02/02/14

Maltempo, i quattro punti del ministro dell’Ambiente per frenare l’emergenza continua

In stretto contatto con la Protezione civile, il ministero dell’Ambiente sta seguendo con grande attenzione la situazione di emergenza che si è creata in molte zone italiane per le forti piogge di queste ore.

Mi associo al giusto ringraziamento che il presidente del Consiglio ha rivolto a tutti i rappresentanti dello Stato e ai volontari che in queste ore si stanno adoperando in tutti i modi per attenuare i disagi per i cittadini. Dobbiamo abituarci purtroppo a considerare sempre meno simili situazioni come eventi eccezionali.

La percezione dei cambiamenti climatici e il venir meno della manutenzione tradizionale dei suoli sono ormai dati strutturali percepiti da tutti i cittadini, non solo dagli scienziati che li studiano, e le precipitazioni intense come quelle di queste ore vanno affrontate con sempre maggiore preparazione e prevenzione.

Il ministero dell’Ambiente nei mesi scorsi ha messo in piedi a una serie di puntuali iniziative di lungo respiro per poter rendere a questo riguardo il Paese meno vulnerabile, penso ad esempio alla Strategia nazionale sui cambiamenti climatici.
Ci sono però alcune cose che possono essere fatte in poche settimane e che offrirebbero subito strumenti adeguati per mettere uno stop al dissesto del nostro territorio e iniziare il necessario lavoro di messa in sicurezza e manutenzione. Ne elenco quattro.

Chiudere entro metà febbraio il confronto con le Regioni per individuare le specifiche priorità da affrontare immediatamente con i fondi di coesione e sviluppo. Attivare al più presto i fondi già stanziati nelle contabilità speciali e a disposizione dei commissari. Approvare quanto prima la legge sul consumo del suolo, finalmente pronta per passare all’esame del Parlamento dopo una lunga giacenza in conferenza delle regioni, un provvedimento rivoluzionario per la tutela e il recupero del tessuto urbano del Paese. Approvare infine il collegato ambientale, soprattutto nelle parti che prevedono il riassetto della governance delle strutture che si occupano di dissesto idrogeologico.

Un Paese che davvero vuole pensare e programmare il suo futuro deve compiere al più presto questi passaggi, lo deve fare per il bene e la sicurezza del suo territorio e dei suoi cittadini.

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