L’inchiesta sulla Tirreno Power di Vado si avvia alla
stretta decisiva. Dopo i primi cinque indagati, tra funzionari
dell’azienda, e dopo l’iscrizione nel fascicolo di Gabriella Minervini,
ieri la procura di Savona ha aggiunto un’altra quarantina di nomi. Tra
questi, oltre a funzionari ministeriali e regionali, ci sono anche il
presidente della Regione Claudio Burlando e l’assessore all’Industria
Renzo Guccinelli.
Per loro le ipotesi di reato sono di concorso in disastro ambientale doloso oltre
a irregolarità nelle varie fasi dei passaggi amministrativi per la
concessione delle autorizzazioni necessarie all’esercizio dei due gruppi
(VL3 e VL4) a carbone posti sotto sequestro nel marzo del 2014 dal gip
Fiorenza Giorgi. Il procuratore Francantonio Granero e il suo vice
Chiara Maria Paolucci vogliono accelerare i tempi dell’inchiesta penale per arrivare in primavera alla chiusura delle indagini.
Il cammino non è comunque agevole anche perché gli investigatori dovranno costruire il castello accusatorio in maniera puntuale per poter reggere l’assalto prevedibile delle varie difese e cercare di arrivare a dibattimento con un quadro probatorio importante. Lavoro difficile dal punto di vista dell’individuazione della conformazione giuridica del reato, ma anche e soprattutto per l’esame delle decine di faldoni di audizioni e intercettazioni telefoniche e ambientali che in un anno avrebbero messo a fuoco la situazione.
E i lavoratori si preparano a occupare la città: la tensione è alle stelle. Mentre l’ultima volta le maestranze di Tirreno Power si erano spostate dalla centrale allo svincolo autostradale, bloccando la superstrada e la rotonda di via Caravaggio, domani mattina la manifestazione sarà concentrata direttamente su Savona: il corteo sfilerà per le vie del centro città partendo da piazza Sisto IV alle ore 9,30.
«Abbiamo chiesto un incontro a tutte le istituzioni a fine manifestazione – spiega Fulvia Veirana, segretario provinciale della Cgil -, perché la situazione è gravissima. In Prefettura verranno anche i rappresentanti della Regione e dei Comuni. Si tratta di cercare una soluzione per salvare non soltanto un sito produttivo, ma l’ossatura del mondo del lavoro in una provincia che sta arretrando paurosamente».
Oggi Burlando, che è tra gli indagati, ha commentato: «Penso sia giusto che in questa vicenda ci si impegni per salvaguardare l’ambiente, la salute e il lavoro» . «Ho incontrato il sottosegretario Luca Lotti al quale ho illustrato il caso e della vicenda ho informato anche il sottosegretario Graziano Delrio. Solo il Governo può venire a capo della vicenda della centrale di Vado».
IL Secolo XIX- Savona
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