Qui e di seguito il mio intervento (con botta e risposta) di oggi sulla richiesta di informativa urgente del Governo al Parlamento per conoscere come l'Esecutivo intende procedere per arginare la emergenza rifiuti.
ALESSANDRO BRATTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, per motivare la richiesta di informativa urgente, vorrei dare, molto velocemente, alcuni dati.
Gli ecoreati accertati sono quasi venticinquemila: quasi settantuno al giorno, tre ogni ora, circa metà dei quali (50 per cento) si consumano in Campania, in Calabria, in Sicilia e in Puglia, quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa. Il resto si spalma abbastanza democraticamente su tutto il territorio nazionale. Questi sono i dati dell'ultimo rapporto sull'ecomafia curato da Legambiente nel 2009.
Il 2008 è stato l'anno dei record per le inchieste contro i trafficanti di rifiuti pericolosi: ben venticinque, con un fatturato Pag. 131 che ha superato i 7 miliardi di euro, tanti soldi accumulati, avvelenando l'ambiente, i cittadini e frodando lo Stato. Vi sono una produzione di rifiuti urbani che non tende a calare e un sistema di gestione industriale che non si sviluppa: un'Italia, ormai, a tre velocità, dove, purtroppo, al sud non si va oltre il 7-8 per cento di raccolta differenziata.
Signor Presidente, il 31 dicembre termina ufficialmente l'emergenza campana, anche se noi sappiamo che l'emergenza non è assolutamente risolta. Il sottosegretario Bertolaso, proprio in questi giorni, ha chiesto ufficialmente lo scioglimento di nove comuni, così come secondo il cosiddetto decreto rifiuti, con riferimento ad un articolo fortemente voluto anche dalla Lega. Questa richiesta è stata motivata e presentata al Ministro Maroni, il quale afferma che, entro il 31 dicembre, provvederà, probabilmente, a sciogliere alcuni di questi comuni.
Il tema delle ecoballe non è stato risolto, sono state rimaste dov'erano. Siamo in attesa di capire se l'inceneritore di Acerra funzioni davvero o meno, perché ha avuto molti di problemi rispetto alle emissioni. Non abbiamo ancora capito dove gli altri tre inceneritori previsti dal relativo piano debbano essere realizzati. È una situazione veramente complicata.
La situazione calabrese non è da meno. Anche in questo caso, il 31 dicembre termina lo stato di emergenza e anche in questo caso non si ha una prospettiva certa. L'unica cosa che si continua a chiedere è l'allargamento di discariche ormai fuori norma. Non vengono avviati nuovi impianti e quelli che vi sono - faccio riferimento agli impianti di selezione - sono incriminati per malfunzionamento.
Queste società miste di gestione, come la famosa Vallecrati di Cosenza, sono in stato di fallimento. L'inceneritore che doveva essere previsto a Cosenza non è stato realizzato; poi è stato spostato teoricamente nel crotonese, mentre adesso si richiede di ricostruirlo nel cosentino. Pertanto, siamo in presenza di una situazione molto complicata, dove le infiltrazioni della malavita, più o meno organizzata, sono presenti. Ricordo, inoltre, le circa 300 discariche abusive che si sono trasformate poi in siti da bonificare e, che allo stato attuale, sono stati censiti ma non bonificati.
Per finire vengo a illustrare la situazione siciliana. Già ricordava ieri l'onorevole Burtone la grave situazione di Pag. 132carattere ambientale e sanitario che si sta determinando e che ormai va avanti da parecchio tempo, soprattutto a Palermo, ma che ora ha interessato anche altri comuni limitrofi e altri comuni siciliani mentre anche Catania ha delle difficoltà. Quindi, non solo Palermo ma anche le altre province siciliane stanno vivendo una situazione drammatica, che deriva da una progettazione, da un sistema e da un assetto organizzativo completamente sbagliato, un progetto che ha visto nella costituzione dei famosi ATO, gli ambiti territoriali ottimali, il fulcro del dissesto finanziario della malamministrazione, condito dal fallimento totale della paventata costruzione dei quattro inceneritori che mai sono stati costruiti e su cui eravamo assolutamente contrari, in quanto era un piano - quello previsto dal commissario straordinario - completamente basato sull'incenerimento e pochissimo sulla raccolta differenziata. In questa situazione di sfascio e in numerosi casi, così come accertato dalla Commissione bicamerale, si è inserita la mafia, determinando situazioni di palese illegalità.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ALESSANDRO BRATTI. Aggiungiamo, inoltre, questa situazione che riguarda, in particolar modo, il comune di Palermo e l'azienda da esso controllata, in deficit da ormai parecchio tempo e a cui il Governo ha portato questo soccorso attraverso alcuni provvedimenti e alcuni finanziamenti ad hoc che non sono serviti, comunque, a sanare questa malamministrazione. Inoltre, ad oggi risulta che anche una parte di quegli amministratori sono interessati da inchieste giudiziarie.
Anche il Lazio sta attraversando un momento complicato nella sua programmazione e nell'attuazione di un piano commissariale che ha obiettivi ambiziosi e forse poco raggiungibili. Che dire poi della Lombardia...
PRESIDENTE. Onorevole Bratti, le chiedo scusa ma deve concludere!
ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, ho quasi terminato il mio intervento, ma credo che ne valga la pena.
PRESIDENTE. Sono già trascorsi sei minuti. Normalmente si parla per cinque minuti.
ALESSANDRO BRATTI. Il tema delle bonifiche dei siti contaminati dove è stata aperta un'imponente inchiesta giudiziaria a carico degli amministratori regionali. È chiara la responsabilità del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ALESSANDRO BRATTI. Ricordo che oltre 100 mila euro complessivi sono stati forniti dal Ministro per risolvere la bancarotta del comune di Palermo e ricordo anche che il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha una funzione specifica in tema di coordinamento e di svolgimento organizzativo nei confronti delle regioni rispetto all'applicazione...
PRESIDENTE. Onorevole Bratti, mi spiace toglierle la parola, ma deve concludere.
ALESSANDRO BRATTI. Sto per concludere, signor Presidente. Solo due righe. Chiediamo a questo proposito - questo era il motivo di una lunga, ma credo necessaria, premessa - un'informativa urgente del Governo al Parlamento al fine di conoscere come l'Esecutivo intende procedere per non fare sprofondare il Paese in una situazione di emergenza perenne riguardo al tema dei rifiuti e dei siti contaminati.
PRESIDENTE. Sta bene. La Presidenza rivolgerà tale richiesta al Governo.
Nessun commento:
Posta un commento