31/12/08

Buon anno ....

Guardando la Tv ed in particolare le trasmissioni di fine anno, a parte le Olimpiadi di Pechino, gli eventi di rilevo negativi sono predominanti. Beh speriamo che il 2009 sia un anno migliore, non solo per il PD ma per tutti quanti, al nord e al sud del mondo..Buon anno a tutti....

26/12/08

Riflessione natalizia.....

Qualche riflessione natalizia...Si chiude l'anno in una situazione difficile per il PD. Dopo la manifestazione di Roma, si pensava che le cose potessero andare meglio. Lo scontro interno sembrava sopito e finalmente si cominciava ad intravedere un momento di pausa in cui poter dedicare il tempo necessario al radicamento del Partito e alla sua organizzazione. Ed invece è arrivata questa ipotetica "questione morale" che dopo la pesante sconfitta in Abruzzo ci riporta ad una discussione tutta ripiegata all'interno che rimette in discussione la leadership di Veltroni.
Io la penso così: il PD è un soggetto politico nuovo che ambisce a trasformare radicalmente la politica italiana. Un progetto che ha l'ambizione di costruire una grande forza riformista senza "padrini potenti". Tagliando i legami, dove si governa con le imprese amiche, non compiacendo i poteri forti. Si pensi a Ferrara: a quanto ci abbiamo messo a recidere il cordone ombelicale esistente fra una grande cooperativa e il governo della città, che prezzo si è dovuto pagare per rinnovare il sistema di potere cittadino. La lotta è stata dura , la reazione violenta. Chi ha seguito la vita politica della città si ricorda forse come Nando Rossi, il "moralizzatore" cercasse un patto di alleanze addirittura con la destra per mettere in difficoltà la prima giunta Sateriale ? E i consglieri passati al PDCI provenienti dai DS ? E i veleni attraverso una stampa spesso compiacente ? Ve li ricordate gli editoriali di Fra Gerolamo ? E l'ex sindaco spesso grande manovratore occulto nel tentativo di ostacolare questo rinnovamento ? E' stato un percorso duro. Abbiamo messo dietro alla spalle quel periodo e quella vicenda. Non tutto è risolto, si pensi alle decine di famiglie che avevano avuto fiducia nel colosso argentano e ora aspettano giustizia !!
Qui a Ferrara così come in altri posti si è riusciti a rinnovare nella continuità. Proponendo progetti e persone credibili e soprattutto si è spezzata quella collusione fra affari e politica. Questa è la vera questione morale!! Riportare la politica al primato originario. Innovare in continuazione, cambiare la classe dirigente, premiare chi merita chi è capace e non chi è fedele. Il cammino è ancora lungo anche perchè l'interpretazione della politica è diversa nelle diverse parti del Paese.
Questo non è da confondere con chi delinque. Con chi approfitta della posizione per rubare per abusare del proprio ruolo.Questi individui vanno duramente puniti.
Poi però attenzione a non farsi ingannare dalla vena giustizialista che ha facile presa su l'elettorato di sinistra, che porta ad inneggiare a Di Pietro ma che nasconde altrettante insidie.
Non esiste amministratore che non parli con imprenditori, non esiste politico che non si interessi della propria comunità magari per aiutare un teatro o una società sportiva. Attenzione quindi a non farsi prendere da luoghi comuni e da facili tentazioni. I magistrati non sono infallibili. Forse sulla magistratura, sulla necessità di essere riformata si potrebbe discutere. Certo il momento non aiuta ma il rischio che l'entropia aumenti e il caos imperversi è alto. Dopo di che la tentazione di chiedere ordine e un sol uomo al comando aumenterebbe mettendo a rischio non solo il progetto del PD ma l'intera democrazia nel nostro Paese.

24/12/08

Note di Natale



Poche note, Otis Redding, Cigarettes And Coffee.
Per chi ha voglia di riflessione, intimità e riposo...Buon Natale a tutti.

22/12/08

Tutto in un post

Ci sta tutto in un post (con semplicità e con una evidente attenzione ai problemi e alla loro risoluzione). Ma se volete, nel sito Change.gov trovate il programma Energy&Environment di Obama.
The Obama-Biden comprehensive New Energy for America plan will:
Help create five million new jobs by strategically investing $150 billion over the next ten years to catalyze private efforts to build a clean energy future.
Within 10 years save more oil than we currently import from the Middle East and Venezuela combined.
Put 1 million Plug-In Hybrid cars -- cars that can get up to 150 miles per gallon -- on the road by 2015, cars that we will work to make sure are built here in America.
Ensure 10 percent of our electricity comes from renewable sources by 2012, and 25 percent by 2025.
Implement an economy-wide cap-and-trade program to reduce greenhouse gas emissions 80 percent by 2050.
Energy Plan Overview
Provide Short-term Relief to American Families
Crack Down on Excessive Energy Speculation.
Swap Oil from the Strategic Petroleum Reserve to Cut Prices.
Eliminate Our Current Imports from the Middle East and Venezuela within 10 Years
Increase Fuel Economy Standards.
Get 1 Million Plug-In Hybrid Cars on the Road by 2015.
Create a New $7,000 Tax Credit for Purchasing Advanced Vehicles.
Establish a National Low Carbon Fuel Standard.
A “Use it or Lose It” Approach to Existing Oil and Gas Leases.
Promote the Responsible Domestic Production of Oil and Natural Gas.
Create Millions of New Green Jobs
Ensure 10 percent of Our Electricity Comes from Renewable Sources by 2012, and 25 percent by 2025.
Deploy the Cheapest, Cleanest, Fastest Energy Source – Energy Efficiency.
Weatherize One Million Homes Annually.
Develop and Deploy Clean Coal Technology.
Prioritize the Construction of the Alaska Natural Gas Pipeline.
Reduce our Greenhouse Gas Emissions 80 Percent by 2050
Implement an economy-wide cap-and-trade program to reduce greenhouse gas emissions 80 percent by 2050.
Make the U.S. a Leader on Climate Change.

Il dovere di non deludere



Direzione nazionale 19 dicembre 2008 - Intervento di Walter Veltroni, anche su PartitoDemocratico.it
Ps: sulla rete molti hanno seguito la Direzione anche da qui

18/12/08

Torino, arriva l'eco-stadio riciclato dal Delle Alpi

Stadio "riciclato", stadio ecologico. Stadio, anche, fatto di plastica, legno e ceramica: materiali che costano meno e soprattutto hanno un basso contenuto energetico. Altra caratteristica specifica dell'"ecostadio" sarà l'assenza di scale, gradini e corridoi per raggiungere i vari settori. Visto da lontano, apparirà come una nube di luce argentata. L'architetto Zavanella, buddista, sostiene che uno stadio debba trasmettere non soltanto messaggi materiali, ma deve tornare un luogo dove le persone stiano insieme tranquille, non il teatro dei violenti. Da Repubblica.it

16/12/08

Prima dichiarazione di voto

Oggi ho fatto la mia prima dichiarazione di voto, esattamente alle 12.34, sulla conversione in legge del decreto-legge 6 novembre 2008, n. 172, sulle misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, nonché misure urgenti di tutela ambientale (A.C. 1875-A)
Sotto trovate il testo, ma prima mi concedo una piccola poesia in romanesco, omaggio al grande Trilussa, sul voto e sul Parlamento...(scusate parolacce).

Dice: Non cè più la monarchia
Manaccia a tu zia!
Ora le cose vanno ancora peggio
E ar figlio der potente glie tocca sempre un seggio
Quando cera il re
Ar massimo erano in tre:
Er re, er figlio e la moglie
Ne potevano avè di voglie!
Adesso che in Parlamento siedono in mille
Per mantenelli ce tocca fa scintille
Ma semo tutti felici e nun me doglio
Perché nell'urna te ce fanno mette un foglio
Ma per quell'urna noi stiamo a lavora come un mulo
E io, con quer foglio, me ce pulisco er culo!

Qui il link (andate a pag. 28) e sotto il testo.




Signor Presidente, riguardo al disegno di legge di conversione, seguito dal sottosegretario Bertolaso, non abbiamo alcuna difficoltà a riconoscere un'azione in parte positiva del Governo, anche perché è in continuità con alcune scelte compiute dal precedente Governo Prodi, sia per quanto riguarda la scelta del sottosegretario, sia anche per avere impostato quell'importante piano di emergenza legato alle discariche che poi è stato attuato con il primo decreto-legge sulla Campania.
Anche su questo primo provvedimento, in uno spirito di collaborazione costruttiva, ci eravamo astenuti. Il fatto che siano stati accolti alcuni emendamenti, che si sia svolta una discussione approfondita in Commissione e che siano state recepite alcune osservazioni, pur non condividendo - ci tengo a sottolinearlo - né nel merito né nel contenuto le prime scelte ambientali di questo Governo, ci porta ad astenerci. È una sorta di apertura di credito anche perché auspichiamo veramente che si torni ad un regime ordinario, per evitare i pericoli dell'emergenza, sempre striscianti sia per quel che riguarda l'ambiente e la salute dei cittadini sia per le prassi amministrative, che in queste situazioni di emergenza sono sempre poco controllabili.
Apprezzabili sono gli articoli 1 e 2, se non altro, direi, da un punto di vista educativo. Molto apprezzabile è anche il fatto di avere accolto alcuni emendamenti riguardo al tema del controllo delle falde acquifere proposto dal collega Piffari, anche se ci sarebbe piaciuto un sistema di controllo più integrato, più trasparente, come avevamo sottolineato già nella discussione precedente e continuiamo a ribadire anche in questa, soprattutto riguardo alle ricadute e all'impatto degli impianti di incenerimento che, a questo punto, in Campania, sono di notevoli dimensioni e notevolmente impattanti.
Avevamo sollevato perplessità sull'articolo 3 riguardo all'iter del commissariamento e dello scioglimento degli organi: la formulazione originaria era troppo generica e, per certi versi, come abbiamo sottolineato, pericolosa. La nuova formulazione, grazie soprattutto al nostro lavoro, è più accettabile perché dà un segnale forte agli amministratori inadempienti, ma in un percorso graduale.
Sull'articolo 6 manteniamo le nostre perplessità e, in alcuni casi, una netta contrarietà. Ciò che è censurabile in sede politica è che si finisca sempre per affrontare il tema delle sanzioni ambientali con «provvedimenti manifesto», magari condivisibili nel loro intento educativo, ma sempre avulsi da un equilibrato ed efficace esame complessivo della materia.
Che dire poi della prima parte dell'articolo 9 in cui si introduce un'incentivazione per la costruzione degli impianti di incenerimento, ancora una volta, in modo surrettizio? Infatti, non viene operata una distinzione nell'incentivazione né rispetto alle regioni, né considerando l'efficienza energetica di questi impianti, così come raccomanda l'ultima direttiva quadro europea sui rifiuti.
È pur vero che gli incentivi legati al CIP 6 sono stati ampiamente sfruttati per la costruzione degli impianti del nord, soprattutto in Lombardia e in maniera molto minore in Emilia-Romagna. Tuttavia, è anche vero che in queste realtà gli inceneritori sono oggi in funzione e le percentuali di raccolta differenziata sfiorano le medie europee.
Una situazione diversa è quella siciliana (al di là della situazione della Campania che, tra l'altro, è risolta dal primo decreto-legge) dove quattro mega-inceneritori devono essere realizzati da anni, ma non sono mai partiti anche in presenza delle incentivazioni. Tra le regioni italiane la Sicilia continua ad avere la più bassa percentuale di copertura dei costi totali (circa il 64 per cento) e a ciò si aggiunga la piaga dilagante dell'evasione.
Da un punto di vista amministrativo e gestionale la costituzione degli ATO, a cui sono stati affidati compiti di regolazione e di gestione, si è rilevata un disastro. Questi organismi, che da ventisette dovrebbero essere ridotti a dieci per poi, da gennaio prossimo, teoricamente trasformarsi in consorzi, hanno accumulato 430 milioni di euro di debiti. Questi sono dati forniti dalla Commissione bicamerale, nella scorsa legislatura.
Il sistema dei controlli, inoltre, è assolutamente inefficace sia per l'impreparazione dei dirigenti, sia per l'inevitabile conflitto di interessi che si determina nelle strutture. Sarebbe veramente disdicevole (anche se succederà) e poco credibile aggiungere risorse attraverso qualsiasi forma di incentivazione (siano essi i certificati verdi o i proventi dai CIP 6) ad una gestione che ne ha bruciate tantissime e che ha dimostrato di non essere in grado di gestire nell'ordinarietà il ciclo integrato dei rifiuti. È indispensabile quindi, a nostro avviso, dichiarare lo stato di emergenza, così come è stato fatto in Campania. Come abbiamo detto diverse volte, se per fare gli inceneritori vi è la necessità di incentivi pubblici, decidiamolo in maniera trasparente ma senza distrarre risorse alle energie rinnovabili di cui avremmo tanto bisogno.
Riteniamo, inoltre, positivo l'articolo 1-bis perché riconosce la parte biodegradabile all'interno del rifiuto indifferenziato
con una percentuale tecnicamente asseverata e che, a questo proposito, consente attraverso il metodo dei certificati verdi (e non del CIP 6) di dare incentivazione.
Un'altra proposta che per noi è davvero pericolosa e desta in noi molte perplessità è quella relativa al piano nazionale degli impianti di incenerimento urbani. Non si capisce in che modo questo piano si integri con l'attività delle regioni, come verrà determinata la tariffa di smaltimento e perché bisogna in qualche modo andare incontro il principio comunitario per cui è giusto che chi produce rifiuti li smaltisca e sia lui territorialmente a decidere.
Sembra un aspetto marginale (ma non troppo) il fatto che il decreto-legge si arricchisce di una proposta assolutamente pericolosa, come quella della possibilità di triturare il materiale organico con dissipatori di rifiuti alimentari. Ciò è pericoloso, in quanto tecnicamente creerà dei grandi problemi. Insomma, si tratta di un decreto-legge un po' impasticciato, nato con una prerogativa che rischia di finire in modo diverso: con qualche luce e con molte ombre. Sulla linea che abbiamo deciso di seguire fin dal primo decreto-legge sulla Campania, il nostro gruppo si asterrà, poiché riteniamo che per risolvere una grande emergenza vi sia bisogno del concorso di tutte le forze politiche (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

15/12/08

Primarie chiare, adesso i programmi con e per i cittadini



Successo delle primarie a Ferrara. Buono come numero di votanti e come chiarezza delle indicazioni che ci sono venute dai cittadini. Tiziano Tagliani ha ottenuto il 78,72% dei voti nella sfida con Vainer Merighi. A Bondeno vittoria per Patrizia Micai, che ha ottenuto 930 voti (75,86%) contro i 296 di Moreno Po (24,14%). A Copparo affermazione schiacciante di Nicola Rossi (74,89%), che ha sconfitto l’ex Margherita Enzo Barboni (25,11%).Ha evidentemente vinto l'innovazione. Ora si costruiscano insieme i programmi attraverso lo sviluppo delle attività dei forum e attraverso l'ascolto più attento dei cittadini.

12/12/08

Settimana storica.....

Da Brussels a Poznan, per il momento il bilancio non è così terribile come avevamo per un attimo temuto.
Qui il comunicato stampa della mia capogruppo Raffaella Mariani, e qui un articolo da Lavoce.info, sui benefici del pacchetto clima, che in Italia sono sottovalutati.
Meno male che siamo in Europa.

Accordo fatto

Un accordo di portata storica, che rafforza la leadership europea nella lotta ai mutamenti climatici e dà un messaggio prezioso a tutto il mondo: il cambiamento energetico indispensabile per fronteggiare il ‘global warming’, è anche un potente strumento per combattere la crisi e a rilanciare l’economia. Commenti più tardi Repubblica.it

Appello

Ho sottoscritto l'appello degli Amici della Terra e dei Radicali Italiani sulla Efficienza energetica: più efficace per il clima, meno costosa per l'Europa, più equa per l'Italia. Sotto il testo.

Radicali italiani – Amici della Terra


Appello al Parlamento e al Governo:

Efficienza energetica: più efficace per il clima, meno costosa per l’Europa, più equa per l’Italia .


Roma, 10 dicembre 2008
La crisi economica, la crisi energetica, l’emergenza clima, impongono l’adozione di misure che si rivelino efficaci in tempi stretti e lungimiranti a lungo termine sia per l’Italia che nel contesto europeo e globale.
Al di là di ogni scelta di carattere tecnologico e industriale, solo l’efficienza energetica è in grado di ridurre in tempi utili i consumi di energia primaria , migliorando in modo consistente la sicurezza dell’offerta energetica, attenuando gli effetti negativi dell’instabilità dei prezzi dei combustibili fossili, riducendo le bollette per i consumatori, promuovendo l’innovazione tecnologica in ogni settore e aumentando la competitività dei prodotti e dei sevizi europei. In questo campo, il nostro paese può vantare ancora alcuni primati dovuti alla propria cultura, alle proprie tradizioni, alle scelte imprenditoriali fatte in occasione delle prime crisi energetiche mondiali.



Ma proprio ora, negli anni in cui questa esperienza potrebbe costituire un punto di forza nei negoziati europei e internazionali, sta mancando la consapevolezza e la capacità politica di farne un obiettivo prioritario, di diffonderne la pratica, di incrementare i risultati e di migliorare le prestazioni. L’assenza di iniziativa del governo in sede europea sull’efficienza e la contestuale richiesta di dilazionare e attenuare le misure del pacchetto energia stanno costringendo il nostro paese a una posizione di retroguardia e ad alleanze controproducenti. Sul piano nazionale, l’ articolo 29 del decreto anticrisi rende di fatto impraticabile l'erogazione degli incentivi vigenti per l'efficienza energetica e le fonti rinnovabili e riduce il reddito disponibile per un rilancio dei consumi e degli investimenti. Inoltre, viene meno uno strumento indispensabile per promuovere tecnologie innovative nel settore civile.



Nei trasporti, negli usi civili, nell’edilizia residenziale, nel terziario e nell’industria manifatturiera, l’efficienza di impiego può essere nettamente migliorata. Occorre puntare ad una riduzione del consumi del 20% rispetto al tendenziale 2020, ottenendo in pochi anni benefici netti per i cittadini e le imprese, e un risparmio di importazioni di combustibili fossili pari a circa 9,5 miliardi di euro nel 2020, ed equivalente a circa 50 miliardi nel periodo 2008-2020. Inoltre, il sostegno a questo settore, caratterizzato da piccole e medie imprese, sempre più attente alle prospettive di internazionalizzazione sui mercati esteri, in particolare su quel grande mercato di prossimità che è il Mediterraneo, costituisce un volano essenziale per superare la crisi.



Occorre un’inversione di rotta che renda prioritario un consistente obiettivo di efficienza energetica, in Italia, in Europa e nel contesto globale, iniziando dalla cooperazione con i Paesi a noi più vicini. L’Italia è in grado di fare una scelta finalmente condivisa per affermare una propria leadership politica e tecnologica e per dare un contributo alla soluzione della crisi globale.



Chiediamo che il pacchetto energia della UE sia approvato, pur tenendo conto di proposte di flessibilità, e che l’Italia si faccia promotrice della sua integrazione con misure vincolanti per conseguire effettivamente l'obiettivo del 20% di efficienza al 2020. Solo così la strategia europea su energia e clima può portare ad un saldo costi benefici positivo per l'Europa intera e più equo per l'Italia.



Chiediamo che il governo ritiri ogni norma che riduca o crei incertezza sugli incentivi e che proponga, all’inverso, nuove misure per incentivare l’efficienza energetica in ogni settore d’uso, dando impulso al rafforzamento della nostra capacità imprenditoriale anche sui mercati esteri.



Chiediamo che sia posto al centro della politica energetica l'obiettivo di una vera e propria conversione di spesa ed investimenti – oltre che di regole e riforme – a favore di modelli di consumo, produzione, trasporto e urbanizzazione che portino effettivi benefici alla collettività e che minimizzino l'impatto sulle risorse naturali, paesaggistiche ed ambientali.





Emma Bonino – Radicali italiani - Vicepresidente del Senato

Rosa Filippini – Presidente Amici della Terra

Elisabetta Zamparutti - Radicali Italiani – Deputato Commissione ambiente



Pierluigi Bersani – Ministro Ombra dell’Economia del PD

Vittorio Cogliati Dezza – Presidente Legambiente

Antonio Granata - Dipartimento Ambiente e Territorio CGIL Nazionale

Raffaella Mariani - Deputato Commissione Ambiente

Giuseppe Onufrio - Direttore campagne Greenpeace

Alessandro Ovi - Direttore della Rivista Technology Rewiev – Edizione italiana

Carlo Alberto Pinelli - Presidente onorario di Mountain Wilderness Italia

Pasquale Pistorio - Presidente onorario STMicroelectronics

Ermete Realacci – Deputato Commissione Ambiente – Ministro Ombra Ambiente del PD

Danilo Selvaggi – Responsabile rapporti istituzionali della LIPU

Chicco Testa - Banca Rothschild

Alessandro Bratti , Deputato Commissione Ambiente

Daniele Maranzelli , Deputato Commissione Ambiente

Chiara Braga , Deputato Commissione Ambiente

Fabio Roggiolani – Assessore alla Sanità Regione Toscana



11/12/08

Le promesse di Stefania Prestigiacomo

Meglio Prestigiacomo che Berlusconi...comunque.
Mentre Berlusconi "mostra" i muscoli minacciando a Brussels di esercitare il diritto di veto all'approvazione del pacchetto 20-20-20 da parte del Consiglio d'Europa, il Ministro Prestigiacomo promette un impegno fattivo e serrato per la lotta ai cambiamenti climatici. Nel suo discorso a Poznan la Prestigiacomo impegna l'Italia a svolgere a Copenaghen, dove verrà rinegoziato il Protocollo di Kyoto, un ruolo decisivo. Berlusconi invece sottolinea come in questo momento di crisi economica l'ambiente sia un lusso che le imprese non si possono permettere. Certo a raccontare barzellette e a fare battute è imbattibile, a parlare di cose serie è un disastro. Ma alla maggioranza degli italiani piace....

Miedzynarodowe targi poznanskie sp z

E' il nome della rete da cui mi collego. Per aggiornamenti su come procede il vertice potete collegarvi qui, al live COP14 e su Repubblica.it.

Firmato il nuovo accordo di programma per il petrolchimico

E’ stato firmato a Roma, alla presenza del ministro Claudio Scajola nella sede del dicastero dello Sviluppo economico, il nuovo Accordo di programma che contiene gli orientamenti di sviluppo e di tutela ambientale, e i piani di investimento di ciascuna delle aziende presenti nell’area del petrolchimico di Ferrara
E' stato sottoscritto dal ministero dello Sviluppo economico, Comune di Ferrara, Provincia di Ferrara, Regione Emilia-Romagna, Osservatorio chimico nazionale, Unindustria Ferrara, Federchimica, organizzazioni sindacali confederali Cgil Cisl Uil e dalle aziende che operano all'interno del petrolchimico (Basell Poliolefine Italia Srl, Centro Energia Ferrara Spa, Sapio Produzioni Idrogeno e Ossigeno Srl, I.F.M. Scarl, Nylco Srl, P-Group Srl, Polimeri Europa Spa, Syndial Spa, Sef. srl, Eni, Yara Italia Spa, Solvay Benvic Italia Spa, Vinyloop Ferrara Spa, Solvay Chimica Italia SpA, Hera Ferrara Srl, GFC Chimica Srl, Sipro. Consorzio Ferrara Ricerche.
Oltre al ministro Scajola, fra gli altri erano presenti, oltre a me, il sindaco Gaetano Sateriale, il presidente dell’Amministrazione provinciale Pier Giorgio Dall’Acqua, il presidente di Hera Ferrara Paolo Pastorello e gli amministratori delegati di Eni Paolo Scaroni, di Enipower Giovanni Milani, di Basell Marcello Sciota e il direttore generale di Federchimica Andrea Cortesi. Per l'importante risultato raggiunto, un grazie anche all'impegno di Franceschini e della sua segreteria.

10/12/08

Per Poznan

Sto partendo con la delegazione ufficiale italiana per Poznan. E' la prima missione da Deputato.
Il presidente della Commissione Europea Barroso ha ribadito anche ieri che gli obiettivi fissati nel "pacchetto clima europeo" non sono negoziabili. La precisazione sembra rivolta in modo particolare al governo italiano, che per bocca di vari ministri continua a minacciare la propria opposizione al provvedimento, che è al centro del Consiglio Europeo in programma giovedì e venerdì prossimo.
"Dobbiamo approvare gli obiettivi e guidare il nuovo accordo internazionale il prossimo anno a Copenhagen" ha dichiarato Barroso.
All'Italia è stata concessa una clausola di revisione nel 2014 per verificare l'obiettivo di raggiungere un 20% di rinnovabili nel mix energetico entro il 2020. Se volte leggere un pò di commenti su quello che sta succedendo (anche io proverò a postare da là) oltre alle agenzie e ai siti della stampa nazionale potete leggere il blog di Emilio D'Alessio (foto) che è la da domenica per segure i lavori della sessione parallela sugli enti locali organizzata da Iclei.

08/12/08

Depositata

D’iniziativa dei deputati Marchi Maino, Bratti Alessandro, Mariani Raffaella, Baretta Pier Paolo, Realacci Ermete.... Fino al 16 dicembre raccogliamo le firme per la proposta di legge sulla contabilità e bilancio ambientale. Qui un post sulla iniziativa di presentazione che si è svolta il 5 dicembre a Roma.

Ombre rosse...

Da alcuni giorni sul sito del Pd nazionale è stato inserita una sezione dedicata ai lavori del Governo Ombra Qui il Ministero dell' Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare.

07/12/08

04/12/08

Neutralizzato, anche io

Viaggio in treno, in bicicletta o con un'auto a metano. Però anche io ho voluto fare un pò di più e ho, come i ministri tedeschi compensato le emissioni di CO2 prodotte nella mia attività (luci e impianti dell'ufficio, pc, stampante, fotocopiatrice ecc). Prossimamente (quando mi inviano il certificato) i dettagli.

Ieri sera alle 22 intervento in aula

Qui il link e di seguito il testo...

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente,
come ho avuto occasione di dire in
Commissione, credo che il decreto-legge in
discussione, in realtà, mostri una doppia
politica di questo Governo. Da un lato, vi
è la proposta del sottosegretario Bertolaso,
basata molto, viste anche le circostanze,
sulla filosofia del comando-controllo, che
inasprisce tutta la serie di sanzioni amministrative
e penali e che fa, forse, un
eccessivo ricorso alle deroghe, svuotando,
di fatto, il Testo unico ambientale. Vi sono
parecchie deroghe, richieste anche alla
luce degli emendamenti presentati questa
sera, in sede di Commissione e del Comitato
dei nove, che rendono, tra l’altro, il
citato Testo unico, già di difficile interpretazione


e applicazione da parte degli
operatori, assolutamente difficile da interpretare
ed applicare, svuotandolo un po’
della filosofia per cui era nato, quella,
cioè, di dare un’organicità alla tematica
ambientale in questo Paese.
Si tratta di un approccio che, però, non
va disconosciuto: ha dato, e sta dando,
anche dei risultati sicuramente importanti
e, quindi, in qualche modo e per certi
versi, può essere seguito.
Dall’altro lato, però, non dobbiamo dimenticare
(qui non sono d’accordo con il
rappresentante del Popolo della Libertà
che mi ha preceduto) che sull’altro fronte
abbiamo il Ministro Prestigiacomo che in
pochi mesi ha smantellato l’Agenzia nazionale
per l’ambiente; ha sciolto la Commissione
di valutazione di impatto ambientale
e la Commissione di autorizzazione
di impatto ambientale, nominando
poi in quelle nuove alcuni improbabili
personaggi spesso privi di professionalità e
con palesi conflitti di interesse; ha disconosciuto
l’impegno per contrastare i cambiamenti
climatici assunto in sede europea;
ha applaudito al ritorno del nucleare
in Italia, rinunciando anche a svolgere un
ruolo molto importante riguardo al tema
della sicurezza nucleare.
Direi, insomma, che dietro lo slogan
« ambientalismo del fare » di questo centrodestra,
in realtà, non vediamo politiche
virtuose basate sulla filosofia degli incentivi
verdi, sulla tassazione ecologica, sui
sistemi volontari di gestione ambientale,
sulla contabilità ambientale, sulla politica
di acquisti e appalti verdi e sul risparmio
ed efficientamento energetico. Al contrario,
dietro questo slogan credo ci sia un
po’ la voglia di smantellare un sistema che
sicuramente ha molte lacune, quello della
sicurezza e del controllo ambientale, senza
però proporre nulla di alternativo. In
questo modo non solo non si tutela l’ambiente,
ma non si favorisce nemmeno uno
sviluppo di qualità, dando dei via libera
sistematici a qualsiasi opera infrastrutturale,
senza distinzione di alcun tipo.
Si segue una politica di tagli generalizzati,
penalizzando pesantemente il
mondo delle piccole imprese e i cittadini.
La sensazione che si ha, insomma, alimentata
da una situazione di crisi che investe
la nostra economia, è che ci sia una sorta
di desidero di ritorno al passato, quando
le politiche ambientali erano considerate
elemento di ostacolo e di contrapposizione
a quelle economiche.
In Italia faticosamente si era avviato un
percorso verso la sostenibilità attraverso lo
sviluppo delle energie rinnovabili e del
risparmio energetico, interessando centinaia
di piccole imprese. Questo percorso è
stato interrotto dall’approvazione di alcuni
provvedimenti sostenuti dall’attuale maggioranza:
si elimina la certificazione energetica
degli edifici e addirittura non si
garantisce più alle famiglie la detrazione
fiscale per gli interventi edilizi, creando
sconcerto e indignazione nelle imprese,
anche se pare dalle ultime notizie che ci
sia una sorta di retromarcia da parte del
Atti Parlamentari — 154 — Camera dei Deputati
XVI LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 3 DICEMBRE 2008 — N. 97
Governo, sebbene le dichiarazioni dei due
rappresentanti del Governo siano differenti.
Lo strabismo delle politiche ambientali
del Governo si ritrova in questo provvedimento.
Come veniva ricordato, l’articolo
6 inasprisce le pene configurando nelle
aree di emergenza un ricorso allo strumento
penale che, pur giustificato, non
penso contribuirà a risolvere in maniera
efficace il problema dell’abbandono di rifiuti.
Sulla legittimità di questo articolo i
primi commenti dei costituzionalisti – ne
abbiamo parlato anche in quest’Aula –
sono abbastanza contrastanti.
Ciò che, però, credo sia censurabile in
sede politica è che si finisca sempre per
affrontare il tema delle sanzioni ambientali
con provvedimenti un po’ manifesto,
magari condivisibili nel loro intento educativo,
ma sempre avulsi da un equilibrato
ed efficace esame complessivo della materia.
Infatti, come è già stato fatto notare
da alcuni giuristi ambientali dopo l’emanazione
del decreto-legge sull’emergenza
in Campania, chi a Napoli abbandona un
materasso per strada commette un delitto
punito con la reclusione fino a tre anni e
sei mesi, mentre chi, sempre a Napoli, ma
anche in qualunque altre parte d’Italia,
gestisce rifiuti pericolosi senza registri
MUD rischia (in base all’articolo 258 del
Testo unico ambientale) al massimo una
sanzione amministrativa.
Ciò di cui c’è veramente bisogno è,
quindi, un disegno di legge organico, che
preveda l’introduzione nel codice penale di
alcuni selezionati delitti ambientali e l’applicazione,
anche in questo settore, della
responsabilità delle persone giuridiche
prevista dal decreto legislativo n. 231 del
2001. Sarebbe, quindi, opportuno che il
Governo, oltre a sanzionare penalmente
chi abbandona rifiuti ingombranti a Napoli,
presentasse un provvedimento organico
sui delitti ambientali sulla scorta del
disegno di legge n. 2692, che fu presentato
dal Governo Prodi nel corso del 2007.
Ma in realtà ciò che desta molte preoccupazioni,
come è stato detto anche dai
colleghi che mi hanno preceduto, è l’introduzione
all’articolo 9 (che è, a mio
avviso, il vero cuore del decreto-legge,
nonostante il titolo e nonostante tutta
un’altra serie di misure che ricordavo
prima e che sono sicuramente importanti)
dell’incentivazione per la costruzione degli
impianti di incenerimento che viene, ancora
una volta, introdotta in modo surrettizio.
Non viene, inoltre, operata alcuna distinzione,
rispetto all’incentivazione, tra le
regioni e non si considera l’efficienza
energetica di questi impianti, così come
raccomanda l’ultima direttiva-quadro sui
rifiuti, che non è ancora in vigore e deve
essere recepita, ma che ci dà la linea per
il futuro. Diversi miliardi di euro sono
stati dirottati negli ultimi anni dalle energie
rinnovabili ad altre fonti, di cui circa
il 10 per cento agli impianti di incenerimento.
È pur vero, come veniva ricordato
dall’onorevole Alessandri, che gli incentivi
legati al CIP 6 sono stati ampiamente
sfruttati per la costruzione di impianti di
termodistruttori al nord, soprattutto in
Lombardia, ma è altresì vero che in questa
realtà gli inceneritori sono oggi in funzione
e le percentuali di raccolta differenziata
sfiorano il 40-45 per cento, in piena
media europea.
Situazione diversa, al di là della Campania,
come veniva ricordato prima, è
quella della Sicilia, dove i quattro megaimpianti
– consentitemi di chiamarli così,
perché sono tra i più grandi che verranno
costruiti in tutta Italia (si parla complessivamente
di circa un milione e 600 mila
tonnellate di rifiuti all’anno) – dovevano
essere realizzati da anni ma non sono mai
partiti. Anche in Sicilia il commissariamento
straordinario è stato un fallimento.
Secondo la relazione della Commissione
parlamentare di inchiesta approvata nel
febbraio 2008 – cito questa fonte, che
rappresenta un lavoro molto importante
realizzato nella scorsa legislatura – la
raccolta differenziata in quella regione
non va oltre il 7 per cento. La Sicilia
continua ad avere, tra le regioni italiane,
la più bassa percentuale di copertura dei
costi totali, pari a circa il 64 per cento. A
ciò si aggiunga la piaga dell’evasione. La
Commissione invita la regione a rivedere il
Atti Parlamentari — 155 — Camera dei Deputati
XVI LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 3 DICEMBRE 2008 — N. 97
piano (un piano che è stato molto criticato)
e soprattutto la dimensione degli
impianti, nonché le modalità di collocazione
che, lasciate ai privati, hanno favorito
– cito sempre la Commissione bicamerale
– le attività criminose. Da un
punto di vista amministrativo e gestionale,
la costituzione degli ambiti territoriali ottimali,
i cosiddetti ATO, cui sono stati
affidati compiti di regolazione e di gestione
(situazione anche questa molto criticabile)
si è rivelata un disastro. È di
queste ore – lo abbiamo visto un paio di
giorni fa – l’aggravarsi della situazione a
Misterbianco, in provincia di Catania, che
ci consegna delle immagini di recente
memoria, del tutto simili a quelle che
abbiamo visto in relazione all’emergenza
campana. Questi organismi, gli ATO, che
da 27 dovrebbero essere ridotti a 10, per
poi, da gennaio prossimo, trasformarsi in
consorzi, hanno accumulato – cito sempre
dati della Commissione bicamerale – circa
430 milioni di euro di debiti, a cui vanno
aggiunti i costi per la stabilizzazione del
personale, in parte assunto dai comuni e
poi trasferito agli ATO stessi.
Gli ATO e le società miste della gestione
dei rifiuti hanno rappresentato,
sempre secondo la Commissione, il terreno
privilegiato della criminalità organizzata.
Il sistema dei controlli è assolutamente
inefficace, sia per l’impreparazione dei
dirigenti, sia per l’inevitabile conflitto di
interessi che si determina in queste strutture.
Si registra una totale assenza di
controlli e non soltanto sulle modalità di
svolgimento della attività connesse al ciclo
dei rifiuti, ma sugli stessi costi di gestione
delle principali attività.
Un dato allarmante è quello relativo
alla scarsa adeguatezza dell’ARPA, sia
sotto il versante della dotazione organica
che sotto quello della qualificazione professionale.
Il fatto che vi siano soltanto
due tecnici per la provincia di Palermo
rappresenta, in modo emblematico, la
strutturale carenza di incisività dell’Agenzia,
nonché la conseguente resistenza ad
operare controlli su delega dell’autorità
giudiziaria.
Molto ci sarebbe poi da dire rispetto
alle innumerevoli indagini in corso, che
vedono in tutta l’isola infiltrazioni mafiose
attorno al grande business dei rifiuti. Ricordo
che se questo decreto non verrà
modificato verranno erogati circa 2 miliardi
di euro di incentivi agli inceneritori,
non alle fonti rinnovabili, di cui un miliardo
400 milioni andrebbero in Sicilia, il
tutto per la costruzione di quattro impianti
ex novo. Può darsi che questi conti
non siano precisi, ma non mi allontano
molto dal vero.
Ricordo che in Emilia Romagna – è
una situazione che conosco bene e dove la
gestione è sicuramente un po’ più oculata
– ne sono stati costruiti otto funzionanti
che smaltiscono circa 500 mila tonnellate
all’anno, che hanno ricevuto complessivamente,
prima del 2007, incentivi per un
totale di circa 500 milioni di euro, con
raccolte differenziate che arrivano oggi
oltre il 40 per cento.
Sarebbe veramente inspiegabile e poco
credibile aggiungere risorse attraverso
qualsiasi forma di incentivazione, siano
essi i certificati verdi o i proventi dei CIP6,
ad una gestione come quella siciliana che
già ha bruciato tantissime di queste risorse
e che ha dimostrato di non essere in grado
di gestire nell’ordinarietà il ciclo integrato
dei rifiuti.
È indispensabile, quindi, se si vuole
contribuire con tali importi, che venga
dichiarato, così come diceva prima l’onorevole
Margiotta, lo stato di emergenza
così come fatto in Campania e che il
sottosegretario Bertolaso si occupi direttamente
della gestione dei rifiuti in Sicilia.
Altra proposta che desta molte perplessità
è quella che riguarda il piano nazionale
degli impianti di incenerimento urbano.
Ammesso che abbia senso e si riesca
a fare un piano nazionale, occorre garantirsi
da fenomeni di turismo dei rifiuti
urbani che potrebbero diventare assolutamente
ingestibili. Già oggi il Paese è attraversato
da flussi di sedicenti rifiuti
speciali che sono stati semplicemente lavorati
e frullati da qualche semplice impianto,
che non li ha fatti diventare altro
da rifiuti urbani stessi (vi è l’esempio
Atti Parlamentari — 156 — Camera dei Deputati
XVI LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 3 DICEMBRE 2008 — N. 97
dell’organico e delle varie frazioni di plastica
sporca). Il piano nazionale dovrebbe
essere la somma di piani regionali e non
porsi in contrapposizione con le linee
individuate da ogni regione, che sono una
garanzia di rispetto delle autonomie; soprattutto,
la decisione del loro utilizzo
deve vedere la reale compartecipazione dei
diversi soggetti e certo non si può agire, a
mio parere, con un decreto-legge.
Questo piano deve essere legato a meccanismi
di finanziamento, anche privati. Ci
devono essere regole chiare e trasparenti
attraverso gare. Il rischio è che si superi la
pianificazione territoriale, passando attraverso
accordi solo imprenditoriali senza
che regioni e province possano inserire la
loro voce. Viene, inoltre, contraddetto il
principio della vicinanza territoriale tra
impianti e produzione dei rifiuti, principio
cardine del cosiddetto decreto Ronchi che
peraltro non ha mutuato che le direttive
europee.
Non deve, inoltre, venir meno il principio
economico e di coerenza « tariffe
uguale a costi », definendo fin dove possibile
le voci ammissibili dei costi e istituendo
una nuova funzione in sede di
osservatorio e di authority.
Il decreto-legge si arricchisce poi di una
proposta assolutamente pericolosa come
quella della possibilità di triturare il materiale
organico con dissipatori di rifiuti
alimentari. Questa è chiaramente una richiesta
un po’ « lobbystica »: sono ormai
dieci anni che gira e fortunatamente non
ha mai visto un recepimento giuridico. Si
tratta di un nuovo elettrodomestico – un
trituratore – che poi ovviamente a fine
vita dovrà andare da qualche parte. Necessita
di un costo energetico elevatissimo,
oltre che di un’elevata richiesta idrica.
Anche se condizionata ad un’autorizzazione,
è una soluzione molto pericolosa
perché disincentiva la cultura della raccolta
differenziata e della formazione e
utilizzo del compost. Inoltre, appesantisce
in modo critico la depurazione del ciclo
dell’acqua. Nelle zone pianeggianti, inoltre,
le fognature possono rischiare di andare in
tilt. Da non sottovalutare, inoltre, il fatto
che i depuratori di mezza Italia sono
calcolati con un parametro tecnico che si
chiama BOD 5 che riguarda la richiesta di
ossigeno che – per semplificare – misura
il tasso di sostanza organica lavorabile,
che è circa di 90 grammi per abitante al
giorno, mentre l’organico dovrebbe raggiungere
i 120 grammi come succede negli
Stati Uniti (cosa che da noi non avviene).
Insomma, si tratta di un decreto-legge
che probabilmente era nato con una filosofia
e che poteva avere anche un senso,
ma che alla fine credo che si ritrovi un po’
pasticciato, il cui forse unico obiettivo
rischia di essere l’incentivazione di impianti
di incenerimento.
Credo che di ben altri provvedimenti
abbia bisogno il nostro Paese per poter
affrontare in maniera efficiente ed efficace
la gestione integrata dei rifiuti. Oltre che
dotare il Paese di una moderna impiantistica,
sarebbe opportuno garantire anche
un reale recupero della materia. Il tutto
dovrebbe essere accompagnato da politiche
che, a monte, minimizzino il rifiuto
attraverso il cosiddetto eco design e il
sistema degli appalti verdi. Non c’è nulla
da inventare, né tecnicamente, né dal
punto di vista di nuove regole: basta
mutuare esperienze di paesi come la Germania
e la Austria, ma anche mettere in
valore tante esperienze condotte in diverse
realtà locali del nord del Paese, che nulla
hanno da invidiare al resto dell’Europa.
Quindi, direi basta con questi decretilegge
un po’ manifesto, ma si attivi davvero
un serio lavoro coerente ed efficace che
veda come protagonisti le imprese e le
autonomie locali con il Governo centrale
per costruire tali condizioni attraverso una
normativa semplice e chiara. Sul territorio
si creano i problemi ambientali e credo
che sul territorio si possano e si debbano
risolvere (Applausi dei deputati dei gruppi
Partito Democratico e Italia dei Valori).

03/12/08

Il clima delle città, le città per il clima


5 dicembre 2008, Bologna - Palazzo d’Accursio, Cappella Farnese, Piazza Maggiore, 6

L´iniziativa è promossa dal Coordinamento Agende 21 locali italiane, dall´Istituto italiano di urbanistica e dal Comune di Bologna, con la collaborazione di Provincia di Bologna, Regione Emilia-Romagna e Università degli studi di Bologna.
Le città sono colpite dal cambiamento climatico, che produce effetti negativi sulla vita dei cittadini e in parte ne sono causa. Nelle città si consuma gran parte dell´energia del settore civile e il traffico urbano concorre sensibilmente alle emissioni di gas serra. Trasporti, elettricità e riscaldamento sono ambiti decisivi di intervento, per raggiungere gli obiettivi del Protocollo di Kyoto.
Comuni, Province e Regioni sono impegnati per fare città energeticamente più efficienti, con una migliore qualità ambientale. Nuovi assetti urbani e territoriali, edifici e infrastrutture a basso consumo di energia, aree verdi e l´adozione di tecnologie avanzate mitigano le emissioni globali e l´inquinamento locale, favoriscono l´adattamento al cambiamento climatico, riducono i costi energetici di famiglie e imprese, migliorano il clima delle città.
Il Coordinamento Agende 21 Locali Italiane, il Comune di Bologna e l´Istituto Nazionale di Urbanistica intendono presentare un´agenda tematica sul cambiamento climatico nelle città, avviando un confronto, che rafforzi la collaborazione tra tutti i livelli istituzionali. Una condivisa politica nazionale, dei territori e delle città, può trasformare una necessità in opportunità di innovazione economica, sociale e culturale utile alle città e al Paese, da cogliere con impegno, fiducia e partecipazione.

01/12/08

Pacchetto clima sui tavoli d'europa


A Poznan i ministri dell'ambiente e 9000 delegati al COP 14 Conferenza delle Parti sul Clima. A Berlino raggiunti e superati i target. A Roma questa settimana si discute sul pacchetto clima.
Dall’1 al 12 dicembre, a Poznan, però si parlerà di futuro. La conferenza climatica organizzata in Polonia, infatti, avrà il gravoso compito di trovare risposte valide alle molte domande che cercano di fare luce sul futuro climatico del Pianeta. La scadenza del protocollo di Kyoto, nel 2012, è alle porte e molti dei 37 Paesi che hanno aderito al primo serio tentativo di abbattere i livelli di gas serra immessi nell’atmosfera, non sembrano essere in grado di onorare gli impegni presi.
Poznan costituisce la quarta tappa di negoziati dalla conferenza dell'Onu sul clima del dicembre scorso a Bali, che ha fissato come obiettivo la firma di un accordo internazionale sulla riduzione dei gas a effetto serra nel dicembre 2009 a Copenhagen. Leggi anche su Partitodemocratico.it
On line la conferenza COP14

A parte le dichiarazioni di D'Alema, un ottimo fine settimana...



La Spal è finalmente prima in classifica. Con una prestazione da gladiatori gli undici ferraresi hanno sconfitto 1-0 il Novara e hanno portato la SPAL a guidare la classifica. Squadra quadrata, difesa granitica: penso che quest'anno avremo delle soddisfazioni.
Sabato ho visto un ottimo film, regia del "grande" Clint Eastwood: Changeling. Una storia vera, molto cruda ma che ricostruisce perfettamente il clima degli anni 20 a Los Angeles. Un'atmosfera che si trova nei romanzi di Ellroy. Film bellissimo con Angelina Jolie oltre che bellissima , anche bravissima. Va visto con uno stato d'animo adeguato...
Insomma tutto bene a parte D'Alema. Io ho grande stima nel collega che ritengo uno dei leader politici più carismatici del nostro Paese. Ma questa volta ha proprio toppato. Non c'è niente da fare se non è protagonista fatica a fare gioco di squadra.Il momento è delicato invece di fare un'opposizione incisiva sprechiamo tempo ed energie a creare condizioni di fratture dentro al PD. Forse è solo una fase. Ma credo che chi ci ha votato cominci ad essere stanco e soprattutto a non capire. Non è bastata la manifestazione, non sono bastate le primarie.., c'è sempre un esame da superare..vedremo.