Questo il bilancio dell'operazione "Terre d'oro", che ha bloccato
un imponente smaltimento illecito di rifiuti speciali (terre e rocce da
scavo), condotta dal Comando Provinciale di Pescara del Corpo forestale
dello Stato e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di
l'Aquila. Diciotto sono gli indagati denunciati a piede libero, tra
professionisti, imprenditori e proprietari di terreni compiacenti che
dovranno rispondere dei reati di discarica abusiva e traffico illecito
di rifiuti speciali.
Sette sono le società che
traevano vantaggi dai reati e che ora sono interessate da provvedimenti
sanzionatori per illeciti amministrativi. Nell'ambito dell'operazione
sono state eseguite dalla Forestale tredici perquisizioni nelle sedi
legali di altrettante imprese dislocate tra Pescara, Chieti, Milano e
Roma. E' stato, infine, effettuato il sequestro per equivalente di circa
tre milioni di euro percepiti illecitamente per la cessione di terre e
rocce da scavo in difformità o in mancanza del piano di utilizzo e per
il mancato sostenimento dei costi per il corretto smaltimento dei
rifiuti, sequestro quest'ultimo operato dalla Guardia di Finanza del
GICO di L'Aquila. Nel corso delle indagini è emerso che il fine
perseguito era quello di limitare i costi di trasporto e,
contestualmente, di evitare i costi di smaltimento o quelli relativi a
campionamento e analisi degli oltre 400mila metri cubi di materiale di
scavo.
L'indagine era stata avviata nel 2011 quando il Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale (NIPAF) di Pescara, in un cantiere del capoluogo abruzzese, aveva accertato irregolarita' sulla manipolazione di rocce e terre da scavo e sulla relativa documentazione accompagnatoria. In particolare, la ditta esecutrice dei lavori aveva esibito ai Forestali alcuni formulari, risultati da subito di dubbia provenienza grazie a controlli documentali incrociati e sommarie informazioni acquisite, il tutto confermato da una perquisizione eseguita nel 2013. Le indagini hanno permesso di accertare l'esistenza di una doppia procedura di contabilita' informatizzata: una ufficiale ed ingannevole che veniva fornita agli organi di controllo ed una occulta e interna nella quale venivano registrati, cantiere per cantiere, tutti i reali movimenti di terre e rocce da scavo, specificando la data, l'autista impiegato per il trasporto, il quantitativo giornaliero trasportato, i siti di carico e scarico. Proprio questa scoperta ha permesso di comprendere e smascherare il reale iter dei rifiuti, il cui smaltimento ha dato luogo a diverse discariche, ubicate su terreni sottoposti a vincoli idrogeologico e paesaggistico, e caratterizzati da elevata pericolosita' idrogeologica ed idraulica.
(ITALPRESS)
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