“La green economy – ha osservato il coordinatore del gruppo di lavoro, Gian Carlo Muzzarelli – è un processo complesso che non rappresenta solo il passaggio da un’economia tradizionale a un’economia più verde, ma presuppone un cambiamento radicale nella struttura, nella cultura e nelle pratiche che caratterizzano la società. E questo cambiamento sarà tanto più radicale quanto più potrà essere generato dal territorio e dalle comunità locali che interpretano più velocemente e più capillarmente i bisogni di una società in evoluzione”.
Il documento programmatico individua un percorso scandito in 5 punti per dare nuovo vigore alle imprese che hanno già scommesso sulla green economy e su quelle che lo faranno nel futuro a breve termine. Nel dettaglio il Piano verde prevede:
Programmazione dei Fondi strutturali per sviluppare l’innovazione nelle imprese e nei territori: il documento propone che le Regioni convergano nel proporre misure coordinate a livello nazionale sulla green economy per fare massa critica, coordinandosi per implementare di un sistema di monitoraggio omogeneo.
Mercati verdi pubblici e privati: il Piano propone di agevolare il raggiungimento dell’obiettivo del 50% di appalti verdi, tramite l’offerta di strumenti di supporto a Regioni e Enti Locali e di promuovere la formazione presso le Pubbliche Amministrazioni e gli operatori economici di informazioni corrette e puntuali per creare una nuova cultura e sensibilità presso le Stazioni Appaltanti. Inoltre prevede di prendere la Città come ambito privilegiato di riferimento per operare sulla qualificazione di settori chiave dell’economia nazionale con interventi sull’innovazione e la ricerca.
Credito e Fiscalità ambientale: si propone di allungare l’orizzonte temporale agli strumenti di incentivo più efficaci come il bonus fiscali del 65% e 55%, riformulando il mix di strumenti fiscali di competenza nazionale/regionale e/o comunale al fine di privilegiare lo stimolo alla produzione e al consumo eco-compatibile.
Sviluppo di partnership pubblico-privato: le proposte per questo capitolo prevedono di dare impulso a livello nazionale per la trasformazione dei distretti industriali in eco-distretti, di stabilire e incentivare forme di partecipazione pubblico private che facilitino la ricerca e lo sviluppo di innovazione green e sostenere attività specifiche per la valorizzazione del Made in Italy anche sotto il profilo della qualificazione ambientale.
Tutela e valorizzazione dei territori: il piano suggerisce di definire meccanismi e strumenti per sbloccare la possibilità di intervento degli enti locali consentendo, ad esempio, di derogare al patto di stabilità per spese di interventi di prevenzione, tutela e messa in sicurezza del territorio.
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