08/01/15

Abruzzo, quattro arresti per traffico di rifiuti speciali


Pescara - Una maxi-operazione della Guardia Forestale è in corso dall’alba a Chieti e Pescara. Cinque misure cautelari, 18 avvisi di garanzia, sequestri per equivalente di 3 milioni di euro e sequestrati oltre 400 mila metri cubi di materiale.

Il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, alla guida da 5 anni di una giunta di centrodestra, è indagato per corruzione in un fascicolo stralcio dell’inchiesta sul traffico illecito di rifiuti condotta dal Corpo forestale che ha già recapitato 4 arresti ai domiciliari. La squadra mobile di Pescara sta effettuando perquisizioni sia nel comune di Chieti che nell’abitazione del sindaco. Di Primio è indagato per la parte collegata al cosiddetto “Megalo 3”, cioè un progetto di sviluppo del grande centro commerciale di Chieti Scalo.

Sono questi i primi risultati di un’indagine diretta dalla Direzione distrettuale antimafia de L’Aquila che riguardano reati come traffico illecito di rifiuti speciali e discarica abusiva. Quattro imprenditori ai domiciliari ed una misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare imprese.

Nell’operazione sono stati impegnati 100 forestali, 30 pattuglie operative e un elicottero. Per i dettagli dell’indagine denominata ”Terre d’oro” e condotta dal Comando provinciale di Pescara del Cfs è stata convocata una conferenza stampa a L’Aquila presso il Comando regionale abruzzese del Corpo.
Insieme al sindaco di Chieti Umberto Di Primio nello stesso filone di inchiesta della direzione distrettuale antimafia risultano indagati Michele Colistro, dirigente dell’autorità di bacino regionale e l’imprenditore teramano Enzo Perilli. Nelle 16 pagine del capo di imputazione risultano due reati a carico, traffico illecito di rifiuti e corruzione.

Al momento sono in corso sequestri e perquisizioni in varie località Roma, Napoli, L’Aquila, Montesilvano, Francavilla, in sedi aziendali, uffici pubblici e privati, abitazioni. L’inchiesta è condotta dai Pm aquilani David Mancini e Fabio Picuti.

Secondo una prima ricostruzione il filone chietino dell’inchiesta stralcio rispetto all’indagine madre del Corpo Forestale dello Stato riguarderebbe lo sversamento di oltre 93 mila metri cubi scavati nel vecchio cantiere Ikea di San Giovanni Teatino nell’area golenale del previsto progetto Megalò 3.

Le gravi modifiche della quota livello dell’area di esondazione del fiume Pescara erano state oggetto di numerosi esposti di associazioni ambientalistiche e forze politiche, con l’intervento diretto del Genio Civile. Le ipotesi di reato di corruzione per Colistro e Di Primio riguarderebbero interventi per oltrepassare gli ostacoli intercorsi alla realizzazione del progetto.


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