28/02/14

Le confessioni del boss Perrella sul traffico dei rifiuti

Un libro racconta, 'lo Stato non ha impedito Terra Fuochi' 

"I rifiuti provenivano dalle grandi industrie, in genere del nord Italia. Avevamo adottato un sistema che ci consentiva di filtrare i nostri contatti con le aziende, in modo tale da preservarle da eventuali scandali e problematiche che si sarebbero presentati. Ancora oggi, non mi risulta che le aziende che ci affidarono la loro spazzatura siano state incriminate per fatti del genere. Lo stesso Saviano parla a lungo dell'argomento ma non nomina nessuna industria coinvolta". Anche ora che il "sistema" creato dalla camorra per portare in Campania, nella Terra dei Fuochi, i rifiuti pericolosi di mezzo Paese, non danno meno fastidio le parole del boss pentito Mario Perrella, che ha risposto dal carcere alle domande di Antonio G. D'Errico per il libro 'Camorra Confessioni inedite di Mario Perrella, boss-pentito del rione Traiano di Napoli' (Edizioni Anordest, 192 pagine. 11,90 euro) in libreria da oggi. Specie pensando a come tutto questo sia potuto succedere alla luce del sole, passando tra le maglie di controlli troppo blandi, come dice l'ex uomo dei clan che dal carcere: "Chi aveva varato l'introduzione di una norma che consentiva di lavorare rifiuti per sei mesi senza altro controllo se non un misero cubetto di spazzatura preso a nostro piacimento dove noi ritenevamo opportuno che non aveva certamente le stesse caratteristiche dei siti in cui veniva deposto tutto il resto del materiale? La risposta è facile: era una norma dello Stato salutista e ambientalista di allora...". Nel libro l'autore raccoglie le confessioni sul ruolo della malavita organizzata di stampo camorristico durante gli anni di piombo, sulle dinamiche dei traffici di rifiuti, dalla corruzione sugli appalti pubblici al riciclaggio selvaggio dei rifiuti, alle connivenze con politici corrotti. La prefazione al libro è della moglie di Perrella, Cristiana Tonini, nipote del cardinale Tonini.

(ANSA)

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