
Nel corso della cerimonia il vescovo De Franceschi ha ricordato come i quattro defunti Giuseppe Baldan, Marco Berti di Rovigo, Nicolò Bellato e Paolo Valesella di Adria lunedì mattina stessero lavorando «con dedizione e impegno, e alcuni di loro sono morti per prestare soccorso ai loro colleghi in difficoltà». Quanto è accaduto alla Co.Im.Po, ha aggiunto il vescovo di Adria-Rovigo, «lascia sgomenti e impotenti e ha ferito l’intero Polesine oltre alla comunità di Campolongo Maggiore». Al termine della cerimonia hanno voluto testimoniare due amici e il padre di Nicolò Bellato e una conoscente della vedova di Marco Berti. Con una voce stentorea e traboccante d’orgoglio che ha commosso tutti i presenti Carlo Bellato, il padre di Nicolò, ha detto che il figlio «ha dato a me e alla mamma Luisa solo gioia e amore. Eri una persona speciale, che ha imparato a essere sempre buono e ad aiutare le persone più deboli. Un insegnamento che ti è stato fatale, ma sono certo che lo rifaresti». Anche il sindaco di Adria Massimo Barbujani è voluto intervenire: «Non lasciamo soli i familiari delle vittime, ci chiedono aiuto e noi dobbiamo darglielo».
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