Dario Franceschini ha bocciato la sola ipotesi che
nella legge elettorale siano introdotte le preferenze.
"Vedo che le
preferenze sono diventate improvvisamente popolarissime ma io, che ho
iniziato a prenderle, e molte, a vent'anni, sento il dovere morale di
dire che oggi sarebbe un errore enorme reintrodurle", ha detto il
ministro per i Rapporti con il parlamento ai cronisti alla Camera. "Non
soltanto perchè farebbero quasi certamente saltare l'intesa raggiunta
ma molto di più per i danni al sistema politico e alla sua
trasparenza", ha assicurato.
"Le preferenze, come tutti sanno, farebbero aumentare a
dismisura i costi delle campagne elettorali dei singoli candidati, con
tutti i rischi connessi, non sempre porterebbero in Parlamento i
migliori e comunque lo priverebbero della presenza di competenze e
professionalità indispensabili", ha sottolineato Franceschini. "Io da
capogruppo ho conosciuto deputati indispensabili per competenze e lavoro
che non riuscirebbero mai a essere eletti. Non è un caso se in nessun
paese di Europa sono utilizzate le preferenze per il parlamento
nazionale, ma soltanto o collegi uninominali, da sempre la proposta del
Pd, o liste corte, perchè dappertutto cercano intelligentemente di
avere gruppi parlamentari che siano un mix di radicamento territoriale e
competenze", ha concluso.
(AGI)
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