Quattro arresti domiciliari a carico di vertici e
di tecnici di due società di movimento terra, un divieto temporaneo di
esercizio d'impresa per l'amministratore unico di un'altra ditta, il
sequestro di sette siti dove sono stati smaltiti illegalmente circa
500mila tonnellate di rifiuti speciali (terre e rocce da scavo) che
hanno generato altrettante discariche abusive per una superficie
complessiva di circa 10 ettari, e il sequestro preventivo di 13
autocarri utilizzati per il trasporto e per lo scarico del materiale.
E'
questo il bilancio dell'operazione 'Terre d'oro', condotta dal comando
provinciale di Pescara del Corpo forestale e coordinata dalla Direzione
distrettuale antimafia di l'Aquila, che ha bloccato un imponente
smaltimento illecito di terre e rocce da scavo. Altri diciotto indagati,
tra cui professionisti, imprenditori e proprietari di terreni
compiacenti, sono stati denunciati a piede libero e dovranno rispondere
dei reati di discarica abusiva e traffico illecito di rifiuti speciali. A
carico delle sette società che traevano vantaggi dai reati sono stati
invece disposti provvedimenti sanzionatori per illeciti amministrativi.
Nell'ambito
dell'operazione sono state eseguite dalla Forestale tredici
perquisizioni nelle sedi legali di altrettante imprese dislocate tra
Pescara, Chieti, Milano e Roma. E' stato, infine, effettuato il
sequestro per equivalente di circa tre milioni di euro percepiti
illecitamente per la cessione di terre e rocce da scavo in difformità o
in mancanza del piano di utilizzo e per il mancato sostenimento dei
costi per il corretto smaltimento dei rifiuti. Nel corso delle indagini è
emerso che il fine perseguito era quello di limitare i costi di
trasporto e, contestualmente, di evitare i costi di smaltimento o quelli
relativi a campionamento e analisi degli oltre 400mila metri cubi di
materiale di scavo
(LaPresse)
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