“Da le audizioni del direttore dell’agenzia delle dogane, Giuseppe
Peleggi, e successivamente del Procuratore nazionale antimafia, dottor
Franco Roberti, è emerso che dal monitoraggio delle frontiere il
traffico illecito dei rifiuti si sta spostando sempre più verso l’estero.
E
non solo, a cambiare è anche il profilo dei soggetti coinvolti, non si
può più parlare solo di ecomafie ma dobbiamo far riferimento ad un
concetto più ampio di “eco criminalità organizzata”, dove le
imprese produttrici svolgono un ruolo attivo. Siamo di fronte ad uno
scenario caratterizzato da una crescente internazionalizzazione dei
crimini ambientali, per questi motivi è importante che sia approvata al
più presto la legge che introduce nel codice penale i reati ambientali,
oggi ferma al Senato”. Lo afferma l'On.le Alessandro Bratti, Presidente della Commissione di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti,
ricordando che la commissione sta svolgendon un approfondimento
specifico sui traffici transfrontalieri di rifiuti, strettamente
correlati con l’attività di repressione svolta dall’Agenzia delle
dogane.
"Il Procuratore nazionale antimafia aggiunge Bratti nell'illustrare l’attività di coordinamento svolta relativamente alle inchieste delle Dda sui traffici illeciti di rifiuti, hanno evidenziato la positiva esperienza derivante dalla collaborazione con il Corpo forestale dello Stato, auspicandone il mantenimento dell’autonomia. E' necessario conclude Bratti un maggiore coordinamento tra le forze di Polizia in tema di crimini ambientali, soprattutto per quanto riguarda l’accesso delle banche dati. Dopo il fallimento del Sistri va individuato un sistema realmente efficace di tracciabilità dei rifiuti, i controlli, se fatti bene, sono una garanzia per le imprese sane”.
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