22/10/14

Ilva: Gnudi, irrinunciabili rispetto Aia e occupazione Carrubba, invasi interni per rifiuti sono esauriti


"Prima occorre sbloccare i problemi a monte, poi si può discutere con i potenziali acquirenti" ha detto il commissario straordinario dell'Ilva, Piero Gnudi, in Commissione bicamerale sulle ecomafie facendo il punto sulla situazione dello stabilimento di Taranto e riferendosi alla necessità di dissequestro dell'area a caldo dell'acciaieria e di risorse economiche della famiglia Riva per 1,2 miliardi di euro da parte della magistratura di Milano.

"Il tempo non è infinito", ha rilevato spiegando che "abbiamo chiesto che le risorse dei Riva vengano assegnate per il risanamento ambientale, che è il primo problema da affrontare". Gnudi si è detto "speranzoso" nella decisione del tribunale di Milano dinanzi al quale "venerdì scorso l'udienza è andata abbastanza bene e il pm non si è opposto" alla richiesta di dissequestro della somma con cui "il 90% delle prescrizioni dell'Aia (Autorizzazione integrata ambientale) verrebbe risolto".

Il commissario ha ricordato che il 75% delle prescrizioni del piano ambientale è stato eseguito ma che il problema "è anche di continuità aziendale. L'Ilva rappresenta l'acciaio in Italia, ha 15.500 dipendenti diretti e diecimila nell'indotto. Una chiusura significherebbe perdere un pezzo dell'industria italiana" quella dell'acciaio "legato a quello della meccanica. E sarebbe un grave handicap per il sistema industriale italiano". Quindi, ha proseguito, occorre "una soluzione per il proseguimento dell'attività da cui dipende anche il risanamento ambientale". "Occorre un nuovo azionista" ha ribadito Gnudi confermando di aver "cominciato ad esplorare l'interesse in giro per il mondo, che è stato notevole". In particolare, ci sono tre gruppi che "sono in fase di due diligence", e cioè Arcelor Mittal, Jindal e Gruppo Arvedi. "Ai gruppi che si sono affacciati ho posto due condizioni a cui non si può rinunciare: il rispetto dell'Aia e dei livelli occupazionali".

"Il costo dell'Aia è un macigno che pesa - ha spiegato - Siamo aperti a modifiche per diverse soluzioni tecniche ma sul livello di emissioni non ci sono margini di discussione". I problemi di inquinamento a Taranto, ha proseguito Gnudi, "si possono risolvere con volontà e denaro. L'Aia non dice dove prendere il denaro. C'è speranza, ma non sicurezza, che si potrà prendere il denaro dai Riva. Il problema, però, è il tempo: fra dieci anni i soldi non mi servono, perchè l'Aia dà tempi ristretti". Sulla qualità dell'aria, Gnudi ha detto che "attualmente è buona sia per gli interventi fatti sia per la minore produzione". "Andremo presto a Bruxelles a chiarire tutti i termini per evitare la procedura di infrazione", ha aggiunto. Quanto al rispetto dei livelli occupazionali, il commissario ha spiegato di non essere disponibile "a una svendita nè ad una liquidazione. Chi compra deve mantenere gli attuali livelli occupazionali. Tutti hanno riconosciuto che Taranto è uno degli stabilimenti più efficienti d'Europa e se dovrà chiudere sarà l'ultimo", dopo che è rimasto l'unico dei quattro italiani già chiusi, ha ricordato.

"Un eventuale acquirente dell'Ilva si trova di fronte ad un problema complesso: l'incertezza di natura giudiziaria, penale e civile, che crea un'alea per la transazione" ha osservato il sub commissario dell'Ilva Corrado Carrubba in Commissione ecomafie spiegando che ci sono "pretese risarcitorie in cui i numeri volano e incidono sui conti economici". Quanto al contenzioso con l'Unione europea che "contesta i dati sull'Aia e i livelli di salvaguardia che non garantirebbero gli standard" fissati per ambiente e salute, Carrubba ha osservato che "è un problema della Repubblica Italiana, perchè lo stato ha accordato all'Ilva un regime di straordinarietà".

Dai primi venti giorni da sub commissario all'Ilva, Corrado Carrubba ha colto che "la situazione non è per niente facile. Sono stato colpito dalla dimensione gigantesca" dello stabilimento che è "una città industriale. L'Aia dell'Ilva è l'Aia di una città". Parlando davanti i parlamentari della Commissione bicamerale sulle ecomafie, Carrubba ha sottolineato i "problemi giganteschi" per le dimensioni dell'attività produttiva e per la gestione dei rifiuti. "A Taranto tutto è complicato", ha aggiunto riferendosi in particolare all'Aia (Autorizzazione integrata ambientale). "Cosa va fatto per l'Aia lo sappiamo. E' un intervento da 1,8 miliardi", ha ricordato il sub commissario definendola "un'operazione impossibile" perchè mancano le risorse e "quindi bisogna accedere a risorse straordinarie" individuate in quelle sequestrate dalla magistratura di Milano alla famiglia Riva.

Nel 2014 il trend di gestione di rifiuti dell'Ilva "è lo stesso del 2013", cioè "quasi un milione di tonnellate di rifiuti, di cui gran parte, il 98% non sono pericolosi mentre il 2% sono pericolosi" ha poi detto Carrubba rilevando che "gli attuali invasi che l'Ilva sta utilizzando per i rifiuti o sono esauriti o stanno per esaurirsi". I rifiuti non pericolosi "prendono fortunatamente una via di recupero - ha spiegato - di cui una parte molto rilevante, il 70%, interno, o in cicli produttivi o nel perimetro dello stabilimento. Il 5% viene recuperato all'esterno, il 20% viene smaltito all'esterno e l'8% all'interno". Per quanto riguarda le 20mila tonnellate di rifiuti pericolosi, "gran parte, pari al 74% viene smaltito all'esterno mentre un 5% all'interno" dell'Ilva.

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