12/01/14

LOwaste vuole fare “strabelli” i prodotti dai rifiuti

Il progetto cofinanziato dall'Unione Europea entra nella fase creativa con il primo workshop

Il progetto LOwaste for action, che vede i rifiuti come un’enorme risorsa da utilizzare e non come uno spreco, entra nel vivo con il primo workshop creativo. Una cinquantina di persone tra operatori, progettisti, artigiani, designers, makers e produttori locali si sono dati appuntamento al consorzio Wunderkammer di via Darsena con il compito di produrre idee per "fare strabelli i prodotti dai rifiuti".

L’iniziativa, che si inserisce all’interno del più ampio progetto europeo LOwaste nell’ambito del programma Life+, intende infatti ridurre i rifiuti prodotti a livello locale sviluppando un mercato per i prodotti riciclati da materiali di ri-uso come tessile ospedaliero, inerte edilizio e arredo urbano. Ad accogliere l’appello dell’Unione Europea anche il Comune di Ferrara in collaborazione con Città Verde, Impronta Etica, Gruppo Hera e Rreuse. Dopo aver lanciato il bando, chiuso il 25 novembre scorso, si è arrivati ora alla fase di coprogettazione e di creazione di una community engagement per il lancio di tre filiere di sviluppo locale sostenibile.

Questa è la fase creativa del progetto, in cui si mettono in gioco i partecipanti selezionati dal bando, una cinquantina di “giovani fantasiosi che attraverso l’immaginazione e la tecnica creano un punto di incontro nel territorio ferrarese tra domanda e offerta di materiali di riuso”. Ad elogiare questi giovani creativi è l’assessore comunale all’Ambiente Rossella Zadro che spende anche complimenti per la qualità del progetto che ”sta uscendo dai suoi confini e sta andando oltre, esportandolo fuori ad altre realtà come potrebbe essere il piano regionale di gestione dei rifiuti”. Infine mette in luce come la creazione di questa community, definita anche “famiglia”, sia indispensabile per creare dei prodotti che, oltre che "strabelli", devono essere anche “sexy perché devono attrarre”.

Un sex appeal del prodotto derivato soprattutto dal valore aggiunto sociale e ambientale. A mostrare la duplice funzione del progetto anche il direttore tecnico di Indica Mauro Bigi: "Queste nuove modalità di riciclo hanno un beneficio sia ambientale, perché riducono la quantità di rifiuti da smaltire, che un beneficio economico e sociale perché producono business in particolare nelle piccole realtà creative". Bigi coglie l’occasione anche per spiegare la complessità del progetto che va avanti da tre anni: il primo anno si sono occupati degli studi e dell’analisi tecnica e legislativa, mentre il secondo anno è stato dedicato alle autorizzazioni, alla costruzione di impianti di recupero e alla ricerca di soggetti adatti a questo compito. L’ultimo anno, quello che sta procedendo tuttora, è dedicato allo sviluppo futuro, ovvero “trovare delle idee per andare sul mercato”.

Durante l’incontro di oggi, quindi, i partecipanti si sono incontrati per progettare insieme soluzioni, idee e progetti a partire dai tre materiali già citati. I creativi sono stati suddivisi in quattro tavoli tematici (due dedicati ai progetti, e uno agli inerti e al mercato) per produrre una scheda progetto e, ad ogni tavolo, è stato assegnato un tutor: Antonio Scarponi (fondatore di Conceptual Devices), Irene Ivoi (consulente esterno di Conai, A2A, Comieco), Marco Lampugnani (fondatore di Snark) e Stefano Cavazza (presidente di Indica). L’8 febbraio 2014 ci sarà il secondo workshop, che si concluderà con una presentazione pubblica dei risultati, che verranno poi raccolti in una pubblicazione finale. Come spiega Gaspare Caliri, fondatore di Snark, tutte le idee raccolte “verranno confluite in un catalogo per essere appetibili sul mercato”.


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