04/01/15

Ilva: in settimana la pubblicazione del decreto in Gazzetta

E' attesa nella prossima settimana la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del nuovo decreto legge sull'Ilva e su Taranto approvato dal Consiglio dei ministri nella seduta del 24 dicembre. Il testo, che il 29 scorso è stato illustrato ai sindacati metalmeccanici dal ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, è stato ultimato nella messa a punto tra il 29 e il 30 e si compone di nove articoli.

Accesso dell'Ilva all'amministrazione straordinaria con la legge Marzano; conferma della possibilità di utilizzare nel risanamento ambientale dell'acciaieria di Taranto le risorse sequestrate dalla magistratura di Milano ai Riva nel 2013 per presunti reati fiscali e valutari; non punibilità penale del commissario dell'Ilva nell'attuazione delle misure del piano ambientale dell'Ilva; infine, interventi per il rilancio di Taranto. Ruota attorno a questi punti cardine il nuovo decreto legge sull'Ilva approvato dal Cdm alla vigilia di Natale.
Un decreto che prefigura solo la prima parte dell'azione complessiva che il Governo ha annunciato di voler mettere in campo per l'Ilva. Infatti il testo varato dal Cdm avvia l'azienda siderurgica solo all'amministrazione straordinaria e lascia poi al nuovo commissario straordinario il compito di fittare o vendere l'azienda sulla base di un prezzo congruo che sarà stabilito da una primaria istituzione finanziaria individuata dal Mef. Secondo quanto annunciato dal ministro Guidi ai sindacati, l'Ilva cesserà quindi tra circa 15 giorni l'attuale regime commissariale introdotto a giugno 2013 con un'altra legge ed entrerà in quello previsto dalla legge Marzano. Tre mesi più tardi, prevedibilmente intorno a meta' marzo, nascerà la newco che gestira' sia i dipendenti dell'Ilva (16mila in tutto di cui 11mila a Taranto) che le attività produttive. Rapporti di lavoro e attività saranno cedute dall'amministrazione straordinaria ad una newco tutta pubblica nella quale entrerà molto proibabilmente Fintecna, controllata da Cdp. Sotto l'ombrello pubblico l'Ilva - gia' pubblica con l'Iri sino ai primi mesi del 1995 - restera' dai 18 ai 36 mesi, secondo quanto ha dichiarato il Governo, dopodichè dovrebbe essere rimessa sul mercato. Ma tutti questi sono passaggi annunciati dal Governo e non normati nel decreto del Cdm. Prima che il Governo assumesse la decisione di far tornare l'Ilva nell'area pubblica, con lo Stato che si fa carico degli oneri di risanamento e rilancio, era in corso una trattativa tra l'attuale commissario straordinario, Piero Gnudi, e la cordata formata dalla multinazionale Arcelor Mittal e il gruppo italiano Marcegaglia, trattativa che adesso, alla luce dei nuovi scenari, si è interrotta.
  Se e' chiaro che l'amministrazione straordinaria comincerà nei prossimi giorni - anticiparla già agli inizi di questo mese avrebbe significato l'impossibilità per Gnudi di pagare gli stipendi di dicembre che scadono appunto a metà gennaio - non è ancora chiaro, però, come sarà effettivamente strutturata la newco e quale sarà il livello di governance. Da decidere anche i nomi dei futuri "gestori" dell'Ilva pubblica.
  Gnudi, nell'audizione di qualche settimana fa in Parlamento, ha dichiarato che il suo compito era finito ma il commissario, nominato dal Governo a giugno scorso in sostituzione di Enrico Bondi, adesso potrebbe comunque restare nell'Ilva. Magari occupandosi della bad company in cui finiranno le passività e gli oneri legati al contenzioso ambientale, visto che il premier Matteo Renzi proprio il 24 dicembre ha dichiarato che l'Ilva seguirà il modello usato per Alitalia ("ma ci auguriamo con maggior fortuna" ha precisato Renzi nella stessa occasione). Altri nomi possibili sono quelli di Corrado Carrubba, attuale sub commissario Ilva, e Roberto Renon, attuale direttore generale Ilva nominato nei mesi scorsi proprio da Gnudi.( Altri aspetti del provvedimento Ilva che suscitano attenzione riguardano la parte del risanamento ambientale e i crediti vantati dall'indotto per i lavori effettuati nei mesi scorsi. Per i lavori Aia, il decreto fissa a luglio 2015 il completamento dell'80 per cento delle prescrizioni e lascia la conclusione temporale del restante 20 per cento ad un provvedimento del presidente del Consiglio.
Tra l'altro, proprio in riferimento all'Aia, non è escluso che il Governo con un atto successivo possa intervenire sulla materia specifica stabilendo che per tutte le Autorizzazioni integrate ambientali valgono gli standard europei. Questo perchè si ritiene che l'Aia dell'Ilva abbia parametri più severi rispetto alle regole in vigore nel resto della siderurgia europea. Per i crediti, infine, le imprese terze chiedono la garanzia che quanto devono ancora ricevere dall'Ilva come pagamenti non sia sacrificato o bloccato, trattandosi di un indotto strettamente funzionale alla produzione dell'Ilva stessa.

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