10/08/14

«Più ambiente nella nuova Regione» Bratti (Ecodem): l’Assessore dovrà essere di area, accordi con Hera e Iren sui rifiuti. Il candidato? Porti novità e innovazione


Alessandro Bratti ha appena smontato da Montecitorio per un po’ di ferie e ne approfitta per mettere giù qualche paletto sui temi caldi dell’agosto politico: regionali, Eni, multiutility, area vasta.

In autunno voteremo per la Regione e il Pd non ha ancora un candidato. Che ne pensa del dibattito nel partito e dei nomi usciti, a partire da Patrizio Bianchi?
Come presidente di Ecodem ho aperto un confronto con la segreteria del Pd. I temi ambientali ed energetici (rifiuti, trivellazioni, bonifiche) sono stati al centro delle politiche di questi anni, e che di Errani ho grande stima, ma dopo un po’ i ricambi sono salutari. A me interesse fino ad un certo punto chi sarà il candidato, a patto che porti con sè novità e innovazione: non ho letto il programma di Bianchi, ma certo lui è una “bella testa” e va considerato, gli altri nomi (Manca, Bonaccini, Balzani, ndr) hanno capacità, a volte molto potenziali. È però importante che dei temi ambientali si occupi chi proviene dall’area ambientalista.
Come commenta la proposta del renziano Zaghini di collegare i candidati al consiglio con i candidati presidenti delle primarie? La convincono Calvano, Zappaterra, Modonesi?
L’idea di Zaghini è molto stravagante, creare un partito nel partito, una specie di club degli amici è deleterio. La rappresentanza di una comunità resta un criterio importante. Quanto ai nomi ferraresi usciti per il consiglio, stimo molto il segretario e i due amministratori hanno fatto bene il loro lavoro. Non condivido però l’idea che chi viene eletto qui debba andare in Regione per fare gli interessi di Ferrara, l’impegno dev’essere più a largo raggio. La scelta dei candidati va comunque effettuata sulla base del bene del partito, si tratta di prendere voti.

Tagliani ha scelto la via Emilia per l’alleanza di area vasta: giusto così?
Sono dell’idea che, per quanto riguarda i servizi, la scelta di Bologna e delle altre emiliane sia giusta. Sulle progettualità e le strategie, però, bisogna mantenere la possibilità di scegliere a 360º, e penso a temi come il turismo o l’ambiente. Unife? Credo ci debbano essere sinergie.

C’è in ballo una sua proposta di nominare un commissario in caso le Regioni Veneto ed Emilia non trovino la convergenza sul Parco interregionale del Delta. A che punto siamo?
L’emendamento mio e del collega veneto Crivellaro risale a qualche mese fa, forse non verrà inserito nella legge in discussione sui parchi. In ogni caso sarebbe opportuno che il ministro Galletti convochi, subito dopo le elezioni emiliane, i presidenti delle due Regioni per costruire un percorso. I due Enti parco già lavorano assieme, e il Delta è un patrimonio europeo.

Il destino della chimica Eni sembra appeso ad un filo.Eni vuole valorizzare al massimo le attività estrattive e mettere in una bad company raffinerie e chimica. Per questo dobbiamo spingere molto sul green, con Versalis e Novamont: l’esempio del cardo di Porto Torres come materia prima di una bioraffineria in grado di alimentare un ciclo di plastica bio, va diffusa. Per Ferrara è diverso, qui abbiamo delle eccellenze della petrolchimica che dobbiamo valorizzare in questa fase di transizione. Il polo della plastica riciclata va fatto da noi.

Lei sta lavorando all’ex collegato Orlando sul bacino nazionale rifiuti: arriveranno o no all’inceneritore gli “urbani” di Napoli o Roma?Faremo un censimento di tutto il trattamento rifiuti, non solo gli inceneritori, bisogna costruire impianti di selezione e compostaggio là dove c’è bisogno. C’è l’ipotesi di una tassa sui rifiuti importati a favore della Regione. E non dimentichiamo che se gli inceneritori vengono trasformati in impianti di efficientamento energetico, poi escono dalla possibilità di programmazione. Serve in ogni caso un accordo con le multiutility, non solo Hera ma anche Iren.


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