"Mentre l’Italia era ancora in vacanza e le piogge lontane scrivevo dei mesi che si avvicinavano e che sarebbe aumentato in modo esponenziale il rischio che in qualche parte d’Italia, anche in funzione dei cambiamenti climatici in atto, si potesse consumare una ennesima alluvione o una ennesima frana, che ci avrebbe obbligato ad un’altra drammatica conta dei danni e forse non solo di questi. Questo puntualmente è avvenuto, come ormai succede almeno da 2009, dai 37 morti di Giampilieri. Aspettiamo di vedere un programma serio e coraggioso di investimenti, non solo economici, che cominci dalle scuole". Ad insorgere è tutto lo stato maggiore dei geologi.
"Fino a quando dovremmo continuare ad essere profeti di sventura? Tutto il territorio italiano è fragile. Ci sono, è vero, piogge eccezionali ha affermato Vittorio D’Oriano , geologo toscano e Vice Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi ma è altrettanto vero che la manutenzione dei fiumi e dei fossi non è degno di un paese civile".
"Il governo e le amministrazioni regionali farebbero bene a fare una profonda, seria, disinteressata, competente riflessione su ciò che sta accedendo in queste ore. La difesa del suolo non si improvvisa, né tanto meno potranno trovare soluzione gli immensi problemi di governo del territorio lasciando tutto o quasi all’improvvisazione".
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