Operazione del Corpo forestale che ha scoperto un traffico nello
smaltimento di attrezzature elettroniche. Altre nove le persone
indagate.
Approfittando del loro lavoro all'interno degli
uffici regionali, falsificavano i documenti delle gare d'appalto per lo
smaltimento di attrezzature elettroniche e anziché eliminare i rifiuti
regolarmente li consegnavano al campo nomadi lungo la statale 554 o li
bruciavano in terreni incolti. Arrestati dal Corpo forestale, Pietro
Porcu, 52 anni, e Iolao Pistis, di 51, rispettivamente usciere (ma anche
imprenditore del settore dei legnami) e funzionario dell'Ufficio
Provveditorato della Regione, entrambi di Cagliari, e Luciano Serra, 54
anni, imprenditore. Indagate anche altre nove persone mentre i tre sono
accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata allo
smaltimento e al traffico illecito di rifiuti, turbativa d'asta, truffa
aggravata e continuata, falso ideologico in atto pubblico,
contraffazione di sigilli, falso in scrittura privata e peculato, oltre a
una serie di reati tributari. Sei le gare d'appalto irregolari che il
sodalizio si sarebbe aggiudicato tra il 2009 e il 2011, per un importo
complessivo di 130 mila euro.
LE INDAGINI
L'operazione del Corpo forestale che ha portato all'arresto dei due dipendenti regionali e dell'imprenditore è stata denominata "Aria pulita", le indagini infatti sono partite dall'incendio appiccato nel marzo del 2009 all'interno del campo nomadi, l'ultimo di una serie di roghi che avevano preoccupato i residenti di Mulinu Becciu e di Selargius, costretti a convivere con le esalazioni provocate dal fumo. Secondo gli investigatori sarebbero state smaltite illegalmente 300 tonnellate di attrezzature elettroniche in disuso. Gli incendi avrebbero prodotto fumi e particelle altamente inquinanti che hanno contaminato l'area del campo nomadi e tutta la zona compresa tra Cagliari Nord e Selargius. Durante un sopralluogo al campo, il 29 marzo 2009, gli agenti della Forestale trovarono i computer e le attrezzature elettroniche provenienti dagli uffici regionali, tutte etichettate, che dovevano essere smaltite al Casic. La notte del 30 i pc furono incendiati. Dopo il sopralluogo e il rogo gli investigatori hanno avviato una serie di verifiche documentali che hanno portato a scoprire come venivano truccate le gare.
Al centro dell'organizzazione criminale sgominata dal Corpo forestale con l'operazione "Aria Pulita", ci sarebbe stato Pietro Porcu, dipendente part-time della Regione e titolare di sei aziende. Secondo l'accusa avrebbe creato una società intestandola a una parente, che con l'aiuto di Iolao Marco Pistis - socio di Porcu in una Spa - si sarebbe aggiudicata le gare d'appalto. Pistis, infatti, funzionario del servizio Provveditorato della Regione, addetto all'affidamento degli incarichi per la fornitura dei servizi, invitava la società di Porcu alle gare, rivelando poi il contenuto delle altre offerte, in modo da poter segnalare quella giusta all'amico. Non solo: avrebbe anche certificato falsamente il regolare svolgimento dei lavori con la conseguente liquidazione dei compensi. Tutto sarebbe stato registrato negli uffici regionali utilizzando false fatture, timbri e documenti e addirittura falsificando le firme dei funzionari superiori, totalmente all'oscuro della vicenda. L'imprenditore Luciano Serra, infine, avrebbe agito in qualità di amministratore di società legate a Porcu, tutte non iscritte all'albo dei gestori ambientali, fornendo falsa documentazione per dimostrare il regolare trasporto e smaltimento dei rifiuti.
l'UNIONE SARDA.IT
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