La scoperta della Fondazione Edmund Mach
Anche il
frutteto diventa sostenibile, se
è 'in parete' e se ha le reti 'multifunzionali'. A fare la scoperta è
la Fondazione Edmund Mach di S. Michele all'Adige che in questi giorni
sta incontrando in Trentino i frutticoltori per illustrare i vantaggi
della forma di allevamento in parete stretta e delle reti
multifunzionali. A Zambana, in zona Pasqualine, sono state visitate ad
esempio prova varietà di melo resistenti alla ticchiolatura e coltivate
col metodo biologico, in collaborazione con l'Ufficio produzioni
biologiche della Provincia autonoma di Trento e il Consorzio trentino di
bonifica. ''
Presentiamo ai frutticoltori una serie di sistemi
innovativi che si propongo di migliorare la frutticoltura in un'ottica
di sostenibilità. Questa è una delle sfide della Fondazione Mach:
puntare a minimizzare gli impatti dell'agricoltura per salvaguardare la
salute dell'uomo, dell'ambiente e delle sue risorse'' ha spiegato il
direttore generale, Mauro Fezzi, presente a Zambrana con il dirigente
del Centro Trasferimento Tecnologico, Michele Pontalti e il responsabile
dell'Unità frutteto sperimentale e frigo-conservazione, Livio
Fadanelli.
Due le tematiche dell'incontro: gli aspetti agrotecnici e gli aspetti
di difesa, i primi gestiti da Alberto Dorigoni e Franco Micheli, i
secondi e da Luisa Mattedi, Daniel Bondesan e Claudio Rizzi. Ai
frutticoltori è stato presentato un nuovo modello di frutteto con un
sistema di allevamento particolare; in parete stretta, a più assi, con
un' altezza ridotta rispetto al classico spindle, gestibile senza scale e
carri raccolta quindi con più sicurezza in campagna, e che richiede
meno trattamenti chimici. La forma di allevamento delle piante da frutto
rappresenta uno snodo che condiziona l'agrotecnica e la difesa dai
patogeni. Utilizzando la potatura verde e piante a più assi si ottiene
un frutteto costituito da file strette e basse: si apre così un
ventaglio di possibilità tecniche che vanno dalla meccanizzazione del
diradamento e del diserbo, della potatura estiva ed invernale a
finestre, fino all'uso degli atomizzatori scavallanti a ultra bassa
deriva e delle reti polifunzionali.L'eccezionale grandinata di quest'anno ne evidenzia tra l'altro
l'efficacia protettiva. Gli studi più recenti sulle reti spiegano gli
esperti di San Michele mirano in prospettiva a modificare il
microclima intorno alle piante con materiali anti-pioggia e a
distribuire i fitofarmaci, non più con gli atomizzatori, ma con impianti
fissi che possono avere anche funzione antibrina e climatizzante. Ne
trarrà vantaggio la gestione intera del frutteto e la difesa dai
patogeni, più semplice e con meno problemi di deriva, la sicurezza
dell'operatore che userà meno carri raccolta e scale, il consumatore e
l'ambiente per un prodotto più pulito.
(Adnkronos/Labitalia)
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