02/09/13

Scontro sui rifiuti dovuto ai ritardi della Regione»

Le critiche di Bratti, responsabile ambiente del Pd: «L’assessore Freda anziché scrivere lettere dovrebbe confrontarsi con sindaci e Province»
Un’istruttoria veloce ma approfondita, poi la decisione. L’Asl ha attivato il servizio di Medicina del Lavoro che dopo il sopralluogo svolto da due tecnici al Grattacielo, venerdì scorso, ha disposto la chiusura del cantiere che sta realizzando gli allacciamenti domestici del sistema di teleriscaldamento. Gli esposti sottoscritti da una decina di residenti ed inviati a Comune, Asl e procura hanno segnalato la possibile presenza di amianto in una condotta utilizzata in passato per riversare i rifiuti domestici a piano terra, per lo smaltimento. Durante i lavori il manufatto sarebbe stato sezionato con il rischio di dispersione nell’ambiente di fibre di amianto e pericolo per la salute pubblica. L’istruttoria dell’Asl dovrà accertare se sarà confermata definitivamente la presenza del materiale  il possesso delle autorizzazioni da parte dell’impresa.
Lo scontro sugli inceneritori e le politiche di gestione dei rifiuti che sta attraversando in lungo e in largo l’Emilia Romagna, che sta facendo litigare il Pd e polemizzare alcune Province (tra cui Ferrara) con l’assessore regionale all’ambiente Sabrina Freda, poteva e doveva essere evitato. A sostenerlo è Alessandro Bratti: «Alla base di tutto c’è il ritardo enorme della Regione. Errani aveva promesso che l’Emilia Romagna si sarebbe dotata di uno strumento di pianificazione che ancora non c’è. E’ stato fatto un buon lavoro di analisi e di studio, è stato anche redatto un Piano preliminare dei rifiuti che contiene degli obiettivi in gran parte condivisibili, ma ad oggi manca un provvedimento cogente. E’ la mancanza di un atto formale che produce attriti e conflitti e che scarica le problematicità sui territori». Dalla nostre parti da mesi va avanti lo scontro, a volte sotto traccia, a volte pubblico, tra la Provincia di Ferrara e l’assessorato regionale all’Ambiente. L’ultima fiammata si è avuta con la modifica dell’Aia per il termovalorizzatore Hera di via Diana che consente di incenerire rifiuti speciali non pericolosi (simili ai rifiuti urbani) senza il vincolo delle 30 mila tonnellate annue. A Modena la polemica si è innescata con la conversione dell’inceneritore in impianto di recupero energetico, un cambio di denominazione che consente di bruciare anche rsu di altre province. Bratti, che è responsabile nazionale del Pd della gestione dei rifiuti e responsabile regionale ambiente ed energia, ha un’opinione al riguardo: «Tutto questo succede non perché le Province fanno quel che vogliono, ma perché la Regione non fa quel che deve. Senza una normativa precisa e un’adeguata programmazione questi sono i risultati. Per esempio se si vogliono chiudere le discariche, da quella di Imola a quella di Baricella, bisogna programmare l’incenerimento dei rifiuti. Se si vogliono chiudere progressivamente gli inceneritori (8 impianti in Emilia Romagna) bisogna costruire un progetto condiviso con i territori. Per fare queste cose non basta che l’assessore Freda scriva una lettera alla Provincia per dire “fermatevi”, bisognava e bisogna confrontarsi con i sindaci e le Province, ma ora è rimasto poco tempo per cui serve una forte accelerazione». Bratti ha da ridire anche sulla deassimilazione dei rifiuti propugnata dalla Freda: «E’ un cavallo di battaglia sbagliato, la sua idea è che una quota dei rifiuti oggi assimilati ai rifiuti urbani venga assimilata agli speciali. In questo modo diminuirebbe statisticamente la quantità di rsu prodotta per abitante. E’ quello che fanno in Veneto, dove le produzione pro capite di rsu è un terzo inferiore alle nostra, poichè molte imprese mandano i loro rifiuti in assimilato. Ma il monte rifiuti resta lo stesso, non lo riduci cambiando la loro classificazione da rsu a speciale». «In questi anni altro rilievo di Bratti si è lavorato bene sulla green economy e male sulle politiche ambientali. La nuova arrivata Atersir (l’agenzia regionale per i servizi idrici e i rifiuti) è poco strutturata, mentre c’è bisogno di un ente regolatore forte, visto che ha a che fare con colossi come Hera e Iren».

(LA NUOVA FERRARA)

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