28/02/09

F&F

Domani sera Dario Franceschini da Fabio Fazio. Qui il link con l'evento su facebook. Ciao

27/02/09

La rivoluzione umana

Immaginazione, reti sociali, onestà intellettuale, apprendimento, amore. Sono cinque strumenti fondamentali che devono essere alla base della nostra capacità di voltare pagina verso un nuovo modello di sviluppo. Così termina la bella lezione del direttore scientifico di Wwf Italia, Gianfranco Bologna pubblicata oggi su greenreport.it e che potete leggere di seguito.

La drammatica crisi finanziaria ed economica che attanaglia il mondo nasconde una grave crisi ambientale che è ormai molto chiara a tutti coloro che quotidianamente fanno ricerca sulle scienze del Sistema terra (Earth system sciences). In questo straordinario ambito di avanzamento scientifico che costituisce la vera base della sostenibilità, si studia la variabilità dei sistemi naturali e la variabilità indotta dall’intervento umano. Gli studiosi delle scienze del Sistema terra cercano di analizzare le interrelazioni presenti tra le varie grandi sfere nelle quali “dividiamo” artificialmente il nostro splendido pianeta: la sfera dell’aria (atmosfera), la sfera dell’acqua (idrosfera), la sfera del suolo o della terra (pedosfera o geosfera), la sfera della vita (biosfera) e la sfera delle nostre società (sociosfera, antroposfera o tecnosfera).

Il quadro che emerge dalle ormai sempre più avanzate ricerche in questi campi è evidente anche se l’industria professionale del negazionismo mira, con tutti gli ampi mezzi economici a disposizione, a contestarla.

Esistono straordinari ed affascinanti sforzi della comunità scientifica internazionale destinati alla nostra migliore comprensione dei meccanismi di funzionamento del Sistema terra ed all’analisi dell’impatto del nostro ruolo: basti pensare all’Earth system science partnership (Essp) che riunisce i quattro maggiori programmi internazionali di ricerca sui vari aspetti delle scienze del Sistema terra, tutti patrocinati dall’International council for science (Icsu, vedasi l’interessantissimo sito internet http://www.essp.org che riunisce una quantità di notizie, informazioni, documentazioni, newsletter sulle ricerche effettuate e sui dati raccolti sul Sistema terra), nonché agli sforzi di coordinamento delle ricerche che utilizzano i satelliti da telerilevamento, come il Global earth observing system of systems (Geoss) che ha recentemente elaborato un piano scientifico per tali ricerche per i prossimi dieci anni. (Vedasi il sito internet http://www.earthobservations.org ed anche http://www.epa/gov/geoss).

Ormai la comunità scientifica internazionale ha acquisito una massa di dati imponente sul drammatico effetto che la specie umana sta provocando al funzionamento ed alla variabilità naturale degli ecosistemi della Terra.

Sta inoltre facendo propria la proposta del premio Nobel per la Chimica, Paul Crutzen, di definire l’attuale periodo geologico (una vera inezia negli oltre 4,6 miliardi di anni nei quali viene valutata l’esistenza del nostro pianeta) Antropocene, a dimostrazione delle prove schiaccianti che la conoscenza scientifica sul ruolo preminente di trasformazione della dinamica del nostro pianeta esercitato dalla nostra specie, su scala spaziale globale e su scala temporale estremamente ristretta rispetto ai tempi geologici.

Crutzen scrive: ”Certe epoche geologiche sono caratterizzate dai resti di fossili di specie scomparse, l’Antropocene è contraddistinto dalla specie diventata determinante per gli equilibri della Terra e del clima. […] abbiamo una certezza: il nostro impatto sull’ambiente crescerà. Salvo catastrofi impreviste – e che nessuno si augura – la popolazione mondiale aumenterà ancora e le sue attività agricole e industriali occuperanno aree sempre più vaste. Nell’Antropocene siamo noi il singolo fattore che più incide sul cambiamento del clima e della superficie terrestre. Non possiamo tornare indietro. Possiamo però studiare il processo di trasformazione in atto, imparare a controllarlo e tentare di gestirlo.” (Crutzen P. J., 2005 – Benvenuti nell’Antropocene ! – Mondatori editore).

Lo scorso anno si è celebrato il 100° anniversario della nascita di Aurelio Peccei, figura dalle straordinarie qualità umane ed intellettuali, fondatore e presidente di quel forum internazionale di menti eccellenti dedite a comprendere il nostro futuro, il Club di Roma del quale, sempre lo scorso anno, si è celebrato il 40° anniversario. Nel 1972, proprio l’anno della conferenza di Stoccolma, il Club di Roma aveva reso noto lo straordinario rapporto “Limits to Growth” realizzato dal gruppo coordinato da Dennis Meadows al prestigioso Massachusetts Institute of Technology (MIT) nell’ambito del System Dynamics Group , diretto da Jay Forrester, uno dei maggiori esperti mondiali di analisi dei sistemi.

Il rapporto costituì la prima applicazione di un modello computerizzato per analizzare l’andamento di 5 variabili fondamentali per le società umane (risorse, alimenti, popolazione, prodotto industriale e inquinamento) nell’intero pianeta, fino al 2100. Il rapporto ebbe un successo enorme ma fu anche molto criticato per la sua lucida analisi e forte messa in discussione dell’economia e dell’etica della crescita.

Infatti al di là del modello, i dati e le considerazioni di fondo del rapporto dimostravano un’impossibilità del perseguimento di una continua crescita materiale e quantitativa dell’economia umana in un mondo dai chiari limiti biofisici. Dennis Meadows, la compianta Donella Meadows e Jorgen Randers hanno poi pubblicato altri due rapporti per aggiornare, nel tempo, quello del 1972 e le analisi e gli scenari di allora, aggiornati allo stato attuale delle conoscenze, hanno trovato, purtroppo, drammatica conferma.
[cfr. Meadows D. H., Meadows D. L., Randers J. e Behrens III W. W., 1972 – The Limits to Growth – Universe Books (ed. it., 1972 – I limiti dello sviluppo – Mondadori).
Meadows D. H., Meadows D.L., Randers J., 1992 – Beyond the Limits – Chelsea Green Publishing Company (ed. it., 1993 – Oltre I limiti dello sviluppo – Il Saggiatore).
Meadows D. H., Meadows D. L., Randers J., 2004 – Limits to Growth . The 30-Year Update - Chelsea Green Publishing Company (ed. it. – I nuovi limiti dello sviluppo – Mondadori)].

Tutti i dati scientifici a nostra disposizione, come abbiamo già detto in precedenza, ci indicano che ormai è assolutamente necessario voltare pagina ed imboccare strade alternative che non perseguano più la crescita materiale e quantitativa come obiettivo finale.

Il grande bioeconomista Herman Daly, uno dei fondatori dell’economia ecologica Vedasi il sito dell’International society for ecological economics (Isee, http://www.ecoeco.org), ha scritto in uno testo intitolato proprio Beyond Growth (Daly H. E., 1996 – Beyond Growth. The Economics of Sustainable Development – Beacon Press (ed. it., 2001 – Oltre la crescita. L’economia dello sviluppo sostenibile – Edizioni di Comunità): “Il concetto di ´crescita sostenibile´ intende negare la necessità di trasformazioni così radicali, e suggerire che la crescita può rimanere l’obiettivo primario, purchè divenga un po’ più environmental friendly. Quello della crescita sostenibile non è che un altro aggiustamento alla visione tradizionale. Lo sviluppo sostenibile costituisce invece un’alternativa all’ideologia della crescita, ed è incompatibile con essa. Uno sviluppo sostenibile, uno sviluppo senza crescita, non implica la fine delle scienze economiche – al contrario, l’economia come disciplina diviene ancor più importante. Ma è l’economia raffinata e complessa del mantenimento, del miglioramento qualitativo, della condivisione, della frugalità, e dell’adattamento ai limiti naturali. E’un’economia del “meglio”, non del “più grande”.

Nell’ultimo volume della serie sui limiti della crescita, Dennis Meadows, Donella Meadows e Jorgen Randers, parlando degli strumenti per la transizione verso la sostenibilità, scrivono :”E’ impossibile descrivere oggi il mondo che potrebbe nascere da una rivoluzione della sostenibilità, così come lo sarebbe stato, per i contadini del 6.000 a.C. prevedere i campi di soia e di granturco dello Iowa dei giorni nostri, o, per un minatore inglese dell’Ottocento, immaginare una catena di montaggio automatizzata della Toyota. Al pari di altre grandi rivoluzioni, anche l’imminente rivoluzione della sostenibilità cambierà la faccia della Terra e le fondamenta delle identità, delle istituzioni e delle culture umane. Come è stato per le rivoluzioni che l’hanno preceduta, ci vorranno secoli prima che essa si dispieghi appieno, benché sia già in atto. Ovviamente, nessuno sa che cosa bisogna fare per compiere una rivoluzione siffatta. Non vi è una ricetta :”Per attuare un mutamento globale di paradigma, seguire attentamente queste regole”.

"Come tutte le rivoluzioni che l’hanno preceduta, neanche questa può essere pianificata o imposta da chicchessia. Non obbedirà ai decreti di questo o quel governo, né ai proclami di chi costruisce modelli al calcolatore. La rivoluzione della sostenibilità sarà organica: scaturirà dall’immaginazione, dall’intuizione, dagli esperimenti e dalle azioni di miliardi di individui. L’onere di tradurla in realtà non ricade sulle spalle di una singola persona o di un gruppo particolare. Nessuno ne avrà il merito, ma a tutti è dato contribuire.”

Gli autori hanno indicato cinque strumenti che sono stati loro di aiuto nell’analizzare la situazione e nel cercare soluzioni di sostenibilità in più di trent’anni che si occupano di questi temi e sono: immaginazione, reti sociali, onestà intellettuale, apprendimento, amore. Sono cinque strumenti fondamentali che devono essere alla base della nostra capacità di voltare pagina verso un nuovo modello di sviluppo.


Approfondimenti:
Essp.org
Earthobservations.org
Geoss
Isee

26/02/09

Poca trasparenza, poco controllo

La Camera ha approvato in via definitiva il disegno di legge (C2206) già approvato dal Senato, di conversione del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 208, recante misure straordinarie in materia di risorse idriche e di protezione dell’ambiente.
Ecco il mio comunicato stampa: "È un provvedimento 'monstre' che mette insieme materie diverse, che introduce una serie infinita di deroghe al codice ambientale, che mortifica il ruolo delle regioni e che sul tema del danno ambientale introduce norme poco trasparenti che lasciano prefigurare una sorta di condono ambientale". Cosi' il deputato democratico, componente della commissione Ambiente della Camera, Alessandro Bratti, giustifica il voto contrario del Pd al decreto sulle risorse idriche. "La procedura prevista per la transazione del danno ambientale dei siti di interesse nazionale - aggiunge Bratti - e' poco trasparente e lo dimostra che il governo non ha accettato la nostra proposta di trasmettere alle Camere una relazione dettagliata che dia riscontro delle risorse complessivamente investite dagli operatori economici pubblici e privati e dei risultati raggiunti relativamente ai processi di bonifica o risanamento ambientale dei siti contaminati di interesse nazionale. Il governo - conclude - scrivendo norme criptiche e poco chiare vuole sottrarsi al controllo democratico".

25/02/09

Acqua: 10 interventi. Posson bastare?

Direi di si, abbiamo fatto una buon lavoro e anche la mozione presentata e discussa oggi è stata approvata. Ho fatto 10 interventi nella discussione del disegno di legge: S. 1306 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 208, recante misure straordinarie in materia di risorse idriche e di protezione dell'ambiente (Approvato dal Senato) (A.C. 2206)
Qui il link e sotto il testo stenografico in corso di seduta. Se vi interessa la mozione invece la trovate qui.

1. Signor Presidente, riprendo le considerazioni da cui è partita l'onorevole Mariani. È evidente che, dopo le dichiarazione del sottosegretario e del relatore, il pathos che ci si può mettere nella discussione degli emendamenti è molto limitato (credo che tutti lo possano assolutamente comprendere). Tuttavia, su alcune questioni è assolutamente fondamentale, se non altro, discutere e far presente quali possano essere le problematiche per poi magari evidentemente riprenderle in altri provvedimenti.
È stato ricordato che l'urgenza di questo provvedimento nasce nella paura di non incorrere alcuna volta in una infrazione comunitaria. Ricordo che, rispetto all'applicazione della direttiva 2000/60/CE (quindi licenziata a livello comunitario dal 2000), varie volte siamo caduti in procedure di infrazione per tutta una serie di norme. Nella direttiva si prevede che, nella governance delle autorità distrettuali, tali autorità definiscano poi i piani di bacino distrettuale e successivamente i piani di gestione, che sono in realtà il vero obiettivo della direttiva comunitaria.
Il cuore di questi piani è quello relativo alla tutela delle acque regionali, ed oggi - così come abbiamo avuto occasione di ascoltare nel corso delle audizioni svolte recentemente in

Commissione ambiente - su venti ragioni ve ne sono purtroppo sei che non hanno neanche questi piani di tutela delle acque approvati, e quindi ci si chiede poi come faranno a mettere in atto all'interno dei distretti il piano di gestione.

Ricordo anche che, rispetto al decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152, al codice ambientale, a cui accennava prima la collega Mariani, si è preceduto ad una revisione sin dalla scorsa legislatura ma non si è riusciti a rivedere questa parte del decreto che, pur si sapeva, soprattutto per la riorganizzazione dei distretti, presentava qualche problema. Quindi, rispetto al codice ambientale, acqua ed aria, in realtà, non sono stati rivisitati.
Peraltro, come ricordavo prima, la composizione di questi distretti è stata fatta territorialmente e ci sarebbe molto da discutere. Siamo anche felici che non sia stata accolta la richiesta di introdurre un nuovo distretto della laguna di Venezia che ci sembrava abbastanza incongruente.
Il nostro emendamento, come anche l'emendamento Mariani 1.31 sul quale mi soffermerò successivamente, tende sostanzialmente a mantenere in questa fase di transizione un ruolo importante per le regioni. L'emendamento che proponiamo, insieme ad altri che abbiamo presentato, permette di conciliare le differenti peculiarità territoriali ed istituzionali del territorio nazionale, sempre in attesa del definitivo assetto degli strumenti di attuazione della direttiva comunitaria. È necessario anche ricordare - ritengo che lo dobbiamo tener presente - quali sono le difficoltà finanziarie in cui già oggi si muovono le autorità di bacino. I sempre più esigui finanziamenti per il loro funzionamento e per le attività di studio e pianificazione, oggi si sono davvero ridotti al lumicino. Ciò, insieme all'impossibilità di disporre di una qualche forma di autonomia funzionale, non consente di superare i problemi e di raggiungere gli obiettivi che la direttiva impone. Inoltre, anche in questo caso, bisognerebbe far riferimento al codice ambientale che tentava comunque di dare una certa unitarietà normativa. Sappiamo bene, quindi, che gli emendamenti che noi ritenevamo importanti non verranno accettati, ma in ogni caso chiediamo comunque di votarli, perché sottolineiamo la necessità di riprendere al più presto questo argomento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
2. Signor Presidente, proprio per entrare nel merito della questione voglio dire che credo sia stato ribadito il tentativo di centralizzare di molto tutta la procedura transattiva. Questo mentre, da un lato, può anche

essere spiegabile, dall'altro, però, presenta delle incongruenze. Infatti, sarebbe interessante capire perché vengono escluse in maniera impropria le regioni, sia nella fase transattiva sia dopo, nella fase di elargizione di un eventuale contributo finanziario (lo vedremo in seguito), e, tuttavia, si chieda il parere del COVIS. Faccio presente che il COVIS è un organismo di carattere tecnico che è necessario per fornire tutta una serie di giudizi, da un punto di vista tecnico, in ordine agli investimenti compiuti dal Ministero. Pertanto, non riesco a capire come, da un lato, vengano escluse le regioni e, dall'altro, si chieda un parere a un organismo tecnico che è nato con tutte altre funzioni.
Questo dimostra, per l'appunto, come sarebbe invece necessario allargare sia nella fase propedeutica, sia nella fase finale, la discussione e l'operazione che può avere un suo senso anche nei territori.
3.Signor Presidente, per essere anche molto concreti, credo che nella fase di indennizzo - poi, durante la discussione ci saremmo tornati anche con altri emendamenti - basterebbe modificare la procedura, quella così farraginosa di oggi, che prevede l'emanazione di altri due decreti per poter indennizzare il territorio colpito dall'eventuale inquinamento e per procedere alle bonifiche.
Questo aspetto nel provvedimento non è assolutamente chiaro, quindi anche chi, come me ad esempio, vede di buon occhio un'operazione transattiva, ovviamente ha molti dubbi sul fatto che questa non sia invece solo un'operazione per far cassa, perché non si capisce in che modi e tempi questi soldi vengano riversati sui territori fortemente colpiti dall'inquinamento ambientale che necessita di bonifiche.
4.Signor Presidente, anche in questo emendamento affrontiamo un problema che non sembra legato a quanto dicevamo prima ma, invece, lo è in maniera profonda. Ne abbiamo già parlato e diversi colleghi sono intervenuti sul tema delle bonifiche. In questo emendamento ci riferiamo a un tema connesso al personale e ad una proposta di stabilizzazione, anche se parziale, da parte del Governo che riguarda appunto l'ISPRA, che è l'organismo tecnico che in realtà si occupa di tutti quei siti contaminati e di tutte quelle bonifiche che, in un qualche modo, dovrebbero essere attuate nell'ambito dei siti di interesse nazionale.
Tra l'altro, la task force di questo organismo tecnico, che si occupa di problematiche assolutamente complesse insieme all'Istituto superiore di sanità, oggi è estremamente esigua, anche perché questo istituto, che consta di circa 1.200 dipendenti, ne ha circa un terzo - e oltre - che sono in condizioni di non stabilità da un punto di vista lavorativo.
Pertanto, questo organismo, che ha un acronimo strano (ricordo l'operazione compiuta dal Governo di trasformazione dell'agenzia tecnica in istituto di ricerca, che ci ha visti molto scettici), oggi non ha ancora una sua operatività compiuta, in quanto nasce dalla fusione di altri tre organismi. Esso non ha uno statuto funzionante, non ha ancora definito gli organi, è ampiamente commissariato e, tuttavia, è un istituto assolutamente fondamentale per realizzare tutte quelle operazioni di bonifica di cui abbiamo parlato fino ad ora.
Pertanto, va benissimo che vi sia il coinvolgimento delle regioni ma delle due l'una, anche da un punto di vista tecnico:
o si sceglie di dotare l'istituto centrale di una task force tecnica adeguata allo sforzo che deve essere compiuto, oppure è necessario, anche in questo caso, coinvolgere le agenzie regionali - le quali ovviamente dipendono dalle regioni - per fare in modo che rispetto a queste operazioni tecniche e alla definizione dei programmi di bonifica possano dire la loro.
Quindi, in buona sostanza, sebbene questo provvedimento del Governo in realtà - e questo va riconosciuto - tenda in parte a mettere in campo delle procedure per stabilizzare una parte del personale (così come è scritto), tuttavia esso non raggiunge una parte di precariato che, invece, ha dato e sta dando tanto all'interno di questo organismo tecnico per il lavoro che svolge quotidianamente.
Pertanto, la ratio dell'emendamento in esame è di fare in modo che il Governo tenga presente e attui non solo quei procedimenti che sono da portare a compimento, ma che consideri la possibilità di una stabilizzazione anche per quelle altre figure che in questa fase ne rimangono fuori perché, lo ripeto, questo è un organismo tecnico fondamentale per attuare tantissime altre questioni ma, soprattutto, quei procedimenti di bonifica di cui abbiamo parlato fino ad ora.
5.Signor Presidente, siamo sempre nel filone di quanto discusso stamattina, riguardo al tema della bonifica e della compartecipazione delle regioni, di cui abbiamo detto. Qui si sottolinea un fatto che poi viene ripreso anche da altri emendamenti. Oltre al fatto che le regioni debbano essere interessate nella fase di transazione (che poi ovviamente è quello che interessa di più, visto che stiamo discutendo di un eventuale danno che viene riconosciuto e di eventuali emolumenti che dovrebbero essere messi a disposizione per ripristinare le condizioni iniziali del sito), si chiede sostanzialmente che in questa fase di quantificazione un ruolo fondamentale venga svolto dalle regioni che hanno subito questo danno.
Noi crediamo e speriamo che poi, nel provvedimento che dovrà nascere da quell'ordine del giorno che abbiamo condiviso, si tenga in considerazione questo aspetto, che è l'elemento che probabilmente interessa di più i territori danneggiati, come abbiamo detto anche questa mattina.
6.Signor Presidente, credo che questo emendamento, sul quale vorrei intervenire brevemente, potesse essere accettato perché sostanzialmente propone un approccio ad un problema, come quello dei siti contaminati, cercando anche di favorire l'innovazione tecnologica attraverso una serie di provvedimenti che possano scomputare questo investimento nell'innovazione tecnologica nella fase transattiva.
Voglio ricordare, infatti, che i siti contaminati, sia che siano di interessi nazionale sia che non lo siano, rappresentano sempre anche delle occasioni di studio e di applicazione di tecnologie innovative sulle quali le imprese, una volta raggiunti gli accordi di programma, possono cimentarsi non solo per restituire al territorio quelle porzioni di terreno nelle condizioni naturali, ma anche, talvolta, proprio per sviluppare tecnologie prototipali che poi possono essere utilizzate nell'approccio a situazioni analoghe.
Tra l'altro, mi dicono che questo emendamento fosse anche molto caro a Confindustria, che è presente con una buona parte delle sue aziende chimiche in questi siti e che, in qualche modo, attraverso queste aziende in alcune parti d'Italia si sta adoperando attivamente per cercare di risolvere il problema. Quindi ciò, a mio avviso, poteva essere un incentivo in un momento di difficoltà come questa. Ieri abbiamo discusso una mozione di carattere ambientale volta proprio a incentivare le tecnologie ambientali e a favorire questa fetta di mercato, credo che approvare oggi questo emendamento sarebbe un'occasione per andare in quella direzione che, peraltro, ieri, tutti insieme, abbiamo votato.
7.Signor Presidente, mi riallaccio alle considerazioni svolte dai colleghi che mi hanno preceduto e ne aggiungo una ulteriore, che ritengo importante. Purtroppo, quando si parla di fondi che vengono destinati per un danno ambientale arrecato, tali fondi - quando poi vengono distribuiti - più che essere considerati una vera compensazione ambientale, e quindi utilizzati o per ripristinare le condizioni precedenti o comunque per migliorare le politiche ambientali su quel territorio, vengono utilizzati sotto forma di indennizzo.
Ciò a mio parere rappresenta un uso improprio delle somme, che invece dovrebbero essere destinate, appunto, o per ripristinare le condizioni ambientali originarie o, comunque, per attivare politiche ed opere ambientali che, in qualche modo, migliorino le condizioni del territorio stesso.
8.Signor Presidente, questo emendamento, che è uno degli ultimi che riguardano il danno ambientale, mi dà anche l'opportunità di sottolineare alcune altre questioni rispetto al tema dei siti contaminati di interesse nazionale, riprendendo la normativa abbastanza difettosa che tanti problemi ha causato, e sta causando, nel nostro Paese (mi riferisco al decreto legislativo n. 152 del 2006, che interviene nella materia di cui al decreto ministeriale n. 471 del 1999). Come Partito Democratico, sulla situazione dei siti di interesse nazionale, abbiamo presentato diverse interrogazioni, chiedendo di capire qual è il punto della situazione. Dalle pubblicazioni che il Ministero ci ha consegnato a latere delle risposte alle interrogazioni, in realtà, emerge una situazione molto complicata. È vero che, da un punto di vista formale, sui 52 siti di interesse nazionale vi è la presenza del Ministero, con tutti i suoi organi, che vi sono diversi accordi di programma attivati che stanno cercando di risolvere il problema, e che sono stati investiti centinaia di milioni di euro di fondi pubblici negli ultimi anni, ma vi sono due aspetti fondamentali che non traspaiono e non si evincono da questa pubblicazione. Il primo è che non si riesce a capire - non è oggetto di questo emendamento, ma può essere oggetto di una discussione successiva - lo stato dell'arte dell'attuazione delle opere di bonifica, ovvero se all'interno di questi siti di interesse nazionale i terreni siano stati oggetto di una successiva reindustrializzazione o siano rimasti, per così dire, aree deserte.
L'altro aspetto che non si riesce a capire da questo report riguarda l'entità dell'importo dei contributi privati considerati in questi accordi di programma, mentre si evince - lo dicevo prima - quanti centinaia di milioni di euro sono stati spesi dal pubblico. Il tema dei siti contaminati comunque dovrà essere riaffrontato. Noi abbiamo criticato nelle nostre dichiarazioni, sia in discussione sulle linee generali sia durante l'esame del complesso degli emendamenti, il fatto che con questi provvedimenti si mette mano in continuazione al codice unico ambientale. Sul tema dei siti contaminati, ad esempio, secondo il vecchio decreto ministeriale n. 471 del 1999 il procedimento era in capo alle amministrazioni comunali, mentre con il decreto legislativo n. 152 del 2006 è stato messo in capo alle amministrazioni provinciali, le quali sono anche quelle che devono in qualche modo dire se poi la bonifica è avvenuta o meno.
Quindi, lo stato normativo attuale non ha aiutato a risolvere i problemi di contenzioso ma li ha assolutamente complicati. Pertanto, oggi non solo è aperta tutta una serie di contenziosi riguardo al tema del danno ambientale, ma è aperta, anche nei siti non di interesse nazionale, tutta una serie di contenziosi di carattere procedurale. Su questo tema, al di là della questione del danno e delle transazioni, noi abbiamo già detto in precedenza che se la pratica transattiva servirà davvero a risolvere alcuni problemi con tutte quelle specifiche che abbiamo evidenziato e con il coinvolgimento degli enti locali e delle regioni ci vede ben disposti, però - ripeto - il tema dei siti contaminati va ripreso nella sua globalità, sia per avere chiarezza normativa, ma anche per completare una volta per tutte il dettato normativo.
L'anagrafe dei siti contaminati, così come veniva chiesta dal vecchio decreto ministeriale n. 471 del 1999, non è stata completata; ci sono state regioni che mai si sono mosse per attivare questa normativa. Nel presentare questo emendamento, che in realtà aveva tutt'altra funzione, che era quella del coinvolgimento delle regioni, su cui abbiamo già detto, ho approfittato di questo intervento per sottolineare ulteriormente come questa problematica meriti una discussione specifica importante, e sollecito il Governo a presentarsi al più presto sia in Commissione sia in Aula per cercare di dirimere tutti questi contenziosi che tanti problemi stanno creando, sia alle attività produttive sia a chi le deve controllare.
9.Signor Presidente, passiamo ad un tema abbastanza spinoso ma anche interessante. Ancora una volta - riprendo il ragionamento sul tema delle proroghe in materia di decreti attuativi - in questo articolo addirittura si propongono tre proroghe. Una è la proroga della TARSU: da un pezzo dovremmo essere passati a tariffa, secondo decreti precedenti, ma in realtà ancora diverse amministrazioni si trovano in difficoltà, e quindi vi è questa richiesta di proroga annuale.
La seconda riguarda la disciplina transitoria per le discariche dei rifiuti - dopo riprenderemo questo tema esaminando l'articolo 6 - e anche su questo bisognerebbe dire molte cose - e mi riservo di dirle nel momento in cui interverrò sull'articolo 6 - riguardo allo stato dell'arte su come, purtroppo, vengono ancora smaltiti i rifiuti nel nostro Paese.
La terza deroga riguarda anche la mancanza di attuazione di un decreto che continua a creare problemi e che concerne il criterio di assimilazione dei rifiuti. Ovviamente ciò fa parte dell'inefficienza del sistema che più volte abbiamo sottolineato, cioè il fatto che sono stati emananti decreti e in continuazione vengono emanate norme. Si rimanda poi ai decreti attuativi e tali decreti non vengono emanati. Pensate soltanto che sul tema dell'assimilazione, le percentuali di raccolta differenziata che possono essere calcolate cambiano completamente a seconda che oggi, da parte dei regolamenti comunali, vengano assimilati una certa tipologia di rifiuti o altri. Quindi abbiamo quantità notevolissime di rifiuti che possono essere consegnate in privativa, a seconda del tipo di assimilazione che viene fatta, o al libero mercato. Questo determina il fatto che - ripeto - quando si fanno quelle classifiche o quando si verificano le percentuali di raccolta differenziata, queste cambiano completamente a seconda del tipo di assimilazione effettuata. Con questo emendamento, per tornare al punto della questione, proponiamo di dare ai comuni, anche in deroga a questa fase
di transizione, la possibilità di applicare le disposizioni relative al calcolo della tariffa così come previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1999, n. 158.
10.Signor Presidente, tratterò gli emendamenti Mariani 6.1 e 6.2.
In questo caso torniamo un po' a quanto si diceva in precedenza: la proroga diventa assolutamente purtroppo indispensabile perché, anche per quanto concerne questo aspetto, siamo in un Paese nel quale oltre il 60 per cento dei rifiuti, aldilà di tutte le discussioni che facciamo, viene smaltito in discarica. Non siamo riusciti nel giro di questi anni ad attivare - parlo della parte di smaltimento - un'impiantistica moderna.
Non abbiamo fatto scelte in alcuni momenti, così come hanno fatto altri Paesi e, quindi, oggi ci troviamo a prorogare ancora una volta la possibilità di ricorrere alla discarica per lo smaltimento dei rifiuti.
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Qui chiediamo un anno di proroga, ma dobbiamo anche essere tutti consapevoli - e questo sembra che si potesse discutere e verificare in sede di discussione al Senato - che né per quanto riguarda il potenziamento della raccolta differenziata, né per quanto riguarda il tema della minimizzazione dei rifiuti, né tanto meno per la costruzione di infrastrutture come gli inceneritori, un anno sarà sufficiente per risolvere tutti i problemi che oggi sono sul tappeto, se non altro per le questioni che ricordava prima il collega Piffari.
Sappiamo che ci sono regioni in emergenza e regioni che non hanno dichiarato lo stato di emergenza ma che sono più in emergenza di quelle che lo hanno fatto; mi riferisco alla Sicilia e, tra l'altro, ne approfitto per stigmatizzare anche un comportamento del presidente siciliano: abbiamo chiesto più volte di audire in Commissione il presidente della regione Sicilia e con tutta una serie di scuse, dopo un mese, un mese e mezzo, forse anche di più, siamo ancora qui che aspettiamo di sentirlo. Visto che mi sembra che in quella regione vi sia qualche problema, perché la stessa città di Palermo recentemente è entrata in stato di emergenza, sarebbe opportuno che quella regione e i suoi governanti venissero a riferire in Aula su una situazione che - lo ripeto - è di emergenza tanto quanto quella della Campania, ad esempio.
Quindi, credo sia indispensabile accettare in qualche modo questa proroga, ma riteniamo che sia un ulteriore segnale di inefficienza del sistema, che non funziona. Dunque, ben vengano tutte quelle disposizioni e, più che altro, le azioni concrete per poterlo attivare in qualche modo.
Teniamo anche presente che ci stiamo concentrando molto - e in parte anche a ragione - sul tema degli inceneritori e dei termovalorizzatori, ma in realtà la nuova direttiva europea, che prevede il raggiungimento del 65 per cento di raccolta differenziata nel 2020, punta invece moltissimo sul tema della minimizzazione del rifiuto, su cui invece, da un punto di vista legislativo, non abbiamo ancora preso alcun provvedimento.
Quindi, l'emendamento in esame - per arrivare alla conclusione del mio intervento - è coerente con questa
filosofia della riduzione dei rifiuti da conferire in discarica, investendo - questa è la ratio soprattutto dell'emendamento Mariani 6.2 - sulla minimizzazione dei rifiuti stessi.

24/02/09

Giovedì 24 febbraio 2009: approvata la mozione sulla sostenibilità ambientale

Ieri la Camera ha accolto la nostra mozione sulla sostenibilita' ambientale delle misure anticrisi. Cosi' Dopo l'ok di Montecitorio il governo deve dare ascolto al parlamento che chiede a larghissima maggioranza di garantire per il 2009 misure dirette a favorire uno sviluppo ambientale sostenibile. I punti qualificanti delle misure sono: investimenti diretti al risparmio energetico, alla ricerca ed allo sviluppo, certificazione energetica degli edifici pubblici, ammodernamento del parco immobiliare residenziale, semplificazione delle procedure di autorizzazione per gli impianti che utilizzano fonti rinnovabili, trasporti pubblici puliti, prevenzione del rischio idrogeologico, incentivi al riciclo dei rifiuti. Siamo molto indietro nel programma di modernizzazione ecologica dell'economia nonostante proprio quello sia il terreno piu' idoneo a contrastare la recessione e rilanciare in modo virtuoso il nostro sistema economico
Trovate il testo della mozione qui e sotto e il testo del mio intervento qui .
Buona giornata
Premesso che: la crisi economica e finanziaria che si è abbattuta sul sistema globale richiede un'assunzione forte di responsabilità circa le politiche da mettere in atto per difendere e rilanciare l'economia dei Paesi e, soprattutto, per individuare possibili misure su cui costruire solidi modelli di riferimento di carattere sociale, economico e finanziario, strettamente connessi alla vita reale ed all'ambiente che ci circonda;
è forte, invece, la convinzione che, per la natura della crisi, il miglior investimento che si può fare per contrastare la recessione e rilanciare lo sviluppo sia puntare sulla modernizzazione ecologica dell'economia;
si ritiene che sia necessaria la rottura dell'attuale paradigma tecnologico attraverso politiche di sistema che coinvolgono tre aree tra loro fortemente interconnesse:
a) la creazione di conoscenze adeguate e di un sistema di ricerca avanzato nelle tecnologie energetiche e ambientali;
b) la nascita e lo sviluppo di un tessuto industriale in grado di sostenerne e accelerarne la diffusione;
c) un quadro di regole stabili ed incentivi alla domanda come presupposto per il finanziamento del sistema e ulteriore stimolo all'introduzione di nuovi prodotti e processi;


nel programma della Commissione europea, come confermato dal recente voto del Parlamento europeo sulla politica integrata dell'Unione europea sui cambiamenti climatici, sono segnalate, in particolare, le seguenti priorità:
a) l'elaborazione e la promozione di politiche volte a contrastare i mutamenti climatici e a raggiungere gli obiettivi fissati dal Consiglio europeo nel marzo 2007, ove l'Unione europea si è impegnata a ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 20 per cento entro il 2020, soddisfare il 20 per cento del fabbisogno energetico, utilizzando energie rinnovabili, e migliorare del 20 per cento l'efficienza energetica;
b) l'elaborazione di una strategia per uno sviluppo sostenibile, che pone l'attenzione, in maniera particolare, su trasporti e logistica, turismo, agricoltura, foreste e pesca e che raccomanda azioni riguardo alla gestione delle risorse idriche, al trattamento dei rifiuti, alla tutela della salute, sottolineando il ruolo dell'innovazione anche per la crescita economica e l'occupazione;
si ritiene che per sviluppare una «via verde» sia necessario:
a) mettere in atto una strategia coordinata di investimenti pubblici e privati - sostenuta da politiche industriali e fiscali che orientino le produzioni ed i consumi verso lo sviluppo ecologicamente sostenibile - al fine di creare nuove imprese e nuovi posti di lavoro;
b) prevedere misure di semplificazione e chiarezza amministrativa delle cosiddette «procedure verdi», volte a superare iter burocratici complessi, sia nei confronti dei cittadini che scelgono una riconversione ecologica nei consumi domestici, sia nei confronti delle aziende pubbliche e private, costrette a superare numerose barriere procedurali in ordine alla produzione di energia rinnovabile;
c) promuovere - anche attraverso un piano di ripartizione degli obiettivi con le regioni e gli enti locali, secondo un modello già adottato in altri Paesi dell'Unione europea - interventi che favoriscano la sostenibilità energetico-ambientale dei programmi edilizi;
d) sostenere lo sviluppo dei distretti agroenergetici, al fine di valorizzare sia le risorse disponibili sul territorio (solare, idrica, eolica), sia quelle direttamente producibili o ricavabili dalle proprie attività (biogas, biocarburanti, biomasse), sia da attività di forestazione e manutenzione dei boschi, con conseguenze vantaggiose sia sul piano della tutela ambientale e del territorio che per il reddito degli agricoltori,

impegna il Governo:
ad assumere una funzione di impulso e di stimolo a livello comunitario ed internazionale per il perseguimento degli obiettivi di Kyoto e per l'impostazione delle politiche del post Kyoto, fin dal prossimo G8 che si terrà in Italia;
a garantire che vi sia coerenza tra le misure anticrisi a breve termine e le strategie di lungo periodo, rafforzando il progetto «Industria 2015», promuovendo nuove industrie che producano impianti, tecnologie per lo sviluppo dell'efficienza energetica e delle fonti rinnovabili;
ad attivare un confronto nella conferenza Stato-regioni per verificare la congruenza dei piani energetici regionali rispetto agli obiettivi comunitari ed a coordinare gli enti tecnici di ricerca regionali e nazionali, semplificando le procedure autorizzative;
ad istituire un gruppo interministeriale e un fondo per la realizzazione sia del programma di interventi del Consiglio europeo per la lotta ai cambiamenti climatici e per la produzione di energia rinnovabile, sia per l'avvio di forme di collaborazione a livello internazionale;
a prevedere specifici interventi finalizzati a:
a) per quanto riguarda la mobilità:
1) aumentare la diffusione di veicoli elettrici e ibridi, promuovere l'applicazione di sistemi di mobilità alternativa, compresa la costruzione di infrastrutture idonee (tramvie, piste ciclabili), attuare le politiche di mobility management; avviare un piano per l'ammodernamento dei treni per i pendolari;
2) vincolare, in maniera permanente, gli aiuti ed incentivi alla rottamazione delle auto all'acquisto di veicoli a minimo impatto ambientale, per orientare ricerca ed innovazione su nuovi modelli a basse emissioni e bassi consumi, nuovi modi di propulsione, auto ecologiche;
3) incentivare il trasporto fluviale, con particolare riguardo alle merci attraverso infrastrutture idonee e connessioni con gli altri sistemi di trasporto;
b) per quanto riguarda l'edilizia:
1) aumentare l'efficienza energetica degli edifici pubblici, sia attraverso interventi di carattere strutturale, come l'installazione di pannelli solari, sia attraverso le «buone pratiche» di risparmio energetico;
2) intervenire nel settore dell'edilizia privata e pubblica a partire dal recupero del patrimonio edilizio esistente, riproponendo strumenti normativi per rendere obbligatoria la costruzione di nuove case a basso consumo energetico e per agevolare, attraverso misure fiscali, interventi di manutenzione straordinaria degli immobili esistenti finalizzati ad aumentare il rendimento energetico degli edifici; promuovere gruppi di acquisto di impianti per l'energia rinnovabile solare e fotovoltaica attraverso forme di incentivazione;
3) ripristinare la certificazione energetica degli edifici nella compravendita degli immobili, già prescritta dalla direttiva 76/93/CE;
4) individuare risorse per la manutenzione di infrastrutture pubbliche, quali: edilizia scolastica e sociale, ospedali, strade e ferrovie, anche attraverso meccanismi di autorizzazione di investimenti da parte di enti locali e regioni, cui attribuire competenze per l'immediato avvio di cantieri di piccole e medie dimensioni;
5) applicare la detrazione del 55 per cento anche agli interventi «energetici» realizzati sugli immobili esistenti, concessi in locazione;
6) promuovere i sistemi di certificazione ambientale, con particolare riferimento al sistema comunitario di ecogestione e audit (Emas), nell'edilizia pubblica integrata con quella energetica;
c) per quanto riguarda l'efficienza energetica:
1) predisporre incentivi per almeno 5 anni per l'acquisto di frigoriferi e congelatori a basso consumo e per prevedere l'ampliamento di questi a lavatrici e lavastoviglie ad alta efficienza energetica;
2) ridurre i consumi della pubblica illuminazione, attraverso una più diffusa utilizzazione delle lampade al sodio ad alta pressione, l'installazione di regolatori di flusso luminoso, diffusione dei led, efficientamento degli impianti;
d) per quanto riguarda le fonti rinnovabili:
1) introdurre uno sconto sull'addizionale A3 della tariffa elettrica per i residenti nei comuni che permettono l'installazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili;
2) rendere più semplici le procedure delle autorizzazioni per gli impianti che utilizzano fonti rinnovabili;
e) per quanto riguarda le politiche sostenibili:
1) promuovere il ricorso agli acquisti verdi da parte della pubblica amministrazione attraverso l'attuazione del piano d'azione nazionale previsto dalla legge finanziaria per il 2007;
2) tutelare e valorizzare le aree verdi urbane, prevedendo nuove piantumazioni di alberi, il rimboschimento e la salvaguardia delle aree agricole;
3) sostenere in agricoltura le produzioni di biogas prodotti dalla fermentazione anaerobica;
4) incentivare il riciclo dei rifiuti e l'industria ad esso collegata; a tal fine incrementare le percentuali di raccolta differenziata, superando, in particolare, le disomogeneità territoriali;
5) mettere a sistema il recupero ed il riciclo dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (raee), attraverso la pronta emanazione dei provvedimenti legislativi necessari;
6) promuovere l'ecodesign e l'industria ad esso collegata, al fine di diminuire la quantità di rifiuti di imballaggio;
7) attuare un piano straordinario per la salvaguardia della risorsa idrica, mediante anche il rifacimento delle condotte adduttrici e, soprattutto, delle reti idriche di distribuzione interna;
8) finanziare progetti finalizzati al riuso delle acque reflue urbane, opportunamente soggette a trattamento depurativo di tipo terziario in agricoltura;
9) investire adeguate risorse per la prevenzione del dissesto idrogeologico e per la tutela del territorio e del reticolo idrografico, con particolare riguardo alle regioni più vulnerabili;
10) sviluppare progetti di valenza nazionale in collaborazione con le regioni in aree strategiche per il Paese - quali, ad esempio, l'area delta pianura padana - che prevedano adeguati finanziamenti per sviluppare processi innovativi legati alla produzione e alla distribuzione energetica ad alta efficienza, al fine di migliorare la qualità ambientale, riducendo le emissioni inquinanti;
11) attuare interventi mirati a incrementare l'educazione ambientale nelle scuole attraverso progetti che prevedano anche la collaborazione con le categorie produttive;
12) realizzare campagne informative e comunicative sui temi ambientali, con particolare riferimento al risparmio e all'efficienza energetica;
13) investire risorse dedicate per costituire, in collaborazione con le regioni e le imprese, aree ecologiche attrezzate, partendo dalle zone più compromesse dal punto di vista ambientale;
14) favorire la certificazione ambientale delle imprese attraverso la fiscalità e la semplificazione dei processi autorizzativi.
(1-00110) «Realacci, Mariani, Margiotta, Bratti, Bocci, Braga, Esposito, Ginoble, Iannuzzi, Marantelli, Martella, Mastromauro, Morassut, Motta, Viola, Zamparutti, Gozi».
(5 febbraio 2009)

19/02/09

Carb=euro

Con interventi mirati di efficienza energetica è possibile risparmiare fino a 12 € e 80 kg di CO2 ad abitante. intervista all’Ing. Fauri, Docente di Sistemi Elettrici per l’Energia presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Trento.
L’esperienza fatta ha dimostrato che con semplici interventi tecnici si possono risparmiare mediamente ogni anno tra 7 e 12 euro per ogni abitante. Gli investimenti economici richiesti per ottenere questi obiettivi si aggirano tra 40 e 50 euro per abitante. Considerando il costo del denaro, i tempi di ritorno degli investimenti fatti per aumentare l’efficienza energetica, sono compresi tra 5 e 10 anni. Il beneficio ambientale conseguito è compreso tra 50-80 kg di emissioni di CO2 evitate per ogni abitante.
Da questi semplici risultati, si può dedurre che in tutta Italia, solamente in ambito pubblico, si potrebbero risparmiare oltre 800 milioni di euro all’anno, evitando di emettere in atmosfera oltre 5 milioni di tonnellate di CO2, pari ad un settimo della quota inizialmente assegnata all’Italia dal protocollo di Kyoto.
Via Rinnovabili.it

Cosa fareste voi con un miliardo e mezzo di euro?

Sempre a proposito di environmental economics... A tanto ammonta l’ammenda per l’Italia rea di non aver attuato i parametri del protocollo di Kyoto, fino al 2008. Cosa si potrebbe fare con i soldi delle multe. Ecco i suggerimenti di Legambiente che danno l'idea di come la allocazione della spesa potrebbe essere molto più ambientalmente orientata
1) Trasporti: la multa del settore corrispondente a circa 721 milioni potrebbe essere reinvestita per costruire 120 treni, 15 km di linee metropolitane ed installare un servizio efficiente di bike sharing, almeno nelle città maggiori, per limitare il settore che è maggiormente responsabile dell’inquinamento, quello del trasporto su gomma.
2) Centrali termoelettriche: si potrebbero investire 572 milioni (sempre della multa) in impianti fotovoltaici per 31 mila famiglie o finanziare l’acquisto dei frigoriferi A+, i meno inquinanti al mondo, così da diminuire le emissioni di CO2 dovute alle centrali a carbone.
3) Edifici: 292 milioni di euro per migliorare l’isolamento termico di migliaia di appartamenti e dotarli di un sistema di riscaldamento idrico con un impianto solare.
4) Rifiuti: quasi 35 milioni per finanziare un sistema di riciclaggio porta a porta.
5) Industrie manufatturiere: 53 milioni per riconvertire i motori industriali con quelli ad alta efficienza oppure convertire gli impianti vecchi con quelli nuovi ad emissioni zero.
Via Ecologiae

18/02/09

Che giornata...


Oggi è la giornata più brutta dalla nascita del PD. Le dimissioni di Veltroni aprono uno scenario incerto e pericoloso. Pericoloso per un progetto che appena nato rischia di morire. Io credo che il grande messaggio innovatore che ha portato il PD al 35% sia tutt'ora valido. Le responsabilità del segretario ci sono tutte, ma il logoramento messo in atto da vari esponenti del gruppo dirigente cosidetto di prima fascia ha contribuito non poco a questo disastro annunciato. Bisogna costruire non demolire. Qualcuno del PD oggi sarà contento. E questo francamente io non lo capisco !

17/02/09

Interconnessioni

E´ iniziata a Nairobi la XXV sessione del Consiglio di amministrazione del Programma per l´ambiente dell´Onu (Unep) e del Forum ministeriale sull´ambiente che si concluderà il 20 febbraio. I ministri dell´ambiente di tutto il mondo hanno a disposizione una ricca messe di dati per poter discutere: l´Unep Year Book 2009 – New science and developments in our change environment", che sottolinea l´importanza di avviare subito un "Global Green New Deal" e l´urgenza di una transizione verso un´economia verde, a basse emissioni di CO2. .
L´Unep Year Book 2009 presenta i lavori in corso su basi scientifiche riguardanti i cambiamenti ambientali a livello globale e fa previsioni per il futuro rispetto i più spinosi problemi sul tappeto. Il rapporto di 70 pagine è diviso in 6 capitoli che riguardano le novità della scienza e dello sviluppo e si occupa del effetti cumulative previsti a causa del degrado degli ecosistemi, del rilascio di sostanze nocive per l´ambiente e la salute umana e delle loro conseguenze sul cambiamento climatico, delle perdite economiche risultanti da disastri e conflitti e dal sovra sfruttamento delle risorse.
Il rapporto sottolinea il bisogno urgente di una governante responsabile per un pianeta che è sempre più vicino al superamento di soglie critiche e a punti di non ritorno. L´obiettivo del Year Book 2009 e quello di rendere evidenti «le interconnessioni tra i problemi ambientali che possono accelerare i tassi di crescita»
Via Greenreport.it

16/02/09

Sport a basso consumo

Lo sport si mette al servizio dell’ambiente e promuove il suo impegno affinché i prossimi eventi sportivi, fra i quali Mondiali di Calcio e Olimpiadi invernali, siano gestiti con i criteri del risparmio energetico e riduzione dell’impatto ambientale
L’obiettivo è quello di rendere lo sport un’attività a basso consumo energetico, la speranza è che l’universalità che rappresenta lo stesso sport possa contribuire a diffondere maggiormente il messaggio in difesa dell’ambiente e di noi stessi. A ciò fa riferimento il Programma Ambientale delle Nazioni Unite, l’UNEP, in merito al Clima Neutro Network, lanciato un anno fa, che punta sul nuovo impegno manifestato da tutto il mondo dello sport nei confronti dei cambiamenti climatici e a favore di una riduzione della propria ‘impronta ecologica’. A partire dai prossimi campionati mondiali di calcio in Sud Africa nel 2010, fino alle Olimpiadi invernali di Sochi nel 2014, tutti gli eventi sportivi saranno tutti all’insegna del risparmio energetico mirando ad una sensibile riduzione delle emissioni di CO2 derivanti dall’evento. Si stima che nel 2014 a Sochi verranno spesi 1,75 miliardi di euro per la produzione di energia da fonte rinnovabile e per adeguare le strutture e le attività connesse a criteri di risparmio energetico. Interventi previsti quindi per l’adeguamento delle infrastrutture per il trasporto e per la definizione di strategie di compensazione delle emissioni di CO2 basate sulla riforestazione delle aree naturali e metropolitane. Questo però è solo uno dei tanti esempi; l’auspicio è che il messaggio sia veicolato il più possibile, garantendo così un doppio beneficio: quello derivante dall’esercizio dell’attività sportiva e quello derivante dall’esercitare tale attività in un ambiente sano.
Via Rinnovabili.it

Imprese e il rischio CO2


Emettere gas ad effetto serra è considerata in molte parti del mondo una passività per le aziende, che può essere misurata e messa in bilancio e ridurre la CO2 è un valore. Se i governi disattendono le aspettative sul global warming il mercato può invece tenerne conto. Come spesso si afferma il consumatore può votare ogni volta che spende del denaro e premiare così le aziende che meglio reagiscono al problema. Anzi, questo approccio può diventare per le società un’opportunità di sviluppo.
Presentato a Roma il primo rapporto Carbon Disclosure Project
Via Quale energia

Il nuovo rapporto di Stern: il 20% della spesa pubblica in investimenti verdi


Un nuovo studio di Nicolas Stern e colleghi valuta le misure economiche contro la crisi: almeno il 20% della spesa pubblica mondiale prevista deve finanziare il passaggio all'economia low-carbon. Le scelte migliori: investire nell'efficienza energetica degli edifici pubblici e nei trasporti ecologici.
Almeno il 20% di quello che nel prossimo anno e mezzo i governi di tutto il mondo spenderanno per uscire dalla crisi dovrà andare in investimenti verdi. Per rilanciare l’economia ponendo le basi per uno sviluppo low-carbon, per l'efficienza energetica, le rinnovabili e la mobilità sostenibile dovrebbero andare almeno 400 miliardi di dollari sui circa 2.000 (il 4% del Pil mondiale) che si prevede verranno stanziati nei prossimi 18 mesi.
È questa la raccomandazione che emerge da “An outline of the case for a 'green stimulus'” , studio pubblicato da alcuni degli autori del famoso rapporto Stern, il documento che per la prima volta ha quantificato i danni economici del riscaldamento globale.
Via quale energia




Nello studio gli economisti del Grantham Research Institute on Climate Change and the Environment e del Centre for Climate Change Economics and Policy hanno esaminato le varie misure anti-crisi possibili, sia sotto forma di sgravi fiscali che di aumenti della spesa pubblica, valutandone i tempi di applicabilità, le ricadute sociali a lungo termine, la creazione di posti di lavoro, l'efficacia in aree particolarmente colpite dalla crisi e altri aspetti collegati.
Il report dà un voto per ogni singolo aspetto alle diverse misure: si va dall’innalzamento degli standard di efficienza delle auto ai fondi da stanziare per la ricerca. Le misure attuabili in tempi più brevi e con i ritorni più interessanti riguardano il miglioramento dell’efficienza energetica negli edifici pubblici e il potenziamento di trasporti a minori emissioni.

La conclusione di Nicholas Stern, co-autore dello studio e direttore del Grantham Insititute, ribadisce la necessità di approfittare della crisi per dare una svolta decisa verso la sostenibilità all’economia mondiale: “Con i governi che stanno per spendere miliardi in energia, infrastrutture e trasporti è di interesse vitale che questi investimenti pubblici non ci leghino per altri decenni a un’insostenibile e dispendiosa economia ad alte emissioni. Le nazioni industrializzate quest’anno devono mostrare la loro leadership e impegnarsi a ridurre le emissioni dell’80% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2050, i loro piani anti-crisi devono essere coerenti con questo obiettivo.”

14/02/09

Ecozoom, l'ambiente in tv

Ho fatto un giretto, è nuova ma mi pare carina. Se vi interessa online la nuova Ecozoom.tv. C'è anche il blog blog

13/02/09

Proroghe contro l'ambiente


Dal blog di Marcella Zappaterra: Il decreto milleproproghe è passato al senato: tra le altre norme che vengono ritenute “prorogabili” come l’entrata in vigore della Class Action c’è un’ulteriore incredibile modifica alla normativa che prevedeva l’obbligo per i nuovi edifici di avere energia prodotta da fonti rinnovabili

Dossier K

E' stato presentato il 13 febbraio dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile il Dossier Kyoto, un documento che contiene in anteprima i dati sulle emissioni di gas serra in atmosfera dell'Italia nel 2008. Un'analisi dettagliata sugli effetti del Protocollo sia nel nostro Paese che a livello internazionale, con dati aggiornati e proiezioni sugli scenari futuri.

Aderite numerosi.....

10/02/09

Firmato il Covenant of Mayors

È su carta la volontà di 372 città europee di superare entro il 2020 l’obbiettivo UE di una diminuzione del 20% delle emissioni di CO2. Con la firma di oggi, nell’emiciclo di Bruxelles, 400 città europee si sono dichiarate pronte ad affrontare la sfida detta dai cambiamenti climatici attraverso impegni superiori agli obiettivi fissati in seno alla stessa Unione Europea. Attraverso la presentazione di Piani d’Azione (entro l’anno seguente l’adesione) che puntino su efficienza energetica energie rinnovabili e sviluppo sostenibile. Questa volontà prende il nome di Covenant of Mayors ovvero “Patto dei Sindaci”, iniziativa promossa della Commissione europea in cooperazione con il Comitato delle Regioni e alla cui odierna cerimonia inaugurale hanno preso parte oltre 100 sindaci di altrettante città europee.

09/02/09

My immortal



Sempre sulle lezioni di etica: Clint Eastwood, attore-regista con il film Million Dollar Baby considera l'eutanasia la soluzione di casi disperati (posizione ovviamente rifiutata dalla concezione cristiana che considera la vita un dono di Dio e, come tale, non soggetta all'arbitrarietà umana). Paralizzata in seguito a un colpo sferratole a tradimento dalla sfidante durante un incontro di boxe, Maggie Fitzgerald (la brava attrice Hilary Swank) tenta il suicidio e, bloccata, chiede insistentemente al proprio allenatore Frankie (Eastwood), che considera una sorta di padre, di aiutarla a morire. «Non posso», risponde l'uomo. Ma poi staccherà la spina che le consente di respirare. Un film intenso e equilibrato, come ognuno di noi avrebbe voluto la discussione di questi giorni

Ho visto cose....



Ho visto cose che voi umani non potreste immaginare... navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire...
Una bella riflessione sul rapporto con la vita e con la morte.

08/02/09

Scienza e sostenibilità

E' nata una nuova scienza: la scienza della sostenibilità. All'università di Tokyo, con la partecipazione di un'ottantina di università, è stata formalizzata oggi la creazione di un "network di network" tra istituzioni accademiche per elaborare la nuova "superdisciplina".
Università di tutto il mondo si costituiscono in una rete permanente con l'obiettivo di sistematizzare i parametri della sostenibilità per impiegarli in tutti i settori, dalla politica alle tecnologie fino alle scienze umane. Un documento ufficiale è in preparazione e dovrebbe essere presentato al G-8 universitario di Torino a maggio, in vista della prima conferenza globale dell'associazione che si terrà a Roma l'anno prossimo. Leggi su il sole 24 ore

Il ruolo cruciale della contabilità ambientale

Zero emission Tv riporta i risultati di un’indagine, la “2009 Greenhouse Gas/Climate Change Workforce Needs Assessment Survey”, la prima del suo genere, condatta da Sequence Staffing e dal Greenhouse Gas Management Institute, su 700 tra rappresentanti di corporation, scienziati, leader politici, imprenditori, operatori del settore no profit, da tutto il mondo e a vario titolo impegnati nella lotta ai cambiamenti climatici mette in luce che nel campo della finanza ambientale gli eventuali “falsi in bilancio” potrebbero essere più frutto di errori che di frodi, dal momento che la pratica di stilare bilanci della CO2 è un’operazione delicata, che richiede strumenti di misurazione sofisticatissimi e un’elevata competenza scientifica e climatica da parte di chi li usano.
Il problema, che a prima vista può sembrare marginale, lo sarà in futuro sempre meno dal momento che la tendenza emergente a livello globale è quella di un’economia che si intreccia con le politiche per il clima.



In un pianeta sempre più surriscaldato, sarà dunque necessario creare strumenti di analisi finanziaria adeguati, formare esperti all’altezza, per valutare ad esempio l’affidabilità di un’azienda non solo in base alla sua solidità finanziaria, ma anche alla luce delle sue politiche ambientali e per la riduzione della CO2 e dei risultati che consegue.
L’indagine ha consentito di stilare una graduatoria delle priorità per affrontare questo nuovo problema. Al primo posto c’è la necessità di contabilizzare i gas serra in maniera precisa, un’operazione che riveste un ruolo cruciale per il 98,4 per cento degli intervistati, per le dimensioni che è destinato ad assumere il mercato della CO2 e per mettere a punto strategie adeguate per affrontare i cambiamenti climatici.
Al secondo posto (83,9 per cento) c’è la preoccupazione per la carenza di know-how e di esperti qualificati. Proprio la mancanza di personale qualificato fa ritenere all’83,2 per cento che ci sia il rischio “moderatamente alto” che si verifichino scandali finanziari basati sui falsi in bilancio delle proporzioni di quelli di Enron, WorldCom e Tyco. Preoccupazione confermata dal fatto che per l’81,9 per cento non esiste ancora un’adeguata offerta di formazione universitaria per questo settore.

07/02/09

Modena e gli EELL per Kyoto: interrogazione alla Ministra

E qui sotto il testo della interrogazione sul caso della Provincia di Modena, descritto anche su SOSTENIBILITALIA ,il blog di Emilio D'Alessio


Premesso

che l’Italia così come tutti gli stati membri dell’Unione Europea ha ratificato con la legge n.120 del 1 giugno 2002 il Protocollo di Kyoto, sottoscritto l’11 dicembre 1997 ed entrato in vigore il 16 Febbraio 2005, che prevede l’obbligo in capo ai paesi industrializzati di operare una riduzione delle emissioni di gas climalteranti in misura non inferiore al 5% rispetto ai livelli del 1990 permettendo il ricorso a meccanismi flessibili (clean development mechanism, joint implementation ed emission trading) per l’acquisizione di crediti di emissioni,


che il 12 dicembre 2008 è stato raggiunto in seno al Consiglio Europeo l’accordo sul pacchetto clima ed energia che prevede che entro il 2020 l'Ue riduca del 20% le emissioni di gas serra, aumenti del 20% l'efficienza energetica e porti al 20% il ricorso alle fonti alternative nel mix energetico e comprende anche
la revisione del Sistema di scambio delle quote delle emissioni di gas serra (European Union Emissions Trading Scheme, EU-ETS), con una Direttiva che modificherà la Direttiva 2003/87/EC,

che ICLEI ha pubblicato l’International Local Government GHG Emissions Analysis Protocol per sottolineare l’importanza del ruolo delle amministrazioni locali nel raggiungimento degli accordi internazionali per la riduzione di gas climalteranti e fornire specifiche azioni di inventario e riduzione delle emissioni….

che la Procura dei conti di Bologna nei giorni scorsi ha contestato la spesa della provincia di Modena finalizzata alla neutralizzazione di quota delle proprie emissioni

Si chiede

Se Il ministro considera l’intervento degli EELL nel campo dei meccanismi previsti dal protocollo di Kyoto, in linea con gli impegni nazionali sottoscritti

Se è stato definita, o si intende definire, una linea indirizzo nazionale relativa al contributo che gli Eell possono fornire, per via diretta e indiretta, alla riduzione delle emissioni di gas serra applicando i meccanismi previsti dal protocollo di Kyoto


06/02/09

La via verde secondo noi

Di seguito invece trovate il testo della mozione presentata ieri alla Camera (il comunicato su Rinnovabili.it ).

Premesso che:
• la crisi economica e finanziaria che si è abbattuta sul sistema globale richiede un’assunzione forte di responsabilità circa le politiche da mettere in atto per difendere e rilanciare l’economia dei Paesi e soprattutto per individuare possibili misure su cui costruire solidi modelli di riferimento di carattere sociale economico e finanziario strettamente connessi alla vita reale ed all’ambiente che ci circonda;
• è forte invece la nostra convinzione che, per la natura della crisi, il miglior investimento che possiamo fare per contrastare la recessione e rilanciare lo sviluppo sia puntare sulla modernizzazione ecologica dell’economia;
• si ritiene che sia necessaria la rottura dell’attuale paradigma tecnologico attraverso politiche di sistema che coinvolgono tre aree tra loro fortemente interconnesse:
1. la creazione di conoscenze adeguate e di un sistema di ricerca avanzato nelle tecnologie energetiche e ambientali;
2. la nascita e lo sviluppo di un tessuto industriale in grado di sostenerne e accelerarne la diffusione;
3. un quadro di regole stabili ed incentivi alla domanda come presupposto per il finanziamento del sistema e ulteriore stimolo all’introduzione di nuovi prodotti e processi.

• nel Programma della Commissione, come confermato dal recente voto del Parlamento Europeo sulla politica integrata dell’Ue sui cambiamenti climatici, sono segnalate in particolare le seguenti priorità:
• l’elaborazione e la promozione di politiche volte a contrastare i mutamenti climatici e a raggiungere gli obiettivi fissati dal Consiglio europeo nel marzo 2007, ove l’UE si è impegnata a ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 20% entro il 2020, soddisfare il 20% del fabbisogno energetico utilizzando energie rinnovabili e migliorare del 20% l’efficienza energetica;
• l’elaborazione di una strategia per uno sviluppo sostenibile, che pone l’attenzione in maniera particolare su: trasporti e logistica, turismo, agricoltura, foreste e pesca, e che raccomanda azioni riguardo alla gestione delle risorse idriche, al trattamento dei rifiuti, alla tutela della salute, sottolineando il ruolo dell’innovazione anche per la crescita economica e l’occupazione;
si ritiene che per sviluppare una “via verde” sia necessario:




• mettere in atto una strategia coordinata di investimenti pubblici e privati – sostenuta da politiche industriali e fiscali che orientino le produzioni ed i consumi verso lo sviluppo ecologicamente sostenibile – al fine di creare nuove imprese e nuovi posti dl lavoro;
• prevedere misure di semplificazione e chiarezza amministrativa delle cosiddette «procedure verdi», volte a superare iter burocratici complessi, sia nei confronti dei cittadini che scelgono una riconversione ecologica nei consumi domestici, sia nei confronti delle aziende pubbliche e private, costrette a superare numerose barriere procedurali in ordine alla produzione di energia rinnovabile;
• promuovere - anche attraverso un piano di ripartizione degli obiettivi con le regioni e gli enti locali, secondo un modello già adottato in altri Paesi dell'Unione europea - interventi che favoriscano la sostenibilità energetico-ambientale dei programmi edilizi;
• sostenere lo sviluppo dei distretti agroenergetici al fine di valorizzare sia le risorse disponibili sul territorio (solare, idrica, eolica), sia quelle direttamente producibili o ricavabili dalle proprie attività (biogas, biocarburanti, biomasse), sia da attività di forestazione e manutenzione dei boschi, con conseguenze vantaggiose sia sul piano della tutela ambientale e del territorio che per il reddito degli agricoltori;


impegna il Governo:


• ad assumere una funzione di impulso e di stimolo a livello comunitario ed internazionale per il perseguimento degli obiettivi di Kyoto e per l’impostazione delle politiche del post-kyoto, fin dal prossimo G8 che si terrà in Italia;
• a garantire che vi sia coerenza tra le misure anticrisi a breve termine e le strategie di lungo periodo, rafforzando il progetto “Industria 2015” promuovendo nuove industrie che producano impianti, tecnologie per lo sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili;
• ad attivare un confronto nella Conferenza Stato-Regioni per verificare la congruenza dei Piani energetici regionali rispetto agli obiettivi comunitari ed a coordinare gli enti tecnici di ricerca regionali e nazionali, semplificando le procedure autorizzative;
• ad istituire un gruppo interministeriale e un fondo per la realizzazione sia del programma di interventi del Consiglio per la lotta ai cambiamenti climatici e per la produzione di energia rinnovabile, sia per l’avvio di forme di collaborazione a livello internazionale;

• a prevedere specifici interventi finalizzati a:

Per la mobilità:
• aumentare la diffusione di veicoli elettrici e ibridi, promuovere l’applicazione di sistemi di mobilità alternativa, compresa la costruzione di infrastrutture idonee (tramvie, piste ciclabili), attuare le politiche di mobility management; avviare un piano per l’ammodernamento dei treni per i pendolari;
• vincolare, in maniera permanente, gli aiuti ed incentivi alla rottamazione delle auto all’acquisto di veicoli a minimo impatto ambientale per orientare ricerca ed innovazione su nuovi modelli a basse emissioni e bassi consumi, nuovi modi di propulsione, auto ecologiche;
• incentivare il trasporto fluviale con particolare riguardo alle merci attraverso infrastrutture idonee e connessioni con gli altri sistemi di trasporto;

Per l’edilizia:
• aumentare l’efficienza energetica degli edifici pubblici, sia attraverso interventi di carattere strutturale, come l’installazione di pannelli solari, sia attraverso le “buone pratiche” di risparmio energetico;
• intervenire nel settore dell’edilizia privata e pubblica a partire dal recupero del patrimonio edilizio esistente, riproponendo strumenti normativi per rendere obbligatoria la costruzione di nuove case a basso consumo energetico e per agevolare, attraverso misure fiscali, interventi di manutenzione straordinaria degli immobili esistenti finalizzati ad aumentare il rendimento energetico degli edifici; promuovere gruppi di acquisto di impianti per l’energia rinnovabile solare e fotovoltaica attraverso forme di incentivazione;
• ripristinare la certificazione energetica degli edifici nella compravendita degli immobili già prescritta dalla direttiva 76/93/CE;
• individuare risorse per la manutenzione di infrastrutture pubbliche quali: edilizia scolastica e sociale, ospedali strade e ferrovie anche attraverso meccanismi di autorizzazione di investimenti da parte di enti locali e Regioni cui attribuire competenze per l’immediato avvio di cantieri di piccole e medie dimensioni;
• applicare la detrazione del 55% anche agli interventi “energetici” realizzati sugli immobili esistenti, concessi in locazione;
• promuovere i sistemi di certificazione ambientale, con particolare riferimento ad EMAS, nell’edilizia pubblica integrata con quella energetica;

Per l’efficienza energetica:
• predisporre incentivi per almeno 5 anni per l’acquisto di frigoriferi e congelatori a basso consumo e per prevedere l’ampliamento di questi a lavatrici e lavastoviglie ad alta efficienza energetica;
• ridurre i consumi della pubblica illuminazione, attraverso una più diffusa utilizzazione delle lampade al sodio ad alta pressione, l’installazione di regolatori di flusso luminoso, diffusione dei led, efficientamento degli impianti;

Per le fonti rinnovabili
• introdurre uno sconto sull’addizionale A3 della tariffa elettrica per i residenti nei comuni che permettono l’installazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili;
• rendere più semplici le procedure delle autorizzazioni per gli impianti che utilizzano fonti rinnovabili;

Per le politiche sostenibili
• promuovere il ricorso agli acquisti verdi da parte della pubblica amministrazione attraverso l’attuazione del Piano d’Azione Nazionale previsto dalla legge finanziaria del 2007;
• tutelare e valorizzare le aree verdi urbane, prevedendo nuove piantumazioni di alberi, il rimboschimento e la salvaguardia delle aree agricole;
• sostenere in agricoltura le produzioni di biogas prodotti dalla fermentazione anaerobica;
• incentivare il riciclo dei rifiuti e l’industria ad esso collegata; a tal fine incrementare le percentuali di raccolta differenziata, superando in particolare le disomogeneità territoriali;
• mettere a sistema il recupero ed il riciclo dei RAEE, attraverso la pronta emanazione dei provvedimenti legislativi necessari;
• promuovere l’ecodesign e l’industria ad esso collegata al fine di diminuire la quantità di rifiuti di imballaggio;
• attuare un piano straordinario per la salvaguardia della risorsa idrica, mediante anche il rifacimento delle condotte adduttrici e soprattutto delle reti idriche di distribuzione interna;
• finanziare progetti finalizzati al riuso delle acque reflue urbane, opportunamente soggette a trattamento depurativo di tipo terziario in agricoltura;
• investire adeguate risorse per la prevenzione del dissesto idrogeologico e per la tutela del territorio e del reticolo idrografico con particolare riguardo alle regioni più vulnerabili;
• a sviluppare progetti di valenza nazionale in collaborazione con le regioni in aree strategiche per il Paese - quali ad esempio l’area della Pianura Padana - che prevedano adeguati fiContent-Filter-Helper: C3072FF68DCEC5081CE8A533
nanziamenti per sviluppare processi innovativi legati alla produzione e alla distribuzione energetica ad alta efficienza, al fine di migliorare la qualità ambientale riducendo le emissioni inquinanti;
• attuare interventi mirati a incrementare l’educazione ambientale nelle scuole attraverso progetti che prevedano anche la collaborazione con le categorie produttive;
• realizzare campagne informative e comunicative sui temi ambientali con particolare riferimento al risparmio ed efficienza energetica;
• investire risorse dedicate per costituire, in collaborazione con le Regioni e le imprese, aree ecologiche attrezzate partendo dalle zone più compromesse dal punto di vista ambientale;
• favorire la certificazione ambientale delle imprese attraverso la fiscalità e la semplificazione dei processi autorizzativi.


REALACCI, MARIANI, MARGIOTTA, BRATTI, BOCCI, BRAGA, ESPOSITO, GINOBLE, IANNUZZI, MARANTELLI, MARTELLA, MASTROMAURO, MORASSUT, MOTTA, VIOLA, ZAMPARUTTI


News

E' in linea la newsletter del gruppo parlamentare PD con gli aggiornamenti relativi alle attività che vengono svolte in aula e nelle Commissioni.

04/02/09

Riparte il Forum nazionale sulla sicurezza ambientale

Da domani sul Forum PD sulla sicurezza ambientale aspettiamo i vostri contributi. Buonanotte

Segnato in agenda?


Workshop
La prevenzione ambientale come elemento di sviluppo per il Paese: quale futuro per il Sistema delle Agenzie ambientali?
17 Febbraio 2009
dalle 10.00 alle 14.30
Roma - via Poli, 19
Palazzo Marini - Sala delle Colonne
Di seguito il programma


Coordina:
Raffaella Mariani - Capogruppo PD VIII° Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici
Introducono:
Alessandro Bratti - Responsabile della sicurezza ambientale PD
Luciano Butti - Esperto di diritto dell’ambiente
Intervergono:
Sonia Cantoni - Presidente ASSOARPA
Corrado Carrubba - Arpa Lazio
Maurizio Chiarini - Amministratore Delegato HERA S.p.A.
Vittorio Cogliati Dezza - Legambiente
Stefano Laporta - Sub-Commissario ISPRA
Giuseppe Rossi - Federchimica, Lyondell
Mario Signorino - Amici della Terra
Lino Zanichelli - Regione Emilia-Romagna
Discussione
Conclusioni di Ermete Realacci - Ministro ombra PD Ambiente, tutela del territorio e del mare

02/02/09

Un grande concerto, un grande Battiato

Ieri sera ho assistito ad un gran bel concerto di Battiato. Lo ritengo insieme a De Andrè assolutamente uno dei più grandi musicisti, interpreti e poeti del nostro tempo.
Grazie a Eriuccio Nora (grande amico e Direttore dell'Associazione Agenda 21 locale )e a sua moglie, ho avuto il piacere di cenare con lui. Intanto durante lo spettacolo ha fatto capire di non essere in sintonia con Berlusconi (e questo è già un gran bel biglietto da visita) e poi, ovviamente qui esprimo una valutazione molto superficiale, ha la grande capacità di mettere a proprio agio le persone. Una caratteristica tipica dei, come li definisco io, "grandi personaggi".

01/02/09

Decoupling=sdoppiamento

Fare sì che i fornitori di energia guadagnino di più facendo risparmiare energia agli utenti anziché vendendogliene in misura maggiore. È il principio del decoupling, un modo di regolare le utility già diffuso in alcuni Stati americani che ora, inserito in un emendamento del pacchetto "stimolo" di Obama.
Normalmente un produttore di elettricità guadagna tanto più quanta più energia i suoi utenti consumano. Se la domanda sale la compagnia costruisce una nuova centrale e l’unico modo per cui un’utility possa perdere soldi è che la domanda cali improvvisamente. L’azienda non ha così nessun interesse a ridurre i consumi dei clienti. Il decoupling (cioè sdoppiamento) mira proprio a rompere questo meccanismo e a rendere conveniente alle compagnie i minori consumi dei clienti. Su QualEnergia.it e su Repubblica.it

Rivoluzione verde

L’ambiente è il cuore del progetto politico del Partito democratico. Questo è quanto ha affermato veltroni alla prima tappa preparatoria della conferenza programmatica di aprile. Ho fatto un breve intervento anche io richiamando alcuni punti: lavorare per l'efficacia dei controlli e la legalità, pensare ad un progetto specifico per l'area padana, definire un piano energetico efficace. Qui la relazione di Veltroni sul sito del PartitoDemocratico.it