Più informazioni su: collegato ambiente legge stabilità green public procurement
Essere in regola con la "sostenibilità ambientale"
è già un imperativo categorico per tutte le aziende sensibili alle
esigenze dell'ecologia e rispettose delle leggi, ma diventerà presto una
condizione molto importante, praticamente inderogabile, per vincere
appalti pubblici: è una delle novità contenute nel "collegato ambientale" alla legge di stabilità che verrà approvato a febbraio.
Lo
hanno appreso in anteprima ieri, a Milano, una ventina di aziende
iscritte od in procinto di iscriversi all'Osservatorio Sostenibilità
dell'ASAM, Associazione per gli Studi Aziendali e Manageriali
dell'Università Cattolica di Milano, presieduta dal professore Claudio
Devecchi, che appunto ieri ha svolto la riunione di avvio del nuovo
corso di studi. Tra i corsisti, colossi come Heineken, JT International,
Gruppo Cremonini o Edison ma anche aziende di servizi come Fiera Milano
e SEA Aeroporti o specializzate nel settore ambientale come Kinexia.
"Il
nuovo collegato ambientale sarà una normativa di svolta per il
settore", ha precisato Fabrizio Penna, della direzione generale sviluppo
energia e clima del Ministero dell'Ambiente, "una normativa di svolta
per l'intera economia italiana che vogliamo avviare verso una decisiva
decarbonizzazione. Una normativa fondata sul concetto di
semplificazione, autorizzativa e non, e sugli incentivi ai comportamenti
sostenibili, a cominciare dai punteggi privilegiati in sede di gara
pubblica, a vantaggio delle aziende in regola, che presentano
certificazione Ecolab ed Emas. Parliamo, dunque, di un vero e proprio "Green public procurement".
Inoltre, ha aggiunto Penna, "il Ministero continua con successo l'attuazione del progetto pilota Carbon Foot Print, Cfp, ovvero la valutazione dell'impronta ambientale delle imprese, che dal 2009 ad oggi, coinvolge 187 imprese, di tutti i settori, dall'agroalimentare all'auto, alle calzature, da Benetton a Cucinelli, a Carlsberg, Geox, Pirelli, Conserve Italia, Coop, Eataly, Expo 2015 e molte altre".
"L'Osservatorio sostenibilità", ha spiegato Claudio Devecchi che lo presiede e ne guida il comitato scientifico, "vuole mettere ordine in un campo che molti frequentano con personalismi e prospettive di studio e di ricerca confuse. Il programma dell'Osservatorio è rigoroso e si articola su più anni. Il prossimo, che per noi e le aziende aderenti, sarà il primo è dedicato alla sostenibilità ambientale e alla ricerca di un originale modello di impresa sostenibile che sappia cioè coniugare redditività, sviluppo, costruttivo clima organizzativo con ambiziosi ma concreti traguardi di sostenibilità, e dove l'impegno dei partecipanti in prevalenza manager sarà intenso e anche per loro gratificante in quanto orientato all'individuazione e all'adozione di best practice e di benchmark necessari e utili a formulare prima e realizzare poi strategie aziendali discontinue rispetto ad un passato. Il pensiero dominante di allora era di un business orientato ad una crescita infinita in un pianeta dove le risorse erano e sono ormai contingentate".
"Molte aziende già operano per aumentare la loro sostenibilità, altre stanno iniziando", spiega Franco Ferrario, direttore del corso: "L'Osservatorio vuole accelerare i processi di cambiamento di entrambe e farle arrivare prima ed a costi più bassi agli assetti indispensabili per affrontare con successo le nuove sfide che il mondo porrà. Molte imprese italiane hanno perso il treno della globalizzazione, noi vogliamo che salgano sulla carrozza di testa del treno della sostenibilità"
Nel corso della prima giornata di lavori dell'Osservatorio si sono susseguiti gli interventi del rappresentante della Regione Lombardia e di Expo 2015, Massimo Rossati, e degli esponenti di quasi tutte le aziende fin d'ora aderenti all'iniziativa: Seco Tools, Sandvick, Walter spa, JT International, Lombardini22, Certiquality, Edison, Kinexia, Fiera Milano, Artsana, Sea Aeroporti, Heineken, Gruppo Cremonini.
Alla metà del ciclo di incontri e studi, ASAM organizzerà un seminario a porte chiuse sui risultati dei lavori, mentre un altro evento, questa volta in parte anche pubblico, sarà organizzato alla fine del ciclo annuale di incontri, con un convegno-dibattito organizzato presso l'Università Cattolica.
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