16/01/15

Rifiuti: discarica Trani può esplodere, sequestro e indagati


'Manca impianto captazione biogas. Nella falda metalli pesanti'

Ritenendo "incombente e concreto il pericolo di esplosione della discarica, a causa della mancata realizzazione di impianto di captazione del biogas prodotto dalla decomposizione dei rifiuti" stoccati, i carabinieri del Noe di Bari e della compagnia di TRANI, hanno sequestrato la discarica Amiu, di proprietà del Comune di TRANI. Il sequestro è stato eseguito su disposizione della procura e - a quanto viene riferito dal Noe - non comportera' problemi di natura igienico-sanitario perche' la Regione, già il 3 settembre 2014, aveva sospeso l'attività di conferimento rifiuti nella discarica di TRANI dirottandola presso impianti del tarantino. Le analisi compiute, riferisce il Noe, hanno evidenziato un "esito allarmante ed inquietante", in riferimento alla "contaminazione del suolo, sottosuolo e delle acque di falda per la presenza di metalli pesanti (cromo, nitriti, ferro, arsenico, nichel)". Inoltre - secondo il Noe - l'assenza dell'impianto di captazione, ha fatto sì che tale biogas esercitasse fortissime pressioni sotterranee contro le pareti della discarica provocando l'eruzione di migliaia di litri di percolato e determinando ulteriore inquinamento dell'ambiente. Sedici le persone indagate, tra rappresentanti istituzionali, dipendenti pubblici e dirigenti regionali, accusati a vario titolo di disastro ambientale aggravato, omissione di atti d'ufficio, gestione continuata di rifiuti in mancanza di autorizzazione, emissioni in atmosfera di biogas prodotto dalla decomposizione dei rifiuti smaltiti in discarica in assenza di qualsivoglia trattamento. Nella discarica - che si estende per circa 100.000 metri quadrati ed ha un valore di 10 milioni di euro - confluiscono rifiuti non pericolosi provenienti dai comuni del bacino Ato Ba/1.
Fra le 16 persone indagate dalla procura di TRANI sulla discarica comunale gestita dall'Amiu, vi sarebbe anche il sindaco dimissionario della citta', Luigi Riserbato (centrodestra), da alcune settimane agli arresti domiciliari nell'ambito dell'indagine su presunti intrecci politica-affari. L'accusa di disastro ambientale, spiegano i militari del Noe in una nota, dipende da fatto che chi gestiva la discarica non poteva ignorare il pericolo concreto per la pubblica incolumita', in particolare in merito al rischio di esplosione, alla immissione in atmosfera di "ingenti quantitativi di metano e anidride carbonica, prodotti dalla decomposizione anaerobica dei rifiuti smaltiti in discarica", e alla contaminazione di suolo e falda. L'omissione di atti d'ufficio, si riferisce, invece, a quei pubblici ufficiali che, ciascuno nel proprio ruolo, dopo avere accertato irregolarità nella gestione e criticita' della struttura, non avrebbero attivato le conseguenti e "opportune azioni al fine di scongiurare l'aggravarsi della situazione". All'inizio di settembre 2014, infatti, la Regione Puglia aveva disposto la chiusura della discarica di TRANI, dopo che l'Arpa Puglia aveva verificato il superamento di alcuni parametri di legge, in riferimento ai pozzi per la raccolta del percolato. Ma questo, evidentemente, non era sufficiente a tutelare la pubblica incolumita' e a preservare il sito, le falde e l'atmosfera dalla contaminazione. La discarica, inoltre, fino a quando e' stata operativa, avrebbe operato in mancanza della necessaria autorizzazione. "Quella originaria - si legge nella nota del Noe - era decaduta a causa della mancata realizzazione ed entrata in esercizio dell'impianto di recupero del biogas.

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