17/11/14

Scorie sotto la sede di Hera, c'è un'inchiesta: indagato il presidente. Pd: bonificare l'area

Il caso ieri sera a Report su Rai3. Indagano i carabinieri del Noe, nel mirino Tomaso Tommasi. Il sindaco: bonifica entro il 2018. La multiutility: nessun rischio per i lavoratori. L'ex grillino Defranceschi: "Denunciai in solitudine, sono a disposizione dei pm"

Bologna.

La presunta presenza di scorie tossiche nel terreno sottostante la sede di Hera a Bologna, in viale Berti Pichat, di cui ha trattato ieri sera "Report" su Rai3, è al centro di un'inchiesta della Procura. Il fascicolo, in mano al Pm Giuseppe Di Giorgio con delega d'indagine ai carabinieri del Noe (Nucleo operativo ecologico), nasce in seguito a due denunce risalenti a prima dell'estate. La prima, a quanto si apprende, accusa la multiutility e arriva dal titolare della società Cogefer, in trattativa da lungo tempo e poi in contenzioso con Hera sull'acquisto di un lotto di terreno nell'area, per edificarlo.
Indagato il presidente di Hera.

Nel mirino di denunce incrociate risultano indagati dalla Procura di Bologna sia l'ad di Cogefer, Corrado Sallustro, che il presidente di Hera, Tomaso Tommasi di Vignano. Il primo risponderebbe di calunnia, in un'indagine aperta dopo la denuncia di Hera; a Tommasi sarebbero invece contestati reati ambientali. Le due indagini sono distinte; le iscrizioni sarebbero in entrambi i casi un atto dovuto seguito alle denunce.

Hera: nessun rischio per i lavoratori.

"L'area della sede di Bologna di Viale Berti Pichat è pienamente a norma e costantemente monitorata, di concerto con le autorità competenti, sia per tutto quello che riguarda il profilo della salute e sicurezza delle persone che lavorano e transitano nell'area sia per quanto riguarda la qualita' dell'ambiente per tutti i cittadini". Lo scrive in una nota il gruppo Hera. Inoltre, prosegue la nota, "non vi è alcun problema relativamente alla falda acquifera ad uso potabile". "Non è fatto nuovo - continua Hera, tornando alla questione della sede - che l'area sia contaminata. L'inquinamento del sottosuolo di viale Berti Pichat risale principalmente alla lavorazione del carbon coke che vi è stata svolta dalla fine del 1800 agli anni '60. Hera, subentrata successivamente nella proprietà dell'area di Viale Berti Pichat, pur non essendo il soggetto responsabile dell'inquinamento, si è fatta carico di risanare a suo completo onere le porzioni di sito inquinate, identificandone tipologia ed estensione, e individuando gli interventi più appropriati per il suo completo risanamento ambientale". A partire dal 2003 "sono stati eseguiti, sull'intera area, 179 sondaggi a diverse profondità; 10 trincee di larghezza 50 centimetri e lunghezza variabile da 2 a 20 metri; 11 scavi da 100 x 200 centimetri. In tema di monitoraggio delle acque sotterranee, sempre dal 2003, "sono stati realizzati 61 piezometri, inclusi i nove attualmente fuori dal perimetro del comparto di proprietà".

Il sindaco: bonifica entro il 2018.

"Non ci sono livelli di pericolosità per lavoratori e cittadini, la situazione non è fuori controllo e non siamo nella Terra dei Fuochi". E' quanto chiarisce il sindaco di Bologna Virginio Merola intervenendo in aula a Palazzo D'Accursio: "Esiste un programma di bonifica, il cui accordo è stato siglato nel 2008 che prevede il completamento di tutta l'opera di bonifica nel 2018". "L'amministrazione sta verificando che siano rispettati i tempi dell'accordo di programma - rimarca il sindaco - ma è chiaro che se ci fossero state relazioni di pericolosità, di quei tempi ce ne saremmo fregati". Relazioni che, appunto, non risulato al Comune.  "Da 10 anni sono in corso attività di monitoraggio di acqua e aria da soggetti terzi in collaborazione con Ausl, Arpa e relazioni semestrali di Asl e Arpa ci dicono che non ci sono pericolosità" sottolinea, appunto Merola, spiegando che viene "costantemente escluso qualsiasi profilo di rischio".

Defranceschi: denunciai nel silenzio.

"Sono molto lieto di apprendere che la Procura stia indagando sui rifiuti tossici sottostanti al sito di Hera di Via Berti Pichat. Quando i primi di luglio uscì la mia denuncia, nessuno all'infuori delle sigle sindacali di base dei dipendenti cercò di approfondire. Nessuno ne colse la gravità, se non le mie amiche senatrici Michela Montevecchi ed Elisa Bulgarelli, che portarono la mia denuncia sul tavolo del ministro". Parte da qui Andrea Defranceschi, ex consigliere regionale M5s per dire di essere ancora in attesa delle analisi di Arpa che aveva chiesto ("giacchè in quelle effettuate da Hera non nutro molta fiducia"), ma soprattutto di essere "a disposizione" della Procura per "fornire informazioni, testimonianze e documenti in mio possesso".

Il Pd di San Vitale: "Bonifica dell'area".


Sul caso della sede Hera si muove il Pd del quartiere San Vitale. Amedeo Bianchi, presidente della commissione Territorio di vicolo Bolognetti, chiede la bonifica dell'area. Alla luce di quanto emerso da Report, Bianchi esprime in una nota "piena e incondizionata solidarietà ai cittadini e ai lavoratori che stanno subendo le conseguenze dannose (odori nauseanti, bruciore agli occhi) della ritardata rigenerazione del sito di via Berti Pichat".

L'inchiesta dei carabinieri.


Per quanto riguarda l'inchiesta della procura, l'indagine dei carabinieri avanza con accertamenti documentali. Per verificare la presenza delle scorie occorrerebbe procedere con carotaggi nel terreno. Non è escluso che si possano fare, ma una difficoltà è rappresentata dal fatto che l'area dove si dovrebbe scavare è edificata. Intanto la multiutility fa sapere che fu proprio dell'azienda la prima denuncia, nel febbraio scorso, nella vicenda che ha portato all'inchiesta della Procura di Bologna sulla presunta presenza di scorie tossiche nel terreno sottostante la sede di viale Berti Pichat. Hera lo precisa chiarendo che non fu l'acquirente Cogefer, che "ha presentato una denuncia solamente nel maggio 2014". "Hera - prosegue la nota - ha presentato la predetta denuncia - integrandola nel marzo 2014 con ulteriori e gravi elementi di reato a carico di Cogefer - in quanto è stata gravemente danneggiata da calunnie espresse da Cogefer nel corso di un procedimento civile avviato dalla stessa Hera nei confronti di Cogefer per il grave e conclamato inadempimento contrattuale di quest'ultima

Nessun commento: