29/07/11

A proposito di Lega ed emergenza rifiuti di Alessandro Bratti

(dal quodiano Terra) Quello che la Lega non sa (o non dice) La differenza fra rifiuti urbani e rifiuti speciali è importante nell’ordinamento giuridico comunitario e nazionale. Per i primi vi è il divieto di smaltimento dei rifiuti urbani in regioni diverse da quelle dove gli stessi sono prodotti, fatti salvi eventuali accordi regionali o internazionali (già questo ci dice che il decreto 94 così come presentato non era cosi importante).   Per i  rifiuti speciali, si applica il principio generale della libera circolazione sul territorio nazionale, insuscettibile di limitazione da parte delle regioni (con particolare riferimento all’art. 182 del d.lgs. n. 152/2006, all’art. 4-octies del d.l. n. 97/2008, conv. in l.n. 129/2008, all’art. 8 del d.lgs. n. 205/2010, alla direttiva 2008/98/CE). Tali tipologie di rifiuti possono infatti essere smaltiti, in regime di libero mercato. Voglio ricordare che nel 2009 la produzione di ru è stata di circa 32 milioni di tonnellate mentre quella degli speciali dati 2007 e 2008 ammonta a 140 milioni di ton. Cioè 4 volte di più. Di questi una buona fetta sono recuperati, molti smaltiti all’estero ma tantissimi smaltiti negli impianti italiani. La Lega dovrebbe sapere che nel 2008 dal virtuoso Veneto oltre 700.000 tonnellate all’anno di rifiuti speciali sono stati trattati negli impianti dell’Emilia Romagna  e  quasi un milione e seicento mila dalla Lombardia. La Lega dovrebbe sapere che rifiuti smaltiti dall’inceneritore A2A di Brescia, uno degli impianti più efficienti di Italia e gestito molto bene che, in base ai dati forniti per l’anno 2009 dall’Osservatorio Provinciale dei Rifiuti della Provincia di Brescia nel Quaderno 2010, nel consuntivo 2009 il 45% dei rifiuti trattati sono Rifiuti Speciali, quindi rifiuti potenzialmente provenienti da ogni parte d’Italia.  La Lega dovrebbe sapere che dai dati Ispra 2008 emerge che nell’inceneritore di Gioia Tauro che brucia il cosiddetto cdr (combustibile da rifiuto) buona parte del quale proviene dal Veneto, dalla Lombardia e dalla Toscana. Quindi già oggi in tanti impianti del Nord si smaltiscono rifiuti del sud e viceversa (nei pochi del sud); si chiamino speciali, combustibile da rifiuto, fanghi di depurazione, biomasse, sempre rifiuti sono. Quindi è evidente che tutta questa canea sollevata dalla Lega in merito all’odg del Pd votato alla Camera nasconde motivi che sono solo di natura propagandistica per placare le pulsioni della base leghista ma è bene che la Lega lasci  perdere le motivazioni ambientali che non mi pare siano proprio un loro  punto di forza. Credo anche che in questa situazione di emergenza, nell’accogliere i rifiuti campani, sarebbe da dare priorità a quelle regioni che hanno un ciclo integrato dei rifiuti virtuoso quali Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna e che quindi possono termotrattare buona parte di quei rifiuti. Questo ovviamente non esclude la necessità di ricorrere anche alle discariche, sempre però tenendo presente la virtuosità di queste regioni e cercando di evitare di trasferire i rifiuti campani in altre regioni come la Sicilia o la Calabria, che sono di fatto in emergenza. Diventa per altro fondamentale che in questa fase di crisi siano gli impianti di proprietà pubblica o a maggioranza pubblica a dover ricevere questi rifiuti. Questo per due ordini di motivi, il primo che si eviterebbero infiltrazioni di intermediari spesso spregiudicati e smaltimenti illeciti favorendo come frequentemente è successo il malaffare, secondo perché comunque questi rifiuti che sono smaltiti a costo di mercato porterebbero risorse nelle casse degli enti locali proprietari di questi impianti che si accollano lo smaltimento e il trattamento. Federambiente stima una potenzialità degli impianti dei suoi associati di circa 240.000 ton da oggi al 31 Dicembre 2011, quantitativi che potrebbero essere sufficienti per affrontare l’attuale crisi. Non ha molto senso che i rifiuti o parte di essi vengano portati all’estero. Ricordo solo che già in condizioni diciamo di normalità solo verso la Germania esportiamo una quantità di rifiuti speciali per un valore di circa 350 milioni di euro all’anno, il costo più o meno dell’inceneritore di Acerra. Questo non esclude  anzi è complementare al fatto  che nei prossimi mesi nel mentre si chiede un soccorso alle altre regioni  le istituzioni  della regione Campania, attraverso anche poteri più forti, cadenzino temporalmente la localizzazione di nuove discariche  dando tempi certi per la loro realizzazione, e impostino un ciclo integrato dei rifiuti cosi come ci indica l’Europa.

26/07/11

Comunitaria: Camera, Governo battuto su un odg del PD

(ANSA) - ROMA, 26 LUG - Governo battuto per due voti nell'Aula della Camera su un ordine del giorno del Pd alla legge comunitaria. L'assemblea ha approvato il testo di Alessandro Bratti con 270 si' e 268 no.
Il governo aveva espresso parere contrario sul testo.
Determinanti sono state le assenze nei banchi della maggioranza.
Dopo questo voto, sugli altri ordini del giorno, il governo ha scelto di rimettersi all'Aula.
L'ordine del giorno Bratti e' in materia di rifiuti. In base al testo approvato, il governo risulta impegnato 'a proporre, con la massima urgenza, ogni iniziativa normativa urgente che consenta il trasporto e lo smaltimento di rifiuti solidi urbani dalla Campania a tutte le regioni italiane; a verificare se gli accordi tra la societa' A2A e la sua controllata Partenope Ambiente possono consentire lo smaltimento di una parte dei rifiuti urbani campani oltre che quelli speciali nell'inceneritore di Brescia o in altri impianti del Nord gestiti da A2A; a verificare quali altri impianti di smaltimento del Nord Italia possano ospitare e assorbire parte delle giacenze della Provincia di Napoli, nel rispetto del principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni e a tutela della salute dei cittadini'.
Il governo risulta, poi, impegnato 'a controllare che immediatamente la Regione Campania in collaborazione con le Province individui, anche attraverso le numerose cave esistenti, alcune discariche per far fronte alla situazione emergenziale e definisca un immediato piano che consenta di riportare la regione nella gestione ordinaria'. Anche su Repubblica

25/07/11

Costi della politica, costi per la democrazia? Bratti e Montanari alla Festa PD a Fe "Rosso di Sera"




(La Nuova Ferrara 25 luglio)
Sabato 23 luglio - Bratti e Montanari alla festa del Pd: ecco le buste paga 
Il deputato prende 6.000 euro e nega di sfruttare privilegi Il consigliere difende la Regione: prendiamo meno di tutti
 Alessandro Bratti costa ai contribuenti come un parlamentare standard, cioè 20.486 euro lordi al mese, ma oggi, dopo una prima mini–riduzione, ne intasca circa 6.000. Il resto va al pagamento di due collaboratori, «a contratto regolare», al Pd nazionale (1.500 euro) e a quello di Ferrara (altri 700 euro). Il consigliere regionale Roberto Montanari si ritrova di stipendio, invece, 5.200 euro, che fanno 10mila di lordo, dopo il taglio del 12% dell’indennità a partire dall’1 gennaio scorso, dei quali 1.000 vanno al partito. I due big democratici hanno tirato fuori le loro buste paga l’altra sera, alla festa del Pd della Rivana, in un denso dibattito sui costi della politica che è poi il tema, hanno ammesso entrambi, sul quale vengono interrogati ormai quotidianamente da militanti, parenti e amici. Effetto dell’indignazione popolare scatenata dalla beffa dei mancati tagli a privilegi e indennità, nella recente manovra di Tremonti, «ma non si può mettere assieme noi e il Pdl, i comportamenti sono diversi» hanno sostenuto. Per dimostrarlo, Bratti ha elencato le proposte del Pd, «applicabili già dalla prossima settimana con il bilancio della Camera: lì si può già abolire il vitalizio, che davvero non ha più senso, i privilegi di ristorante, affitti immobili ecc. risparmiando 110 milioni in tre anni. Poi bisogna sganciare gli stipendi dei deputati da quelli dei magistrati, tagliare auto e voli blu, accorpare i Comuni più piccoli e dimezzare le Province: quelle al di sotto dei 500mila abitanti non sono più necessarie». Significa abolire anche la Provincia di Ferrara, ma Marcella Zappaterra può dormire tra due guanciali: serve una riforma costituzionale. Montanari, che è anche vice del Pd nazionale per gli enti locali, non ha invece intenzione di fondere l’Emilia Romagna con altre regioni, come farebbe invece con Abruzzo e Molise, per due ragioni: la dimensione attuale «è la minima per competere nella globalizzazione» e loro sono la punta di lancia dei tagli ai costi della politica. La prova? «Siamo stati gli unici ad aver abolito il vitalizio regionale, dall’1 gennaio», solo per chi viene nelle prossima legislatura, è vero, «ma c’era il rischio di perdere azioni legali su questo, bloccando così ogni riforma. Ma era solo il 35% di quello di un parlamentare, contro il 100% di altre Regioni. I consiglieri calabresi prendono di stipendio 11mila euro al mese, i siciliani 10mila, noi siamo la Regione che spende di meno».
E tutti gli altri piccoli e grandi privilegi finiti in queste settimane sotto i riflettori? Treni, autostrade e voli gratis, tribune d’onore per ogni manifestazione sportiva, permessi ztl per scorrazzare nel centro di Roma con qualsiasi auto, i 9 barbieri a disposizione (costo 11mila euro al mese cadauno, fonte il blog “I segreti della casta di Montecitorio”)? «Mai usata quella roba lì - giura Bratti - abolirei tutto, e anche i tassi di credito privilegiati non li ho visti, ho il mutuo all’Unipol». Montanari ha poi spiegato diffusamente perchè, nonostante la recente riforma dei rimborsi benzina, lui prende la stessa cifra di prima, circa 1.400 euro al mese, «si è abbassato il tetto delle presenze massime pagabili, da 16 a 12, ma io l’altro mese ne ho fatte 18». Impegni? Ridurre ancora, «le Ato e i Comuni sotto i 5.000 abitanti, che vanno aggregati, e come ente intermedio l’Area vasta» dice il consigliere regionale. E Bratti chiude sui Pd coinvolti nelle inchieste: «Devono dimettersi sia il senatore Tedesco che Penati».

22/07/11

Oggi alla Festa democratica a Rimini


ORE 21.30 
Acqua: Servizio Pubblico a Rilevanza Economica e/o Bene Comune?
Le valutazioni del PD dopo i referendum del 15 e 16 Giugno.

Sarà presente l’On. ALESSANDRO BRATTI
Resp. regionale PD E-R Ambiente, Energia.
Membro VIII Commissione Ambiente Camera dei Deputati

Si confronterà con 

Ivo Monteforte – Amministratore Unico dell’Acquedotto pugliese e Pres. Cda “Marche Multiservizi”
Edolo Minarelli – Direttore HERA Rimini
Tonino Bernabè – Vice Presidente Romagna Acque – Società delle Fonti SpA
Modererà Giorgia Gianni

20/07/11

Caos rifiuti: il mio intervento in Aula

(bozza non corretta in corso di seduta)
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI (ore 11,15)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, discutiamo oggi di questa mozione senza sapere se il decreto-legge n. 94 del 2011 verrà mai convertito in legge. La responsabilità di questa situazione, credo imbarazzante e deplorevole, sta tutta in capo a questa maggioranza e al Governo. Abbiamo presentato pochi emendamenti che avevano l'obiettivo di migliorare un provvedimento che abbiamo considerato, fin dall'inizio per come è impostato, inutile. Vi è stato un atteggiamento di chiusura un po' supponente che, unito alle diverse posizioni interne della maggioranza condizionata dal comportamento ideologico e strumentale, a mio parere, della Lega, rischierà, molto verosimilmente, di portare un decreto-legge, che modificato poteva essere utile, su un binario morto, senza dare una risposta efficace a uno stato di crisi in Campania che il Governo di fatto ha creato.
Dico questo perché vorrei ricordare a tutti noi che ormai sono tre anni che vi è un Governo nazionale che doveva risolvere questa emergenza, che da due anni vi è la gestione, da parte del centrodestra, delle province campane e che da un anno ormai vi è anche la gestione, sempre di centrodestra, della regione Campania che, tra l'altro, ha ricevuto, nella figura del suo presidente, poteri speciali che non ha di fatto esercitato fino in fondo.
Abbiamo sempre riconosciuto - perché di discussioni sull'emergenza Campania in quest'Aula ne abbiamo svolte tante, soprattutto all'inizio della legislatura - le nostre responsabilità riguardo all'origine dell'emergenza campana ma credo che ora la situazione sia un'altra. È una situazione che parla del fallimento delle politiche di questo Governo e di sbagli che ha commesso in successione, dall'aver dato alle province campane una responsabilità non corrispondente alla loro funzione, dall'aver tolto ai comuni campani parte delle loro funzioni in tema di gestione dei rifiuti e dall'avere prima approvato il piano Bertolaso e poi, con il decreto-legge n. 196 del 2010, convertito in legge lo scorso gennaio, di averlo cancellato, facendo andare di fatto la regione in emergenza in quanto la si è privata di quelle discariche necessarie per affrontare un periodo temporale che consentisse l'attivazione della raccolta differenziata e la costruzione degli altri impianti necessari.
Il Governo è responsabile per non aver creato le condizioni favorevoli per far partire le gare per i termovalorizzatori, per non aver erogato nemmeno un euro per le opere di compensazione, per non aver costruito, durante il commissariamento, discariche a norma e che ora in parte sono sotto sequestro giudiziario, per non aver favorito la costruzione degli impianti di compostaggio necessari ma anche, per quanto riguarda la regione, per non avere individuato delle discariche, compreso il possibile utilizzo di cave abbandonate che solo ora pare si accinga a individuare. Sono stati fatti tanti proclami ma vi sono stati pochi fatti e anche eseguiti male. Poi il Governo ha archiviato per altri motivi, come ricordavo prima, il sottosegretario Bertolaso che, comunque, aveva costruito un piano, per quanto discutibile, per uscire dall'emergenza.
Vorremmo anche sapere bene cosa è successo riguardo al trasporto dei rifiuti dagli impianti STIR Campania alle discariche in Puglia, situazione da cui è scaturita la famosa sentenza del TAR Lazio e, successivamente, l'ordinanza del Consiglio di Stato che ci lascia molto perplessi perché crea, rispetto alla classificazione dei rifiuti urbani e speciali, non poca confusione, determinando una sorta di liberalizzazione generalizzata del trasporto e dello smaltimento dei rifiuti che sono molto probabilmente classificabili come urbani ma che, in ogni caso, in questa fase delicata non potrebbero essere trasportati fuori regione senza un nulla osta delle altre regioni riceventi.(.....segue)

15/07/11

Manovra. Centrali, PD: Su Porto Tolle Una pericolosa forzatura

(DIRE) Roma, 15 lug. - "L'articolo 35 della manovra prevede l'ennesimo tentativo da parte del governo di consentire la riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle attraverso un percorso forzato, poco democratico e ambientalmente pericoloso". Lo denuncia Alessandro Bratti, deputato del Pd e capogruppo in Commissione Ecomafie. "A Porto Tolle ci troviamo di fronte all'ennesimo conflitto occupazione-ambiente voluto e creato da questo governo- denuncia Bratti- infatti, si discute di un impianto di grande potenza in assenza di un Piano energetico nazionale e non si capisce se quell'impianto serve al Paese o serve solo a chi lo fa. Questo e' il punto".
Tutte le considerazioni sull'impatto ambientale di un combustibile come il carbone "sono note- dice il deputato- oggi sicuramente esistono tecnologie seppur ancora di carattere sperimentale come il Ccs (sequestro di carbonio) che possono rendere l'uso del carbone piu' interessante rispetto al passato".
Ma tutte queste considerazioni "non ci sono all'interno del progetto di Porto Tolle- stigmatizza Bratti- procedure forzate, poca trasparenza, pericoli ambientali, misure di compensazione inadeguate, tensioni sociali, categorie produttive contrarie, sono i contenuti che ruotano attorno alla conversione di questa centrale che purtroppo e' tristemente nota per i danni all'ambiente e alla salute che ha determinato".
Cio' detto, "ci si fermi per tempo, si proceda a rivalutare il progetto alla luce delle nuove tecnologie e alla pianificazione nazionale in tema di energia- conclude il democratico- la centrale sorge in uno dei posti piu' interessanti del mondo dal punto di vista ambientale. Non si puo' procedere a tappe forzate considerando come che questa centrale fosse in funzione in un territorio 'normale'. Il Delta del Po non appartiene solo a chi ci vive e a chi ci abita ma al mondo intero".

12/07/11

“Rifiuti: da affare illegale a risorsa per la green economy”


 
Giovedì 14 luglio – ore 21
Carpi, piazzale delle piscine

“Rifiuti: da affare illegale a risorsa per la green economy”


On. Alessandro Bratti –  Responsabile Dipartimento Ambiente ed Energia PD regionale
Dario Esposito – Coordinatore Tavolo rifiuti Forum ambiente PD
Daniele Fortini – Presidente Federambiente
Mirco Arletti  Presidente Aimag
Giuseppe Rossi – Presidente Corepla



Governo e maggioranza imbarazzanti su Napoli

Proporremo al governo di modificare il decreto rifiuti accogliendo, in un'ottica costruttiva, le nostre proposte che si basano su 4 punti fondamentali. Dichiara Alessandro Bratti, capogruppo Pd in commissione ecomafie " Nonostante la chiusura di oggi nei confronti delle nostre proposte in Commissione ambiente da parte della maggioranza e del Governo, il Pd ritiene ci siano le condizioni per migliorare un decreto di fatto inutile. Innanzitutto - prosegue Bratti - in questa fase di crisi è necessario ci sia un pieno coinvolgimento di tutte le regioni, con una priorità per quelle che hanno in dotazione un'impiantist ica maggiormente sviluppata e quindi Lombardia, Veneto, Emilia Romagna; in secondo luogo è indispensabile che nel trasferimento dei rifiuti verso le altre regioni siano privilegiati gli impianti gestiti da enti pubblici o comunque a maggioranza pubblica, così da evitare pericolose infiltrazioni di carattere malavitoso come quelle situazioni che spesso sono capitate dal Gennaio fino ad oggi. In terzo luogo è indispensabile tornare ad uno stato di ordinarietà funzionale e che siano i comuni a riscuotere le tasse e non invece la provincie come oggi dice la legge. Province che sempre in Campania gestiscono, unico caso in Italia, gli impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti. Infine - conclude Bratti - chiediamo che la regione Campania si attivi al più presto per realizzare quegli impianti necessari per far fronte all'attuale stato di crisi e per iniziare a dar vita a un ciclo integrato dei rifiuti cosi come succede nel resto del paese".

10/07/11

Festa regionale Imola

Domenica 10 luglio, Sala Dibattiti - ore 21



"La via verde: energie pulite e green economy per l'ambiente, il lavoro, l'innovazione"

On. Vittorio PRODI (Europarlamentare PD)

On. Alessandro BRATTI (Resp. Ambiente PD ER)

On. Matteo COLANINNO

Damiano ZOFFOLI (Consigliere Regionale PD)

Presiede Daniele MONTRONI (Presidente Con.AMI).


08/07/11

RIFIUTI: BRATTI (PD), SFORZO DI TUTTI COINVOLGENDO REGIONI

(ANSA) - NAPOLI, 7 LUG - 'C'e' la necessita' di uno sforzo di tutti, al di la' dell'emergenza, per superare la situazione di grave crisi'. Lo ha detto Alessandro Bratti del Pd, componente della Commissione parlamentare di inchiesta sui rifiuti.
'Il decreto rifiuti che andra' in discussione a fine luglio - ha affermato - noi abbiamo gia' manifestato le nostre criticita' perche' non risolve niente'.
Occorre, piuttosto, che 'vengano coinvolte le Regioni'.
'C'e' la necessita' - ha sottolineato - che proprio perche' impianti importanti si trovano al nord, per esempio in Lombardia, di coinvolgere maggiormente le Regioni'. Nel caso della Lombardia, ha inoltre spiegato, il termovalorizzaotore di Brescia 'e' gestito dalla stessa societa' che si occupa dell'inceneritore di Acerra', la A2A e 'credo che proprio questa societa' possa dare un grande contributo'.
'A Brescia l'inceneritore brucia 800mila tonnellate ogni anno, oltre il 46% e' composto di rifiuti speciali - ha concluso - credo che gia' adesso una certa tipologia di rifiuti potesse essere smaltito li''.
(ANSA).

Oggi a Novafeltria


alle ore 18,00 un incontro su un tema d’attualità e di interesse generale:


“ACQUA PUBBLICA E POLITICHE ENERGETICHE DOPO I REFERENDUM”

Ne discutono On. Alessandro BRATTI -Responsabile Dipartimento Ambiente ed Energia del PD Emilia-Romagna e Sara VISINTIN – Assessore all’Ambiente, Energie, Politiche per lo Sviluppo sostenibile del Comune di Rimini. Coordina Vincenzo Sebastiani – Assemblea di zona PD Alta Valmarecchia


05/07/11

A proposito del "finto" decreto sull'emergenza rifiuti Campania: il mio intervento in Aula

Signor Presidente, mi dispiace che sia uscito l'onorevole Ghiglia, perché volevo ricordargli che ormai sono tre anni che c'è un Governo nazionale che doveva risolvere questa problematica (attraverso ormai credo cinque decreti), che da due anni vi è la gestione da parte del centrodestra nelle province e che da un anno ormai vi è la gestione, sempre di centrodestra, della regione Campania, la quale, tra l'altro, ha ricevuto poteri speciali che non ha probabilmente esercitato fino in fondo.
Abbiamo sempre riconosciuto - perché di discussioni sull'emergenza Campania in quest'Aula ne abbiamo fatte tante, soprattutto all'inizio della legislatura - le nostre responsabilità, ma credo che ora il libro da leggere sia un altro. È un libro che parla del fallimento delle politiche di questo Governo: di sbagli che ha commesso in successione all'aver dato alle province una responsabilità non corrispondente alla loro funzione, all'aver prima approvato il piano Bertolaso e poi, con il decreto dello scorso gennaio, averlo cancellato, mandando di fatto la regione in emergenza.
Il Governo è responsabile per non aver creato le condizioni favorevoli per far partire le gare per i termovalorizzatori, per non aver erogato nemmeno un euro per le opere di compensazione così come promesso in sede istituzionale, per non aver costruito discariche durante il commissariamento a norma e che ora in parte sono sotto sequestro giudiziario e perdono percolato, per non aver favorito la costruzione degli impianti di compostaggio necessari e anche - ma questo riguarda la regione - per non avere individuato, così com'era stato promesso, degli sversatoi, compreso il possibile utilizzo di cave abbandonate, che solo ora pare si accinga ad individuare.
Insomma, vi sono stati tanti proclami, ma fatti pochi e fatti mali. Il Governo ha archiviato per altri motivi, ricordavo prima «l'eroe Bertolaso» che comunque uno straccio di programma, per quanto contestabile, aveva costruito per uscire dall'emergenza. All'interno di questo sfascio la malavita più o meno organizzata ha continuato imperterrita a fare il suo business. In più vi sono indagini in corso che riportano infiltrazioni camorristiche addirittura all'interno della struttura commissariale recente. Non è chiaro cosa ruota attorno alla società provinciale Sap.Na, società che non ha un consiglio di amministrazione, ma un unico amministratore, un unico socio che è la provincia, che ha attivato contratti per il trattamento e lo smaltimento del percolato forse dubbi, che ha in essere contratti con società per la stabilizzazione della frazione organica molto onerosi. Per non parlare poi degli 800 dipendenti del Consorzio unico relativamente a Napoli che nessuno sa come verranno retribuiti e che non stanno di fatto lavorando, com'è testimoniato dalle audizioni dei commissari dei consorzi in liquidazione presso la Commissione bicamerale.
Abbiamo assistito da gennaio 2011 ad oggi a situazioni grottesche, del tipo che a soccorrere la Campania per ospitare i rifiuti è stata addirittura la regione Calabria, regione che, come abbiamo discusso recentemente, è in piena fase di emergenza ed è forse oggi quella più problematica rispetto al ciclo integrato dei rifiuti. In quella regione vi sono oltre 800 discariche abusive che oggi hanno un serio problema di emergenza grave anche grazie al sequestro della discarica di Pianopoli; la discarica in cui venivano portati i rifiuti campani e che è stata sequestrata grazie ai carabinieri. Ci piacerebbe sapere e conoscere - e ne faremo oggetto di sindacato ispettivo - chi in questa fase, dall'approvazione del decreto-legge n. 196 del 2010 ad oggi, ha tratto illeciti profitti. Allo stesso modo vorremmo sapere - e anche su questo faremo delle interrogazioni -, come veniva appunto ricordato dal collega Bonavitacola, che cosa è successo riguardo al trasporto dei rifiuti in Puglia. Insomma, si tratta di tante domande che dovranno avere una risposta.
Un'altra questione posta più volte dal nostro partito riguarda il perché non sono state usate le cave individuate dal Piano delle cave regionali. Vi è un altro tema che riguarda il mancato trasferimento dei rifiuti anche speciali all'inceneritore di Brescia, dato che la stessa società gestisce l'impianto di Acerra.

Errani e Richetti alla Festa Pd di Carpi

 (Pd Modena) Oggi saranno ospiti della festa il Presidente della Giunta Regionale Vasco Errani e il Presidente dell’Assemblea Regionale dell’Emilia-Romagna Matteo Richetti. Saranno intervistati da Ettore Tazzioli, direttore di Telemodena Trc. L’appuntamento è alle 21 al PalaAbitcoop, piazzale delle piscine.

03/07/11

Napolitano: "il decreto rifiuti non risolverà"

(TERRA-V.Mulè)
RIFIUTI. «Non appare rispondente alle attese e tantomeno risolutivo» è il duro giudizio del Capo dello Stato sulle misure salva-Napoli. Alessandro Bratti (Pd): «Favorisce solo i privati».
Il decreto legge sui rifiuti emanato giovedì dal governo ha avuto il via libera da parte del Capo dello Stato. In una nota del Quirinale, però, si legge che il testo «non appare rispondente alle attese e tantomeno risolutivo». Il Capo dello Stato auspica che il Governo «adotti ogni ulteriore intervento necessario per assicurare l’effettivo superamento di una emergenza di rilevanza nazionale attraverso una piena responsabilizzazione di tutte le istituzioni insieme con le autorità locali della Campania». Se non è una sonora bocciatura, poco ci manca. Sulla stessa linea il Pd che giudica il decreto inutile, pensato più per favorire il privato che per risolvere l’emergenza rifiuti in Campania.
Il Pd attacca il provvedimento e lo smonta pezzo per pezzo, iniziando dalla fine. Ossia dal terzo comma, secondo il quale «in attuazione del principio comunitario della prossimità sullo smaltimento dei rifiuti, i trasferimenti connessi allo smaltimento dei rifiuti di cui al comma 1 hanno come destinazione prioritaria gli impianti ubicati nelle regioni limitrofe alla Campania». Una decisione, spiega il governo, presa «al fine di ridurre al minimo gli impatti ambientali sul territorio nazionale».
Un provvedimento, secondo Alessandro Bratti, responsabile per le politiche di gestione dei rifiuti del PD, nonché membro della Commissione Ambiente della Camera e Capogruppo nella Commissione Bicamerale di inchiesta sui traffici illeciti collegati alla gestione del ciclo dei rifiuti «che ha nelle sue corde l’intenzione primaria di mettere in difficoltà le regioni governate dal centrosinistra». Escluso il Lazio, che ha già negato la propria disponibilità ad accogliere la spazzatura campana, già da ieri stati anche avviati i primi contatti con altre Regioni per portare i rifiuti fuori dalla regione.
Tra le prime ad essere contattate Puglia, Emilia Romagna, Marche, Calabria, Toscana e Friuli Venezia Giulia mentre si continua a lavorare così da allargare il fronte degli enti disposti ad accogliere i rifiuti campani. «E’ un sistema palesemente sbagliato – aggiunge Bratti – che già nel passato ha mostrato tutte le sue storture. Non ha senso occupare discariche con il rischio concreto che la malavita si infiltri nel business». Il riferimento è alla precedente emergenza rifiuti campana, quando parte degli scarti napoletani vennero trasferiti nella discarica calabrese di Pianopoli.
Ossia in una regione da tredici anni in emergenza rifiuti e in un impianto sequestrato poco tempo dopo perchè non a norma. «Perchè il decreto non dice nulla sulla localizzazione delle discariche in Campania»? E, soprattutto, continua Bratti, «dove sono andati a finire i rifiuti campani prodotti dall’inizio dell’anno? In quali discariche? E chi sono i proprietari di questi impianti?». Una soluzione potrebbe essere quella di utilizzare una o più delle oltre 1200 cave dismesse esistenti in Campania. Una ipotesi che però si troverebbe a fare i conti con il fatto che la criminalità organizzata controlla e gestisce il ciclo del cemento in molte Regioni, a partire proprio dalla Campania.