28/05/14

Ilva: Claudio Riva "pronti a investire, ma non da soli"

"Diamo tutta la nostra disponibilità per collaborare al salvataggio dell'Ilva.

Sappiamo che la situazione dell'azienda commissariata è drammatica. Non siamo però in grado di farlo da soli". Lo afferma Claudio Riva, in un'intervista al Sole 24 Ore in edicola oggi. "Il Governo è venuto a cercarci. Nessun puntiglio e nessun orgoglio, nessuna rabbia e nessuna ostilità personale. In gioco ci sono migliaia di posti di lavoro e l'equilibrio del manifatturiero italiano prosegue. Dobbiamo solo capire che cosa sia giusto fare".Il piano industriale di Bondi? "Sa quando ho sentito parlare del preridotto, ammannito ora come una opzione salvifica? Nel 1973. Ci sarà una ragione per cui con questa tecnologia si produce una quota irrilevante dell'acciaio mondiale". E l'aumento di capitale? "Prima di mettere dei soldi, bisogna tappare la voragine". Alla domanda sul perchè la famiglia Riva non intervenga da sola su Ilva, risponde così: "Dopo tutto quello che è successo, come facciamo? Non andrebbe bene nè per noi nè soprattutto per l'azienda. Con il Governo Renzi in questi ultimi giorni è stato avviato un dialogo che con il Governo Letta era totalmente mancato. Per noi si tratta di un passo in avanti non irrilevante. Essere trattati da interlocutori credibili e non da criminali in contumacia è già qualcosa prosegue. All'Ilva sono riconducibili direttamente o indirettamente un punto di Pil e un quinto della produzione industriale italiana. La sua chiusura sarebbe un gesto di autolesionismo. Il primo obiettivo di questo Governo, ci pare, è salvare l'Ilva. Insieme ad altri, sia come azionisti sia come gestori, con un piano industriale credibile, noi ci siamo. In campo ci sono Arcelor Mittal e, in subordine, Arvedi e Marcegaglia. Il Governo cerca di "fare la squadra"


(ITALPRESS)

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