29/10/08
Organizzare meglio la mobilità.....
Si è svolta nei giorni scorsi la prima giornata del Forum Ambiente indetto dal Partito Democratico, aperto a tutta la cittadinanza. Il primo argomento trattato è stato quello della Mobilità e delle Infrastrutture. Due temi che saranno fortemente presenti nella prossima campagna elettorale amministrativa: sia per le scelte strategiche da compiere in merito a parcheggi, mobilità ciclabile e soprattutto al trasporto pubblico, sia per l’ eventuale costruzione e sistemazione di infrastrutture stradali. Si pensi a questo proposito alla Cispadana, agli interventi per la sicurezza sulla Statale Romea o alle infrastrutture ferroviarie, ad esempio la metropolitana di superficie.
Inoltre relativamente al trasporto pubblico, importante sarà anche capire, in base anche al recente art. 23-bis del DL 112/2008 (convertito con la legge 6/8/2008 n. 113), approvato dalle Camere e alla nuova legge regionale, che tipo di gestione di questo servizio pubblico sia il più consono alla nostra realtà, in quanto vengono previste diverse possibilità di affidamento della gestione del servizio.
E’ proprio su quest’ultimo argomento che vorrei soffermarmi.
A livello di Regione Emilia-Romagna esiste una legge che indica nella gara il metodo unico per assegnare i servizi di TPL. In effetti 8 provincie hanno fatto la gara, mentre la sola Bologna è in regime di affidamento diretto. E’ ben vero che dappertutto, non solo nella nostra Regione, le gare le hanno vinte quelli che erano i precedenti gestori. Nella maggior parte dei bacini provinciali siamo a ridosso della seconda tornata di gare perché i contratti così assegnati stanno scadendo.
Ora ricordiamo cosa c’è a Ferrara. Esiste un’Agenzia (AMI) costituita ai sensi della legge regionale sotto forma di Consorzio, i soci fondatori sono la Provincia, il Comune di Ferrara e, con quote minori, gli altri 26 comuni della provincia. E’ stata bandita una gara pubblica a livello europeo per assegnare i servizi di TPL nel bacino provinciale. Ha vinto il Consorzio TPF il cui socio principale è l’ACFTspa, ma nel quale sono presenti anche i privati (Consorzio FEM) , l’ATC di Bologna e la FER. Il Contratto di servizio scade alla fine del 2010.
Visto che per fare una gara europea di tale complessità ci vuole non meno di un anno e mezzo, una delle prime decisioni che le nuove amministrazioni dovranno prendere dopo le elezioni amministrative del 2009, sarà se dare indicazione all’Agenzia se fare o meno una nuova gara o andare in proroga nell’ambito del vigente contratto.
Al di là di ciò che dicono le normative e i programmi elettorali, la gara non è la risoluzione di tutti i mali di un servizio né di per sé può sanare inefficienze e tantomeno crisi aziendali. Tuttavia è un importante momento nel quale l’amministrazione appaltante “negozia” con uno o più potenziali fornitori le condizioni dei servizi pubblici a favore dei propri cittadini. Sappiamo tutti che se il fornitore di un qualsiasi bene o servizio è già individuato ex-ante ed è certo della continuità del proprio contratto, non sarà facile ottenere da questo le migliori condizioni economiche e di qualità possibili. Il monopolio, pubblico e/o privato che sia, non ha mai fatto bene ai clienti.
Quindi la procedura di gara parrebbe oggi il sistema più auspicabile da perseguire. Ma è chiaro che anche se si dovesse procedere verso altre soluzioni probabilmente l’agenzia intesa come authority di regolazione e controllo, avrebbe senso. Tale modello in Europa è largamente diffuso e ben funzionante, anche con diverse punte di eccellenza. In Italia il contesto è diverso. In Emilia Romagna dopo una fase di incentivazione, la recente legge n. 10/2008 ha ridefinito i campi di attività delle agenzie. In effetti si può dire che il loro ruolo e l’assetto istituzionale siano stati meglio precisati: attività quali l’indizione della gara, la titolarità del contratto di servizio, il relativo controllo, la proprietà dei beni strumentali sono state cioè ribadite e confermate. In particolare nella nostra provincia dove si discute - e si auspica - che il principale gestore del servizio possa unificarsi con l’azienda di Bologna, un presidio territoriale forte, sia politicamente che tecnicamente, è più che mai opportuno.
Inoltre io ritengo che potrebbe essere utile e importante avere un unico soggetto nel quale concertare le politiche e le azioni in tema di mobilità sia che riguardi il trasporto pubblico ma anche i parcheggi, il sistema ciclabile e tutte le altre forme di mobilità sostenibile (compreso il lavoro di mobility management). Questo significherebbe trasferire una parte delle funzioni di programmazione dagli enti locali, che sono i soci proprietari dell’Agenzia, all’Agenzia stessa. In sostanza al di là delle rispettive competenze amministrative, le azioni nel settore della mobilità vanno sempre più coordinate e concertate almeno a livello provinciale. Ciò non significa costruire o mantenere degli enti inutili, ma semplicemente razionalizzare le forze tecniche e lavorare più “a sistema” per affrontare le sfide future che vedono nello spostamento delle merci e delle persone uno dei problemi più complessi da risolvere.
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