16/01/15

Cerroni sbarca in Russia, costruirà tre impianti per i rifiuti di Mosca. Un affare da 200 milioni

La notizia data da un quotidiano della città. A Roma invece è sotto processo per truffa

Il tam tam è arrivato sui giornali di Mosca. Manlio Cerroni, l'avvocato, il "re dei rifiuti", come lo chiamavano, caduto dal trono dopo la chiusura della discarica di Malagrotta nel marzo del 2013 e lo scandalo dell'arresto per truffa, ora rilancia. Il suo impero crolla a Roma? Il sindaco Marino boccia le sue discariche di riserva, dove continuare a regnare, e, anzi, non ne apre più nemmeno una? E lui adesso sbarca nella Russia di Putin, proprio nella Capitale, dove aprirà tre impianti di riciclaggio dei rifiuti, un mega business da 200 milioni di euro.
Il giornale che ha dato la notizia è l'Izvestja, considerato tra l'altro molto vicino al sindaco di Mosca Sobjanin. E nell'articolo si legge che sono arrivate in una fase finale le trattative cominciate ai primi di dicembre tra la società municipalizzata moscovita Eko-Systema e la compagnia italiana Colari di Manlio Cerroni per la costituzione di un consorzio che si occupi dello smistamento, del riciclaggio e della trasformazione dei rifiuti nella regione di Mosca. Fonti dell'azienda italiana hanno detto che intendono investire 250 milioni di dollari per realizzare i tre impianti entro il 2018.

A parlare è un dirigente della Eko-Systema, Andrej Jakimcjuk: "In Russia non esiste ancora un solo impianto per il riciclaggio dei rifiuti. Questi sarebbero i primi in assoluto. Finora ci siamo limitati all'incenerimento e all'interramento. Con le tecnologie della Colari potremmo finalmente ricavare anche un certo reddito dai rifiuti e avere garanzie maggiori sul piano della salvaguardia dell'ambiente". E secondo il giornale i dirigenti italiani hanno confermato la loro intenzione di cominciare al più presto e di preparare entro gennaio uno schema del reddito che si potrà ricavare dal riciclaggio dell'immondizia a Mosca, che ha 12 milioni di abitanti ufficialmente registrati e quasi altrettanti clandestini e produce rifiuti per 2 milioni e 700 mila tonnellate all'anno, di cui il 30 per cento è composto da rifiuti stradali e organici.

Secondo i tecnici, per avere una copertura completa di tutta la città sarebbero necessari almeno cinque impianti, posto che lo standard medio di ognuno è di 300mila tonnellate smaltite all'anno.

Altri tentativi di realizzare impianti del genere erano falliti anni fa. Ci aveva provato la Mitsubishi e la greca Aktor. Sempre secondo il giornale di Mosca Cerroni in persona avrebbe definito quello russo un potenziale immenso per un investimento del genere facendo capire che in futuro ci si potrebbe estendere ad altre parti del Paese. Ed infine l'articolo liquida in un due righe le questioni giudiziarie di Cerroni e conclude: "Con impianti a pieno regime il comune di Mosca potrebbe avere dallo smaltimento dei rifiuti in reddito di cento milioni di dollari l'anno".

Così il "paperone dell'immondizia" punta al rilancio del suo impero all'estero, che va dalla Romania all'Albania, dall'Argentina all'Australia, passando per Brasile, Egitto, Oman e Lituania, fino al Cairo, poi in Brasile, o a Sydney, dove al taglio del nastro c'era il premier del Nuovo Galles del Sud. In tutto sono  circa 114 i siti nel mondo in cui è presente la mano di Cerroni. E le sue innumerevoli società fatturano almeno 800 milioni l'anno, tanto che il valore del gruppo potrebbe superare i due miliardi di euro.

Ma sul fronte giudiziario bufera. Manlio Cerroni infatti è sotto processo, al centro di quattro diverse inchieste penali convergenti: la procura di Roma gli contesta reati ambientali, traffico illecito di rifiuti, truffa, estorsione e associazione a delinquere.


di PAOLO BOCCACCI

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