22/10/13

A Torino il Campus dell’efficienza energetica

Centro di formazione di energy manager e struttura di incontro tra industria, specialisti dell’energia, docenti ed enti pubblici
Una volta vendevano energia, oggi vendono efficienza energetica. Le compagnie elettriche si adeguano ai tempi e aiutano i loro clienti a tagliare i consumi. Anche Edf, primo produttore di elettricità al mondo (il 20% dell’energia elettrica europea esce dalle sue centrali), vuole impegnarsi in questa battaglia, sull’onda della crisi economica, che ha falcidiato la domanda elettrica in Europa. E comincia dall’Italia, da Torino, dove ha da pochi giorni aperto un centro di formazione e di ricerca sull’efficienza energetica, che vuole diventare una struttura internazionale d’incontro tra gli industriali, gli specialisti dell’energia, i docenti e i rappresentanti degli enti pubblici.

Il Campus - La casa madre del nuovo Campus Efficienza energetica è Edf Fenice, braccio operativo del colosso francese nell’efficienza energetica per i clienti industriali, che a sua volta ha sede a Torino, grazie al forte legame con il gruppo Fiat. Edf punta dunque sull’Italia, con 2 milioni e mezzo di euro d’investimento, per farne il centro propulsore di questo nuovo business in forte espansione. L’efficienza energetica sta molto a cuore anche alla Commissione Europea, come ha sottolineato Fabrizio Barbaso, vice direttore generale DG Energia della Commissione, all’inaugurazione del centro, perché può contribuire ad arginare la delocalizzazione industriale e quindi a preservare la struttura produttiva in Europa, se ben supportata dalle istituzioni politiche e finanziarie. L’industria italiana, ha convenuto il ministro dello Sviluppo, Flavio Zanonato, rappresenta un notevole bacino potenziale di efficienza energetica.
Raddoppio consumi - Il mondo si avvia a raddoppiare i consumi di elettricità da qui al 2050 e oltre il 40% di questi consumi, oggi, vanno ad alimentare l’industria. In Europa, in teoria, dovrebbero essere tagliati del 20% al 2020, ma siamo ancora lontani da questo target. Servono dunque nuove politiche e tecnologie per scindere la crescita della produzione industriale dall’aumento dei consumi: oltre alle smart town e alle smart grid, ci vuole un po’ di smart manufacturing. In base a un recente studio dell’International Energy Agency, applicando tecnologie già ampiamente conosciute e sperimentate, l’efficienza energetica potrebbe abbattere le emissioni di CO2 del 71% al 2020 e del 48% al 2035.

Risparmio - Per capire quanta energia si possa risparmiare con l’efficienza, basta confrontare le economie esistenti: quella giapponese, la più efficiente del mondo, con la stessa quantità di energia genera una quantità di Pil 16 volte superiore rispetto a quella russa, otto volte superiore rispetto a quella cinese e doppia rispetto a quella americana. Ottimizzare i consumi di energia per ridurre i costi di produzione e migliorare la competitività delle industrie europee è diventata quindi una necessità assoluta in un contesto, come quello di oggi, di concorrenza esasperata a livello mondiale.

Italia - Ma le imprese italiane tendono ancora a fare solo piccoli interventi, sostituzioni, ammodernamenti limitati, laddove invece è fondamentale partire da un’analisi complessiva, altrimenti si rischia, metaforicamente, di mettere una caldaia efficientissima in una casa piena di spifferi. Qui entrano in campo le compagnie elettriche, che stanno perdendo terreno sul fronte della vendita di energia e cercano di venire incontro a questa domanda di efficienza vendendo servizi nuovi. «Recenti studi hanno dimostrato che il mercato dell’efficienza energetica vale in Europa circa 70 miliardi di euro all’anno per volume d’affari», ha commentato Marco Steardo, direttore sviluppo di Edf Fenice, che ormai propone a tutti i suoi clienti industriali contratti di fornitura basati sul risparmio energetico garantito.

Taglio costi - La competizione fra operatori elettrici si sposta così sul piano del taglio dei costi attraverso una valutazione a tutto tondo delle necessità di elettricità, calore, freddo, aria compressa e l’installazione d’impianti più efficienti invece che sul taglio dei prezzi, sempre più difficili da comprimere. L’obiettivo finale è spartirsi i risparmi: l’operatore promette un certo taglio delle bollette e se riesce a superare l’obiettivo, metà del risparmio va in tasca al cliente e metà al fornitore di energia. È questo il modello di business del futuro.

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