Il
neosegretario propone un patto di governo di 15 mesi e mette al primo
posto un Piano per il lavoro. Poi sfida Grillo sulle riforme. Alfano,
Ncd: il nostro interlocutore è il premier.
''Restiamo ribelli e cambiamo l'Italia. Ciascuno di noi ha il suo
pantheon di ribelli. Ma l'essere ribelli è soprattutto una sfida con se
stessi Si è ribelli se ciascuno di noi prova a cambiare la
quotidianita'''. Cosi' Matteo Renzi ai mille delegati riuniti ieri a
Milano che compongono la platea dell'Assemblea nazionale del Pd nel suo
primo discorso dopo essere stato proclamato ufficialmente segretario.
''Il voto degli elettori delle primarie prosegue è l' ultimo
appello che ci hanno dato per dire: cambia il Pd per cambiare l'Italia.
Non hanno votato solo il candidato ma il Pd, visto come unico
interlocutore per un cambiamento senza se e senza ma''. Renzi affronta
subito la questione dell'esecutivo: ''Se alle prossime europee si va con
risultati di governo balbettanti, la responsabilità non ce l'avranno
nè Grillo, nè Berlusconi: la responsabilità cadrà tutta in toto in
testa al Pd. Bisogna partire da un accordo alla tedesca, voce per voce,
punto per punto e con i tempi stabiliti per i prossimi 12-15 mesi''. Da
qui la necessità di ''una agenda per il prossimo anno di governo e una
visione per i prossimi 15 anni in Italia.
L'Europa non è il nostro
salvatore, ma senza l'Italia non va da nessuna parte. Tutti noi dobbiamo
aiutare Letta nel semestre europeo. La Merkel è diventata in passato
un alibi per tutti ma mettere a posto i conti non si fa per la signora
Merkel ma per una normale dignità verso i tuoi figli''. Il
neosegretario espone alcuni punti programmatici: ''Entro un mese un
progetto di legge per semplificare le regole del lavoro da accompagnare
con un gigantesco Piano per il lavoro. Serve l'impegno a modificare la
Bossi-Fini e inserire lo jus soli. Io sono fra quelli più prudenti su
questo, ma il tema delle unioni civili lo metteremo nel patto di
coalizione, che piaccia a Giovanardi o non piaccia a Giovanardi: noi
siamo il Pd''. Renzi sfida pure il leader del M5S: ''In modo
provocatorio Grillo mi dice rinuncia ai 40 milioni di rimborsi. Lo dico
io ''Beppe firma quà: caro Grillo hai 160 parlamentari decisivi per
fare le riforme, io sono disponibile a rinunciare ai 40 milioni del
prossimo anno se tu ti impegni per superare il Senato, abolire le
Province e fare la legge elettorale. Ci stai a giocare in modo pulito e
trasparente senza accordi senza patti? Se sei disponibile, il Pd è
davanti a te e non dietro. Se non ci stai, sei per l'ennesima volta un
chiacchierone e l'espressione buffone vale per te''. Renzi spiega la sua
posizione sulla riforma elettorale: ''Noi siamo pronti a fare la nostra
parte con le forze di maggioranza da domani mattina ma con Enrico
abbiamo deciso di aspettare la legge di stabilità per evitare
fibrillazioni. Alla prossima legislatura noi non eleggiamo più 315
senatori. Il Senato non deve più avere una funzione elettiva. O entro
fine gennaio si approva alla Camera la riforma o la politica perde la
faccia. Serve una legge per cui chi vince vince e le larghe intese sono
l'eccezione non la regola''. Il sindaco di Firenze ripete di non avere
intenzione di mettere in discussione gli equilibri di governo: ''Oggi
l'Italia corre il rischio di non essere più considerato un paese
speciale perchè oltre che fascisti ci sono "sfascisti" che puntano alla
distruzione generalizzata. Al Parlamento va detto non tutti a casa ma
tutti a lavorare, restate dentro finchè non avete finito''. Il
vincitore delle primarie annuncia infine il metodo che vuole seguire
nelle relazioni interne: ''Per quanto mi riguarda, la correttezza delle
relazioni è fondamentale, quello che penso io lo dico in faccia e
l'unico modo per uccidere i retroscenisti è utilizzare lo stesso
linguaggio fuori e dentro. Al centro non c'è il destino personale di
uno o dell'altro, abbiamo sulle spalle la responsabilità dell'Italia''.
Sull'elezione di Gianni Cuperlo come presidente del Pd argomenta: ''E'
tutto tranne il tentativo di un ''do ut des''. Insieme si è più
forti''. Enrico Letta, che ha voluto essere presente alla riunione,
tende la mano a Renzi: ''Dopo otto mesi in cui, sulla mancata elezione
del presidente della Repubblica, abbiamo rischiato la fine del Pd, siamo
qui, e il nostro partito è il baricentro, il pilastro della
democrazia. Abbiamo visto intorno a noi il disgregarsi del sistema
politico. Non è elemento di soddisfazione ma ci carica di grandi
responsabilita'''. Il presidente del Consiglio si rivolge al suo
partito: ''C'è bisogno che tutti insieme guardiamo avanti. Sono premier
grazie a voi e al Parlamento che ha considerato giusta questa strada
per una transizione del paese che stava sbandando. Sono convinto che
l'Italia ce la farà se il Pd ce la farà. E soprattutto, uniti non ci
batte nessuno''. Poi promette la massima lealtà nei rapporti con il
segretario del Pd a cui si rivolge direttamente: ''Matteo, da oggi in
poi dobbiamo lavorare perchè dai giornali si tolgano i retroscena tra
noi due: è inutile che li scrivano perchè non ci saranno retroscena,
tutto avverrà sempre in modo trasparente''. Il presidente del Consiglio
difende l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti: ''La
democrazia va finanziata in modo trasparente e passeremo al 2 xmille''.
Il discorso di Renzi è piaciuto a Massimo D'Alema che aveva polemizzato
più volte con il sindaco di Firenze nel corso delle primarie:
''Considerati i dissensi di partenza, mi e' sembrato un tentativo di
indicare una piattaforma di confronto aperta. La mia è una valutazione
positiva''. Positivo il giudizio di Guglielmo Epifani, segretario
uscente: ''Renzi ha una forte personalità ed è un uomo di un'altra
generazione: quindi è chiaro che siamo di fronte a una svolta.
Naturalmente il mandato del nuovo segretario è molto molto forte''.
Angelino Alfano, leader di Nuovo centrodestra, commenta così il
discorso del segretario del Pd: ''Il nostro interlocutore è Letta. Non
potevamo chiedere un discorso politicamente più vantaggioso per noi di
quello che ha fatto Renzi. Lui ha fatto un discorso di sinistra radicale
sull'immigrazione, sul lavoro, sul sindacato e le unioni gay, un
discorso di sinistra-sinistra, a noi va benissimo''. A Renzi replicano
anche Beppe Grillo e i gruppi parlamentari del M5S: ''Renzi è tutto
chiacchiere e marketing. I 40 milioni di euro dei rimborsi elettorali
deve restituirli agli italiani, non a noi. Fa finta di non capire e
propone accordicchi da Prima repubblica, camuffati da slogan''.
(ASCA)
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