20/10/13

Un business che vale 14 miliardi Alle mafie fa gola l'agroalimentare

Il settore è considerato strategico dalla malavita, che ha effettuato massicci investimenti. Il risultato: migliaia di ettari contaminati dai rifiuti tossici e un racket che condiziona i prezzi a tavola fino al +300%

Migliaia di ettari usati come deposito per i rifiuti tossici. Una filiera alimentare condizionata a tal punto da far lievitare i prezzi per il consumatore fino al +300%. Centinaia di ristoranti controllati dalla malavita. Sono questi gli effetti del controllo mafioso sul settore alimentare, un business che, solo per quest'anno, vale 14 miliardi: è quanto emerge nel rapporto di Coldiretti/Eurispes sui crimini agroalimentari in Italia.

Un settore strategico per la malavita
I massicci investimenti riscontrati nel settore (quasi un immobile su quattro confiscati alla criminalità organizzata è terreno agricolo) da parte delle mafie rispondono a una precisa strategia di condizionare il settore. Secondo la Direzione investigativa di Roma il 15% del fatturato realizzato dalle attività agricole appartiene all'illecito. Le mani della 'Mafia e Spa' si allungano su tutto il comparto condizionando i prezzi e determinando rincari anche esponenziali (+294%) per via del controllo esercitato sulla filiera. Soprattutto pesano le intermediazioni svolte da commissionari mediante forme miste di produzione, stoccaggio e commercializzazione. L'infiltrazione della mafia nel settore è favorita, secondo il rapporto, dalla larghissima e immediata disponibilità di capitale e dalla possibilità di condizionare parte degli organi preposti alle autorizzazioni e controlli.
Centinaia di ristoranti in mano alle mafie
Si stima che siano 5.000 i locali di ristorazione in Italia in mano alla criminalità organizzata, nella maggioranza dei casi intestati a prestanome. Ma il sistema di illegalità che infiltra il comparto agroalimentare è rappresentato anche dall'agropirateria che comprende le diverse tipologie di frodi alimentari e in questo senso il rapporto segnala un aumento del 170% del valore di cibi e bevande sequestrate dal 2007 dai carabinieri del Nas perché adulterate, contraffatte o falsificate.

Ettari di terreno inquinati
Anche il business criminale dei rifiuti pericolosi affligge il comparto e il rapporto sottolinea come l'accaparramento della mafia dei terreni agricoli serva anche a coprire questa piaga che ha un fatturato illegale intorno ai 4 miliardi di euro. Un'attività che comporta gravi conseguenze non solo per l'ambiente ma anche per la salute, visto che mafia e camorra al fine di coprire lo smaltimento illecito continuano la coltivazioni. E l'ultima emergenza venuta alla luce nella 'Terra dei fuochi' tra Napoli e Caserta - osserva Coldiretti - si è riflessa negativamente su tutto il territorio campano, con un pesante danno economico e di immagine.

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