06/11/14

"Bratti interrogazione sul mini idrico"

Camera, interrogazioni seduta 4 novembre: Bratti
 

BRATTI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che: nell'ambito delle energie rinnovabili, l'energia idroelettrica è privilegiata da sempre, in quanto caratterizzata da: una buona continuita' di produzione, un'elevata efficienza, bassi costi ed un'elevata producibilità per unità di potenza installata. Ad oggi però, in Italia, nuovi grandi impianti idroelettrici risultano difficilmente realizzabili sia per l'esaurimento dei siti adatti allo sfruttamento e sia per il grande impatto ambientale che deriva dalla realizzazione degli stessi; diversamente è per i piccoli impianti che sfruttano salti d'acqua modesti e per lo più esistenti, in corsi d'acqua delle più svariate portate e tipologie: fiumi, canali navigabili e canali di irrigazione. Si tratta dei cosiddetti «mini-idroelettrici», impianti per i quali esistono ancora ampie possibilita' di sviluppo, con potenze che vanno da qualche decina a qualche centinaio di kW. Tali impianti si caratterizzano per un impatto ambientale molto basso, in particolare per quanto riguarda quelli in «derivazione puntuale», ossia con rilascio dell'acqua immediatamente a valle del punto di prelievo;
La normativa vigente riconosce, giustamente, la valenza di suddetti impianti e ne incentiva la realizzazione mediante il riconoscimento di una tariffa di ritiro dell'energia adeguata rispetto ai costi medi sostenuti dall'investitore. Tuttavia, esistono profonde difformità di approccio da regione a regione nel rilascio delle concessioni per l'utilizzo della risorsa idrica a tali fini e sull'interpretazione della norma che ne regola le assegnazioni, il regio decreto n. 1775 del 1933. Tale decreto, risalente a piu' di 80 anni fa, pur contenendo linee di principio più che condivisibili relativamente ai criteri di assegnazione delle concessioni a derivare dai corsi d'acqua superficiali, è stato emanato quando non era ancora contemplato l'utilizzo degli impianti «mini-idroelettrici», determinando, ad oggi, interpretazioni non uniformi che creano confusione nella materia e lasciano spazio anche a strumentalizzazioni discutibili, in particolare per quanto riguarda i criteri che regolano la concorrenza per la concessione del sito; detta problematica risulta, inoltre, accentuata dalla forte decentralizzazione delle competenze in materia di rilascio della concessione (regione, provincia, genio civile, servizio tecnico di bacino, e altri) che, unita alla specificità della preparazione richiesta per una corretta valutazione dei Progetti relativi ai suddetti impianti, determinano talvolta la produzione di valutazioni di bassa qualità tecnica, talvolta l'adozione di procedimenti profondamente difformi o distorti rispetto alle linee guida nazionali;

La concessione dei siti, per lo sfruttamento idroelettrico o mini-idroelettrico, richiede l'adozione di criteri uniformi ed inderogabili per la valutazione dei progetti di assegnazione a salvaguardia della sicurezza idraulica. Le recenti inondazioni per rottura degli argini del fiume Secchia e gli accadimenti di Genova sono una testimonianza della fragilità del sistema arginale del Paese; l'Agenzia interregionale per il fiume Po. AIPo, in quanto ente preposto alla gestione del reticolo idrografico del maggiore bacino idrografico italiano, alla problematica della sicurezza idraulica relativa agli impianti idroelettrici e mini-idroelettrici ha dato riscontro emanando considerazioni di carattere generale, espresse nel documento «Criteri integrativi per la valutazione della compatibilita' di opere trasversali e degli impianti per l'uso della risorsa idrica» che, con deliberazione del comitato istituzionale dell'autorità di bacino del fiume Po n.8 21 dicembre 2010, hanno integrato la direttiva contenente i «Criteri per la valutazione della compatibilita' idraulica delle infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico all'interno delle fasce fluviali» inserita nelle norme attuative del PSFF (Piano di Stralcio delle Fasce Fluviali) ed estesa al PAI (Piano stralcio per l'assetto idrogeologico);

In particolare, tra i criteri suddetti si evidenzia la necessità di individuare soluzioni progettuali che garantiscano l'assenza di effetti negativi indotti sulle modalità di deflusso delle portate di piena, anche in caso di scenari di parzializzazione della sezione di deflusso per mancato funzionamento delle strutture mobili a progetto e/o per effetto di ostruzione a causa di materiale flottante. A tal fine l'autorità del Po non giudica ammissibili impianti realizzati in corpo traversa con canale di scarico in centro alveo; si evidenzia altresi' che su alcuni bacini fluviali appena limitrofi al bacino del Po, quali l'idrovia Fissero-Tartaro-Canalbianco, la regione Veneto, in controtendenza rispetto ai suddetti criteri, sia in termini di concorrenza per il rilascio della concessione, sia di salvaguardia idraulica, sta privilegiando impianti mobili inseriti all'interno delle luci di efflusso in traverse di sostegno idraulico, quindi esattamente interferenti secondo la definizione di AIPo; questo esempio, di cui l'interrogante eè venuto a diretta conoscenza, è sintomatico della necessita' di definire regole comuni tra le varie regioni ed enti di controllo idraulico, al fine di garantire il meritevole e sicuro sviluppo dell'idroelettrico e del mini idroelettrico:

Se non ritenga quanto mai opportuno e urgente assumere iniziative per aggiornare la normativa esposta in premessa, al fine di dare effettivo ma corretto impulso a questa importante forma di energia rinnovabile; quali misure intenda assumere nell'ambito delle rispettive competenze, per l'indicazione dei criteri, uniformi ed inderogabili, da adottare per la valutazione dei progetti di assegnazione a salvaguardia della sicurezza idraulica, garantendo così equità e correttezza per iniziative di produzione di energia pulita nel pubblico interesse, indifferibili ed urgenti.

(ASCA)

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