Rush
finale da oggi alla Camera per l'approvazione del decreto legge
sull'Ilva di Taranto e sulla Terra dei Fuochi. Dopo il via libera della
commissione Ambiente e un primo dibattito in aula la scorsa settimana,
da ieri il provvedimento è di nuovo all'esame di Montecitorio.
L'approvazione è attesa oggi, tra tardo pomeriggio e serata, ma tutto
dipenderà da come andrà il dibattito tenuto anche conto dell'opposizione
mossa principalmente da Cinque Stelle e Sel. Per l'Ilva, il
decreto affronta sia il nodo del risanamento ambientale che le misure
per la protezione della popolazione di Taranto e Statte esposta alle
emissioni del siderurgico. Per il risanamento, in particolare, il
decreto autorizza il commissario dell'Ilva, Enrico Bondi, ad aumentare
il capitale della società chiedendo alla proprietà dei Riva di
intervenire in proposito, ma non escludendo l'apporto di investitori
terzi, oppure l'uso dei soldi sequestrati ai Riva per reati valutari e
fiscali qualora gli industriali dell'acciaio non sottoscrivessero
l'aumento di capitale. Per la Terra dei Fuochi, invece, è prevista la
bonifica dell'area con l'istituzione di un comitato interministeriale
aperto anche alla partecipazione del presidente della Regione Campania.
Prevista anche la partecipazione delle associazioni dell'area alle
decisioni che verranno di volta in volta prese attraverso consigli
consultivi.
Un punto del decreto 136 che accomuna le due aree
territoriali sono gli screening sanitari per controllare l'impatto
dell'inquinamento sulla popolazione esposta alle fonti di rischio. A tal
fine il relatore di maggioranza del provvedimento, Alessandro Bratti
del Pd, precisa che «i 50 milioni stanziati tra il 2014 e il 2015 per
gli screening sanitari sulla popolazione di Taranto, Statte per l'Ilva e
dei comuni campani della Terra dei Fuochi sono aggiuntivi rispetto alle
dotazioni ordinarie delle Regioni Campania e Puglia». «Ieri, in aula
aggiunge Bratti è sorta una polemica da parte delle opposizioni, oggi
alla ripresa della discussione aggiungeremo una piccola precisazione nel
testo in modo che non ci siano equivoci di sorta ma le risorse
aggiuntive non sono mai stata in discussione». Bratti quindi aggiunge
che «in aula alla Camera ci sono state ulteriori variazioni al decreto,
ma l'impianto di fondo resta sostanzialmente confermato. Tra pomeriggio e
serata il decreto dovrebbe ricevere il via libera. La parte Ilva non
l'abbiamo ancora affrontata. Ieri abbiamo discusso solo dell'articolo 1
del decreto legge conclude Bratti e ne abbiamo ancora altri sette da
discutere».
Dopo il via libera di Montecitorio, il decreto andrà
al Senato per la definitiva conversione in legge che deve avvenire
entro metà febbraio.
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