20/10/13

Grattacielo e amianto, dubbi sulla ditta

 L'amministratrice, contestata per la mancata comunicazione del caso, apre a possibili azioni legali

Quanto tempo occorrerà per riprendere e ultimare i lavori per il riscaldamento al grattacielo, e ci sono rischi per la salute degli abitanti a causa della presenza di amianto nei condotti delle due torri? Sono queste le principali domande che proprietari e inquilini del condominio più popoloso di Ferrara rivolgono all’amministratrice Tiziana Davì durante l’incontro nella sala polivalente del grattacielo. Due aspetti fortemente collegati tra loro, dal momento che la sospensione dei lavori avvenne proprio in seguito agli esposti a procura e Ausl dei condomini preoccupati per le possibili esalazioni nocive.

Un tema che l’amministratrice inizialmente non vuole affrontare, soprattutto dopo essere stata tirata in ballo da alcuni inquilini sulle pagine dei giornali. “Non è l’oggetto in questione e non faccio dichiarazioni rispetto a queste questioni. Siete andati dalla stampa invece di contattare l’amministratore. Oggi siete venuti per strumentalizzare l’accaduto”. La Davì blocca così l’intervento di un residente che le chiede come mai non avesse messo al corrente il condominio delle ragioni della sospensione dei lavori. Durante gli interventi successivi e i colloqui finali, mentre il pubblico abbandona la sala, l’amministratrice torna però sull’argomento per spiegare le proprie ragioni. E lascia anche il campo aperto a possibili rivalse quando afferma che “non so chi mi ripagherà i danni di immagine per gli articoli sulla stampa”.
L’amministratrice afferma che non avrebbe potuto sapere della presenza di amianto prima o durante i lavori, e che dopo l’intervento dell’Asl gli scavi erano stati messi in sicurezza e non avrebbero potuto rappresentare un rischio per la salute. Da qui la decisione di “non creare allarmismi” su materiali sui quali erano in corso le analisi e di non dare la comunicazione generale al palazzo. Un modus operandi contestato dai residenti che avrebbero preferito maggior chiarezza sui motivi della sospensione e che rinfacciano all’amministratrice il comportamento tenuto durante l’assemblea del 28 agosto (due giorni prima dell’intervento dell’Asl, a lavori ancora in corso), quando l’inquilina Silvia Ronconi  mise in guardia i presenti sulla presenza di amianto e la Davì la invitò ad attivarsi verso gli organi competenti. “Credo che occuparsene in prima persona sarebbe stato dovere dell’amministratore afferma un condomino, invece di delegare la questione a chi aveva sollevato il problema”.

Ma le eventuali responsabilità potrebbero passare alla ditta termoidraulica che si è aggiudicata il lavoro. Perché non si è accorta dell’amianto subito dopo i primi scavi, invece di ultimarli su tutti i piani prima di essere bloccata dall’Asl? “È una buona domanda, a cui però non so dare risposta”, afferma la Davì, che non esclude però possibili rivalse da parte del condominio: “Questa decisione spetta all’assemblea, io mi limito a proporre gli argomenti e i condomini scelgono come votare. Se proporrò questo argomento? Sì, se ci sono responsabilità a carico di qualcuno che non ha informato ed eseguito le cose come andavano fatte ci penseremo. Ma adesso credo sia importante capire se siamo in grado di andare avanti e continuare i lavori”.

Ed è proprio sui lavori che si vogliono concentrare  gran parte degli inquilini: “È verosimile pensare che riusciremo ad avere il riscaldamento entro l’anno prossimo?”, chiede una signora seduta in mezzo alla platea. La Davì spiega che questo, al momento, dipende dai tempi dell’Asl per approvare un nuovo progetto compatibile coi materiali pericolosi. Appurato infatti che allo stato attuale non sono presenti esalazioni nocive, ma anche che la conduttura utilizzata è effettivamente composta da cemento-amianto, la continuazione dei lavori richiederà all’azienda un’autorizzazione che certifichi l’ok dal punto di vista ambientale. Al primo mese e mezzo di stop (dal 30 agosto al 14 ottobre) si sommeranno quindi fino a 30 giorni per l’approvazione dell’Asl. Il risultato è che i termosifoni del grattacielo, che sarebbero dovuti tornare in funzione il 15 ottobre, potranno essere riaccesi attorno alla fine dell’anno. Fino ad allora le sale dei 160 appartamenti delle due torri gemelle ferraresi non potranno fare a meno, per il secondo inverno consecutivo, di bombole e stufette elettriche.



  

Nessun commento: