Con quattro milioni di euro bloccati si rischia il tracollo
I
soldi incassati dai comuni avrebbero potuto dare respiro all'emergenza
rifiuti ma il patto di stabilità e la mancata approvazione della
variazione di bilancio da parte del Consiglio regionale hanno bloccato i
fondi e ora si rischia il tracollo
«Siamo nelle sabbie mobili:
affondiamo», lo dice l'assessore regionale all'Ambiente Franco Pugliano,
oramai rassegnato dopo che il terzo piano per far fronte all'emergenza
rifiuti non è stato approvato dall'assise regionale. E' senza barra
l'ente, nonostante l'impegno della facente funzioni. E, dopo la denuncia
degli industriali, ora c'è l'ennesima contraddizione burocratica: in
cassa la Regione Calabria ha quattro milioni di euro, da tre mesi,
frutto delle riscossioni delle tariffe dovute dai Comuni, ma non può
impiegarli, perchè c'è il vincolo del patto di stabilità.
Intanto non
essendo disponibili i soldi sono bloccate le gare sia per la
manutenzione degli impianti, sia per la gestione. Chiariamo da quando
l'ente, finita l'emergenza, si è addossato il comparto si sta andando
avanti con le proroghe per le società che si occupano di smaltimento
rifiuti. Gli appalti sono fermi. Le proroghe per legge possono durare
sei mesi, più sei mesi, in Calabria vanno avanti da 17 mesi.
I dirigenti alzano le spalle: «Sappiamo di prenderci una responsabilità enorme».
Intanto
l'assise regionale ha bocciato l'ennesimo piano d'emergenza, ad oggi
senza liquidità non si può pagare la Puglia che ingoia le 1200
tonnellate di scarti, che le strutture non riescono a trattare, non si
può pagare la Campania che sta salvando la Calabria, riuscendo a
smaltire in media 300 – 500 tonnellate al giorno di “tal quale”. Si
soprassiede su Pianopoli, dove la misura è già colma e si va avanti a
singhiozzo, sperando che il percolato non faccia troppi danni, perchè un
altro paio di mesi di autonomia ha l'impianto, considerando che si è
andati gi oltre.
Adesso invece bisognerà attendere gennaio per
prendere quei soldi. Incredibile. Mentre sul fronte delle proroghe
continue non è escluso che sia la stessa magistratura ad aprire un
fascicolo e a far luce sulla vicenda, mentre i privati non vengono
pagati da sei, sette mesi, da qui l’appello di Confindustria ad
affrontare l’emergenza in Calabria.
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