Il ministro Orlando dice sì all’istituzione dell’area marina protetta all’isola del Giglio.
E si dichiara “favorevole al completamento della protezione della parte
marina dell’Arcipelago Toscano, oggi limitata alle sole Isole di
Giannutri, Capraia, Pianosa, Montecristo e Gorgona”.
Un
progetto che però sembra essere bloccato anche dagli stessi gigliesi
che, almeno in parte, respingono la proposta. Non è un caso, continua il
ministro dell’Ambiente, che “restino da definire le aree marine
protette attorno all’Elba e al Giglio, ovverosia le isole abitate o
comunque più fruite dai locali”. Ad ogni modo, l’Ente Parco guidato dal
Presidente Sammuri, a quanto pare, ha già avviato le opportune
iniziative con il pieno coinvolgimento attivo delle comunità e delle
istituzioni locali ed Orlando si dice ottimista al riguardo. Quindi,
molto probabilmente e con tutto l’impegno del ministro, si cercherà di
portare avanti la questione aperta da tre decenni.
La precedente
amministrazione comunale, inoltre, aveva già delineato tre obiettivi
principali per l’istituzione dell’area marina protetta. “Il primo spiega
l’ex assessore all’Ambiente del Giglio, Stefano Feri era l’eliminazione
della pesca a strascico e industriale, il secondo l’organizzazione e la
difesa dei punti di diving e il terzo quello di organizzare gli
ancoraggi, evitando di far attraccare centinaia di grosse imbarcazioni
ovunque, indirizzandole in zone dove, per esempio, non è presente la
prateria di Posidonia”. Una questione più politica che ambientale dato
che ci sono in gioco forze politiche di vario livello e soprattutto di
orientamenti diversi. Senza contare lo scarso interesse degli abitanti
dell’isola. Nonostante i continui botta e risposta tra cittadini, Legambiente e amministrazione che ormai durano da anni, il ministro dell’Ambiente rimane ottimista. Ha, inoltre, piena fiducia nel sindaco del Giglio, Sergio Ortelli, che “ha condiviso passaggi delicati con grande senso di responsabilità”. “Sono sicuro sostiene Orlandoche saprà trovare il giusto equilibrio tra la volontà della comunità che rappresenta e le esigenze di maggior tutela di quei fondali di straordinario valore”.
Ma questo è un braccio di ferro che va avanti dal 1982, anno in cui è stata varata la legge sulla difesa del mare (n° 979/82), aggiornata poi nel 1991 con la legge quadro per le aree protette (n° 394/91). Provvedimento che, a parere del primo cittadino, “è ben fatto in linea di principio ma obsoleto e non applicabile del tutto nella pratica”. E aggiunge, “io non dico che i parchi non si debbano fare ma che siano in equilibrio con la presenza dell’uomo sull’isola e quindi con l’economia”. Ortelli continua a difendere il suo disappunto nei confronti della legge 394, sostenendo che “fare il bagno in una certa zona dell’isola non reca alcun danno, a patto che non si vada a cacciare con il fucile”.
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