05/07/11

A proposito del "finto" decreto sull'emergenza rifiuti Campania: il mio intervento in Aula

Signor Presidente, mi dispiace che sia uscito l'onorevole Ghiglia, perché volevo ricordargli che ormai sono tre anni che c'è un Governo nazionale che doveva risolvere questa problematica (attraverso ormai credo cinque decreti), che da due anni vi è la gestione da parte del centrodestra nelle province e che da un anno ormai vi è la gestione, sempre di centrodestra, della regione Campania, la quale, tra l'altro, ha ricevuto poteri speciali che non ha probabilmente esercitato fino in fondo.
Abbiamo sempre riconosciuto - perché di discussioni sull'emergenza Campania in quest'Aula ne abbiamo fatte tante, soprattutto all'inizio della legislatura - le nostre responsabilità, ma credo che ora il libro da leggere sia un altro. È un libro che parla del fallimento delle politiche di questo Governo: di sbagli che ha commesso in successione all'aver dato alle province una responsabilità non corrispondente alla loro funzione, all'aver prima approvato il piano Bertolaso e poi, con il decreto dello scorso gennaio, averlo cancellato, mandando di fatto la regione in emergenza.
Il Governo è responsabile per non aver creato le condizioni favorevoli per far partire le gare per i termovalorizzatori, per non aver erogato nemmeno un euro per le opere di compensazione così come promesso in sede istituzionale, per non aver costruito discariche durante il commissariamento a norma e che ora in parte sono sotto sequestro giudiziario e perdono percolato, per non aver favorito la costruzione degli impianti di compostaggio necessari e anche - ma questo riguarda la regione - per non avere individuato, così com'era stato promesso, degli sversatoi, compreso il possibile utilizzo di cave abbandonate, che solo ora pare si accinga ad individuare.
Insomma, vi sono stati tanti proclami, ma fatti pochi e fatti mali. Il Governo ha archiviato per altri motivi, ricordavo prima «l'eroe Bertolaso» che comunque uno straccio di programma, per quanto contestabile, aveva costruito per uscire dall'emergenza. All'interno di questo sfascio la malavita più o meno organizzata ha continuato imperterrita a fare il suo business. In più vi sono indagini in corso che riportano infiltrazioni camorristiche addirittura all'interno della struttura commissariale recente. Non è chiaro cosa ruota attorno alla società provinciale Sap.Na, società che non ha un consiglio di amministrazione, ma un unico amministratore, un unico socio che è la provincia, che ha attivato contratti per il trattamento e lo smaltimento del percolato forse dubbi, che ha in essere contratti con società per la stabilizzazione della frazione organica molto onerosi. Per non parlare poi degli 800 dipendenti del Consorzio unico relativamente a Napoli che nessuno sa come verranno retribuiti e che non stanno di fatto lavorando, com'è testimoniato dalle audizioni dei commissari dei consorzi in liquidazione presso la Commissione bicamerale.
Abbiamo assistito da gennaio 2011 ad oggi a situazioni grottesche, del tipo che a soccorrere la Campania per ospitare i rifiuti è stata addirittura la regione Calabria, regione che, come abbiamo discusso recentemente, è in piena fase di emergenza ed è forse oggi quella più problematica rispetto al ciclo integrato dei rifiuti. In quella regione vi sono oltre 800 discariche abusive che oggi hanno un serio problema di emergenza grave anche grazie al sequestro della discarica di Pianopoli; la discarica in cui venivano portati i rifiuti campani e che è stata sequestrata grazie ai carabinieri. Ci piacerebbe sapere e conoscere - e ne faremo oggetto di sindacato ispettivo - chi in questa fase, dall'approvazione del decreto-legge n. 196 del 2010 ad oggi, ha tratto illeciti profitti. Allo stesso modo vorremmo sapere - e anche su questo faremo delle interrogazioni -, come veniva appunto ricordato dal collega Bonavitacola, che cosa è successo riguardo al trasporto dei rifiuti in Puglia. Insomma, si tratta di tante domande che dovranno avere una risposta.
Un'altra questione posta più volte dal nostro partito riguarda il perché non sono state usate le cave individuate dal Piano delle cave regionali. Vi è un altro tema che riguarda il mancato trasferimento dei rifiuti anche speciali all'inceneritore di Brescia, dato che la stessa società gestisce l'impianto di Acerra.

Circa il 46 per cento dei rifiuti conferiti oggi all'inceneritore di Brescia può potenzialmente essere importata da altre regioni. Sono circa 300 mila tonnellate all'anno i rifiuti cosiddetti speciali. Già oggi, sulla base della normativa vigente, viste le capacità di trattamento dell'impianto, questo inceneritore sarebbe perfettamente in grado di smaltire una parte dei rifiuti campani opportunamente trattati.
Poiché i due impianti di Brescia e Acerra sono gestiti da imprese appartenenti al medesimo gruppo societario non si comprende, se non facendo riferimento a motivi di ostruzionismo politico, noti peraltro, il motivo per cui in quest'impianto, mi riferisco a quello di Brescia, la Società A2A ha importato parte dei rifiuti da bruciare persino dall'estero, dotando invece come prassi ordinaria l'indisponibilità ad accogliere la stessa tipologia di rifiuti provenienti dalla Campania. Crediamo anche che in questa situazione di emergenza, nell'accogliere i rifiuti campani, sarebbe da dare priorità a quelle regioni che hanno un ciclo integrato dei rifiuti virtuoso e che quindi possono termotrattare buona parte di quei rifiuti.

Questo ovviamente non esclude la necessità di ricorrere anche alle discariche, sempre però tenendo presente la virtuosità di queste regioni e cercando di evitare di trasferire i rifiuti campani in altre regioni come la Sicilia o la Calabria, che sono di fatto in emergenza. È necessario e direi indispensabile che le istituzioni preposte dalla regione Campania, attraverso anche poteri più forti, cadenzino temporalmente la localizzazione di sversatoi dando tempi certi per la loro realizzazione.
Ciò non significa abbreviare i tempi tecnici di costruzione degli impianti, ma individuare le aree e procedere, sempre in tempi definiti, alla costruzione di questi impianti. Non è possibile che oggi in Italia questo non si possa fare. Anche in questo caso è palese la debolezza dell'attuale amministrazione regionale campana, che già da gennaio con gli accordi con le province doveva realizzare queste discariche. Anche a questo proposito, nonostante le dichiarazioni più volte rilasciate dall'assessore Romano, non si comprende perché nulla è stato risolto. Enorme è stato anche il pasticcio - lo ricordavo prima - fatto riguardo agli appalti degli inceneritori di Salerno e Napoli con contenziosi in atto tra istituzioni che ne allungheranno ulteriormente i tempi di realizzazione.
PRESIDENTE. Onorevole Bratti, la prego di concludere.
ALESSANDRO BRATTI. Credo che sia ora davvero di voltare pagina e di abbandonare l'inutile propaganda che ha fatto perdere tempo prezioso e di togliere dalle mani dei soliti noti gli appalti e la gestione degli impianti di trattamento e smaltimento e di evitare collusioni tra politica ed organismi di gestione. L'aver assegnato alle province compiti gestionali è un'aberrazione giuridica che va sanata al più presto. Non è accettabile che, davanti a tali ipotesi, il Governo, ostaggio di una forza politica che vuole riguadagnare un po' di consenso elettorale, non sia in grado di prendere delle posizioni forti e decise su un tema che ormai si trascina da troppo tempo.
Dovete partire, signori della maggioranza, dai vostri fallimenti e cercare di mettere in campo una serie di azioni davvero al servizio del Paese. C'è davvero troppa presunzione e troppe promesse mancate e poche idee, ma molto confuse. Vedremo dalla discussione sul decreto-legge imminente se avete cambiato pagina o, se ancora una volta, produrrete un provvedimento inutile che in alcune parti addirittura è deleterio e pericoloso.
Noi abbiamo già proposto una via attraverso una proposta legislativa. Non ci piace l'emergenza. Abbiamo visto dalla Calabria e dalla Sicilia quanti guai sono stati fatti, quante risorse sperperate. Non sappiamo quanti soldi è costata l'emergenza campana in questi tre anni. Noi siamo perché le istituzioni locali siano responsabilizzate e purtroppo ora non vi è altra soluzione che trovare un meccanismo che - come ricordava prima il collega Bonavitacola - consenta attraverso un'intesa con tutte le regioni italiane per attivare un rapporto di solidarietà in tempi limitati che veda la soluzione di questo problema.
PRESIDENTE. Onorevole Bratti, deve concludere...
ALESSANDRO BRATTI. Ho finito. Questa emergenza dovrebbe far comprendere che, anche sul tema della gestione dei rifiuti, è necessario impostare una politica industriale seria, partendo dalla riduzione dei rifiuti, al recupero e al riciclaggio - già oggi migliaia di imprese ci lavorano - alla produzione di energia. Dovrebbe farci comprendere che è necessario scegliere imprese sane e capaci, con comprovata esperienza nel settore, che in Italia ci sono. Questo ci dice l'Europa e questo credo che sia possibile anche per la Campania (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

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