Il progetto cofinanziato dall'Unione Europea entra nella fase creativa con il primo workshop
Il
progetto LOwaste for action, che vede i rifiuti come un’enorme risorsa
da utilizzare e non come uno spreco, entra nel vivo con il primo
workshop creativo. Una cinquantina di persone tra operatori,
progettisti, artigiani, designers, makers e produttori locali si sono
dati appuntamento al consorzio Wunderkammer di via Darsena con il
compito di produrre idee per "fare strabelli i prodotti dai rifiuti".
L’iniziativa,
che si inserisce all’interno del più ampio progetto europeo LOwaste
nell’ambito del programma Life+, intende infatti ridurre i rifiuti
prodotti a livello locale sviluppando un mercato per i prodotti
riciclati da materiali di ri-uso come tessile ospedaliero, inerte
edilizio e arredo urbano. Ad accogliere l’appello dell’Unione Europea
anche il Comune di Ferrara in collaborazione con Città Verde, Impronta
Etica, Gruppo Hera e Rreuse. Dopo aver lanciato il bando, chiuso il 25
novembre scorso, si è arrivati ora alla fase di coprogettazione e di
creazione di una community engagement per il lancio di tre filiere di
sviluppo locale sostenibile.
Questa è la
fase creativa del progetto, in cui si mettono in gioco i partecipanti
selezionati dal bando, una cinquantina di “giovani fantasiosi che
attraverso l’immaginazione e la tecnica creano un punto di incontro nel
territorio ferrarese tra domanda e offerta di materiali di riuso”. Ad
elogiare questi giovani creativi è l’assessore comunale all’Ambiente
Rossella Zadro che spende anche complimenti per la qualità del progetto
che ”sta uscendo dai suoi confini e sta andando oltre, esportandolo
fuori ad altre realtà come potrebbe essere il piano regionale di
gestione dei rifiuti”. Infine mette in luce come la creazione di questa
community, definita anche “famiglia”, sia indispensabile per creare dei
prodotti che, oltre che "strabelli", devono essere anche “sexy perché
devono attrarre”.
Un sex appeal del prodotto derivato
soprattutto dal valore aggiunto sociale e ambientale. A mostrare la
duplice funzione del progetto anche il direttore tecnico di Indica Mauro
Bigi: "Queste nuove modalità di riciclo hanno un beneficio sia
ambientale, perché riducono la quantità di rifiuti da smaltire, che un
beneficio economico e sociale perché producono business in particolare
nelle piccole realtà creative". Bigi coglie l’occasione anche per
spiegare la complessità del progetto che va avanti da tre anni: il primo
anno si sono occupati degli studi e dell’analisi tecnica e legislativa,
mentre il secondo anno è stato dedicato alle autorizzazioni, alla
costruzione di impianti di recupero e alla ricerca di soggetti adatti a
questo compito. L’ultimo anno, quello che sta procedendo tuttora, è
dedicato allo sviluppo futuro, ovvero “trovare delle idee per andare sul
mercato”.
Durante l’incontro di oggi,
quindi, i partecipanti si sono incontrati per progettare insieme
soluzioni, idee e progetti a partire dai tre materiali già citati. I
creativi sono stati suddivisi in quattro tavoli tematici (due dedicati
ai progetti, e uno agli inerti e al mercato) per produrre una scheda
progetto e, ad ogni tavolo, è stato assegnato un tutor: Antonio Scarponi
(fondatore di Conceptual Devices), Irene Ivoi (consulente esterno di
Conai, A2A, Comieco), Marco Lampugnani (fondatore di Snark) e Stefano
Cavazza (presidente di Indica). L’8 febbraio 2014 ci sarà il secondo
workshop, che si concluderà con una presentazione pubblica dei
risultati, che verranno poi raccolti in una pubblicazione finale. Come
spiega Gaspare Caliri, fondatore di Snark, tutte le idee raccolte
“verranno confluite in un catalogo per essere appetibili sul mercato”.
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