Anche nel 2012 le temperature sono state più alte della media, in Italia e a livello globale; lo scenario descritto dal V Rapporto dell'IPCC sul cambiamento climatico è sempre più critico; il rischio clima viene associato in Italia ad un danno economico tra lo 0,12 e 0,16% del PIL, cui devono aggiungersi i danni derivanti dalla perdita di biodiversità e i danni al patrimonio storico, artistico ed architettonico. Uno scenario rispetto al quale l'Unione Europea ha definito una strategia di adattamento con una serie di azioni tra le quali si inserisce la promozione delle "Infrastrutture verdi", cui si legano ricadute cruciali non solo per la mitigazione degli effetti del cambiamento del clima, ma anche per la protezione della biodiversità e per dare impulso ulteriore alla Green Economy.
Il tema è stato sviluppato - con il contributo di figure di spicco del mondo accademico e della ricerca nazionale, la partecipazione del Ministero dell'Ambiente, della Commissione Europea e della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile - in occasione del convegno su "infrastrutture verdi e capitale naturale", in preparazione della Conferenza Nazionale sulla biodiversità organizzata dal Ministero dell'Ambiente, che si terrà in dicembre e che si avvale per la sua preparazione di un protocollo d'intesa siglato con Federparchi, Unioncamere e la Fondazione per lo sviluppo sostenibile. Le infrastrutture verdi sono "un altro modo" di pensare e realizzare infrastrutture sul territorio, valorizzano le forze biologiche, cioè quei servizi ecosistemici che assicurano il mantenimento e lo sviluppo del sistema naturale dei territori, la biodiversità e il nostro benessere, sotto forma di stabilità, fertilità e produttività dei suoli, mantenimento delle falde idriche, assorbimento del carbonio, reattività agli effetti degli incendi e protezione della salute. In concreto, le "Infrastrutture verdi" realizzano reti interconnesse di spazi verdi di cui esistono ormai numerosi ed interessanti esempi in Europa e nel mondo.
L'Ue nella recente Strategia di adattamento ai cambiamenti climatici ha riconosciuto l'importanza delle infrastrutture verdi per la mitigazione degli effetti derivanti dal cambiamento del clima. L'Italia non si è ancora dotata della propria strategia, ma dovrà necessariamente considerare il ruolo delle infrastrutture verdi, che costituirà anche un volano per la "Green economy", elemento strategico per il superamento della crisi economica e prospettiva di sviluppo sostenibile del Paese. Esistono già esempi concreti di "Infrastrutture verdi" in Italia, tra cui da citare: L'Autorità di Bacino dell'Arno che ha messo in atto, già dagli anni '90, una serie di interventi per far fronte al regime delle piene, con interventi volti a migliorare la funzionalità o creazione di "casse di espansione" (ad assorbimento dei volumi di acqua in caso di piena) curando, al contempo, la realizzazione e il miglioramento di habitat e microhabitat umidi.
L'Anello verde di Mirandola, in provincia di Modena. Il piano per l'energia locale punta ad una significativa riduzione dei consumi energetici e mitigazione del cambiamento climatico (20% di riduzione di energia per il 2020) attraverso la creazione di un anello verde (green belt) intorno alla città, che contribuirà al raffrescamento ed ombreggiamento dell'ambiente urbano e alla cattura della CO2. Ma le potenzialità di sviluppo delle Infrastrutture verdi in Italia sono molto ampie: secondo l'UE, potrebbero riguardare poco meno del 50% del territorio nazionale, ossia una superficie di oltre 150mila km quadrati; un'estensione rilevante che consentirebbe di definire piani e programmi di ampia portata e rilevante ricaduta socio economica e di sostenibilità. Le infrastrutture verdi mirano non solo ad assicurare la funzione per la quale sono state progettate, ma anche a conservare e valorizzare i servizi ecosistemici offerti gratuitamente dall'ambiente e che sono non solo indispensabili per la vita e per l'economia, ma hanno anche un alto valore economico aggiunto: basti pensare che solo dalla sola rete Natura 2000, ossia il solo il 18% del territorio dell'Europa a 27, ricaviamo servizi ecosistemici per un valore economico equivalente da un minimo di 223 ad un massimo di 314 miliardi di Euro all'anno. Le esperienze finora maturare attestano il vantaggio ulteriore di promuovere nuove professionalità - legate alla progettazione sostenibile dei territori e delle infrastrutture e agli interventi di recupero - e di incrementare l'occupazione, sia in termini di addetti impegnati che di intensità del lavoro.
"Il convegno sulle infrastrutture verdi ha affermato Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile intende presentare esperienze e soluzioni pratiche per stimolare le imprese, il mondo del lavoro e quello della formazione a progettare differentemente gli interventi sul territorio. Con pratiche non solo capaci di dare e conservare ricchezza, ma anche di rilanciare l'occupazione. Proprio per questo motivo, la Fondazione ha aderito con entusiasmo alla richiesta di essere uno dei partner che assiste il Ministero dell'ambiente nella realizzazione della conferenza su La natura dell'Italia, biodiversità e aree protette: la green economy per il rilancio del paese. Questo è uno dei temi di maggior interesse per la Fondazione che pone la green economy e green new deal al centro delle politiche sulla sostenibilità ambientale".
Nessun commento:
Posta un commento