07/02/14

Sostenibilità: Manifesto per chimica verde, domani presentazione

Sottoscritto da 70 tra ricercatori, imprese ed enti del comparto

Una strategia per la chimica verde in Italia, la definizione dello standard dei bioprodotti come stanno
facendo altri Paesi dell'Unione Europea e agevolazioni per i bioprodotti sostenibili. Queste le richieste al governo contenute nel Manifesto della chimica verde, frutto di un percorso partecipato che ha coinvolto decine di aziende ed esperti del mondo della ricerca e presentato dall'associazione Chimica Verde Bionet. Il Manifesto sarà presentato domani a Verona in occasione di Fieragricola 2014.

Entro il 2030, grazie all'ulteriore sviluppo della bioeconomia,basata sull'impiego di prodotti e processi rinnovabili a partire da matrici vegetali di produzione agricola, sarà disponibile sul mercato
una nuova generazione di prodotti e composti chimici rinnovabili e sostenibili: bioplastiche, biolubrificanti, solventi, detergenti, cosmetici e prodotti per la salute, mezzi tecnici per l'agricoltura,
vernici, imballaggi, fino a prodotti come fluidi speciali e nuovi componenti per l'industria.

L'associazione Chimica Verde Bionet ha elaborato e riunito nel Manifesto alcuni criteri per lo sviluppo della chimica verde che ''presenteremo alle Commissioni Agricoltura e Industria del Parlamento e ai ministri competenti", dichiara Sofia Mannelli, presidente dell'associazione.


Questi i 5 punti fondamentali del Manifesto: la prima bioraffineria è la pianta e la chimica verde è un'opportunità da coltivare; i bioprodotti e i processi correlati necessitano di criteri di sostenibilità che definiscano rinnovabilità, biodegradabilità, tracciabilità e minima tossicità per l'uomo e
l'ambiente; la ricerca scientifica, l'innovazione tecnologica, la produzione e il consumo di bioprodotti richiedono l'introduzione e l'applicazione di una adeguata normativa, non discriminatoria nei
confronti di alcuna filiera.

E poi: la chimica verde deve essere adeguatamente regolamentata attraverso un percorso condiviso con i portatori di interesse; un piano di comunicazione, trasferimento e formazione pluriennale deve
essere elaborato e condiviso con le amministrazioni regionali e gli altri enti competenti ad esso predisposti.

Il Manifesto è già stato sottoscritto da oltre 70 tra ricercatori ed esperti del settore e da imprese ed enti del comparto (tra cui Agrinsieme, Novamont, Cib, Legambiente, Kyoto club, Icea, Coordinamento Free, fondazione per lo Sviluppo Sostenibile).


(Adnkronos)

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