02/02/14
Roma allagata. basta aspettare, sui rischi idrogeologici nel Lazio bisogna agire e in fretta
Di fronte a quanto è successo a Roma, frutto di una miscela esplosiva di abusivismo, condoni, incuria ed eventi meteorologici “estremi” che stano diventando sempre più abituali, Legambiente Lazio sottolinea che «Le immagini ormai tristemente familiari delle strade allagate nella Capitale sono tornate in primo piano dopo una ennesima “bomba d’acqua” caduta su Roma; siamo troppo abituati a preoccuparci in questi casi perché ormai la pioggia fa paura e non si può più aspettare un minuto ad affrontare con interventi decisi i rischi idrogeologici».
Il Cigno Verde laziale indica le responsabilità politiche: «I comuni rendano operativi i piani di bacino approvati, una grande utile opera pubblica da realizzare per evitare drammi e sciagure che aumentano con i cambiamenti climatici e le stagioni dove si inaspriscono aridità e piovosità, fermando invece opere dannose come nuove colate di cemento. Sul fronte poi della prevenzione, gestione e informazione nell’emergenza il disastro è lampante, non è possibile che i piani di allertamento preventivo studiati spariscono sott’acqua, che si dissolva qualsiasi protocollo e che su mezzi pubblici in tilt, dove si rischia di rimanere per ore, salti ogni tipo di informazione».
Poi gli ambientalisti dicono che le motivazioni di quanto accade sono chiare: «Un incessante consumo di suolo che ha impermeabilizzato il terreno, lo stato in cui versano i sistemi idrici di raccordo delle acque, la condizione dei fiumi e dei fossi stretti dal cemento e senza zone di espansione naturale, in una città come Roma dove ci sono 552,66 ettari considerati R4 (rischio idrogeologico molto elevato) dal PAI Piano di Assetto Idrogeologico, in una regione dove sono il 98,4% i comuni con aree a rischio frane e alluvioni».
Legambiente Lazio conclude ricordando l’abisso tra promesse, assicurazioni e fatti: «Considerando poi il piano degli investimenti siamo di fronte ad una sproporzionata mancanza di fondi per sostenere le spese previste dallo stesso PAI, ne sono stati reperiti solo il 4% del totale e cioè 60 milioni su 1,7 miliardi di Euro per la messa in sicurezza di aree a rischio frana e alluvioni, a fronte di una contemporanea crescita delle spese straordinarie per i danni che invece si moltiplicano per gravità e per frequenza».
Il primo febbraio Comune di Roma ha fatto il punto della situazione, ecco il comunicato:
“La Capitale, come gran parte del centro Italia, è stata investita da un fenomeno di portata eccezionale, che i meteorologi definiscono alluvione lampo. Su alcune zone della città è caduta una quantità straordinaria di pioggia, su altre una quantità di gran lunga minore. Si sono registrati gravi danni e situazioni molto problematiche. Campidoglio, Protezione Civile e Prefettura si sono messi subito al lavoro per contenere i disagi”. Così il sindaco Ignazio Marino sul nubifragio che ha colpito Roma.
In azione l’unità di crisi convocata in Campidoglio dal Sindaco, cui prendono parte gli assessori Guido Improta (Mobilità), Estella Marino (Ambiente) e Paolo Masini (Lavori Pubblici). L’unità, in coordinamento con Protezione Civile e Prefettura, ha ripristinato il funzionamento della metropolitana lungo l’intero tracciato e sta fornendo supporto nelle zone più a rischio come Piana del Sole, l’Infernetto, Prima Porta e Labaro. Considerate le previsioni meteo, l’unità di crisi del Campidoglio resta attiva per tutto il fine settimana. Annullato il vertice Sindaco-Giunta-consiglieri di maggioranza-presidenti di Municipio, previsto per sabato 1 febbraio: fino al completo rientro dell’emergenza, Sindaco e assessori restano a coordinare l’unità centrale di crisi, i presidenti di Municipio le unità territoriali.
Determinante, in emergenze come questa, il ruolo della protezione Civile capitolina coi suoi operatori e i suoi volontari. Presidiano il territorio cittadino coordinando le squadre del Servizio Giardini, del Dipartimento Ambiente, dei Vigili del Fuoco, del Dipartimento Lavori Pubblici e dell’Ama. I mezzi a disposizione: autocarri con motopompe, elettropompe, autobotti ad aspirazione, “canaljet” per la disostruzione di fogne e tombini, ponti mobili per potare o abbattere alberi e arbusti pericolanti e autocarri per rimuoverli. Convocato il Centro Operativo Comunale (COC), composto da rappresentanti del Dipartimento Lavori Pubblici, della Polizia Locale di Roma Capitale, di Ama, del Dipartimento Ambiente e della Direzione Gestione Territoriale Ambientale. Attivate le Unità di Crisi Locali (UCL) presso ogni Municipio.
Prosegue il monitoraggio dei livelli idrometrici di Tevere e Aniene
La Protezione Civile di Roma Capitale invita gli automobilisti a non parcheggiare presso i punti di raccolta dell’acqua piovana (caditoie e simili) per favorirne il deflusso e consentire interventi tecnici. Per chiarimenti, informazioni e richieste d’intervento chiamare la sala operativa della Protezione Civile, in funzione h24. Risponde al numero 06- 67109200 o al numero verde 800.854854.
Particolare attenzione, come sempre in caso di eventi atmosferici eccezionali, richiede la situazione del litorale: a Ostia, fa sapere il presidente del X Municipio Andrea Tassone, “le palestre degli istituti comprensivi Carotenuto (via Carotenuto 30), Parini (via delle Azzorre 314), Alessandro Magno (via Ghiglia 266) e Viale Vega (viale Vega 91 e via delle Quinqueremi 19) sono a disposizione per l’eventuale ricovero di persone che dovessero venir evacuate da zone a rischio allagamenti”. Interventi d’urgenza si rendono necessari per possibili esondazioni (Collettore Primario e altri canali del consorzio di bonifica, canali Ostiense e Palocco). Protezione Civile capitolina e Ardis stanno monitorando il Fosso del Fontanile e la foce del Tevere. Lungo l’elenco degli allagamenti, da via del Mare a Casalbernocchi, da via Isole del Capoverde al largo delle Sirene, dall’Idroscalo a via Bazzini, da viale di Castelporziano a via dei Romagnoli… Qui Municipio e X Gruppo della Polizia Locale mettono a disposizione numeri dedicati per segnalazioni e urgenze: 06-69613876 (Unità Tecnica del Municipio) e 06-67696268 (sala operativa Gruppo Vigili).Nessun danno, invece, per i musei civici grazie “all’attività di prevenzione e monitoraggio avviata dalla Sovrintendenza Capitolina”, comunica l’Assessorato alla Cultura, e nessuna chiusura in vista. Lievi disagi solo a Palazzo Nuovo (Musei Capitolini), nel salone e sul ripiano dello scalone che scende verso la Galleria Lapidaria.
Pubblicato da
Alessandro Bratti
alle
10:06
Etichette:
Ambiente,
Clima e Cambiamenti climatici,
Dissesto idrogeologico
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