Unimore studia il parassita che fa danni anche in Emilia Romagna
L'allarme
cimice asiatica arriva in Italia. L'Università di Modena e Reggio
Emilia chiede aiuto alla popolazione per saperne di più sulla
Halyomorpha halys, la cimice scoperta in Italia per la prima volta nel
2012 durante alcune uscite didattiche degli studenti dell'ateneo. "Dannosissima"
per le coltivazioni e le piante in generale vigneti inclusi, precisa
Unimore, l'insetto viene studiato nei laboratori del proprio
dipartimento di Scienze della Vita, d'intesa col servizio fitosanitario
della Regione. Negli Usa la cimice ha già provocato danni miliardari e
l'Italia è il primo paese in Europa in cui sta iniziando a causare
danni consistenti alle colture. Si sta cercando di studiarne il
comportamento e si cerca di identificare efficaci antagonisti naturali
autoctoni. In queste settimane, riporta l'Università emiliana, la
cimice sta infastidendo chi vive in provincia di Modena, Reggio Emilia,
Bologna e Milano con "anomale invasioni presso le abitazioni,
soprattutto in prossimità di aree verdi". Ma ci sono nuove segnalazioni
a Udine, a Treviso e ai confini tra Marche e Abruzzo. A parte il
caratteristico cattivo odore emesso, le cimici asiatiche "sono innocue
per l'uomo e gli animali", dice l'Università. Il pericolo lo corrono
piuttosto le piante, dato che l'insetto in questione si nutre di
un'ampia varietà di specie coltivate e spontanee.
Durante un monitoraggio effettuato tra i frutteti della provincia di Modena nell'estate 2014, la presenza della cimice asiatica è risultata "consistente e crescente", assicura Unimore. Precisa Lara Maistrello, entomologa del dipartimento di Scienze della vita: "In alcune aziende al raccolto si sono registrati danni, in termini di frutti deformi, superiori al 40% sul pero, con picchi del 100% sul pesco in frutteti familiari non gestiti. Nei vigneti queste cimici sono state osservate a nutrirsi sui grappoli in maturazione e anche durante la vendemmia, facendo temere per possibili alterazioni sulla qualità del vino". I colleghi americani di Maistrello sono alle prese da oltre 15 anni alle prese col particolare fitofago, che negli Usa ha già provocato danni alle colture per 21 miliardi di dollari. Questo "costringendo gli agricoltori a quadruplicare gli interventi con insetticidi non selettivi, con gravi conseguenze ambientali", chiosa l'entomologa Unimore. Attualmente il controllo della cimice non è regolamentato: pertanto, dato l'elevato potenziale invasivo, al servizio fitosanitario regionale sono in fase di elaborazione le strategie di intervento per limitare i danni, in particolare su frutteti e ortaggi. Intanto, le ricerche continuano anche a Unimore, che invita i cittadini ad inviare segnalazioni: l'ateneo ha già individuato alcuni antagonisti naturali autoctoni "che potrebbero contribuire al controllo biologico della cimice".
(DIRE)
Nessun commento:
Posta un commento