Giovannini, presidente di Istat, ha presentato oggi a Bologna (vedi post precedente) il Rapporto Stiglitz.
Che dice?
1.il progresso non coincide con il denaro (che sempre di più serve non è a soddisfare le condizioni materiali, ma per compensare mancanze sociali e ambientali), ma dalle condizioni dell'ambiente che ci circonda, dalla qualità delle relazioni che abbiamo.
2.di fatto il rapporto rappresenta una sorta di sdoganamento dell'accountability ambientale. In particolare le raccomandazioni finali del rapporto suggeriscono la elaborazione per ogni paese dei propri indicatori chiave, attraverso quello che viene chiamato una sorta di "tavolo del progresso".
Giovannini (unico italiano nella commissione voluta da Sarkosy) ha raccontato il rapporto, attraverso i suoi messaggi chiave:
Primo messaggio: è necessario passare da una concezione di progresso basata sul un concetto di produzione ad una basata sul concetto di benessere
Secondo messaggio: non esiste o non è stata trovata una misura che sintetizzi il benessere perché serve una metrica comune e non si può valutare il benessere con un prezzo cosi come avviene con un prodotto
Terzo messaggio: ma allora come fare per misurare questo progresso?
Il rapporto indica SETTE categorie:
- sanità e salute,
- conoscenza
- lavoro
- condizioni materiali
- ambiente
- relazioni interpersonali
- relazioni civiche
Ma oltre alle sette categorie, è necessaria anche una lettura trasversale su almeno due dimensioni: l’equità e sostenibilità intergenerazionale
Quarto messaggio: contano i dati quantitativi ma anche quelli qualitativi, misurare il dato oggettivo ma considerare anche la componente soggettiva delle condizioni che si analizzano
Quinto messaggio: la sostenibilità, che non è solo ambientale, si può misurare considerando gli stock di capitale prodotto, gli stock di capitale ambientale, gli stock di capitale sociale
Da queste informazioni bisogna generare dei modelli interpretativi, le informazioni da sole non sono sufficienti
Due messaggi finali:
- agli statistici: siate coraggiosi, misurate anche quello che è difficile misurare. Passate da un concetto di statistica per lo stato a statistica per la società, per i cittadini (da statistique”to “sociestique)
- ai politici: misurare aiuta a creare una visione del futuro, significa riequilibrare le visioni di progresso, cogliere le aree di rischio e le vulnerabilità della nostra società, create la vostra, comunicatela e rendicontate i risultati alla vostra comunità di riferimento.
Nel XIX secolo essere grandi significava avere territori, nel XX produrre. E nel XXI?
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