04/01/14

Terra dei fuochi, la Dia arresta l'inventore delle ecomafie. È scacco al traffico di rifiuti in Campania


Una discarica scoperta dalla polizia a Casal di Principe (Caserta) dove il clan dei Casalesi avrebbe sversato ingenti quantità di rifiuti tossici

La desecretazione della seduta del 7 ottobre 1997 nella Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite, nel corso della quale è stato ascoltato il pentito di camorra Carmine Schiavone, è salita agli onori delle recenti cronache. A far rumore sono state le sue dichiarazioni secondo le quali, a seguito dei continui sversamenti in Campania di milioni di tonnellate di rifiuti tossici di ogni tipo, entro 20 anni gli abitanti di quelle zone (Casapesenna, Casal Di Principe, Castelvolturno) sarebbero tutti morti di tumore.

In quella seduta Schiavone, rispose ad una domanda dell'allora presidente della Commissione Massimo Scalia che gli chiedeva chi conoscesse i luoghi in cui fossero seppelliti illegalmente i rifiuti radioattivi. Schiavone rispose così: «L'avvocato Chianese conosce tutte le dislocazioni. Cipriano Chianese di Parete le conosce tutte. Quest'uomo è avvocato ed è iscritto all'ordine degli avvocati di Napoli e di Santa Maria Capua Vetere; in più, aveva la discarica a Parete e poi era socio con un'altra persona di Aversa, il cui nome, che in questo momento non ricordo, risulta comunque a verbale».

E ieri, nell'ambito di una articolata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli - Direzione distrettuale antimafia, il centro Dia di Napoli ha dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip presso il Tribunale di Napoli, nei confronti di due persone per il delitto di estorsione aggravata dal metodo camorristico.
Ai due indagati viene contestato di aver costretto i titolari di una società attiva nel settore dei trasporti a cedere le quote e la gestione della società ai precedenti titolari di fatto, agendo con modalità mafiose ed avvalendosi della forza intimidatrice promanante dalla partecipazione al sodalizio dei Casalesi. Uno dei destinatari del provvedimento restrittivo è proprio Cipriano Chianese, attualmente sottoposto agli arresti domiciliari. Chianese, imprenditore nel settore dei rifiuti, è imputato nel processo in corso di celebrazione innanzi alla Corte d'Assise di Napoli per il delitto di avvelenamento delle falde acquifere, disastro ambientale, delitti finalizzati ad agevolare i Casalesi nonché associazione di tipo mafioso ed estorsione. Secondo quanto emerge dall'ordinanza notificatagli poche ore fa, nei sui confronti è risultato un grave quadro indiziario quale mandante, regista e, insieme ad altri, parziale esecutore delle attività delittuose che nel dicembre 2005 portarono alla cessione delle quote di una società di trasporti e del relativo complesso aziendale a suo fratello Francesco. L'attività investigativa svolta dalla Dia di Napoli guidata da Giuseppe Linares e l'analisi delle dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia, il cui nome non è stato comunicato, hanno permesso di dimostrare agli inquirenti come operazioni societarie di cessione e di retrocessione di quote sociali, concretizzatesi in modo anomalo nell'arco di soli due mesi, celassero, in effetti, un'azione estorsiva, commessa con modalità mafiose in danno dei formali acquirenti delle quote sociali. Azione estorsiva che si concretizzava progressivamente, dapprima in minacce verbali, poi nella prospettiva di un intervento dei vertici dell'organizzazione camorristica dei Casalesi e, infine, con l'imposizione agli stessi di recarsi, «garantendogli l'incolumità», in una località del casertano per sottoscrivere la retrocessione delle quote sociali in favore di Francesco Chianese.


Nessun commento: