Operazione Dia e Cfs, grave alterazione equilibrio fiume Pescara
Smaltimento illecito di rifiuti speciali
per abbattere i costi, anche quelli di realizzazione dell'intervento
edilizio noto come 'Megalo' 3', nel comune di Chieti. Ma anche
corruzione - per il sindaco di Chieti Umberto Di Primio, dirigente
dell'autorità di bacino regionale Michele Colistro e un imprenditore
teramano - per superare tutti quei provvedimenti di autorita' di bacino e
genio civile che ne ostacolavano la realizzazione. Tutto questo ha
portato alla luce l'operazione "Terre d'oro", coordinata dalla Direzione
Distrettuale Antimafia dell'Aquila ed eseguita dal Corpo Forestale (per
quanto riguarda i rifiuti) e Polizia (per il filone corruzione).
Quattrocentomila metri cubi di rifiuti (cioè all'incirca 500 mila
tonnellate di terre e rocce da scavo, all'incirca mezzo Colosseo pieno
in area golenale sul fiume) spostati e smaltiti illegalmente creando in
questo modo sette discariche abusive per dieci ettari stimati e, ciò che
è peggio, il tombamento di una cassa di espansione del fiume Pescara,
con "una sensibile alterazione degli equilibri dell'alveo del fiume
Pescara", come spiegato dal comandante regionale del Corpo Forestale,
Ciro Lungo. Di tutti quei rifiuti, infatti, quasi centomila metri cubi
sarebbero stati smaltiti in un terreno sottoposto a vincolo
paesaggistico e classificato 'zona a pericolosita' idraulica molto
elevata' nel Piano Stralcio Alluvioni del Comune di Chieti. Per i
rifiuti, 18 indagati complessivi: quattro le misure cautelari, ai
domiciliari, per vertici e tecnici di una ditta di Chieti specializzata
in movimento di terra, la Emoter Srl, che avrebbe preso subappalti
ingannando gli appaltatori principali con falsa documentazione sullo
smaltimento delle terre che, invece, venivano rivendute o usate come
riempimento. Emessa una misura cautelare di divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriale e sequestro per equivalente di 3 milioni. Per la corruzione, indagati il sindaco di Chieti Umberto Di Primio, il dirigente dell'autorità di bacino regionale Michele Colistro e l'imprenditore teramano Enzo Perilli. Nelle 16 pagine del capo di imputazione risultano due reati a carico, traffico illecito di rifiuti e corruzione. In corso sequestri e perquisizioni in varie localita': Roma, Napoli, L'Aquila, Montesilvano, Francavilla, in sedi aziendali, uffici pubblici e privati, abitazioni. L'inchiesta è condotta dai Pm aquilani David Mancini e Fabio Picuti. Secondo una prima ricostruzione il filone chietino dell'inchiesta stralcio, rispetto all'indagine madre del Corpo Forestale dello Stato, riguarderebbe proprio lo sversamento di oltre 93 mila metri cubi scavati nel vecchio cantiere Ikea di San Giovanni Teatino nell'area golenale del previsto progetto Megalò 3. Le gravi modifiche della quota livello dell'area di esondazione del fiume Pescara erano state oggetto di numerosi esposti di associazioni ambientalistiche e forze politiche, con l'intervento diretto del Genio Civile. Le ipotesi di reato di corruzione per Colistro e Di Primio riguarderebbero interventi per oltrepassare gli ostacoli intercorsi alla realizzazione del progetto.
ANSA-FOCUS
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