Con la pubblicazione in
Gazzetta ufficiale l'8 febbraio scorso entrava in vigore il decreto
Terra dei fuochi e Ilva.
Il provvedimento mirava a fronteggiare due
emergenze ambientali e sanitarie: quella venutasi a creare nel corso
degli anni in Campania - dopo anni e anni di smaltimento illecito di
rifiuti - e quella Tarantina - causata dall'acciaieria della famiglia
Riva. Tra i contenuti della legge , per la Terra dei Fuochi, la
mappatura delle aree inquinate in Campania, lo screening sanitario
gratuito per i residenti dei Comuni interessati, l'introduzione del
reato di combustione illecita dei rifiuti, la possibilità di utilizzare
l'esercito; per il caso Ilva, la facoltà per il commissario
straordinario di aumentare il capitale sociale per il pagamento
dell'Autorizzazione integrata ambientale (Aia), la possibilità di usare
previa approvazione del piano industriale i fondi sequestrati dalla
procura di Milano alla famiglia Riva. Fino ad ora, con riferimento alla
parte della norma relativa alla Terra dei Fuochi, è stato attuato solo
il primo articolo sulla mappatura dell'area. I risultati dell'indagine
hanno rilevato che su 1076 km2 il 2% 21,5 km2 di cui 9,2 destinati
all'agricoltura sono risultate sospette, dunque il 98% è risultato non
a rischio. Il prossimo passo, secondo quanto prevede la legge, dovrà
essere, la definizione di 'un programma straordinario e urgente di
interventi finalizzati alla tutela della salute, alla sicurezza, alla
bonifica dei siti nonché alla rivitalizzazione economica dei territori'.
La parte relativa all'Ilva non sembra invece aver portato risultati
rilevanti sul piano delle risorse da destinare al risanamento dell'area.
Tanto che il governo, il 10 luglio scorso, ha varato un altro decreto
Ilva , il sesto in ordine di tempo.
Ecco cosa conteneva il provvedimento varato
dal governo Letta e che deve essere ancora pienamente attuato:
MAPPATURA
E BONIFICA DELLE AREE INQUINATE CAMPANE
La legge stabiliva che entro 15
giorni dall'entrata in vigore del testo il Consiglio per la ricerca e
la sperimentazione in agricoltura, l'Ispra, l'Istituto superiore di
sanità e l'Arpa campana avrebbero dovuto svolgere - come è avvenuto -
'le indagini tecniche per la mappatura, anche mediante strumenti di
telerilevamento, dei terreni della Regione Campania destinati
all'agricoltura, o che sono stati utilizzati ad uso agricolo, anche
temporaneo, negli ultimi 20 anni, al fine di accertare l'eventuale
esistenza di effetti contaminanti a causa di sversamenti e smaltimenti
abusivi anche mediante combustione'. Il decreto stabilisce anche che la
Regione Campania può, dopo aver sentito le organizzazioni di categoria,
approvare 'un organico programma d'incentivazione per l'utilizzo di
colture no food'. La legge istituisce, 'per l'individuazione o il
potenziamento di azioni e interventi di prevenzione del danno ambientale
e dell'illecito ambientale, monitoraggio, anche di radiazioni nucleari,
tutela e bonifica', un comitato interministeriale. Il decreto, che dà
la possibilità anche di istituire dei consigli consultivi dei cittadini,
specifica inoltre che la tutela dovrà avvenire anche per le acque di
falda. Per gli interventi di bonifica del comitato verranno utilizzati i
fondi strutturali europei 2014-2020 per la Regione Campania e della
quota nazionale, relativa sempre alla Campania, del Fondo per lo
sviluppo e la coesione.
L'USO DELL'ESERCITO
Il decreto stabilisce
all'articolo 3 che nelle aree inquinate della Terra dei fuochi i
prefetti della Regione Campania, 'nell'ambito delle operazioni di
sicurezza e di controllo del territorio finalizzate alla prevenzione dei
delitti di criminalità organizzata e ambientale', possono decidere di
ricorrere alle forze armate per un contingente massimo di 850 unità e
non oltre il 31 dicembre 2014. Un emendamento alla Camera ha annullato
la possibilità di prorogare di un anno l'uso dell'esercito e ha
specificato che per il suo impiego verranno utilizzati, 'nell'ambito
delle risorse finanziarie disponibili', i 41,4 milioni previsti dalla
legge di Stabilità 2014 per la proroga dell'uso delle forze armate per
attività di controllo del territorio.
LO SCREENING SANITARIO GRATUITO
Il decreto
stabilisce che dal Fondo sanitario nazionale verranno utilizzati 25
milioni nel 2014 e altri 25 milioni nel 2015 per 'esami per il controllo
dello stato di salute della popolazione'. Il provvedimento riguarda i
Comuni interessati della Terra dei fuochi e i Comuni di Taranto e di
Statte in Puglia interessati dall'inquinamento causato dallo
stabilimento Ilva. Il decreto stabilisce anche l'aggiornamento dello
studio epidemiologico 'Sentieri', sia per i Comuni interessati della
Campania e che della Puglia, in particolare 'in merito ai registri delle
malformazioni congenite e ai registri dei tumori, e fornendo dettagli
in merito alla sommatoria dei rischi, con particolare riferimento ai
superamenti dei valori stabiliti per le polveri sottili'.
UN NUOVO
REATO: COMBUSTIONE ILLECITA DEI RIFIUTI
Il decreto legge introduce con
l'articolo 3 il nuovo reato di combustione illecita dei rifiuti: 'Salvo
che il fatto costituisca più grave reato, chiunque appicca il fuoco a
rifiuti abbandonati ovvero depositati in maniera incontrollata è punito
con la reclusione da due a cinque anni. Nel caso in cui sia appiccato il
fuoco a rifiuti pericolosi, si applica la pena della reclusione da tre a
sei anni. Il responsabile è tenuto al ripristino dello stato dei
luoghi, al risarcimento del danno ambientale e al pagamento, anche in
via di regresso, delle spese per la bonifica'. L'articolo specifica che
'la pena è aumentata di un terzo se il delitto' viene 'commesso
nell'ambito dell'attività di un'impresa o comunque di un'attività
organizzata'. Escluse le attività di combustione relative alle normali
pratiche agricole come la bruciatura di paglia, sfalci o potature.
ANTIMAFIA E CONTROLLO DELLE PROCEDURE
Diverse le misure antimafia
introdotte dal decreto. Il provvedimento infatti, oltre a specificare
che 'le opere e gli interventi di bonifica sono attuati unicamente
facendo ricorso a bandi a evidenza pubblica', prevede che 'le somme di
denaro o altri beni mobili e i proventi di attività finanziarie
confiscati' derivanti dai reati di traffico illecito di rifiuti e di
attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti effettuati
nella Regione Campania affluiscono al Fondo unico giustizia, 'per essere
destinati alla realizzazione di interventi prioritari di messa in
sicurezza e di bonifica dei siti inquinati della medesima Regione'. La
Camera ha introdotto l'articolo 2-bis, dedicato esclusivamente alle
misure antimafia. Tra le misure di questo articolo: poteri speciali al
prefetto della Provincia di Napoli (che potrà avvalersi del Comitato di
coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere) e
l'istituzione, presso il Dipartimento della pubblica sicurezza del
ministero dell'Interno, di un 'gruppo interforze centrale per il
monitoraggio e le bonifiche delle aree inquinate (Gimbai)'.
ONERI EMERGENZA RIFIUTI PAGATI CON FONDO DEBITI PA
L'articolo 5 del dl
prevede, tra le altre cose, che i debiti degli enti locali della Regione
Campania nei confronti dell'Unità tecnico amministrativa della
Protezione civile, maturati alla data del 31 dicembre 2009, verranno
pagati nel 2014 attingendo al fondo del ministero dell'Economia per
pagare i debiti della Pubblica amministrazione, istituito con il decreto
legge n. 35 di giugno. Il fondo a cui il dl sulla Terra dei fuochi fa
riferimento è quello denominato 'Sezione per assicurare la liquidità per
i pagamenti dei debiti certi, liquidi ed esigibili degli enti locali',
alimentato con 2 miliardi per il 2013 e altri 2 miliardi per il 2014.
L'Unità tecnica amministrativa è stata istituita in seno alla Protezione
civile con una ordinanza della presidenza del Consiglio del 2011. Tra i
compiti tecnico amministrativi derivanti dall'emergenza campana
assegnati all'Unità, l'ordinanza fa riferimento anche a 'compiti già
posti in capo alle strutture di cui all'articolo 2 del decreto-legge 30
dicembre 2009'. Quel decreto legge, varato dal Governo Berlusconi, si
occupava della 'costituzione della Unità stralcio e Unità operativa per
la chiusura dell'emergenza rifiuti in Campania'. Dunque con il fondo
istituito a giugno dal ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni per
pagare i debiti della Pubblica amministrazione si pagheranno anche i
debiti derivanti dall'attività di smaltimento dei rifiuti da parte di
durante l'emergenza in Campania del 2009. Nello specifico nel dl si
legge che 'gli enti locali della Regione Campania, ai fini del pagamento
dei debiti certi, liquidi ed esigibili per oneri di smaltimento dei
rifiuti maturati alla data del 31 dicembre 2009 nei confronti dell'Unità
tecnica amministrativa' utilizzeranno per l'anno 2014 la 'Sezione per
assicurare la liquidità per i pagamenti dei debiti certi, liquidi ed
esigibili degli enti locali'. Si specifica che potranno essere pagati
anche i 'debiti fuori bilancio nei confronti della stessa Unità tecnica
amministrativa che presentavano i requisiti per il riconoscimento alla
medesima data (31 dicembre 2009; Ndr), anche se riconosciuti in bilancio
in data successiva'. Il comma 1 dell'articolo 5 del dl proroga, in seno
alla presidenza del Consiglio, l'Unità tecnica amministrativa fino al
31 dicembre 2015, 'al fine di consentire il completamento delle attività
amministrative, contabili e legali conseguenti alle pregresse gestioni
commissariali e di amministrazione straordinaria nell'ambito della
gestione dei rifiuti nella regione Campania'.
LE MISURE PER L'ILVA
Una
delle misure più attese sull'Ilva riguarda la possibilità di aumentare
il capitale sociale dell'azienda commissariata per pagare l'Aia
(Autorizzazione integrata ambientale). Il decreto, all'articolo 7,
stabilisce che il commissario straordinario può, per finanziare gli
investimenti previsti per l'attuazione dell'Aia e per l'adozione delle
altre misure previste per la tutela ambientale e sanitaria, di aumentare
il capitale della società commissariata offrendo nuove azioni ai soci
esistenti o proponendole a terzi. Nello specifico al commissario
straordinario è attribuito il potere 'nel caso di impresa esercitata in
forma individuale di richiedere al titolare dell'impresa le somme
necessarie ai fini del risanamento ambientale'; mentre 'nel caso di
impresa esercitata in forma societaria di aumentare il capitale sociale a
pagamento nella misura necessaria ai fini del risanamento ambientale,
una o più volte, con o senza sovrapprezzo a seconda dei casi'. Il
commissario infatti può, con riferimento all'articolo 2441 del Codice
civile che disciplina il diritto di opzione, offrire 'le azioni
emittende in opzione ai soci in proporzione al numero delle azioni
possedute' e 'nel rispetto del diritto di prelazione'; o 'nel caso non
siano stati esercitati, in tutto o in parte, i diritti di opzione,
collocando l'aumento di capitale presso terzi; ovvero anche con
esclusione o limitazione del diritto di opzione'.
Il decreto
precisa che 'in tutti tali casi le azioni di nuova emissione potranno
essere liberate esclusivamente mediante conferimenti in denaro', e che
'il soggetto o i soggetti che intendono sottoscrivere le azioni offerte'
devono prima di dar corso all'operazione 'impegnarsi' a 'far sì che le
risorse finanziarie rivenienti dall'aumento di capitale siano messe a
disposizione dell'impresa' ai fini delle attività di tutela ambientale
previste. Nei casi in cui 'non sia possibile reperire le risorse
necessarie per l'attuazione del piano industriale in tempi compatibili
con le esigenze dell'impresa soggetta a commissariamento', al
commissario, previa approvazione del Piano industriale, 'sono
trasferite, su sua richiesta, le somme sottoposte a sequestro penale,
nei limiti di quanto costituisce oggetto di sequestro, anche in
relazione a procedimenti a carico del titolare dell'impresa' o dei soci
di maggioranza 'che abbiamo esercitato attività di direzione e
coordinamento' prima del commissariamento. Il tutto va fatto 'non oltre
l'anno 2014'. Tra le altre misure pensate per lo stabilimento di Taranto
quella che prevede che, 'qualora vengano rispettate le prescrizioni del
piano ambientale e industriale', le aziende commissariate per danno
ambientale non pagheranno le sanzioni previste dal decreto Salva Ilva
del 2012, ovvero una multa fino al 10% del fatturato della società
risultante dall'ultimo bilancio approvato. Il decreto stabilisce invece
che le sanzioni, 'se riferite a atti o comportamenti imputabili alla
gestione precedente al commissariamento', saranno 'irrogate alle stesse
persone fisiche che abbiano posto in essere gli atti o comportamenti, e
non possono essere poste a carico dell'impresa commissariata per tutta
la durata del commissariamento'. L'articolo 9 del decreto stabilisce
invece la proroga dei termini di durata del programma e del potere dei
commissari, nei casi in cui la vendita di aziende in amministrazione
straordinaria siano oggetto di controversie di natura giudiziale.
DISSESTO IDROGEOLOGICO
Il decreto, all'articolo 6, contiene anche una
misura che semplifica e accelera il procedimento di nomina dei
commissari del dissesto idrogeologico, fissando il termine per
l'acquisizione dei parere dei ministeri e degli enti competenti 'entro
quindici giorni dalla richiesta, decorsi i quali il decreto di nomina
può comunque essere adottato'. Il decreto stabilisce inoltre che 'a
decorrere dal 1° gennaio 2015 i presidenti delle Regioni subentrano ai
commissari straordinari anche nella titolarità delle contabilità
speciali per la gestione delle risorse' rimanenti previste dalla legge
di Stabilità 2014 (articolo 1, comma 111, della legge 27 dicembre 2013,
n.147). Dunque le risorse saranno trasferite, 'compatibilmente con gli
equilibri di finanza pubblica, nella disponibilità dei bilanci
regionali' per essere 'rifinalizzate alla prosecuzione degli interventi
di mitigazione del dissesto idrogeologico'. Il dl stabilisce dunque che
'i presidenti delle regioni succedono ai commissari in tutti i rapporti
attivi e passivi e nelle attività pendenti alla data del predetto
trasferimento'.
(Public Policy)
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