribuire ai grandi dibattiti europei e mondiali, nel momento in cui viene negoziato l´accordo finale sul pacchetto "energia-clima" dell´Unione Europea e in cui le discussioni internazionali subiscono un´accelerazione in vista della Conferenza di Copenaghen del 2009 che porrà le basi del dopo-Kyoto. Le regioni hanno competenze sul governo del territorio, sulla programmazione, sulla difesa dell’aria, acqua, uso e smaltimento dei rifiuti, produzione di energia da fonti rinnovabili.
Possono quindi attivare azioni importanti per realizzare gli obbiettivi della direttiva 20 – 20 - 20: quella per cui per cui l’Europa entro il 2020 deve giungere all’abbattimento delle emissioni di gas serra del 20%, alla riduzione dei consumi energetici del 20% e all’incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili di un altro 20%. In Spagna le regioni lavorano insieme al governo e contribuiscono al rispetto di questo impegno con loro iniziative. In Francia hanno scelto di destinare i finanziamenti comunitari solo ai progetti che prevedono una riduzione delle emissioni. Le regioni italiane presenti al summit condividono l’obiettivo dell’Ue e sono pronte a fare la loro parte. Siamo in sintonia con l’Europa e in controtendenza con il governo nazionale. Abbandonare il pacchetto dell´Unione Europea è irresponsabile. Il governo sostiene che il pacchetto europeo su energia e ambiente sarebbe troppo gravoso, addirittura insostenibile per le industrie italiane. Secondo il governo adempiere agli obiettivi previsti costerebbe all´Italia una cifra compresa tra i 18 e i 25 miliardi l´anno, pari a circa l´1,14% del Pil, mentre i numeri forniti dalla commissione Ue sono assolutamente diversi. I calcoli del Governo non tengono in considerazione che se l’Italia imbocca la strada di una maggiore efficienza energetica e di una maggiore autonomia dal petrolio avremo un risparmio di 7,6 miliardi l´anno nel taglio delle importazioni di idrocarburi e di 0,9 miliardi di euro nei costi per contrastare l´inquinamento. I costi effettivi pertanto scenderanno fino a trasformarsi in un guadagno netto di 600 milioni di euro l´anno. Puntare a una politica di efficienza per edifici, fabbriche, mezzi di trasporto ed elettrodomestici e crescere sul versante delle rinnovabili significherà sviluppo sostenibile e occupazione.
http://www.worldsummitofregions.org/pub/presse/3_dp_st_malo_complet_en.pdf
E rendiconti
E questo il resoconto dei lavori della VIII Commissione Ambiente di ieri.
Alessandro BRATTI (PD), nel prendere atto della risposta fornita dal rappresentante del Governo, ritiene opportuno tornare a porre l'accento sulle lacune e sui ritardi che ormai caratterizzano l'azione dei «governi centrali» nel settore della bonifica e della riqualificazione dei siti industriali inquinati. A suo avviso, è giunto il momento di procedere, sia sul piano normativo che su quello organizzativo e delle risorse disponibili, ad una profonda revisione della strategia di intervento pubblico, puntando decisamente su un maggiore e più diretto coinvolgimento degli enti locali e delle forze sociali interessate, oltre che alla bonifica delle aree, anche alla loro riutilizzazione come siti industriali. Vi è dunque, a suo giudizio, un prioritario problema di semplificazione e di riordino delle norme e delle procedure amministrative, ma esiste anche - altrettanto urgente - la necessità di garantire l'adeguatezza delle strutture alle quali sono demandate le attività di vigilanza e di controllo sulle operazioni di bonifica dei siti inquinati.
Sotto questo profilo, denuncia la gravità della situazione nella quale si trovano - ad esempio - l'ISPRA e le competenti agenzie territoriali, al cui interno operano quasi esclusivamente tecnici precari, a rischio di «licenziamento» per effetto dei provvedimenti contenuti nella recente manovra finanziaria. Segnala, inoltre, i pesanti tagli ai già limitati capitoli di bilancio del Ministero dell'ambiente, a partire da quelli relativi all'attività di controllo del competente Comando dei Carabinieri, nonché l'inaccettabile sovrapposizione di ruoli e di competenze fra le strutture ministeriali, sempre più impossibilitate ad operare, e le società private esterne di consulenza. Invita, infine, il Governo a fare definitiva chiarezza sul ruolo svolto dalla SOGESID in questo settore, indicando le prospettive di evoluzione di tale società e i suoi rapporti con gli organismi istituzionalmente chiamati, a vario titolo, ad esercitare competenze in materia di bonifica dei siti inquinati.
Audizione del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Stefania Prestigiacomo, sulle linee di azione del Governo in tema di politiche ambientali, cambiamenti climatici e riordino delle strutture di ricerca e protezione ambientale.
(Svolgimento, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, e conclusione).
Angelo ALESSANDRI, presidente, avverte preliminarmente che la pubblicità dei lavori sarà assicurata, oltre che mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso, anche tramite la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.
Introduce, quindi, i temi dell'audizione.
Il ministro Stefania PRESTIGIACOMO svolge una relazione sui temi oggetto dell'audizione.
Intervengono, per porre quesiti e formulare osservazioni, i deputati Ermete REALACCI (PD), a più riprese, Alessandro BRATTI (PD), Francesco NUCARA (Misto-Liberal Democratici-Repubblicani), Guido DUSSIN (LNP), Agostino GHIGLIA (PdL), Elisabetta ZAMPARUTTI (PD), Roberto TORTOLI (PdL) e Salvatore MARGIOTTA (PD).
Il ministro Stefania PRESTIGIACOMO fornisce ulteriori precisazioni in ordine alle questioni poste dai deputati intervenuti.
RISOLUZIONI
Mercoledì 29 ottobre 2008. - Presidenza del presidente Angelo ALESSANDRI. - Interviene il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Stefania Prestigiacomo.
La seduta comincia alle 16.
7-00064 Alessandri: Nuova disciplina dei centri di raccolta dei rifiuti.
(Discussione e approvazione).
La Commissione inizia la discussione.
Angelo ALESSANDRI, presidente, illustra il contenuto della risoluzione in discussione, che affronta il problema dell'imminente entrata in vigore di talune
disposizioni del Decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, emanato in data 8 aprile 2008, le quali imporranno a breve alle amministrazioni comunali il divieto di conferire i rifiuti inerti e i rifiuti provenienti dallo spazzamento stradale ai centri di raccolta rifiuti, potendo questi essere conferiti esclusivamente alle Piattaforme di autorizzazione provinciale.
In tal senso, osserva che - pur se lo scopo della riforma è quello di agevolare l'incremento dei livelli di raccolta differenziata e il conseguimento su tutto il territorio nazionale degli obiettivi fissati dalla normativa vigente - la nuova disciplina si rende difficilmente applicabile nell'immediato, sia sotto l'aspetto tecnico che sotto l'aspetto finanziario. Fa presente che, in sedi istituzionali appositamente istituite, gli enti coinvolti hanno segnalato la necessità di procrastinare l'applicazione delle nuove disposizioni, dichiarandosi non in grado di rispettare i tempi previsti, anche per la carenza dei finanziamenti necessari, nei propri bilanci, per far fronte alle relative spese. Raccomanda, pertanto, l'approvazione della risoluzione in titolo, facendo presente che essa è sottoscritta dai rappresentanti di tutti i gruppi.
Il ministro Stefania PRESTIGIACOMO esprime l'orientamento favorevole del Governo sulla risoluzione in discussione.
Chiara BRAGA (PD) dichiara il voto favorevole del suo gruppo sulla risoluzione in titolo, segnalando che la pur piena condivisione dell'impostazione e delle finalità di miglioramento della qualità del servizio, che il decreto ministeriale dell'8 aprile 2008 opportunamente si prefigge, non impedisce di affrontare anche le oggettive criticità applicative esistenti, che rischiano di mettere in crisi soprattutto i centri di raccolta dei piccoli comuni. In questo senso, auspica che una proroga del termine richiamato nella risoluzione possa accompagnare un coerente percorso di riqualificazione delle strutture, da attuare in tempi più adeguati di quelli indicati nel citato Decreto ministeriale; per tali ragioni, sottolinea che per il suo gruppo il secondo impegno contenuto nell'atto di indirizzo in discussione è importante quanto il primo impegno, concernente la richiesta di proroga.
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la risoluzione in titolo.
La seduta termina alle 16.10.
Alessandro BRATTI (PD), nel prendere atto della risposta fornita dal rappresentante del Governo, ritiene opportuno tornare a porre l'accento sulle lacune e sui ritardi che ormai caratterizzano l'azione dei «governi centrali» nel settore della bonifica e della riqualificazione dei siti industriali inquinati. A suo avviso, è giunto il momento di procedere, sia sul piano normativo che su quello organizzativo e delle risorse disponibili, ad una profonda revisione della strategia di intervento pubblico, puntando decisamente su un maggiore e più diretto coinvolgimento degli enti locali e delle forze sociali interessate, oltre che alla bonifica delle aree, anche alla loro riutilizzazione come siti industriali. Vi è dunque, a suo giudizio, un prioritario problema di semplificazione e di riordino delle norme e delle procedure amministrative, ma esiste anche - altrettanto urgente - la necessità di garantire l'adeguatezza delle strutture alle quali sono demandate le attività di vigilanza e di controllo sulle operazioni di bonifica dei siti inquinati.
Sotto questo profilo, denuncia la gravità della situazione nella quale si trovano - ad esempio - l'ISPRA e le competenti agenzie territoriali, al cui interno operano quasi esclusivamente tecnici precari, a rischio di «licenziamento» per effetto dei provvedimenti contenuti nella recente manovra finanziaria. Segnala, inoltre, i pesanti tagli ai già limitati capitoli di bilancio del Ministero dell'ambiente, a partire da quelli relativi all'attività di controllo del competente Comando dei Carabinieri, nonché l'inaccettabile sovrapposizione di ruoli e di competenze fra le strutture ministeriali, sempre più impossibilitate ad operare, e le società private esterne di consulenza. Invita, infine, il Governo a fare definitiva chiarezza sul ruolo svolto dalla SOGESID in questo settore, indicando le prospettive di evoluzione di tale società e i suoi rapporti con gli organismi istituzionalmente chiamati, a vario titolo, ad esercitare competenze in materia di bonifica dei siti inquinati.
Audizione del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Stefania Prestigiacomo, sulle linee di azione del Governo in tema di politiche ambientali, cambiamenti climatici e riordino delle strutture di ricerca e protezione ambientale.
(Svolgimento, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, e conclusione).
Angelo ALESSANDRI, presidente, avverte preliminarmente che la pubblicità dei lavori sarà assicurata, oltre che mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso, anche tramite la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.
Introduce, quindi, i temi dell'audizione.
Il ministro Stefania PRESTIGIACOMO svolge una relazione sui temi oggetto dell'audizione.
Intervengono, per porre quesiti e formulare osservazioni, i deputati Ermete REALACCI (PD), a più riprese, Alessandro BRATTI (PD), Francesco NUCARA (Misto-Liberal Democratici-Repubblicani), Guido DUSSIN (LNP), Agostino GHIGLIA (PdL), Elisabetta ZAMPARUTTI (PD), Roberto TORTOLI (PdL) e Salvatore MARGIOTTA (PD).
Il ministro Stefania PRESTIGIACOMO fornisce ulteriori precisazioni in ordine alle questioni poste dai deputati intervenuti.
RISOLUZIONI
Mercoledì 29 ottobre 2008. - Presidenza del presidente Angelo ALESSANDRI. - Interviene il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Stefania Prestigiacomo.
La seduta comincia alle 16.
7-00064 Alessandri: Nuova disciplina dei centri di raccolta dei rifiuti.
(Discussione e approvazione).
La Commissione inizia la discussione.
Angelo ALESSANDRI, presidente, illustra il contenuto della risoluzione in discussione, che affronta il problema dell'imminente entrata in vigore di talune
disposizioni del Decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, emanato in data 8 aprile 2008, le quali imporranno a breve alle amministrazioni comunali il divieto di conferire i rifiuti inerti e i rifiuti provenienti dallo spazzamento stradale ai centri di raccolta rifiuti, potendo questi essere conferiti esclusivamente alle Piattaforme di autorizzazione provinciale.
In tal senso, osserva che - pur se lo scopo della riforma è quello di agevolare l'incremento dei livelli di raccolta differenziata e il conseguimento su tutto il territorio nazionale degli obiettivi fissati dalla normativa vigente - la nuova disciplina si rende difficilmente applicabile nell'immediato, sia sotto l'aspetto tecnico che sotto l'aspetto finanziario. Fa presente che, in sedi istituzionali appositamente istituite, gli enti coinvolti hanno segnalato la necessità di procrastinare l'applicazione delle nuove disposizioni, dichiarandosi non in grado di rispettare i tempi previsti, anche per la carenza dei finanziamenti necessari, nei propri bilanci, per far fronte alle relative spese. Raccomanda, pertanto, l'approvazione della risoluzione in titolo, facendo presente che essa è sottoscritta dai rappresentanti di tutti i gruppi.
Il ministro Stefania PRESTIGIACOMO esprime l'orientamento favorevole del Governo sulla risoluzione in discussione.
Chiara BRAGA (PD) dichiara il voto favorevole del suo gruppo sulla risoluzione in titolo, segnalando che la pur piena condivisione dell'impostazione e delle finalità di miglioramento della qualità del servizio, che il decreto ministeriale dell'8 aprile 2008 opportunamente si prefigge, non impedisce di affrontare anche le oggettive criticità applicative esistenti, che rischiano di mettere in crisi soprattutto i centri di raccolta dei piccoli comuni. In questo senso, auspica che una proroga del termine richiamato nella risoluzione possa accompagnare un coerente percorso di riqualificazione delle strutture, da attuare in tempi più adeguati di quelli indicati nel citato Decreto ministeriale; per tali ragioni, sottolinea che per il suo gruppo il secondo impegno contenuto nell'atto di indirizzo in discussione è importante quanto il primo impegno, concernente la richiesta di proroga.
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la risoluzione in titolo.
La seduta termina alle 16.10.
Risposte
Ecco il testo della risposta alla interrogazione n. 5-00477 Bratti sullo stato di attuazione del programma nazionale di bonifica dei siti inquinati, Mercoledì 29 ottobre 2008 - Comm. VIII
In merito a quanto indicato nell'interrogazione a risposta orale n. 5-00477, presentata dagli Onorevoli Bratti e Mariani, nel rinviare ad una completa relazione, vista la sua corposità, a disposizione degli interroganti, con la quale si riferisce in ordine allo stato dell'arte sulla bonifica di ciascun sito di interesse nazionale ed in cui sono specificatamente indicate le risorse economiche all'uopo stanziate, si rappresenta quanto segue.
In merito agli Accordi di Programma sottoscritti da questo Ministero con gli Enti Locali per la definizione degli interventi di messa in sicurezza d'emergenza e successiva bonifica, si comunica che, oltre a quelli già stipulati in relazione ai siti di Mantova, Massa Carrara, Orbetello, Piombino, Napoli Orientale e Brindisi, il 31 ottobre 2008 ne saranno sottoscritti due ulteriori per i siti di Trieste e Priolo e sarà formalizzato l'Accordo di Programma integrativo del S.I.N. di Piombino.
Sono, inoltre, in corso di definizione gli Accordi di Programma relativi ai S.I.N., tra gli altri, di Brescia, Porto Torres, Taranto, Falconara Marittima, Sulcis Iglesiente Guspinese.
I predetti strumenti programmatici attivati sul territorio hanno consentito l'avvio delle attività di riqualificazione ambientale necessarie a partire dalla messa in sicurezza e bonifica della falda.
Elemento innovativo di tali Accordi è la possibilità di compartecipazione dei soggetti privati alle attività di bonifica della falda, prevedendo, attraverso la sottoscrizione di specifici atti transattivi, modalità di accelerazione per il riutilizzo delle aree ai tini produttivi.
Attualmente tale meccanismo ha consentito di arrivare alla sottoscrizione di alcuni accordi transattivi quali, ad esempio, quelli con la Società IES a Mantova, con le Società Basell e Edipower a Brindisi.
Nei predetti Accordi sono stati, inoltre, introdotti ulteriori elementi volti alla massima accelerazione delle procedure di riutilizzo delle aree inquinate da parte dei soggetti privati, sempre attraverso lo strumento dell'atto transattivo, con specifici meccanismi di conguaglio volti a favorire da parte del soggetto interessato il sostegno degli oneri a suo carico sia in termini di compartecipazione alle attività di bonifica che di risarcimento del danno ambientale.
Nello specifico, viene riconosciuta ai soggetti privati la possibilità di conguagliare, in parte o interamente, quanto dovuto a titolo di danno ambientate, pagabili in 10 anni senza interessi, e a titolo di partecipazione agli interventi di messa in sicurezza e bonifica delle acque di falda, per il 50 per cento a carico del Soggetto Pubblico, con il costo di investimenti, anche migliorativi delle performance ambientali, che intendono realizzare sull'area in questione, in conformità con le disposizioni comunitarie in materia di aiuti di Stato a finalità ambientale.
Inoltre, nello spirito del processo definito nell'ambito dell'articolo 252-bis del decreto legislativo n. 152 del 2006, alcuni Accordi prevedono il coinvolgimento del Ministero dello Sviluppo Economico che, attraverso la messa a disposizione delle risorse finanziarie a valere sul «Programma Straordinario Nazionale per il recupero economico-produttivo di siti industriali inquinati» (risorse FAS 2007/2013), può sostenere le strategie di rilancio e reindustrializzazione delle aree inquinate interessate da progetti di sviluppo economico, a partire dal sostegno dei necessari interventi di bonifica.
In riscontro a quanto richiesto dagli interpellanti, si assicura che il Ministero porrà in essere tutti gli strumenti e le iniziative ad essi connesse al fine di rendere le procedure più agevoli, funzionali e percorribili per comprimerne e ridurne i tempi di attuazione e per portare quanto prima a termine le attività di bonifica, nonché per favorire e promuovere il processo di riqualificazione ambientale funzionale alle esigenze di sviluppo economico e produttivo del territorio.
Con specifico riferimento allo stato degli interventi di bonifica dei siti di interesse nazionale, si evidenzia che, ad oggi, sono stati approvati circa 140 progetti definitivi di bonifica delle matrici ambientali contaminate (suolo, sottosuolo ed acque di falda), che hanno permesso, e stanno permettendo, di effettuare idonei interventi di ripristino finalizzati alla restituzione del territorio agli usi consentiti, a partire da quelli di reindustrializzazione dei medesimi.
In merito, poi, alle aree oggetto dello smaltimento abusivo del C.I.C. (conglomerato idraulico catalizzato) nel territorio del Comune di Crotone, si evidenzia che parte di esse sono già ricomprese all'interno della perimetrazione del S.I.N. di Crotone e che, pertanto, tale problematica è stata affrontata nell'ambito della Conferenza di Servizi istruttoria tenutasi in data 20 ottobre 2008 presso questo Ministero, nel corso della quale è stato deciso di richiedere alla Syndial - dalla cui area di competenza (ex Pertusola) provengono le scorie inglobate nel CIC - la completa caratterizzazione e successiva rimozione del C.I.C. medesimo, previa autorizzazione dell'Autorità Giudiziaria competente, essendo le aree oggetto di smaltimento sottoposte, ad oggi, a sequestro giudiziario.
Infine, con riferimento alle risorse economiche stanziate ai fini del risanamento dei siti di bonifica di interesse nazionale, si evidenzia che il Programma nazionale di bonifica (decreto ministeriale n. 468 del 2001) ha assegnato ai primi 41 siti risorse pari a 547.341.021,63 euro e il decreto ministeriale 28 novembre 2006 n. 308 ha assegnato agli altri siti risorse pari a 60.375.800,00 euro.
In merito a quanto indicato nell'interrogazione a risposta orale n. 5-00477, presentata dagli Onorevoli Bratti e Mariani, nel rinviare ad una completa relazione, vista la sua corposità, a disposizione degli interroganti, con la quale si riferisce in ordine allo stato dell'arte sulla bonifica di ciascun sito di interesse nazionale ed in cui sono specificatamente indicate le risorse economiche all'uopo stanziate, si rappresenta quanto segue.
In merito agli Accordi di Programma sottoscritti da questo Ministero con gli Enti Locali per la definizione degli interventi di messa in sicurezza d'emergenza e successiva bonifica, si comunica che, oltre a quelli già stipulati in relazione ai siti di Mantova, Massa Carrara, Orbetello, Piombino, Napoli Orientale e Brindisi, il 31 ottobre 2008 ne saranno sottoscritti due ulteriori per i siti di Trieste e Priolo e sarà formalizzato l'Accordo di Programma integrativo del S.I.N. di Piombino.
Sono, inoltre, in corso di definizione gli Accordi di Programma relativi ai S.I.N., tra gli altri, di Brescia, Porto Torres, Taranto, Falconara Marittima, Sulcis Iglesiente Guspinese.
I predetti strumenti programmatici attivati sul territorio hanno consentito l'avvio delle attività di riqualificazione ambientale necessarie a partire dalla messa in sicurezza e bonifica della falda.
Elemento innovativo di tali Accordi è la possibilità di compartecipazione dei soggetti privati alle attività di bonifica della falda, prevedendo, attraverso la sottoscrizione di specifici atti transattivi, modalità di accelerazione per il riutilizzo delle aree ai tini produttivi.
Attualmente tale meccanismo ha consentito di arrivare alla sottoscrizione di alcuni accordi transattivi quali, ad esempio, quelli con la Società IES a Mantova, con le Società Basell e Edipower a Brindisi.
Nei predetti Accordi sono stati, inoltre, introdotti ulteriori elementi volti alla massima accelerazione delle procedure di riutilizzo delle aree inquinate da parte dei soggetti privati, sempre attraverso lo strumento dell'atto transattivo, con specifici meccanismi di conguaglio volti a favorire da parte del soggetto interessato il sostegno degli oneri a suo carico sia in termini di compartecipazione alle attività di bonifica che di risarcimento del danno ambientale.
Nello specifico, viene riconosciuta ai soggetti privati la possibilità di conguagliare, in parte o interamente, quanto dovuto a titolo di danno ambientate, pagabili in 10 anni senza interessi, e a titolo di partecipazione agli interventi di messa in sicurezza e bonifica delle acque di falda, per il 50 per cento a carico del Soggetto Pubblico, con il costo di investimenti, anche migliorativi delle performance ambientali, che intendono realizzare sull'area in questione, in conformità con le disposizioni comunitarie in materia di aiuti di Stato a finalità ambientale.
Inoltre, nello spirito del processo definito nell'ambito dell'articolo 252-bis del decreto legislativo n. 152 del 2006, alcuni Accordi prevedono il coinvolgimento del Ministero dello Sviluppo Economico che, attraverso la messa a disposizione delle risorse finanziarie a valere sul «Programma Straordinario Nazionale per il recupero economico-produttivo di siti industriali inquinati» (risorse FAS 2007/2013), può sostenere le strategie di rilancio e reindustrializzazione delle aree inquinate interessate da progetti di sviluppo economico, a partire dal sostegno dei necessari interventi di bonifica.
In riscontro a quanto richiesto dagli interpellanti, si assicura che il Ministero porrà in essere tutti gli strumenti e le iniziative ad essi connesse al fine di rendere le procedure più agevoli, funzionali e percorribili per comprimerne e ridurne i tempi di attuazione e per portare quanto prima a termine le attività di bonifica, nonché per favorire e promuovere il processo di riqualificazione ambientale funzionale alle esigenze di sviluppo economico e produttivo del territorio.
Con specifico riferimento allo stato degli interventi di bonifica dei siti di interesse nazionale, si evidenzia che, ad oggi, sono stati approvati circa 140 progetti definitivi di bonifica delle matrici ambientali contaminate (suolo, sottosuolo ed acque di falda), che hanno permesso, e stanno permettendo, di effettuare idonei interventi di ripristino finalizzati alla restituzione del territorio agli usi consentiti, a partire da quelli di reindustrializzazione dei medesimi.
In merito, poi, alle aree oggetto dello smaltimento abusivo del C.I.C. (conglomerato idraulico catalizzato) nel territorio del Comune di Crotone, si evidenzia che parte di esse sono già ricomprese all'interno della perimetrazione del S.I.N. di Crotone e che, pertanto, tale problematica è stata affrontata nell'ambito della Conferenza di Servizi istruttoria tenutasi in data 20 ottobre 2008 presso questo Ministero, nel corso della quale è stato deciso di richiedere alla Syndial - dalla cui area di competenza (ex Pertusola) provengono le scorie inglobate nel CIC - la completa caratterizzazione e successiva rimozione del C.I.C. medesimo, previa autorizzazione dell'Autorità Giudiziaria competente, essendo le aree oggetto di smaltimento sottoposte, ad oggi, a sequestro giudiziario.
Infine, con riferimento alle risorse economiche stanziate ai fini del risanamento dei siti di bonifica di interesse nazionale, si evidenzia che il Programma nazionale di bonifica (decreto ministeriale n. 468 del 2001) ha assegnato ai primi 41 siti risorse pari a 547.341.021,63 euro e il decreto ministeriale 28 novembre 2006 n. 308 ha assegnato agli altri siti risorse pari a 60.375.800,00 euro.
29/10/08
Organizzare meglio la mobilità.....
Si è svolta nei giorni scorsi la prima giornata del Forum Ambiente indetto dal Partito Democratico, aperto a tutta la cittadinanza. Il primo argomento trattato è stato quello della Mobilità e delle Infrastrutture. Due temi che saranno fortemente presenti nella prossima campagna elettorale amministrativa: sia per le scelte strategiche da compiere in merito a parcheggi, mobilità ciclabile e soprattutto al trasporto pubblico, sia per l’ eventuale costruzione e sistemazione di infrastrutture stradali. Si pensi a questo proposito alla Cispadana, agli interventi per la sicurezza sulla Statale Romea o alle infrastrutture ferroviarie, ad esempio la metropolitana di superficie.
Inoltre relativamente al trasporto pubblico, importante sarà anche capire, in base anche al recente art. 23-bis del DL 112/2008 (convertito con la legge 6/8/2008 n. 113), approvato dalle Camere e alla nuova legge regionale, che tipo di gestione di questo servizio pubblico sia il più consono alla nostra realtà, in quanto vengono previste diverse possibilità di affidamento della gestione del servizio.
E’ proprio su quest’ultimo argomento che vorrei soffermarmi.
A livello di Regione Emilia-Romagna esiste una legge che indica nella gara il metodo unico per assegnare i servizi di TPL. In effetti 8 provincie hanno fatto la gara, mentre la sola Bologna è in regime di affidamento diretto. E’ ben vero che dappertutto, non solo nella nostra Regione, le gare le hanno vinte quelli che erano i precedenti gestori. Nella maggior parte dei bacini provinciali siamo a ridosso della seconda tornata di gare perché i contratti così assegnati stanno scadendo.
Ora ricordiamo cosa c’è a Ferrara. Esiste un’Agenzia (AMI) costituita ai sensi della legge regionale sotto forma di Consorzio, i soci fondatori sono la Provincia, il Comune di Ferrara e, con quote minori, gli altri 26 comuni della provincia. E’ stata bandita una gara pubblica a livello europeo per assegnare i servizi di TPL nel bacino provinciale. Ha vinto il Consorzio TPF il cui socio principale è l’ACFTspa, ma nel quale sono presenti anche i privati (Consorzio FEM) , l’ATC di Bologna e la FER. Il Contratto di servizio scade alla fine del 2010.
Visto che per fare una gara europea di tale complessità ci vuole non meno di un anno e mezzo, una delle prime decisioni che le nuove amministrazioni dovranno prendere dopo le elezioni amministrative del 2009, sarà se dare indicazione all’Agenzia se fare o meno una nuova gara o andare in proroga nell’ambito del vigente contratto.
Al di là di ciò che dicono le normative e i programmi elettorali, la gara non è la risoluzione di tutti i mali di un servizio né di per sé può sanare inefficienze e tantomeno crisi aziendali. Tuttavia è un importante momento nel quale l’amministrazione appaltante “negozia” con uno o più potenziali fornitori le condizioni dei servizi pubblici a favore dei propri cittadini. Sappiamo tutti che se il fornitore di un qualsiasi bene o servizio è già individuato ex-ante ed è certo della continuità del proprio contratto, non sarà facile ottenere da questo le migliori condizioni economiche e di qualità possibili. Il monopolio, pubblico e/o privato che sia, non ha mai fatto bene ai clienti.
Quindi la procedura di gara parrebbe oggi il sistema più auspicabile da perseguire. Ma è chiaro che anche se si dovesse procedere verso altre soluzioni probabilmente l’agenzia intesa come authority di regolazione e controllo, avrebbe senso. Tale modello in Europa è largamente diffuso e ben funzionante, anche con diverse punte di eccellenza. In Italia il contesto è diverso. In Emilia Romagna dopo una fase di incentivazione, la recente legge n. 10/2008 ha ridefinito i campi di attività delle agenzie. In effetti si può dire che il loro ruolo e l’assetto istituzionale siano stati meglio precisati: attività quali l’indizione della gara, la titolarità del contratto di servizio, il relativo controllo, la proprietà dei beni strumentali sono state cioè ribadite e confermate. In particolare nella nostra provincia dove si discute - e si auspica - che il principale gestore del servizio possa unificarsi con l’azienda di Bologna, un presidio territoriale forte, sia politicamente che tecnicamente, è più che mai opportuno.
Inoltre io ritengo che potrebbe essere utile e importante avere un unico soggetto nel quale concertare le politiche e le azioni in tema di mobilità sia che riguardi il trasporto pubblico ma anche i parcheggi, il sistema ciclabile e tutte le altre forme di mobilità sostenibile (compreso il lavoro di mobility management). Questo significherebbe trasferire una parte delle funzioni di programmazione dagli enti locali, che sono i soci proprietari dell’Agenzia, all’Agenzia stessa. In sostanza al di là delle rispettive competenze amministrative, le azioni nel settore della mobilità vanno sempre più coordinate e concertate almeno a livello provinciale. Ciò non significa costruire o mantenere degli enti inutili, ma semplicemente razionalizzare le forze tecniche e lavorare più “a sistema” per affrontare le sfide future che vedono nello spostamento delle merci e delle persone uno dei problemi più complessi da risolvere.
Bicycle Commuter Act
Si chiama Bicycle Commuter Act ed entrerà in vigore negli Stati Uniti a gennaio 2009 grazie alla firma di George W. Bush. A partire dall'anno prossimo tutti i lavoratori americani che lasceranno a casa la macchina per andare a lavoro in bicicletta riceveranno un bonus di 20 dollari a fine mese sulla busta paga, totalmente esenti da tasse. I datori di lavoro potranno a loro volta scaricare quei soldi dalla dichiarazione dei redditi e il cerchio perfetto si chiuderà. Da leggere su Repubblica.it
Update
Segnalo due lavori, uno presentato oggi: The 2008 Living Planet Report dal WWF che lancia un grido di allarme sull'aumento della impronta ecologica e l'altro invece è "Energy Revolution: A Sustainable World Energy Outlook", presentato invece ieri dal EREC (European Renewable Energy Council)assieme a Greenpeace, iptizzando che una forte politica mondiale basata su efficienza energetica e energie pulite siaa in grado di rendere il Pianeta indipendente dalle fonti non rinnovabili entro il 2090, risparmiando circa 14 miliardi di euro e affrontando allo stesso tempo i cambiamenti climatici.
Giornata impegnativa.....
Oggi giornata impegnativa. Mattina question time sulle bonifiche e i siti di interesse nazionale, pomeriggio incontro con Prestigiacomo: non se l'è cavata male, ma non convince.
Inizio discussione 1441-ter sull'energia....
Domani vi metto su i resoconti.
Ah dimenticavo... pare che la Commissione VIA abbia approvato il progetto off-gas. A presto la firma dell'Accordo di Programma bis.
Inizio discussione 1441-ter sull'energia....
Domani vi metto su i resoconti.
Ah dimenticavo... pare che la Commissione VIA abbia approvato il progetto off-gas. A presto la firma dell'Accordo di Programma bis.
28/10/08
Europa
Non si volta l'uomo che guarda le stelle...
Una persona che viaggia in treno emette due terzi di anidride carbonica in meno rispetto a una persona che viaggia in automobile da sola. Pensare a mezzi di trasporto alternativi all´aereo. I trasporti aerei sono la fonte di emissioni di CO2 che cresce al ritmo più veloce a livello mondiale. Ma oggi chi prende l´aereo può "compensare" le proprie emissioni di carbonio! Infatti esistono apposite organizzazioni cui si possono versare modeste somme di "compensazione", che loro provvederanno ad investire in energia rinnovabile o nella piantagione di alberi. Andare in bicicletta, camminare, ricorrere al car pooling, usare i mezzi di trasporto pubblici e telelavorare..Ecco cosa ci consiglia la UE nella nuova versione del manuale"L´Europa in movimento. La lotta contro i cambiamenti climatici. L´Ue apre la strada" pubblicato dalla in 20 lingue. Si legge:
Ormai è un dato acquisito in tutto il mondo: se non ci muoveremo in fretta, il nostro pianeta subirà un cambiamento climatico irreversibile.
L’UE ha già dato una risposta chiara adottando una politica integrata in materia di energia e di cambiamento climatico ed impegnandosi a ridurre le emissioni di gas responsabili dell’effetto serra di almeno il 20 % entro il 2020 nonché a condurre negoziati internazionali mirati a raggiungere obiettivi ancora più ambiziosi. Ciò contribuirà a scongiurare che la temperatura del pianeta salga di più di 2 °C, ovvero il livello che sempre più scienziati considerano come il punto di non ritorno. Per raggiungere questo obiettivo dobbiamo utilizzare le risorse energetiche in maniera più sostenibile, optare per forme d’energia rinnovabili, catturare e stoccare l’anidride carbonica e lottare più fermamente per invertire il disboscamento delle foreste. Questa sfida potrebbe richiedere dei cambiamenti nelle nostre abitudini quotidiane, ma consentirà di salvaguardare la qualità della vita nostra e delle generazioni future.
Una persona che viaggia in treno emette due terzi di anidride carbonica in meno rispetto a una persona che viaggia in automobile da sola. Pensare a mezzi di trasporto alternativi all´aereo. I trasporti aerei sono la fonte di emissioni di CO2 che cresce al ritmo più veloce a livello mondiale. Ma oggi chi prende l´aereo può "compensare" le proprie emissioni di carbonio! Infatti esistono apposite organizzazioni cui si possono versare modeste somme di "compensazione", che loro provvederanno ad investire in energia rinnovabile o nella piantagione di alberi. Andare in bicicletta, camminare, ricorrere al car pooling, usare i mezzi di trasporto pubblici e telelavorare..Ecco cosa ci consiglia la UE nella nuova versione del manuale"L´Europa in movimento. La lotta contro i cambiamenti climatici. L´Ue apre la strada" pubblicato dalla in 20 lingue. Si legge:
Ormai è un dato acquisito in tutto il mondo: se non ci muoveremo in fretta, il nostro pianeta subirà un cambiamento climatico irreversibile.
L’UE ha già dato una risposta chiara adottando una politica integrata in materia di energia e di cambiamento climatico ed impegnandosi a ridurre le emissioni di gas responsabili dell’effetto serra di almeno il 20 % entro il 2020 nonché a condurre negoziati internazionali mirati a raggiungere obiettivi ancora più ambiziosi. Ciò contribuirà a scongiurare che la temperatura del pianeta salga di più di 2 °C, ovvero il livello che sempre più scienziati considerano come il punto di non ritorno. Per raggiungere questo obiettivo dobbiamo utilizzare le risorse energetiche in maniera più sostenibile, optare per forme d’energia rinnovabili, catturare e stoccare l’anidride carbonica e lottare più fermamente per invertire il disboscamento delle foreste. Questa sfida potrebbe richiedere dei cambiamenti nelle nostre abitudini quotidiane, ma consentirà di salvaguardare la qualità della vita nostra e delle generazioni future.
27/10/08
Efficienza energetica nelle aree industriali: un impianto fotovoltaico a concentrazione
Si è tenuto venerdì 24 ottobre, presso la sede del Consorzio HTS a San Giovanni di Ostellato, Ferrara, il workshop per l'inaugurazione dell'impianto fotovoltaico a concentrazione per la produzione di energia elettrica solare. L'innovativo impianto è il risultato della stretta collaborazione fra enti pubblici e privati: gestito da SIPRO, il sistema è stato progettato e realizzato dallo spin-off universitario CPower e finanziato dalla Provincia di Ferrara nell'ambito del progetto europeo ACInD (Adriatic Cooperation for Industrial Development).
La tecnologia in sperimentazione rappresenta un'evoluzione nell'ambito della ricerca nel settore fotovoltaico, poiché contribuisce a ridurre i costi oltre ad ottimizzare l'efficienza energetica dei moduli utilizzati. Si tratta di una tecnologia basata sulla possibilità di concentrare, e quindi moltiplicare su piccole superfici, la radiazione solare incidente tramite l'utilizzo di lenti o altri dispositivi ottici. L'impianto, che ha una potenza complessiva di 4,18 kWp, è destinato alla produzione di energia elettrica ed alla connessione in rete. Permette il risparmio di circa 1160 litri di petrolio/anno, consumati da una centrale termoelettrica tradizionale per produrre la stessa energia, pari a circa 3500Kg/anno di CO2 che non vengono emessi in atmosfera.
Il workshop è stato l'occasione per presentare questo "gioiello tecnologico" già funzionante e collegato alla rete Enel, ma anche discutere dei diversi aspetti legati ai temi delle energie alternative nelle aree industriali sotto diversi punti di vista.
La tecnologia in sperimentazione rappresenta un'evoluzione nell'ambito della ricerca nel settore fotovoltaico, poiché contribuisce a ridurre i costi oltre ad ottimizzare l'efficienza energetica dei moduli utilizzati. Si tratta di una tecnologia basata sulla possibilità di concentrare, e quindi moltiplicare su piccole superfici, la radiazione solare incidente tramite l'utilizzo di lenti o altri dispositivi ottici. L'impianto, che ha una potenza complessiva di 4,18 kWp, è destinato alla produzione di energia elettrica ed alla connessione in rete. Permette il risparmio di circa 1160 litri di petrolio/anno, consumati da una centrale termoelettrica tradizionale per produrre la stessa energia, pari a circa 3500Kg/anno di CO2 che non vengono emessi in atmosfera.
Il workshop è stato l'occasione per presentare questo "gioiello tecnologico" già funzionante e collegato alla rete Enel, ma anche discutere dei diversi aspetti legati ai temi delle energie alternative nelle aree industriali sotto diversi punti di vista.
26/10/08
L'Italia migliore
Giornata memorabile quella di ieri a Roma.
Qui il testo integrale dell'intervento di Veltroni.
E il passaggio sull'ambiente:
Alla parola “costi” si deve sostituire la parola “investire”.
Vale, questo, per la grande frontiera dell’ambiente, per il gigantesco problema del surriscaldamento globale, per la strada indispensabile delle energie rinnovabili.
Basta col pensare che tutto, quando si parla di questioni ambientali, sia solo un costo da sopportare. “Costi irragionevoli”, ha detto il Presidente del Consiglio di fronte ai nostri partner europei.
L’ambiente e l’economia non sono nemici tra loro. Il Pil può salire mentre contemporaneamente aumenta la tutela della natura e migliora la qualità della vita. Anzi: il Pil sale solo se al centro dello sviluppo c’è la sostenibilità, c’è la riconversione dell’economia.
Davvero non si capisce perché se la Germania è riuscita a creare, nel comparto delle fonti rinnovabili, duecentomila posti di lavoro negli ultimi dieci anni, da noi non possa avvenire qualcosa di simile. O perché non sia possibile seguire l’esempio della California, che puntando sull’efficienza energetica ne ha creati un milione e mezzo.
24/10/08
A proposito di economia e rinnovabili
Un interessante lavoro dell'UNEP la cui recensione è stata pubblicata su Il sole 24 ore di ieri mette in luce quali sono i vantaggi economici delle rinnovabili. Leggetelo....su greenreport.it
Contabilità ambientale?
Il tremendo duello Brunetta-Testa rende il lavoro fatto negli ultimi 10 anni, nei nostri EELL sulla contabilità ambientale, quanto mai attuale.
Clima ed energia: inizia il confronto....forse
Qui il video del mio intervento di ieri (ore 16.04) sul disegno di legge n°1441 in materia di energia. E qui sotto il testo....
Sig Presidente,
la proposta del Governo in materia energetica attraverso il collegato alla finanziaria, pare proporre una soluzione integrata e razionale alla sfida dei cambiamenti climatici e invece in realtà rischia di allontanare l'Italia dalle scelte europee: infatti pur dichiarando un impegno sulle fonti rinnovabili e sulle politiche di implementazione del risparmio e dell'efficienza energetica, il Governo tende a sospingere l'Italia in tutt'altra direzione, con scelte che ipotecano il futuro energetico del Paese per i prossimi 40 o 50 anni, puntando come scelta prioritaria sul “nucleare”. Le recenti posizioni del Governo italiano rispetto al pacchetto clima , noto come pacchetto 20-20-20 , rimettono in discussione di fatto gli obiettivi della UE per il rispetto del Protocollo di Kyoto. Addirittura il Premier Berlusconi critica aspramente i meccanismi di mercato, cari al riformismo ecologista, dello scambio di emissioni di gas serra e della costituzione di una Borsa per la compra vendita delle eccedenze. Fortunatamente siamo in Europa e finalmente pare non solo per le politiche monetarie .La sensazione che si ricava attraverso le dichiarazioni del Commissario Dimas, non certo un estremista dell’ecologismo, è che l’Europa sia decisa nell’attuare quelle politiche di sostegno per sviluppare un’economia “verde” con la consapevolezza che il costo della cosidetta “inazione”, cioè il non far nulla, sarebbe troppo alto da sostenere per i Paesi europei non solo in termini ambientali ma soprattutto economici. Secondo la Commissione per raggiungere gli obiettivi europei l’Italia dovrà investire 8 miliardi di euro l’anno ma avrà benefici economici immediati . Ogni anno, solo grazie al taglio delle importazioni di gas e petrolio, l’Italia potrà risparmiare 7,6 miliardi di euro, mentre con la riduzione dell’inquinamento si risparmierebbe oltre 1 miliardo di euro in politiche di mitigazione e controllo. Questo senza considerare i benefici che deriverebbero dall’innovazione del sistema economico.
Questi benefici sono già evidenti sulle fonti rinnovabili : gli investimenti in Germania hanno prodotto l’occupazione oggi di 250 mila persone. In Italia il solo settore eolico occupa 13.000 persone e potrebbe crescere a 66.000 contribuendo da solo ad oltre la metà degli obiettivi per le fonti rinnovabili al 2020 .
I costi di produzione di tutte le fonti rinnovabili sono da anni in diminuzione contrariamente al nucleare che presenta costi in forte crescita. I 50 miliardi di kWh da rinnovabili da produrre in più al 2020, peraltro, valgono 25 milioni di tonnellate di CO2 all’anno evitate, la riduzione dei consumi di circa 10 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio oltre agli investimenti evitati in centrali a combustibili fossili dell’ordine dei 5 miliardi di euro. Questi benefici probabilmente non sono stati stimati nei costi presentati dal Governo che scegliendo lo scenario peggiore proposto dalla Commissione ha dichiarato che il pacchetto clima costerebbe circa 18 miliardi di euro.
A Varsavia, dall’incontro fra i Ministri dell’Ambiente, è emerso che la futura COP 14 che si terrà a Poznan sarà la pietra miliare del nuovo accordo globale sui cambiamenti climatici . Il ministro Nowicki ha sottolineato che “la crisi finanziaria non deve essere una scusa per non prendere azioni di intervento rapido” e poi ha anche aggiunto che “unire la crisi finanziaria e la lotta ai cambiamenti climatici può portare benefici a tutto il mondo”.
Queste dichiarazioni non sembrano essere in linea con quanto espresso dal nostro Ministro dell’Ambiente che in più di un’intervista alla stampa ha fatto notare come in un momento di crisi finanziaria si debbano rallentare gli impegni sulle politiche ambientali. Per altro i primi provvedimenti concreti che stanno emergendo nella discussione sulla finanziaria rispetto alle politiche di efficienza e risparmio energetico fanno registrare un netto contrasto rispetto a ciò che succede in Europa. L’eliminazione della certificazione energetica degli edifici e la volontà espressa dalla maggioranza e dal Governo in Commissione Ambiente di eliminare nel futuro il fondo per le detrazioni fiscali per l’efficienza energetica stanno a dimostrare una scarsa propensione di questo Governo per lo sviluppo sostenibile. Ci si rifugia invece dietro una politica di tagli non selettiva e l’ ambiente viene ancora discriminato in nome della crisi finanziaria in atto ed andando in questo modo al di fuori delle linee che i capi di stato europei hanno definito a Bruxelles.
Una posizione così arretrata nel nostro Paese tende a penalizzare al solito le industrie più virtuose e rimandare soluzioni ambientali necessarie per aree strategiche come la Pianura padana. Se si esamina lo stato dell’ambiente della Pianura padana emerge uno stato di inquinamento dell’aria tra i più preoccupanti del mondo, con concentrazioni di polveri costantemente superiori ai limiti sanitari imposti a livello europeo. Situazione simile la si riscontra nelle falde acquifere e nei corsi superficiali. La produzione di biossido di carbonio rappresenta circa la metà di quello prodotto a livello nazionale. Da anni si chiede che l’emergenza padana diventi una grande emergenza europea dove le politiche ambientali siano centrali nelle politiche di sviluppo del governo. Rimandare la sfida di Kyoto significa in altre parole anche rimandare una possibile soluzione di questi problemi con tutte le conseguenze a livello sanitario ed economico. Pensate a quanti turisti verrebbero sulle coste adriatiche se passasse il messaggio che l’acqua e l’aria sono fra le peggiori del mondo !!!
La scelta del nucleare , come tecnologia complementare alle fonti rinnovabili e al risparmio energetico, in linea di principio non mi trova contrario, ma questa deve essere supportata dalla costruzione di un sistema di ricerca e di controllo che oggi in Italia non esiste.
La complessità della struttura di controllo degli Stati Uniti , della Francia e in genere di tutti i paesi dove si è sviluppata la tecnologia nucleare, evidenzia quanto un’Agenzia per la sicurezza sia fondamentale per il funzionamento di questi impianti. La mancanza in Italia di una situazione analoga, ma anche lontanamente simile, mi ha convinto che la proposta che il Governo ha presentato è largamente insufficiente a garantire quelle condizioni minime di sicurezza per lo sviluppo di una tecnologia così complessa.
In specifico rispetto alla proposta di costituzione dell’ Agenzia per la sicurezza nucleare vi sono alcuni punti che io considero di grande debolezza, pur riconoscendo che rispetto all’idea iniziale , grazie al lavoro del PD in commissione Attività produttive il testo licenziato è notevolmente migliorato
Innanzitutto non è garantita la terzietà della struttura essendo il presidente dell’Agenzia nominato dal Presidente del consiglio e i membri del CDA nominati in maniera paritetica dai Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico. Ben diversa ad esempio è l’Agenzia francese i cui vertici sono nominati dalle massime cariche istituzionali dello Stato per garantire una vera terzietà. Poi vi è un’altra anomalia in quanto non si capisce perché un organo che ha funzioni fondamentalmente di controllo debba vedere due rappresentanti del Ministero dello Sviluppo economico, quasi a costituire una sorta di presidio di controllo dell’operato della struttura. D’altronde è ormai evidente che il Ministro dell’Ambiente sta rinunciando al suo ruolo ed è completamente subalterno alla logica finto-sviluppista dell’attuale governo ben lontano dalla logica della sostenibilità.
Nel passato con il passaggio della DISP (Direzione Centrale per la Sicurezza Nucleare e la Protezione Sanitaria dell’ENEA) all’ANPA (Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente) 15 anni fa si era risolto il problema del controllore/controllato e si era raggiunto finalmente un alto grado di indipendenza dell’Ente di controllo che non era più collocato nella sfera del Ministero dell’industria ma in quella del Ministero dell’ambiente. Ora si vuol fare il percorso inverso, creare una nuova Agenzia per portarla nella sfera del Ministero dello sviluppo economico. Non vi è altro motivo. Non è irrilevante che sia proprio il Ministro dello sviluppo economico il regista dell’operazione.
La scelta di costituire la nuova Agenzia attraverso l’unione di 50 operatori di ISPRA, ex agenzia dell’ambiente APAT, (ex “nuclearisti” di APAT) con 50 persone di ENEA non risolverebbe il problema principale che è quello della forte carenza di personale giovane. L’età del personale che in ENEA ha una competenza nucleare, ancorché di esercente, non è diversa da quella dell’ISPRA, ed è molta avanzata.
È necessario procedere ad assunzioni, senza perdere nel frattempo le poche unità di personale precario che sono state formate negli ultimi anni. Il Governo propone quindi l’istituzione di un ‘Agenzia di importanza fondamentale senza prevedere spese aggiuntive in tema di formazione e di assunzione di personale. Di più non è chiaro se i “100” dipendenti saranno pagati con i fondi dei propri enti di provenienza oppure da altri fondi
Una nuova Agenzia autonoma richiede unità di servizi (personale, amministrazione, servizi generali ecc.) per le quali non sarebbero sufficienti le poche persone di supporto amministrativo presenti nel Dipartimento Nucleare, Rischio Tecnologico e Industriale dell’ISPRA.
Non è chiaro , anzi non è proprio previsto se l’Agenzia opererà anche tramite strutture regionali. Oggi il sistema di allarme radiologico è molto capillare e diffuso e numerosi sono gli enti che se ne occupano. Vi sono alcune regioni che possiedono reti di allerta proprie. Le professionalità che oggi sono incardinate nelle Agenzie regionali per l’Ambiente non è chiaro come si collocano rispetto al progetto presentato. Circa duecento persone si occupano nei vari livelli regionali di radiazioni ionizzanti e non viene definito se rispetto all’Agenzia essi avranno un ruolo. Al solito così come è stato per la costituzione di ISPRA si sceglie una strada fortemente centralista e poco attenta alle autonomie regionali e locali.
Per diversi anni l’attività di controllo sarà ancora destinata al decommissioning e alla sistemazione dei rifiuti radioattivi.
Sarebbe impensabile far partire nuove centrali senza prima aver sistemato le vecchie e soprattutto senza aver realizzato le strutture necessarie per la messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi.
Non è poi corretto il passaggio in cui si afferma che l’Agenzia garantisce la sicurezza nucleare ed è responsabile per la sicurezza e la salvaguardia nucleare. Infatti la responsabilità della sicurezza è inevitabilmente in capo al titolare della gestione dell’impianto . E’ quindi il titolare della gestione che seguendo le regole dettate dall’Autorità deve garantire poi la sicurezza.
Vi sono inoltre altre questioni che vanno approfondite contenute nell’articolato del DDL 1441 ter, dalla possibilità di dichiarare i siti aree di interesse strategico nazionale , soggette a speciali forme di vigilanza che rischiano di rendere poco trasparenti le attività connesse agli impianti, alla definizione di cosa significhi “benefici diretti alle persone residenti” dove insiste la centrale. Anche questa affermazione va spiegata perché l’impatto dell’impianto non necessariamente si esplica nel comune dove è collocato.
Tanti sono dunque gli interrogativi che probabilmente ,dato la posta in gioco, per poter essere sciolti avrebbero richiesto un lavoro parlamentare meno frettoloso e un coinvolgimento delle istituzioni regionali e locali al fine di verificare ed eventualmente migliorare l’accettabilità sociale di una scelta così importante per il futuro dell’Italia
Sig Presidente,
la proposta del Governo in materia energetica attraverso il collegato alla finanziaria, pare proporre una soluzione integrata e razionale alla sfida dei cambiamenti climatici e invece in realtà rischia di allontanare l'Italia dalle scelte europee: infatti pur dichiarando un impegno sulle fonti rinnovabili e sulle politiche di implementazione del risparmio e dell'efficienza energetica, il Governo tende a sospingere l'Italia in tutt'altra direzione, con scelte che ipotecano il futuro energetico del Paese per i prossimi 40 o 50 anni, puntando come scelta prioritaria sul “nucleare”. Le recenti posizioni del Governo italiano rispetto al pacchetto clima , noto come pacchetto 20-20-20 , rimettono in discussione di fatto gli obiettivi della UE per il rispetto del Protocollo di Kyoto. Addirittura il Premier Berlusconi critica aspramente i meccanismi di mercato, cari al riformismo ecologista, dello scambio di emissioni di gas serra e della costituzione di una Borsa per la compra vendita delle eccedenze. Fortunatamente siamo in Europa e finalmente pare non solo per le politiche monetarie .La sensazione che si ricava attraverso le dichiarazioni del Commissario Dimas, non certo un estremista dell’ecologismo, è che l’Europa sia decisa nell’attuare quelle politiche di sostegno per sviluppare un’economia “verde” con la consapevolezza che il costo della cosidetta “inazione”, cioè il non far nulla, sarebbe troppo alto da sostenere per i Paesi europei non solo in termini ambientali ma soprattutto economici. Secondo la Commissione per raggiungere gli obiettivi europei l’Italia dovrà investire 8 miliardi di euro l’anno ma avrà benefici economici immediati . Ogni anno, solo grazie al taglio delle importazioni di gas e petrolio, l’Italia potrà risparmiare 7,6 miliardi di euro, mentre con la riduzione dell’inquinamento si risparmierebbe oltre 1 miliardo di euro in politiche di mitigazione e controllo. Questo senza considerare i benefici che deriverebbero dall’innovazione del sistema economico.
Questi benefici sono già evidenti sulle fonti rinnovabili : gli investimenti in Germania hanno prodotto l’occupazione oggi di 250 mila persone. In Italia il solo settore eolico occupa 13.000 persone e potrebbe crescere a 66.000 contribuendo da solo ad oltre la metà degli obiettivi per le fonti rinnovabili al 2020 .
I costi di produzione di tutte le fonti rinnovabili sono da anni in diminuzione contrariamente al nucleare che presenta costi in forte crescita. I 50 miliardi di kWh da rinnovabili da produrre in più al 2020, peraltro, valgono 25 milioni di tonnellate di CO2 all’anno evitate, la riduzione dei consumi di circa 10 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio oltre agli investimenti evitati in centrali a combustibili fossili dell’ordine dei 5 miliardi di euro. Questi benefici probabilmente non sono stati stimati nei costi presentati dal Governo che scegliendo lo scenario peggiore proposto dalla Commissione ha dichiarato che il pacchetto clima costerebbe circa 18 miliardi di euro.
A Varsavia, dall’incontro fra i Ministri dell’Ambiente, è emerso che la futura COP 14 che si terrà a Poznan sarà la pietra miliare del nuovo accordo globale sui cambiamenti climatici . Il ministro Nowicki ha sottolineato che “la crisi finanziaria non deve essere una scusa per non prendere azioni di intervento rapido” e poi ha anche aggiunto che “unire la crisi finanziaria e la lotta ai cambiamenti climatici può portare benefici a tutto il mondo”.
Queste dichiarazioni non sembrano essere in linea con quanto espresso dal nostro Ministro dell’Ambiente che in più di un’intervista alla stampa ha fatto notare come in un momento di crisi finanziaria si debbano rallentare gli impegni sulle politiche ambientali. Per altro i primi provvedimenti concreti che stanno emergendo nella discussione sulla finanziaria rispetto alle politiche di efficienza e risparmio energetico fanno registrare un netto contrasto rispetto a ciò che succede in Europa. L’eliminazione della certificazione energetica degli edifici e la volontà espressa dalla maggioranza e dal Governo in Commissione Ambiente di eliminare nel futuro il fondo per le detrazioni fiscali per l’efficienza energetica stanno a dimostrare una scarsa propensione di questo Governo per lo sviluppo sostenibile. Ci si rifugia invece dietro una politica di tagli non selettiva e l’ ambiente viene ancora discriminato in nome della crisi finanziaria in atto ed andando in questo modo al di fuori delle linee che i capi di stato europei hanno definito a Bruxelles.
Una posizione così arretrata nel nostro Paese tende a penalizzare al solito le industrie più virtuose e rimandare soluzioni ambientali necessarie per aree strategiche come la Pianura padana. Se si esamina lo stato dell’ambiente della Pianura padana emerge uno stato di inquinamento dell’aria tra i più preoccupanti del mondo, con concentrazioni di polveri costantemente superiori ai limiti sanitari imposti a livello europeo. Situazione simile la si riscontra nelle falde acquifere e nei corsi superficiali. La produzione di biossido di carbonio rappresenta circa la metà di quello prodotto a livello nazionale. Da anni si chiede che l’emergenza padana diventi una grande emergenza europea dove le politiche ambientali siano centrali nelle politiche di sviluppo del governo. Rimandare la sfida di Kyoto significa in altre parole anche rimandare una possibile soluzione di questi problemi con tutte le conseguenze a livello sanitario ed economico. Pensate a quanti turisti verrebbero sulle coste adriatiche se passasse il messaggio che l’acqua e l’aria sono fra le peggiori del mondo !!!
La scelta del nucleare , come tecnologia complementare alle fonti rinnovabili e al risparmio energetico, in linea di principio non mi trova contrario, ma questa deve essere supportata dalla costruzione di un sistema di ricerca e di controllo che oggi in Italia non esiste.
La complessità della struttura di controllo degli Stati Uniti , della Francia e in genere di tutti i paesi dove si è sviluppata la tecnologia nucleare, evidenzia quanto un’Agenzia per la sicurezza sia fondamentale per il funzionamento di questi impianti. La mancanza in Italia di una situazione analoga, ma anche lontanamente simile, mi ha convinto che la proposta che il Governo ha presentato è largamente insufficiente a garantire quelle condizioni minime di sicurezza per lo sviluppo di una tecnologia così complessa.
In specifico rispetto alla proposta di costituzione dell’ Agenzia per la sicurezza nucleare vi sono alcuni punti che io considero di grande debolezza, pur riconoscendo che rispetto all’idea iniziale , grazie al lavoro del PD in commissione Attività produttive il testo licenziato è notevolmente migliorato
Innanzitutto non è garantita la terzietà della struttura essendo il presidente dell’Agenzia nominato dal Presidente del consiglio e i membri del CDA nominati in maniera paritetica dai Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico. Ben diversa ad esempio è l’Agenzia francese i cui vertici sono nominati dalle massime cariche istituzionali dello Stato per garantire una vera terzietà. Poi vi è un’altra anomalia in quanto non si capisce perché un organo che ha funzioni fondamentalmente di controllo debba vedere due rappresentanti del Ministero dello Sviluppo economico, quasi a costituire una sorta di presidio di controllo dell’operato della struttura. D’altronde è ormai evidente che il Ministro dell’Ambiente sta rinunciando al suo ruolo ed è completamente subalterno alla logica finto-sviluppista dell’attuale governo ben lontano dalla logica della sostenibilità.
Nel passato con il passaggio della DISP (Direzione Centrale per la Sicurezza Nucleare e la Protezione Sanitaria dell’ENEA) all’ANPA (Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente) 15 anni fa si era risolto il problema del controllore/controllato e si era raggiunto finalmente un alto grado di indipendenza dell’Ente di controllo che non era più collocato nella sfera del Ministero dell’industria ma in quella del Ministero dell’ambiente. Ora si vuol fare il percorso inverso, creare una nuova Agenzia per portarla nella sfera del Ministero dello sviluppo economico. Non vi è altro motivo. Non è irrilevante che sia proprio il Ministro dello sviluppo economico il regista dell’operazione.
La scelta di costituire la nuova Agenzia attraverso l’unione di 50 operatori di ISPRA, ex agenzia dell’ambiente APAT, (ex “nuclearisti” di APAT) con 50 persone di ENEA non risolverebbe il problema principale che è quello della forte carenza di personale giovane. L’età del personale che in ENEA ha una competenza nucleare, ancorché di esercente, non è diversa da quella dell’ISPRA, ed è molta avanzata.
È necessario procedere ad assunzioni, senza perdere nel frattempo le poche unità di personale precario che sono state formate negli ultimi anni. Il Governo propone quindi l’istituzione di un ‘Agenzia di importanza fondamentale senza prevedere spese aggiuntive in tema di formazione e di assunzione di personale. Di più non è chiaro se i “100” dipendenti saranno pagati con i fondi dei propri enti di provenienza oppure da altri fondi
Una nuova Agenzia autonoma richiede unità di servizi (personale, amministrazione, servizi generali ecc.) per le quali non sarebbero sufficienti le poche persone di supporto amministrativo presenti nel Dipartimento Nucleare, Rischio Tecnologico e Industriale dell’ISPRA.
Non è chiaro , anzi non è proprio previsto se l’Agenzia opererà anche tramite strutture regionali. Oggi il sistema di allarme radiologico è molto capillare e diffuso e numerosi sono gli enti che se ne occupano. Vi sono alcune regioni che possiedono reti di allerta proprie. Le professionalità che oggi sono incardinate nelle Agenzie regionali per l’Ambiente non è chiaro come si collocano rispetto al progetto presentato. Circa duecento persone si occupano nei vari livelli regionali di radiazioni ionizzanti e non viene definito se rispetto all’Agenzia essi avranno un ruolo. Al solito così come è stato per la costituzione di ISPRA si sceglie una strada fortemente centralista e poco attenta alle autonomie regionali e locali.
Per diversi anni l’attività di controllo sarà ancora destinata al decommissioning e alla sistemazione dei rifiuti radioattivi.
Sarebbe impensabile far partire nuove centrali senza prima aver sistemato le vecchie e soprattutto senza aver realizzato le strutture necessarie per la messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi.
Non è poi corretto il passaggio in cui si afferma che l’Agenzia garantisce la sicurezza nucleare ed è responsabile per la sicurezza e la salvaguardia nucleare. Infatti la responsabilità della sicurezza è inevitabilmente in capo al titolare della gestione dell’impianto . E’ quindi il titolare della gestione che seguendo le regole dettate dall’Autorità deve garantire poi la sicurezza.
Vi sono inoltre altre questioni che vanno approfondite contenute nell’articolato del DDL 1441 ter, dalla possibilità di dichiarare i siti aree di interesse strategico nazionale , soggette a speciali forme di vigilanza che rischiano di rendere poco trasparenti le attività connesse agli impianti, alla definizione di cosa significhi “benefici diretti alle persone residenti” dove insiste la centrale. Anche questa affermazione va spiegata perché l’impatto dell’impianto non necessariamente si esplica nel comune dove è collocato.
Tanti sono dunque gli interrogativi che probabilmente ,dato la posta in gioco, per poter essere sciolti avrebbero richiesto un lavoro parlamentare meno frettoloso e un coinvolgimento delle istituzioni regionali e locali al fine di verificare ed eventualmente migliorare l’accettabilità sociale di una scelta così importante per il futuro dell’Italia
23/10/08
Pacchetto clima: conti italiani Vs conti europei
Su Ecoblog, via e-gazzette, il documento "riservato" sul Pacchetto clima: conti italiani Vs conti europei.
La soddisfazione e la crapula
Sarà che in fondo sono un moralista, sarà che ho comprato la prima casa con il mutuo a 50 anni, sarà che sono da sempre di sinistra, ma condivido i commenti del collega Lapo Pistelli che riporta sul suo blog l'articolo di Michele Serra sulle ragioni sociali e antropologiche
della catastrofe finanziaria globale in corso. Che cosa ci serve per vivere bene? Ce lo domandiamo ancora? Siamo padroni dei nostri bisogni o ne siamo vittime? La trasformazione di ogni desiderio materiale in diritto, gli occhi fissi sul Pil e zero sguardo su tutto il resto....declassare le differenze a devianze, diffidare non più della povertà, ma della sobrietà come di una debolezza sovversiva.... Se la sinistra volesse ripartire da qui, da questo fermo-immagine di una società terrorizzata dalla propria stessa ingordigia, prigioniera dei sogni piuttosto che libera dai bisogni, e riuscisse a dire un paio di cose convincenti sulla differenza tra l’agio e l’avidità, tra la soddisfazione e la crapula, tra il limite e la smodatezza, forse riuscirebbe in tempi brevi a ripartire davvero, dall’oggi e non più dallo ieri, con un vocabolario rinnovato, uno sguardo più limpido e vivace, e la voglia di tornare a capire che dentro una ricchezza simulata c’è molta più simulazione che ricchezza. Molta più angoscia che serenità. Molta più sconfitta che vittoria.
Qui tutto il pezzo di Serra e i commenti
della catastrofe finanziaria globale in corso. Che cosa ci serve per vivere bene? Ce lo domandiamo ancora? Siamo padroni dei nostri bisogni o ne siamo vittime? La trasformazione di ogni desiderio materiale in diritto, gli occhi fissi sul Pil e zero sguardo su tutto il resto....declassare le differenze a devianze, diffidare non più della povertà, ma della sobrietà come di una debolezza sovversiva.... Se la sinistra volesse ripartire da qui, da questo fermo-immagine di una società terrorizzata dalla propria stessa ingordigia, prigioniera dei sogni piuttosto che libera dai bisogni, e riuscisse a dire un paio di cose convincenti sulla differenza tra l’agio e l’avidità, tra la soddisfazione e la crapula, tra il limite e la smodatezza, forse riuscirebbe in tempi brevi a ripartire davvero, dall’oggi e non più dallo ieri, con un vocabolario rinnovato, uno sguardo più limpido e vivace, e la voglia di tornare a capire che dentro una ricchezza simulata c’è molta più simulazione che ricchezza. Molta più angoscia che serenità. Molta più sconfitta che vittoria.
Qui tutto il pezzo di Serra e i commenti
21/10/08
Question time sui siti contaminati
Ecco il question time presentato dall'On. Raffaellla Mariani e dal sottoscritto, relativo al tema dei siti contaminati di interesse nazionale.
Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.
Per sapere, premesso che:
- i recenti fatti di Crotone hanno riproposto con urgenza il tema della bonifica dei siti contaminati;
- numerose sono le aree di interesse nazionale, fra cui Carrara e Mantova, che ad oggi risultano essere bloccate sia per questioni tecniche, spesso legate all’interpretazione della normativa, sia per insufficienza di finanziamenti dedicati a queste aree, sia per pericoli legati allo stato dell’ambiente, con eventuali ripercussioni sanitarie, sia per eventuali processi di reindustrializzazione che necessitano interventi immediati e risolutivi;
- le procedure che riguardano i siti di interesse nazionale risultano spesso lunghe e farraginose, penalizzando spesso le comunità locali; numerosi sono gli enti interessati nella fase operativa di controllo spesso non adeguatamente coordinati;
diversi, inoltre, sono gli Accordi di programma che prevedono la bonifica, il ripristino e la valorizzazione delle aree interessate (Piombino, Mantova, Marghera, ed altri);
- in questi processi, particolarmente delicati, un ruolo fondamentale è svolto dagli enti di controllo, ISPRA, ISS e ARPA. Il personale ISPRA preposto a seguire le complesse procedure è costituito in gran parte da personale “precario” che in base al DDL 1453-bis non verrà riconfermato;
- non risulta chiaro quali siano le società coinvolte nei SIN per la bonifica delle aree contaminate;
- nella discussione relativa al D.L 90/2008 “Misure straordinarie per l’emergenza rifiuti nella Regione Campania e ulteriori disposizioni di Protezione civile”, la bonifica dei siti contaminati è emersa come una delle azioni prioritarie per il risanamento ambientale non solo per la Campania ma per tutto il Paese:
• quali siano le informazioni che il Ministro può fornire in ordine allo stato dell’arte della bonifica dei siti contaminati di interesse nazionale (SIN) – ivi inclusa l’eventuale intenzione di inserire la recente area contaminata di Crotone all’interno dei citati SIN – indicando, in particolare, l’ammontare complessivo delle risorse economiche dedicate al risanamento di tali siti, i tempi per la completa realizzazione delle opere di bonifica relativa ai SIN, nonché gli organismi preposti al controllo ambientale e sanitario delle procedure di bonifica relative ai SIN e gli organici effettivi di tali enti che operano nel settore delle bonifiche.
Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.
Per sapere, premesso che:
- i recenti fatti di Crotone hanno riproposto con urgenza il tema della bonifica dei siti contaminati;
- numerose sono le aree di interesse nazionale, fra cui Carrara e Mantova, che ad oggi risultano essere bloccate sia per questioni tecniche, spesso legate all’interpretazione della normativa, sia per insufficienza di finanziamenti dedicati a queste aree, sia per pericoli legati allo stato dell’ambiente, con eventuali ripercussioni sanitarie, sia per eventuali processi di reindustrializzazione che necessitano interventi immediati e risolutivi;
- le procedure che riguardano i siti di interesse nazionale risultano spesso lunghe e farraginose, penalizzando spesso le comunità locali; numerosi sono gli enti interessati nella fase operativa di controllo spesso non adeguatamente coordinati;
diversi, inoltre, sono gli Accordi di programma che prevedono la bonifica, il ripristino e la valorizzazione delle aree interessate (Piombino, Mantova, Marghera, ed altri);
- in questi processi, particolarmente delicati, un ruolo fondamentale è svolto dagli enti di controllo, ISPRA, ISS e ARPA. Il personale ISPRA preposto a seguire le complesse procedure è costituito in gran parte da personale “precario” che in base al DDL 1453-bis non verrà riconfermato;
- non risulta chiaro quali siano le società coinvolte nei SIN per la bonifica delle aree contaminate;
- nella discussione relativa al D.L 90/2008 “Misure straordinarie per l’emergenza rifiuti nella Regione Campania e ulteriori disposizioni di Protezione civile”, la bonifica dei siti contaminati è emersa come una delle azioni prioritarie per il risanamento ambientale non solo per la Campania ma per tutto il Paese:
• quali siano le informazioni che il Ministro può fornire in ordine allo stato dell’arte della bonifica dei siti contaminati di interesse nazionale (SIN) – ivi inclusa l’eventuale intenzione di inserire la recente area contaminata di Crotone all’interno dei citati SIN – indicando, in particolare, l’ammontare complessivo delle risorse economiche dedicate al risanamento di tali siti, i tempi per la completa realizzazione delle opere di bonifica relativa ai SIN, nonché gli organismi preposti al controllo ambientale e sanitario delle procedure di bonifica relative ai SIN e gli organici effettivi di tali enti che operano nel settore delle bonifiche.
20/10/08
Noi andiam avanti
Come preannunciato, venerdì scorso abbiamo avviato i lavori del Forum ambiente del PD ferrarese, con una prima iniziativa, molto tradizionale, finalizzata all'ascolto dei bisogni concreti sul tema della mobilità e delle infrastrutture. Hanno partecipato (e il numero e la qualità degli interventi che si sono succeduti, fino alle 19.30, legittima l'uso di questo termine) oltre 80 persone che hanno espresso il proprio pensiero, a partire dai problemi pratici e quotidiani, sulle questioni della mobilità e delle infrastrutture, fornendo cosi un prezioso quadro dei bisogni concreti dei cittadini sul territorio. Molti i rappresentanti dei Circoli territoriali, molte le istanze ascoltate e condivise, ricco il quadro delle politiche da proporre, articolate le relazioni introduttive. La sintesi e il calendario dei lavori tra qualche giorno qui e sul sito del PD Ferrara.
19/10/08
Senza paura
E' uscito L'Internazionale con un richiamo di De Mauro alle parole di Saviano.
Penso di aver diritto a una pausa. Ho pensato che cedere alla tentazione di indietreggiare non fosse una gran buona idea, non fosse soprattutto intelligente. Ho creduto che fosse assai stupido – oltre che indecente – rinunciare a se stessi, lasciarsi piegare da uomini di niente, gente che disprezzi per quel che pensa, per come agisce, per come vive, per quel che è nella più intima delle fibre. Ma in questo momento non vedo alcuna ragione per ostinarmi a vivere così, come prigioniero di me stesso, del mio libro, del mio successo. 'Fanculo il successo. Voglio una vita, ecco. Voglio una casa. Voglio innamorarmi, bere una birra in pubblico, andare in libreria e scegliermi un libro leggendo la quarta di copertina. Voglio passeggiare, prendere il sole, camminare sotto la pioggia, incontrare mia madre senza paura e senza spaventarla. Cazzo, ho solo ventotto anni! E voglio ancora scrivere'. Roberto Saviano, La Repubblica, 15 ottobre 2008.
Dario Fo, lo scrittore tedesco Günter Grass e il turco Orhan Pamuk, Nobel per la letteratura; Mikhail Gorbaciov e l'arcivescovo sudafricano Desmond Tutu, Nobel per la pace; Rita Levi Montalcini, Nobel per la medicina sono intervenuti in difesa dello scrittore con un testo che sta già avendo altre adesioni e che, a partire da oggi (sono già oltre 20 mila), è possibile firmare su Repubblica
Penso di aver diritto a una pausa. Ho pensato che cedere alla tentazione di indietreggiare non fosse una gran buona idea, non fosse soprattutto intelligente. Ho creduto che fosse assai stupido – oltre che indecente – rinunciare a se stessi, lasciarsi piegare da uomini di niente, gente che disprezzi per quel che pensa, per come agisce, per come vive, per quel che è nella più intima delle fibre. Ma in questo momento non vedo alcuna ragione per ostinarmi a vivere così, come prigioniero di me stesso, del mio libro, del mio successo. 'Fanculo il successo. Voglio una vita, ecco. Voglio una casa. Voglio innamorarmi, bere una birra in pubblico, andare in libreria e scegliermi un libro leggendo la quarta di copertina. Voglio passeggiare, prendere il sole, camminare sotto la pioggia, incontrare mia madre senza paura e senza spaventarla. Cazzo, ho solo ventotto anni! E voglio ancora scrivere'. Roberto Saviano, La Repubblica, 15 ottobre 2008.
Dario Fo, lo scrittore tedesco Günter Grass e il turco Orhan Pamuk, Nobel per la letteratura; Mikhail Gorbaciov e l'arcivescovo sudafricano Desmond Tutu, Nobel per la pace; Rita Levi Montalcini, Nobel per la medicina sono intervenuti in difesa dello scrittore con un testo che sta già avendo altre adesioni e che, a partire da oggi (sono già oltre 20 mila), è possibile firmare su Repubblica
18/10/08
L’Ue marcia l’Italia frena
E qui, su Europa trovate il mio commento.
Rifkin: solo il business verde ci può salvare
"Ma le conoscono le proiezioni? In Europa le fonti rinnovabili creeranno un milione di nuovi posti di lavoro. Senza calcolare la crescita negli altri pilastri della terza rivoluzione industriale: l'edilizia avanzata, l'idrogeno, le reti intelligenti. In questa prospettiva stare fuori dalla scommessa sul clima significa stare fuori dall'economia vincente. Roma ha sbagliato rotta solo il business verde ci può salvare" Rifkin su Repubblica.it
Giustamente "allibito"
"Mentre ancora chi guarda
nel silenzio allibito
giа sussurra: l'artista è impazzito
come i gatti di notte
sotto stelle sbiadite
crede forse di aver sette vite?" Il dito e la luna, Angelo Branduardi
Duro botta e risposta tra Bruxelles e Roma sulle misure individuate dall'Unione europea per ridurre l'inquinamento del pianeta: l'Italia frena il pacchetto di provvedimenti sulla base di stime sbagliate ed, anzi, sarà uno dei Paesi che più beneficerà del programma, attacca la Commissione. Replica del Governo: nessun errore, le cifre sono proprio quelle che ci avete fornito voi. E' stato il commissario europeo all'ambiente, Stavros Dimas, a contestare i numeri usati dall'Italia per valutare l'impatto del pacchetto Ue per la lotta al cambiamento climatico sull'economia del Paese.
Sono "allibito" dagli argomenti sollevati in alcuni ambienti, soprattutto in relazione alla crisi finanziaria, perché il provvedimento, ha affermato, "é parte della soluzione".
"Le cifre sono assolutamente fuori proporzione", ha osservato il commissario Ue. E a chi gli chiedeva spiegazioni sulle differenze tra i costi indicati dall'Italia e quelli dell'eurogoverno, ha risposto: "Non so da dove vengano quei numeri, ma non sono quelli che noi chiediamo".
"Quando abbiamo fatto la valutazione d'impatto abbiamo esaminato diversi scenari", ha scandito Dimas con il tono pacato che lo contraddistingue. "Ce n'era uno in cui per l'Italia il costo sarebbe stato pari all' 1,14% del Pil nel 2020, ma questo scenario non è previsto dal nostro pacchetto". I costi addizionali per l'Italia, ha proseguito il commissario, andranno dallo 0,51% allo 0,66% del Pil. "E se anche fosse lo 0,66%, cioé la stima più alta, questo non vuol dire una perdita di Pil netto", ha puntualizzato.
"Da un punto di vista macroeconomico, l'Italia - ha rilevato ancora il commissario - è forse uno dei Paesi che farà il miglior affare. Ed è per questo che mi domando il motivo di queste discussioni". Leggi su ANSA.it: CLIMA: ATTRITO BRUXELLES-ROMA SU COSTI e sul blog del mio amico D'Alessio Europa è allibita
nel silenzio allibito
giа sussurra: l'artista è impazzito
come i gatti di notte
sotto stelle sbiadite
crede forse di aver sette vite?" Il dito e la luna, Angelo Branduardi
Duro botta e risposta tra Bruxelles e Roma sulle misure individuate dall'Unione europea per ridurre l'inquinamento del pianeta: l'Italia frena il pacchetto di provvedimenti sulla base di stime sbagliate ed, anzi, sarà uno dei Paesi che più beneficerà del programma, attacca la Commissione. Replica del Governo: nessun errore, le cifre sono proprio quelle che ci avete fornito voi. E' stato il commissario europeo all'ambiente, Stavros Dimas, a contestare i numeri usati dall'Italia per valutare l'impatto del pacchetto Ue per la lotta al cambiamento climatico sull'economia del Paese.
Sono "allibito" dagli argomenti sollevati in alcuni ambienti, soprattutto in relazione alla crisi finanziaria, perché il provvedimento, ha affermato, "é parte della soluzione".
"Le cifre sono assolutamente fuori proporzione", ha osservato il commissario Ue. E a chi gli chiedeva spiegazioni sulle differenze tra i costi indicati dall'Italia e quelli dell'eurogoverno, ha risposto: "Non so da dove vengano quei numeri, ma non sono quelli che noi chiediamo".
"Quando abbiamo fatto la valutazione d'impatto abbiamo esaminato diversi scenari", ha scandito Dimas con il tono pacato che lo contraddistingue. "Ce n'era uno in cui per l'Italia il costo sarebbe stato pari all' 1,14% del Pil nel 2020, ma questo scenario non è previsto dal nostro pacchetto". I costi addizionali per l'Italia, ha proseguito il commissario, andranno dallo 0,51% allo 0,66% del Pil. "E se anche fosse lo 0,66%, cioé la stima più alta, questo non vuol dire una perdita di Pil netto", ha puntualizzato.
"Da un punto di vista macroeconomico, l'Italia - ha rilevato ancora il commissario - è forse uno dei Paesi che farà il miglior affare. Ed è per questo che mi domando il motivo di queste discussioni". Leggi su ANSA.it: CLIMA: ATTRITO BRUXELLES-ROMA SU COSTI e sul blog del mio amico D'Alessio Europa è allibita
17/10/08
Salute e cambiamenti climatici
Per far fronte proprio all’emergenza delle malattie da riscaldamento a Roma si è svolta la Giornata mondiale dell’alimentazione che ha visto insieme l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (Fao), l’ Organizzazione Mondiale della Sanita’ (Oms) e l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa).
Le associazioni hanno deciso che contro questo problema globale è necessario un intervento congiunto di più forze. La prima azione prevista è di raccogliere dati - più precisi sul fenomeno del riscaldamento globale e sulle sue conseguenze sull’organismo. Poi, agire, con interventi mirati che in alcuni casi andranno a cambiare addirittura l’organizzazione interna degli ospedali.
I principali danni del riscaldamento globale, pur con differenze notevoli tra un Paese e l’altro del mondo, sono stati raggruppati dagli studiosi, che hanno previsto come conseguenze del cambiamento climatico:
- aumento della temperatura in Europa tra 2,3 e 6 gradi entro fine secolo
incremento della povertà
- diminuzione dei raccolti agricoli e di conseguenza più fame nel mondo
- sviluppo e diffusione di nuovi virus, come epatite E e febbre della Rift Valley; oppure di batteri come salmonella, yersinia, listeria e leptospirosi, favoriti dal clima caldo, l’ideale per la proliferazione di agenti patogeni
- alimenti a rischio per qualità della conservazione scarsa, le alte temperature favoriranno il proliferare di batteri come la salmonella
- emergenza idrica in molte zone del Mondo. in Italia sono a rischio Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna.
Via ecologiae
C. 1441-TER
Atto Camera n. 1441-TER cosi si chiama l'atto legislativo che ha istituito l’ASN, l’Autorità per la sicurezza nucleare. Il Governo ha messo in piedi l’organo che praticamente si occuperà di costruire le centrali nucleari sul nostro territorio.Disegno di legge C. 1441-TER
16/10/08
Loro vanno avanti
Nessun cambiamento dell'agenda", dice Sarkozy, semmai l'impegno "a trovare soluzioni per i paesi che hanno manifestato problemi". Ma senza slittamenti. "Accordo entro dicembre" taglia corto la cancelliera tedesca Angela Merkel. "La lotta al cambiamento climatico - ha sottolineato ancora il presidente francese - è un appuntamento così impegnativo che non si può lasciare cadere sotto pretesto della crisi finanziaria". Dal Consiglio Europeo, rincara il presidente della Commissione Josè Manuel Barroso, "esce confermata la data di dicembre per un accordo del Consiglio europeo sul pacchetto clima". Leggi su Repubblica.it e sotto, da Greereport, la parte finale del documento approvato oggi.
Energia e cambiamento climatico
Il Consiglio europeo conferma la sua determinazione a mantenere gli impegni ambiziosi in materia di politica climatica ed energetica che ha concordato nel marzo 2007 e nel marzo 2008. In questo contesto, chiede alla Presidenza ed alla Commissione di organizzare un lavoro intensificato nelle prossime settimane per permettere al Consiglio europeo di decidere a dicembre 2008 le soluzioni appropriate agli impegni per la sua messa in opera per tutti i settori dell´economia europea, e per tutti gli Stati membri, con riguardo alla situazione specifica di ciascuno, vigilando su un rapporto costo-efficacia soddisfacente rigorosamente stabilito.
Sicurezza energetica
La sicurezza dell´approvvigionamento di energia è una priorità dell´Unione europea. Esso passa per la responsabilità e la solidarietà di tutti gli Stati membri. A questo fine e tendo conto del rapporto sottoposto dalla Presidenza, il Consiglio europeo decide di intensificare i lavori in corso, arrestando gli orientamenti seguenti e invitando la Commissione, per quanto necessario, a presentare proposte o iniziative corrispondenti:
a) finalizzare il pacchetto legislativo relativo al mercato interno dell´elettricità e del gas prima della fine della legislatura;
b) accelerare la messa in opera del Piano di azione europeo sull´efficienza energetica e del Piano strategico per le tecnologie energetiche;
c) perseguire con determinazione la diversificazione delle fonti di energia, alla quale le misure del pacchetto energia/clima contribuiscono direttamente;
d) promuovere un migliore funzionamento del mercato, in particolare per una più grande trasparenza sui flussi e gli stocks e per gli scambi d´informazione sui bisogni e le risorse a lungo termine
e) sviluppare dei meccanismi di crisi che permettano di far fronte ad interruzioni temporanee dell´approvvigionamento;
f) rafforzare e completare le infrastrutture critiche, soprattutto le reti transeuropee di trasporto di energia e i terminali di gas naturale liquefatto. Un´attenzione particolare verrà data di volta in volta alle interconnessioni ed alla connessione dei Paesi più isolati dell´insieme europeo, all´articolazione delle reti europee con le infrastrutture d´approvvigionamento e alla necessità de diversificare tanto le fonti che i percorsi.
Il Consiglio europeo sostiene l´iniziativa della Commissione di stabilire un Piano di azione per accelerare le interconnessioni nella regione baltica. Un calendario di lavoro sarà stabilito a questo fine prima dell´anno; sviluppare le relazioni dell´Unione in campo energetico con i Paesi produttori e di transito in vista della stabilità dell´approvvigionamento così come di una diversificazione delle fonti d´energia e delle vie di approvvigionamento.
A questo riguardo, il Consiglio europeo saluta le iniziative prese da diversi Stati membri sulla sicurezza energetica, in particolare per la riunione con i Paesi del Mar Caspio con i Paesi di transito che sarà organizzata dalla presidenza Ceca nella primavera 2009. Il Consiglio europeo rivedrà questo tema nel corso della sua sessione di marzo 2009 per fare il punto dell´avanzamento dei lavori, anche alla luce della prossima revisione strategica dell´energia della Commissione, ed adottare le decisioni che s´impongono.
Energia e cambiamento climatico
Il Consiglio europeo conferma la sua determinazione a mantenere gli impegni ambiziosi in materia di politica climatica ed energetica che ha concordato nel marzo 2007 e nel marzo 2008. In questo contesto, chiede alla Presidenza ed alla Commissione di organizzare un lavoro intensificato nelle prossime settimane per permettere al Consiglio europeo di decidere a dicembre 2008 le soluzioni appropriate agli impegni per la sua messa in opera per tutti i settori dell´economia europea, e per tutti gli Stati membri, con riguardo alla situazione specifica di ciascuno, vigilando su un rapporto costo-efficacia soddisfacente rigorosamente stabilito.
Sicurezza energetica
La sicurezza dell´approvvigionamento di energia è una priorità dell´Unione europea. Esso passa per la responsabilità e la solidarietà di tutti gli Stati membri. A questo fine e tendo conto del rapporto sottoposto dalla Presidenza, il Consiglio europeo decide di intensificare i lavori in corso, arrestando gli orientamenti seguenti e invitando la Commissione, per quanto necessario, a presentare proposte o iniziative corrispondenti:
a) finalizzare il pacchetto legislativo relativo al mercato interno dell´elettricità e del gas prima della fine della legislatura;
b) accelerare la messa in opera del Piano di azione europeo sull´efficienza energetica e del Piano strategico per le tecnologie energetiche;
c) perseguire con determinazione la diversificazione delle fonti di energia, alla quale le misure del pacchetto energia/clima contribuiscono direttamente;
d) promuovere un migliore funzionamento del mercato, in particolare per una più grande trasparenza sui flussi e gli stocks e per gli scambi d´informazione sui bisogni e le risorse a lungo termine
e) sviluppare dei meccanismi di crisi che permettano di far fronte ad interruzioni temporanee dell´approvvigionamento;
f) rafforzare e completare le infrastrutture critiche, soprattutto le reti transeuropee di trasporto di energia e i terminali di gas naturale liquefatto. Un´attenzione particolare verrà data di volta in volta alle interconnessioni ed alla connessione dei Paesi più isolati dell´insieme europeo, all´articolazione delle reti europee con le infrastrutture d´approvvigionamento e alla necessità de diversificare tanto le fonti che i percorsi.
Il Consiglio europeo sostiene l´iniziativa della Commissione di stabilire un Piano di azione per accelerare le interconnessioni nella regione baltica. Un calendario di lavoro sarà stabilito a questo fine prima dell´anno; sviluppare le relazioni dell´Unione in campo energetico con i Paesi produttori e di transito in vista della stabilità dell´approvvigionamento così come di una diversificazione delle fonti d´energia e delle vie di approvvigionamento.
A questo riguardo, il Consiglio europeo saluta le iniziative prese da diversi Stati membri sulla sicurezza energetica, in particolare per la riunione con i Paesi del Mar Caspio con i Paesi di transito che sarà organizzata dalla presidenza Ceca nella primavera 2009. Il Consiglio europeo rivedrà questo tema nel corso della sua sessione di marzo 2009 per fare il punto dell´avanzamento dei lavori, anche alla luce della prossima revisione strategica dell´energia della Commissione, ed adottare le decisioni che s´impongono.
Intervento in Commissione
Ecco (se interessa) il testo del mio inervento di ieri in
VIII Commissione Ambiente
Intendo sottolineare che le politiche ambientali non debbono essere intese solo come politiche di spesa, ma anche come espressione di una capacità di condizionare le scelte economico-finanziarie complessive. Per tali ragioni, esprime il rammarico per il fatto che la Commissione - anche a causa di una chiara mancanza di volontà di interlocuzione da parte del Ministro competente - non possa essere posta nelle condizioni di affrontare temi politici di rilievo, come nel caso odierno. A suo avviso, la debolezza della Commissione nel dare attuazione alle linee programmatiche condivise di politica ambientale, quali - ad esempio - le incentivazioni al risparmio energetico e all'efficienza nel settore dell'edilizia, rischia di «marginalizzare» l'azione parlamentare a sostegno di interi settori innovativi del mondo imprenditoriale e dei servizi, inclusi quelli pubblici: cita, in proposito, una recente circolare dell'Agenzia delle Entrate, che ha bloccato, per via amministrativa, la concessione delle agevolazioni per interventi già avviati da taluni organismi di gestione del patrimonio edilizio regionale, che rappresentavano seri investimenti per il rinnovo degli edifici.
VIII Commissione Ambiente
Intendo sottolineare che le politiche ambientali non debbono essere intese solo come politiche di spesa, ma anche come espressione di una capacità di condizionare le scelte economico-finanziarie complessive. Per tali ragioni, esprime il rammarico per il fatto che la Commissione - anche a causa di una chiara mancanza di volontà di interlocuzione da parte del Ministro competente - non possa essere posta nelle condizioni di affrontare temi politici di rilievo, come nel caso odierno. A suo avviso, la debolezza della Commissione nel dare attuazione alle linee programmatiche condivise di politica ambientale, quali - ad esempio - le incentivazioni al risparmio energetico e all'efficienza nel settore dell'edilizia, rischia di «marginalizzare» l'azione parlamentare a sostegno di interi settori innovativi del mondo imprenditoriale e dei servizi, inclusi quelli pubblici: cita, in proposito, una recente circolare dell'Agenzia delle Entrate, che ha bloccato, per via amministrativa, la concessione delle agevolazioni per interventi già avviati da taluni organismi di gestione del patrimonio edilizio regionale, che rappresentavano seri investimenti per il rinnovo degli edifici.
14/10/08
Il giorno della verità
Il vertice europeo dei capi di Stato e di governo che si apre domani a Bruxelles dovrà decidere se confermare – per arrivare all’accordo finale entro dicembre - l’ambizioso programma varato a gennaio dalla commissione europea, il cosiddetto pacchetto clima energia del 20-20-20: +20% di efficienza energetica, +20% di energie rinnovabili, -20% di emissioni inquinanti. Da quando è in carica, il governo Berlusconi ha totalmente ignorato le azioni da mettere in campo per rispettare gli obiettivi del pacchetto, che comporterebbero anche un contributo alla riconversione verso un’economia più sostenibile. Leggi su greenreport - quotidiano ambientale
Ecosistema Urbano
Pubblicata anche quest'anno la classifica di Ecosistema urbano, l'annuale ricerca di Legambiente e Sole 24 Ore sulla sostenibilità delle nostre città: Belluno si conferma prima, tonfo di Roma e Ferrara che scivola al 19 posto nella classifica delle città italiane più ‘verdi’. Nel 2005 era al quarto posto. Qui il dossier di Ecosistema Urbano 2008
E il PD per la mobilità, a Ferrara
Vi ricordo inoltre che venerdì 17 ottobre si terrà il primo incontro del Forum Ambiente di Ferrara. Vi aspetto.
Il PD per la mobilità
Ecco il volantino della manifestazione nazionale del 20 ottobre prossimo contro i tagli del governo al trasporto pubblico.
10/10/08
Ecco la" potenza" del Ministro dell'ambiente
E’ iniziata la discussione sulla finanziaria e sui collegati alla stessa in un clima di grande difficoltà dovuta in parte alla crisi di borse e mercati a livello internazionale. In realtà però i pesanti tagli che si riscontrano sia sul versante delle infrastrutture che dell’ambiente erano stati decisi già nella manovra di luglio all’interno del Decreto 112.
Alessandro Bratti nel suo intervento in Commissione ha sottolineato che : “un terzo del bilancio del Ministero dell’Ambiente è stato tagliato. Per quanto riguarda la difesa idrogeologica in tre anni si passa da 513 milioni a 93 milioni di euro mentre nessuna risorsa è destinata alle azioni di contrasto e adattamento al cambiamento climatico. Vi è poi un taglio netto sulle politiche per contrastare l’inquinamento dell’aria penalizzando Regioni ed Enti locali, in modo particolare le Regioni padane. Rispetto alla vigilanza ambientale per il contrasto dell’illegalità viene tolto il 20 % dei finanziamenti mettendo in difficoltà le già esigue forze quali i carabinieri del nucleo ecologico. Si decurtano infine i finanziamenti dell’ISPRA , la nuova creatura che ha circa la metà del personale precario e che il Governo non intende in gran parte stabilizzare”. E’ evidente che il Ministro dell’Ambiente costituisce uno degli anelli deboli di questo Governo.
Alessandro Bratti nel suo intervento in Commissione ha sottolineato che : “un terzo del bilancio del Ministero dell’Ambiente è stato tagliato. Per quanto riguarda la difesa idrogeologica in tre anni si passa da 513 milioni a 93 milioni di euro mentre nessuna risorsa è destinata alle azioni di contrasto e adattamento al cambiamento climatico. Vi è poi un taglio netto sulle politiche per contrastare l’inquinamento dell’aria penalizzando Regioni ed Enti locali, in modo particolare le Regioni padane. Rispetto alla vigilanza ambientale per il contrasto dell’illegalità viene tolto il 20 % dei finanziamenti mettendo in difficoltà le già esigue forze quali i carabinieri del nucleo ecologico. Si decurtano infine i finanziamenti dell’ISPRA , la nuova creatura che ha circa la metà del personale precario e che il Governo non intende in gran parte stabilizzare”. E’ evidente che il Ministro dell’Ambiente costituisce uno degli anelli deboli di questo Governo.
09/10/08
Interventi in VIII Commissione sui tagli della finanziaria al Ministero dell'Ambiente
Qui trovate il resoconto del 8 ottobre della VIII Commissione Ambiente con i due interventi che ho fatto sul bilancio (formalmente: disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato,Legge finanziaria per l'anno 2009. C. 1713 Governo. Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2009 e bilancio pluriennale per il triennio 2009-2011. C. 1714 Governo).
Il testo degli interventi lo trovate anche qua sotto.
Alessandro BRATTI (PD) sottolinea con preoccupazione sia la gravità dei tagli generalizzati alle risorse dedicate al settore ambientale sia il fatto che tali tagli intervengono senza che siano state minimamente delineate le politiche del Governo in questo settore fondamentale per il futuro del Paese. Stigmatizza il fatto che anche sul versante della riorganizzazione delle strutture amministrative, che viene evidenziato nei provvedimenti in esame e che era stato oggetto di un preciso impegno del Ministro nei confronti della Commissione, lo stesso Ministro abbia disatteso tale impegno, lasciando inevasa la richiesta della Commissione di un confronto approfondito sul percorso di riforma delle strutture ministeriali e su quelle del sistema delle agenzie per la protezione dell'ambiente. Al riguardo, sottolinea peraltro che l'inerzia del Governo si è tradotta anche in un aggravamento inaccettabile della situazione dei lavoratori precari che prestano servizio nelle indicate strutture e che rappresentano un fattore fondamentale sia in termini quantitativi - circa il trenta per cento del personale - che in termini di competenze e di professionalità accumulate e affinate in anni di lavoro e di impegno.
Osserva, inoltre, che la situazione e la strategia del Governo appaiono ancor più confuse, con riferimento alla questione della prevista istituzione di un'Agenzia per la sicurezza nucleare, mediante il cosiddetto «collegato energia», attualmente all'esame della Camera. A suo avviso, infatti, se era di per sé sbagliato procedere, come il Governo ha fatto nei mesi scorsi, all'accorpamento nel nuovo Istituto di ricerca e protezione ambientale (ISPRA) di preesistenti organismi fra loro diversi per missione e compiti, ancor più sbagliato appare oggi procedere all'inserimento all'interno dell'ISPRA dell'istituenda Agenzia per la sicurezza nucleare, che in tutti i Paesi europei è posta in posizione di assoluta indipendenza rispetto al Governo.
In conclusione, ritiene che - al di là degli annunci fatti dal Ministro al momento dell'illustrazione delle linee programmatiche dell'azione del suo dicastero - si è ancora in attesa di valutare proposte e iniziative concrete, mentre i tagli pesanti alle risorse per l'ambiente, contenuti nella manovra finanziaria, rivelano oggi una grave mancanza di strategie del Governo di fronte alle scelte epocali che l'Italia, al pari degli altri Paesi europei, ha di fronte.
Alessandro BRATTI (PD), proseguendo la riflessione avviata nell'odierna seduta antimeridiana, fa presente di avere provato a confrontare i documenti di bilancio all'esame della Commissione con i contenuti dell'audizione svolta dal Ministro Prestigiacomo nel luglio scorso. Al riguardo, osserva che - pur a fronte dei proclami ministeriali sulla sostenibilità ambientale e sulla centralità del cosiddetto «ambientalismo del fare» - ancora una volta l'ambiente viene relegato ai margini delle politiche economiche e finanziarie. Al contempo, rileva una assoluta inconsistenza delle misure finanziarie in campo energetico, settore nel quale, peraltro, non sono chiari i rapporti tra Ministero dell'ambiente e Ministero dello sviluppo economico. Sottolinea che tali dati, uniti alle incertezze sulla riforma del sistema agenziale, contribuiscono a porre lo stesso Ministero dell'ambiente in un ruolo marginale, del tutto incoerente con le prospettive di indirizzo definite dal Ministro Prestigiacomo all'inizio della corrente legislatura.
Esprime, inoltre, perplessità sulla mancanza di misure relative ai cambiamenti climatici, laddove - al di là di generiche voci di bilancio dedicate al Protocollo di Kyoto - nulla viene prospettato in merito alle politiche di adattamento da perseguire a livello nazionale. Ritiene, altresì, insufficiente la ricostruzione che il relatore ha
voluto effettuare sulle politiche per il mare, nelle quali non si tiene conto che l'unico ente preposto a tale settore, ossia l'ICRAM, è stato inglobato in un nuovo organismo di ricerca e protezione ambientale.
Quanto al problema del ritorno all'energia nucleare, si riserva di svolgere le proprie considerazioni nel corso dell'esame in sede consultiva del cosiddetto «collegato energia» da parte della VIII Commissione, preannunciando tuttavia che l'intervento emendativo da ultimo presentato dal Governo, comunque migliorativo rispetto alla proposta originaria, non deve a suo avviso prescindere dalla necessità di mantenere un forte collegamento delle nuove strutture agenziali per la sicurezza nucleare con il Ministero dell'ambiente. Segnala, inoltre, la preoccupante assenza dalla manovra di bilancio di qualsiasi misura di fiscalità ambientale, nonché il drastico taglio ai fondi per la difesa del suolo e l'assetto idrogeologico, che prospetta un investimento assolutamente inadeguato a risolvere i seri problemi esistenti sul territorio nazionale.
Dopo avere rimarcato che il Governo non fornisce alcuna chiara indicazione nella materia delle bonifiche dei siti inquinati, fa presente che si riscontrano dati molto pesanti anche nel settore delle politiche per la qualità dell'aria, materia che richiederebbe un serio investimento a livello nazionale, non potendo essere demandata soltanto alle iniziative di regioni ed enti locali. Rileva come, nel contempo, la manovra finanziaria abbia completamente perso di vista il lavoro svolto dal precedente Governo in occasione dell'organizzazione della Conferenza nazionale sul clima, con ciò disperdendo un patrimonio istruttorio di grande importanza.
Si sofferma, poi, sul problema dei fondi destinati all'ISPRA, pari a circa 80 milnioni di euro, chiedendo al relatore e al rappresentante del Governo di chiarire se il finanziamento previsto a bilancio sia aggiuntivo, rispetto alle risorse già destinate ai tre enti soppressi, ovvero se debba intendersi finalizzato al funzionamento del nuovo organismo, nel qual caso si sarebbe di fronte ad un netto taglio delle risorse disponibili per un ente al quale, avendo accorpato i tre pre-esistenti, dovrebbero spettare - a legislazione vigente - oltre 100 milioni di euro.
Infine, esprime preoccupazione per la scarsità dei fondi contenuti nel capitolo dedicato alla vigilanza ambientale, presumibilmente destinati al solo Comando dei Carabinieri per l'ambiente, che aprono il fronte preoccupante di un abbassamento dei controlli per il rispetto della legalità. Allo stesso tempo, auspica che l'aumento delle risorse in favore dei parchi nazionali, che si prevede per il solo anno prossimo, non sia un segnale di pura e semplice risposta all'emergenza, ma si trasformi in una vera consapevolezza, da parte del Ministro competente, delle potenzialità connesse al sistema delle aree protette.
Il testo degli interventi lo trovate anche qua sotto.
Alessandro BRATTI (PD) sottolinea con preoccupazione sia la gravità dei tagli generalizzati alle risorse dedicate al settore ambientale sia il fatto che tali tagli intervengono senza che siano state minimamente delineate le politiche del Governo in questo settore fondamentale per il futuro del Paese. Stigmatizza il fatto che anche sul versante della riorganizzazione delle strutture amministrative, che viene evidenziato nei provvedimenti in esame e che era stato oggetto di un preciso impegno del Ministro nei confronti della Commissione, lo stesso Ministro abbia disatteso tale impegno, lasciando inevasa la richiesta della Commissione di un confronto approfondito sul percorso di riforma delle strutture ministeriali e su quelle del sistema delle agenzie per la protezione dell'ambiente. Al riguardo, sottolinea peraltro che l'inerzia del Governo si è tradotta anche in un aggravamento inaccettabile della situazione dei lavoratori precari che prestano servizio nelle indicate strutture e che rappresentano un fattore fondamentale sia in termini quantitativi - circa il trenta per cento del personale - che in termini di competenze e di professionalità accumulate e affinate in anni di lavoro e di impegno.
Osserva, inoltre, che la situazione e la strategia del Governo appaiono ancor più confuse, con riferimento alla questione della prevista istituzione di un'Agenzia per la sicurezza nucleare, mediante il cosiddetto «collegato energia», attualmente all'esame della Camera. A suo avviso, infatti, se era di per sé sbagliato procedere, come il Governo ha fatto nei mesi scorsi, all'accorpamento nel nuovo Istituto di ricerca e protezione ambientale (ISPRA) di preesistenti organismi fra loro diversi per missione e compiti, ancor più sbagliato appare oggi procedere all'inserimento all'interno dell'ISPRA dell'istituenda Agenzia per la sicurezza nucleare, che in tutti i Paesi europei è posta in posizione di assoluta indipendenza rispetto al Governo.
In conclusione, ritiene che - al di là degli annunci fatti dal Ministro al momento dell'illustrazione delle linee programmatiche dell'azione del suo dicastero - si è ancora in attesa di valutare proposte e iniziative concrete, mentre i tagli pesanti alle risorse per l'ambiente, contenuti nella manovra finanziaria, rivelano oggi una grave mancanza di strategie del Governo di fronte alle scelte epocali che l'Italia, al pari degli altri Paesi europei, ha di fronte.
Alessandro BRATTI (PD), proseguendo la riflessione avviata nell'odierna seduta antimeridiana, fa presente di avere provato a confrontare i documenti di bilancio all'esame della Commissione con i contenuti dell'audizione svolta dal Ministro Prestigiacomo nel luglio scorso. Al riguardo, osserva che - pur a fronte dei proclami ministeriali sulla sostenibilità ambientale e sulla centralità del cosiddetto «ambientalismo del fare» - ancora una volta l'ambiente viene relegato ai margini delle politiche economiche e finanziarie. Al contempo, rileva una assoluta inconsistenza delle misure finanziarie in campo energetico, settore nel quale, peraltro, non sono chiari i rapporti tra Ministero dell'ambiente e Ministero dello sviluppo economico. Sottolinea che tali dati, uniti alle incertezze sulla riforma del sistema agenziale, contribuiscono a porre lo stesso Ministero dell'ambiente in un ruolo marginale, del tutto incoerente con le prospettive di indirizzo definite dal Ministro Prestigiacomo all'inizio della corrente legislatura.
Esprime, inoltre, perplessità sulla mancanza di misure relative ai cambiamenti climatici, laddove - al di là di generiche voci di bilancio dedicate al Protocollo di Kyoto - nulla viene prospettato in merito alle politiche di adattamento da perseguire a livello nazionale. Ritiene, altresì, insufficiente la ricostruzione che il relatore ha
voluto effettuare sulle politiche per il mare, nelle quali non si tiene conto che l'unico ente preposto a tale settore, ossia l'ICRAM, è stato inglobato in un nuovo organismo di ricerca e protezione ambientale.
Quanto al problema del ritorno all'energia nucleare, si riserva di svolgere le proprie considerazioni nel corso dell'esame in sede consultiva del cosiddetto «collegato energia» da parte della VIII Commissione, preannunciando tuttavia che l'intervento emendativo da ultimo presentato dal Governo, comunque migliorativo rispetto alla proposta originaria, non deve a suo avviso prescindere dalla necessità di mantenere un forte collegamento delle nuove strutture agenziali per la sicurezza nucleare con il Ministero dell'ambiente. Segnala, inoltre, la preoccupante assenza dalla manovra di bilancio di qualsiasi misura di fiscalità ambientale, nonché il drastico taglio ai fondi per la difesa del suolo e l'assetto idrogeologico, che prospetta un investimento assolutamente inadeguato a risolvere i seri problemi esistenti sul territorio nazionale.
Dopo avere rimarcato che il Governo non fornisce alcuna chiara indicazione nella materia delle bonifiche dei siti inquinati, fa presente che si riscontrano dati molto pesanti anche nel settore delle politiche per la qualità dell'aria, materia che richiederebbe un serio investimento a livello nazionale, non potendo essere demandata soltanto alle iniziative di regioni ed enti locali. Rileva come, nel contempo, la manovra finanziaria abbia completamente perso di vista il lavoro svolto dal precedente Governo in occasione dell'organizzazione della Conferenza nazionale sul clima, con ciò disperdendo un patrimonio istruttorio di grande importanza.
Si sofferma, poi, sul problema dei fondi destinati all'ISPRA, pari a circa 80 milnioni di euro, chiedendo al relatore e al rappresentante del Governo di chiarire se il finanziamento previsto a bilancio sia aggiuntivo, rispetto alle risorse già destinate ai tre enti soppressi, ovvero se debba intendersi finalizzato al funzionamento del nuovo organismo, nel qual caso si sarebbe di fronte ad un netto taglio delle risorse disponibili per un ente al quale, avendo accorpato i tre pre-esistenti, dovrebbero spettare - a legislazione vigente - oltre 100 milioni di euro.
Infine, esprime preoccupazione per la scarsità dei fondi contenuti nel capitolo dedicato alla vigilanza ambientale, presumibilmente destinati al solo Comando dei Carabinieri per l'ambiente, che aprono il fronte preoccupante di un abbassamento dei controlli per il rispetto della legalità. Allo stesso tempo, auspica che l'aumento delle risorse in favore dei parchi nazionali, che si prevede per il solo anno prossimo, non sia un segnale di pura e semplice risposta all'emergenza, ma si trasformi in una vera consapevolezza, da parte del Ministro competente, delle potenzialità connesse al sistema delle aree protette.
08/10/08
Spese ambientali
L’Istat diffonde la nuova serie storica, aggiornata al 2007, dei dati sulle spese dell’ Italia per la gestione dei rifiuti, delle acque reflue e delle risorse idriche
La serie è calcolata secondo gli schemi del sistema di conti satellite delle spese ambientali SERIEE, sviluppato in sede Eurostat . Questi conti descrivono le risorse economiche utilizzate per proteggere l’ambiente da fenomeni di inquinamento (emissioni atmosferiche, scarichi idrici, rifiuti, inquinamento del suolo, ecc.) e di degrado (perdita di biodiversità, erosione del suolo,salinizzazione, ecc.), nonché le spese sostenute per usare e gestire secondo criteri di sostenibilità le risorse naturali (acque interne, risorse energetiche, risorse forestali, fauna e flora selvatiche, ecc.).
La serie è calcolata secondo gli schemi del sistema di conti satellite delle spese ambientali SERIEE, sviluppato in sede Eurostat . Questi conti descrivono le risorse economiche utilizzate per proteggere l’ambiente da fenomeni di inquinamento (emissioni atmosferiche, scarichi idrici, rifiuti, inquinamento del suolo, ecc.) e di degrado (perdita di biodiversità, erosione del suolo,salinizzazione, ecc.), nonché le spese sostenute per usare e gestire secondo criteri di sostenibilità le risorse naturali (acque interne, risorse energetiche, risorse forestali, fauna e flora selvatiche, ecc.).
Perchè il digiuno
Ho aderito molto convinto all'iniziativa dei radicali per sostenere la protesta di Marco Pannella con una giornata di digiuno. Credo che,in una situazione in cui i mass media riportano solo alcune questioni, la notizia che da un anno e mezzo non si riesce ad eleggere un giudice della Corte Costituzionale e che non si riesce a nominare il Presidente della Commissione di Vigilanza RAI debba avere la risonanza che merita. In modo specifico ritengo scandaloso il comportamento della maggioranza che non consente l'elezione di Leoluca Orlando alla presidenza della Commissione che , come noto, spetta alla minoranza. Quindi l'iniziativa un pò inusuale è stata sicuramente efficace...
07/10/08
Beccato dalle iene...
Ebbene sì, vittima delle IENE. Non è una bella esperienza, l'emozione gioca brutti scherzi e così può capitare di sbagliare il Presidente della Russia. A me è successo!! Ma le domande sono state tante: Darwin, Sodoma e Gomorra, kibbutz e Olmert. Ma quelle indovinate ovviamente non le mostrano.. Anche questa è fatta..
YOUDEM.TV
Sta per nascere YOUDEM.TV, la prima Social TV dedicata alla politica e alla società italiana.
Registrandoti, riceverai una mail di verifica e potrai subito partecipare da protagonista alla costruzione di una nuova televisione. Caricando i tuoi video, potrai proporre le tue idee, aprire discussioni tematiche con gli altri utenti, confrontarti con i politici e gli esperti presenti, sollevare questioni sociali da porre all’attenzione di tutti, con la certezza di essere ascoltato.
YOUDEM.TV sarà visibile a tutti dal 14 ottobre 2008 su www.youdem.tv, via satellite su SKY e su tutti i cellulari di terza generazione.
06/10/08
Al via i Forum Ambiente del PD Ferrara
Il primo incontro si terrà venerdì 17 ottobre, a Ferrara, presso la sala del Borgonuovo, in cui il Presidente Alessandro Bratti (cioè io) illustrerà il programma e modalità operative del forum.
Interverranno inoltre:
Gabriele Andrighetti "L'evoluzione del sistema infrastrutturale ferrarese"
Giuseppe Ruzziconi "Trasporto pubblico e mobilità sostenibile"
Il programma dei lavori e le relazioni sono scaricabili dal sito:
Partito Democratico Ferrara - Forum Ambiente
Interverranno inoltre:
Gabriele Andrighetti "L'evoluzione del sistema infrastrutturale ferrarese"
Giuseppe Ruzziconi "Trasporto pubblico e mobilità sostenibile"
Il programma dei lavori e le relazioni sono scaricabili dal sito:
Partito Democratico Ferrara - Forum Ambiente
Dedicato a mio figlio: Paolo Conte - Max
[Live Arena di Verona - 2005]
Centrale di Bando: 5 anni di sopralluoghi e controlli da parte di Arpa
Riporto un comunicato ufficiale, mandato alla stampa locale, il 7 Dicembre 2006 che puntualizzava le numerose segnalazioni effettuate dal 2002 alle Autorità competenti
La Centrale elettrica alimentata a biomasse di Bando di Argenta (Fe) è da alcuni mesi al centro dell´attenzione dei cittadini e degli amministratori locali a causa di violazioni, in corso di accertamento, delle prescrizioni relative alle emissioni in atmosfera.
Dopo l´intervento del Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri del 5 dicembre scorso, che ha portato al sequestro degli impianti, da più parti è stato chiesto ad Arpa di dare indicazioni su cosa non abbia funzionato relativamente ai controlli e, più in generale, quale sia stato, nel corso di questi anni, l´impatto ambientale della Centrale.
La Centrale di Bando della ditta San Marco Bioenergie - ha iniziato l´attività nel 2002, dopo avere ricevuto l´autorizzazione dalla Regione in base a una preventiva Valutazione di impatto ambientale (VIA). A questo proposito Arpa realizzò una serie di monitoraggi allo scopo di fornire elementi utili alla definizione dello stato dell´ambiente precedente alla costruzione della Centrale.
Dal marzo 2002 in avanti, Arpa ha poi svolto diverse attività di vigilanza e di controllo sulle emissioni in atmosfera, le acque di scarico e i rifiuti.
Nel dettaglio, relativamente ai controlli, sono stati eseguiti 6 sopralluoghi nel 2002, 4 nel 2003, 4 nel 2004 e 10 nel 2006. Di questi, 7 hanno riguardato le emissioni in atmosfera, 6 i rifiuti e 11 le acque di scarico. In base ai sopralluoghi e ai risultati delle analisi dei campioni raccolti, sono state riscontrate irregolarità in alcuni casi, e nello specifico relative ai rifiuti e alle acque di scarico, segnalate immediatamente alle Autorità competenti.
Oltre ai controlli manuali sulle emissioni, Arpa, come previsto dalla normativa vigente (DM 21 dicembre 1995), ha acquisito i dati provenienti dal sistema di monitoraggio automatico delle emissioni gestito dalla Ditta. Dal 2002 al 2006 sono stati ricevuti e controllati oltre 200mila dati. Dai controlli è emerso che nei primi tre anni (2002, 2003 e 2004), alcuni valori erano superiori ai parametri autorizzati. Anche in questo caso sono state segnalate le irregolarità agli Enti preposti.
Dal 2003 in avanti, a seguito di una convenzione e su richiesta del Comune di Argenta, Arpa ha svolto diverse campagne di monitoraggio per verificare quale fosse il reale impatto ambientale della Centrale e in che misura l´attività produttiva contribuisse a modificare l´ambiente.
Il monitoraggio ha riguardato, per quanto riguarda l´aria: il monossido di carbonio, l´anidride solforosa, gli ossidi di azoto, le polveri fini e i microinquinanti organici e inorganici. Relativamente alle acque superficiali e sotterranee sono stati verificati i parametri chimici, fisici e microbiologici e, per quanto riguarda il suolo, l´eventuale presenza di metalli, diossine e altri inquinanti.
Dalle analisi compiute, relativamente all´aria e al suolo, non sono state riscontrate variazioni significative prima e dopo l´avvio della Centrale, anche se i valori registrati hanno suggerito di tenere "sotto osservazione" gli andamenti degli ossidi di azoto e delle polveri fini.
Per quanto riguarda la qualità delle acque non sono emersi, in generale, impatti significativi dovuti agli scarichi idrici dell´attività produttiva.
I risultati di questi studi, realizzati per conto del Comune di Argenta, sono stati presentati con regolarità, in occasione di incontri pubblici, ai cittadini dell´area circostante la Centrale.
Secondo il direttore generale di Arpa, Alessandro Bratti "dall´analisi dello stato ambientale dell´area circostante la Centrale di Bando non sono emerse particolari criticità ambientali; discorso diverso per i presunti reati relativi alla falsificazione di registri, tema questo non strettamente di pertinenza ambientale e sul quale comunque Arpa fornirà agli organi di polizia e alla magistratura tutta la collaborazione ritenuta utile e necessaria alle indagini".
La Centrale elettrica alimentata a biomasse di Bando di Argenta (Fe) è da alcuni mesi al centro dell´attenzione dei cittadini e degli amministratori locali a causa di violazioni, in corso di accertamento, delle prescrizioni relative alle emissioni in atmosfera.
Dopo l´intervento del Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri del 5 dicembre scorso, che ha portato al sequestro degli impianti, da più parti è stato chiesto ad Arpa di dare indicazioni su cosa non abbia funzionato relativamente ai controlli e, più in generale, quale sia stato, nel corso di questi anni, l´impatto ambientale della Centrale.
La Centrale di Bando della ditta San Marco Bioenergie - ha iniziato l´attività nel 2002, dopo avere ricevuto l´autorizzazione dalla Regione in base a una preventiva Valutazione di impatto ambientale (VIA). A questo proposito Arpa realizzò una serie di monitoraggi allo scopo di fornire elementi utili alla definizione dello stato dell´ambiente precedente alla costruzione della Centrale.
Dal marzo 2002 in avanti, Arpa ha poi svolto diverse attività di vigilanza e di controllo sulle emissioni in atmosfera, le acque di scarico e i rifiuti.
Nel dettaglio, relativamente ai controlli, sono stati eseguiti 6 sopralluoghi nel 2002, 4 nel 2003, 4 nel 2004 e 10 nel 2006. Di questi, 7 hanno riguardato le emissioni in atmosfera, 6 i rifiuti e 11 le acque di scarico. In base ai sopralluoghi e ai risultati delle analisi dei campioni raccolti, sono state riscontrate irregolarità in alcuni casi, e nello specifico relative ai rifiuti e alle acque di scarico, segnalate immediatamente alle Autorità competenti.
Oltre ai controlli manuali sulle emissioni, Arpa, come previsto dalla normativa vigente (DM 21 dicembre 1995), ha acquisito i dati provenienti dal sistema di monitoraggio automatico delle emissioni gestito dalla Ditta. Dal 2002 al 2006 sono stati ricevuti e controllati oltre 200mila dati. Dai controlli è emerso che nei primi tre anni (2002, 2003 e 2004), alcuni valori erano superiori ai parametri autorizzati. Anche in questo caso sono state segnalate le irregolarità agli Enti preposti.
Dal 2003 in avanti, a seguito di una convenzione e su richiesta del Comune di Argenta, Arpa ha svolto diverse campagne di monitoraggio per verificare quale fosse il reale impatto ambientale della Centrale e in che misura l´attività produttiva contribuisse a modificare l´ambiente.
Il monitoraggio ha riguardato, per quanto riguarda l´aria: il monossido di carbonio, l´anidride solforosa, gli ossidi di azoto, le polveri fini e i microinquinanti organici e inorganici. Relativamente alle acque superficiali e sotterranee sono stati verificati i parametri chimici, fisici e microbiologici e, per quanto riguarda il suolo, l´eventuale presenza di metalli, diossine e altri inquinanti.
Dalle analisi compiute, relativamente all´aria e al suolo, non sono state riscontrate variazioni significative prima e dopo l´avvio della Centrale, anche se i valori registrati hanno suggerito di tenere "sotto osservazione" gli andamenti degli ossidi di azoto e delle polveri fini.
Per quanto riguarda la qualità delle acque non sono emersi, in generale, impatti significativi dovuti agli scarichi idrici dell´attività produttiva.
I risultati di questi studi, realizzati per conto del Comune di Argenta, sono stati presentati con regolarità, in occasione di incontri pubblici, ai cittadini dell´area circostante la Centrale.
Secondo il direttore generale di Arpa, Alessandro Bratti "dall´analisi dello stato ambientale dell´area circostante la Centrale di Bando non sono emerse particolari criticità ambientali; discorso diverso per i presunti reati relativi alla falsificazione di registri, tema questo non strettamente di pertinenza ambientale e sul quale comunque Arpa fornirà agli organi di polizia e alla magistratura tutta la collaborazione ritenuta utile e necessaria alle indagini".