03/09/14

Ilva, cassa a secco forse rinviato il premio produzione

Stipendio di agosto salvo per i dipendenti dell'Ilva mentre potrebbe non essere corrisposta, per ora, la quota trimestrale del Pdr, il Premio di risultato. E' quanto si apprende da fonti sindacali alla vigilia dell'incontro informale di domani mattina quando l'azienda vedrà le organizzazioni metalmeccaniche. In questa sede l'Ilva potrebbe appunto ufficializzare la sua decisione di pagare lo stipendio di agosto alla scadenza del 12 settembre e rinviare invece il Premio a momenti migliori.

Sebbene nella prossima settimana l'Ilva dovrebbe incassare dalle banche la prima rata del prestito ponte chiesto per allentare la crisi di liquidità in atto da diversi mesi, l'azienda intenderebbe usare le risorse "fresche" per pagare parte dei crediti maturati dalle imprese dell'indotto e dell'appalto siderurgico nonchè dai fornitori. Al contrario di quello che accade per le realtà esterne, sinora, infatti, gli stipendi al personale Ilva sono stati garantiti senza ritardi. L'unico slittamento c'è stato a luglio ed ha riguardato premi che avrebbero dovuto essere corrisposti insieme agli stipendi. Poichè non c'erano soldi in cassa, il commissario Piero Gnudi nel frattempo subentrato a Enrico Bondi il cui mandato non è stato rinnovato dal Governo alla scadenza del 4 giugno annunciò che a luglio avrebbe fatto versare solo lo stipendio di giugno, mentre i preni in scadenza sarebbero stati pagati un mese dopo, ad agosto. E così è stato. Adesso la situazione si ripropone con la parte di Premio di risultato calcolata ogni tre mesi e che scade il 12 prossimo. Qualora lo slittamento venisse confermato, si tratta di vedere quale sarà la nuova data.
Secondo altre fonti sindacali, l'Ilva potrebbe egualmente pagare il Premio proprio perchè arriva la liquidità del prestito ponte. Però, siccome c'è l'arretrato di imprese e fornitori che attende, l'azienda rischierebbe di prosciugare di nuovo subito la cassa. E quindi il rinvio del Premio potrebbe essere influenzato da questa valutazione. Ieri, incontrando a Roma i sindacati metalmeccanici, il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, avrebbe appunto confermato lo sblocco della prima tranche del prestito e dichiarato fiducia sui pagamenti che attendono l'azienda. Il 4 settembre, intanto, Gnudi incontrerà le banche per proseguire il confronto. Le aveva incontrate a luglio avanzando la richiesta di 650 milioni da spalmare sulle varie esigenze dello stabilimento. Le banche hanno risposto al commissario offrendo molto meno, 250 milioni. Questo perchè non vedono ancora chiaro il futuro dell'Ilva, nè sono certe se la manifestazione di interesse espressa dal gruppo franco indiano nei confronti della società si concretizzerà poi in un'offerta vera e in un'acquisizione, sebbene Arcelor Mittal si sia impegnata a presentare per l'Ilva un piano industriale a fine settembre.

"Noi aspettiamo che l'llva ci paghi dichiara Vincenzo Cesareo, presidente di Confindustria Taranto. Dopo il nostro corteo di protesta dell'1 agosto, quando sono scesi per strada imprenditori e dipendenti, si è mosso pochissimo. L'Ilva ci ascolta e interviene per i casi urgentissimi, ovvero per quelle imprese che, non essendo pagate, hanno anche un debito di qualche mese relativamente agli stipendi dei propri dipendenti, ma è la classica goccia nel mare. Lo scaduto maturato è rilevante e in queste condizioni la sofferenza delle nostre imprese non può che aumentare".

E di situazione irrisolta, riferendosi però ad aspetti più complessivi, ha parlato anche l'arcivescovo di Taranto, Filippo Santoro (non nuovo a interventi sull'Ilva) nel suo messaggio per la Giornata del Creato. "Siamo nel 2014 ha scritto l'arcivescovo, è passato un altro anno, ma, nonostante gli sforzi, non si sono registrati ancora significativi passi in avanti per quanto concerne sia l'adeguamento degli impianti sia le irrinunciabili bonifiche delle aree esterne allo stabilimento industriale. Nel frattempo, l'inquietudine e la preoccupazione della popolazione tarantina sono aumentate".

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